22.05.2014 Views

Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

viene fuori dall'impatto con la natura e con gli altri e che, pur essendoci dei problemi costanti in<br />

questo impatto, le configurazioni e le categorie che ne vengono fuori, e che servono per capire<br />

questo impatto, cambino nel tempo. Ciononostante, nel rapporto dell'uomo con la natura non si<br />

può eliminare il richiamo al mito: è tema filosofico <strong>di</strong> Prometeo.<br />

Secondo tema della filosofia della tecnica: a che cosa porta l'essere penetrati così a fondo<br />

nella struttura della materia e, ciò che più conta, esserci impadroniti in maniera così gran<strong>di</strong>osa e<br />

nello stesso tempo suicida delle forze della natura? Che cosa ciò riveli e che cosa tutto ciò abbia<br />

<strong>di</strong> effetto sulla formazione del sé, ovvero dell'identità in<strong>di</strong>viduale e poi anche dell'identità <strong>di</strong><br />

gruppo. È il grande tema della <strong>di</strong>alettica dell'illuminismo - Dialektik der Aufklärung - che<br />

Horkheimer e Adorno hanno scritto nel 1944 e che rimane uno dei gran<strong>di</strong> libri filosofici<br />

dell’ultimo secolo, anche se <strong>di</strong> una stagione filosofica che non è più la nostra.<br />

Terzo aspetto <strong>di</strong> questo primo tema evocato dalla situazione nucleare, la tecnica: il<br />

problema della responsabilità, cioè il problema che i livelli <strong>di</strong> potenza e <strong>di</strong> <strong>di</strong>struttività raggiunti<br />

dalla nostra tecnica, in<strong>di</strong>pendentemente da come si interpreti metafisicamente il nostro<br />

atteggiamento tecnico verso il mondo, ci esortano a cambiare il nostro approccio morale alla<br />

tecnica, che non è più moralmente e politicamente neutra come nella prima modernità.<br />

Il problema è dunque se non dobbiamo inventarci un'etica del tutto nuova nei confronti<br />

della manipolazione della realtà fisica, e quin<strong>di</strong> degli altri come realtà fisica, un'etica della<br />

responsabilità. Hans Jonas, <strong>di</strong> cui io non con<strong>di</strong>vido l'impostazione ontologica aristotelica, ha<br />

avuto il merito <strong>di</strong> mettere sul tavolo in forma compatta questo tema, la responsabilità,<br />

implicante aspetti trasversali che attraversano anche i punti successivi. Responsabilità rispetto a<br />

chi? Rispetto ai singoli, al genere umano? Chi è il genere umano? Solo quelli che vivono<br />

adesso, o anche quelli che sono vissuti prima e/o quelli che vivranno dopo?<br />

L'ultimo aspetto della tecnica è un aspetto meno filosofico, ma <strong>di</strong> scienza politica con<br />

implicazioni filosofiche o almeno etiche. Dato e non concesso (questo è un problema etico che<br />

lasciamo aperto) che vogliamo, dobbiamo moralmente controllare scienza e tecnologia, siamo<br />

in grado <strong>di</strong> farlo, e come si fa? Quali sono gli istituti politici che dobbiamo inventarci, e che<br />

non sono mai esistiti nella storia del mondo?<br />

Per venire ora al tema del genere umano, è opportuno che io riprenda ed approfon<strong>di</strong>sca la<br />

nozione <strong>di</strong> sopravvivenza. È chiaro <strong>di</strong> cosa tratta la sopravvivenza: la possibilità <strong>di</strong> una<br />

riproduzione della nostra specie attraverso i normali meccanismi <strong>di</strong> riproduzione. `Normali'<br />

perché i meccanismi stanno già cambiando e <strong>di</strong>ventando non anormali, ma artificiali. La<br />

riproduzione della vita umana sotto questo riguardo è il contrario dell'estinzione.<br />

Gli zoologi e gli etologi <strong>di</strong>cono che l'estinzione è il normale destino delle specie viventi e in<br />

effetti ogni giorno si estinguono migliaia <strong>di</strong> specie vegetali e animali, e non c'è dubbio che la<br />

antropizzazione del paesaggio terrestre ha accelerato il tasso <strong>di</strong> estinzione. Alcuni <strong>di</strong>cono perciò<br />

che l'estinzione della specie umana è in questo senso sicura, perché è il normale destino delle<br />

specie viventi e quin<strong>di</strong> che non c'è da preoccuparsi né da stupirsi. Ma in verità lo stupirsi, il<br />

meravigliarsi è, come <strong>di</strong>ce Platone, l'origine della filosofia, del pensiero, ascrivendo questa<br />

meraviglia ad una ninfa o dea, Iride. Ora, se noi consideriamo zoologicamente l'umanità non c'è<br />

da meravigliarsi, né da far gran<strong>di</strong> pensate filosofiche sull'estinzione possibile della specie<br />

umana.<br />

83

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!