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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

Questa è la storia tecnologica delle armi nucleari, che non è d'interesse meramente<br />

tecnologico, perché senza conoscerla non possiamo capire quali sfide lo sviluppo tecnicoscientifico<br />

ha posto ad ogni sua tappa all'intelligenza e alla volontà politica. Volgiamoci ora alla<br />

storia politico-strategica: fino alla metà degli anni Cinquanta, ancora durante la guerra <strong>di</strong> Corea,<br />

l'uso della bomba nucleare per risolvere i conflitti convenzionali è considerato possibile nelle<br />

dottrine politiche e militari, anche se poi non viene adottato. Fino ad allora l'arma nucleare ha<br />

ancora l'aspetto della più grande bomba o del più bel cannone che esista. I francesi nel 1954,<br />

quando stanno per essere espulsi dall'Indocina, dal paese <strong>di</strong> Ho Chi Minh, chiedono appoggio<br />

agli americani, e si legano al <strong>di</strong>to per molti anni avvenire il fatto che gli americani non vogliano<br />

usare le armi nucleari contro il governo comunista del Vietnam; da questa esperienza trarranno<br />

motivi per dotarsi <strong>di</strong> un loro proprio arsenale nucleare. Chi ha le armi nucleari, oltre le due<br />

superpotenze, è prima <strong>di</strong> tutto la Gran Bretagna, molto <strong>di</strong>pendente dalla tecnologia americana, e<br />

poi la Francia, del tutto in<strong>di</strong>pendente dalla tecnologia americana, che si dota <strong>di</strong> armi nella prima<br />

metà degli anni Sessanta, durante gli anni più trionfanti del governo <strong>di</strong> De Gaulle, tornato al<br />

potere nel 1958; viene infine, sempre negli anni Sessanta, la Cina. Queste sono le cinque<br />

potenze ufficialmente nucleari, che sono anche i membri permanenti e con <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> veto delle<br />

Nazioni Unite, perché sono le cinque potenze vincitrici della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale. Molti<br />

negli anni Cinquanta cercano <strong>di</strong> entrare nella tecnologia nucleare, anche l'Argentina e il Brasile:<br />

chi ci arriva effettivamente sono Israele, come è noto, il Sud Africa, che però <strong>di</strong> recente vi ha<br />

rinunciato, l'In<strong>di</strong>a e il Pakistan.<br />

Per riprendere dagli anni Cinquanta: una volta che si <strong>di</strong>ffondono le bombe termonucleari e<br />

la <strong>di</strong>fferenziazione dei vettori (bombar<strong>di</strong>eri, missili intercontinentali lanciati da terra e dal mare)<br />

si crea, prima <strong>di</strong> fatto e poi come dottrina, quella cosa che viene chiamata MAD, Mutually<br />

Assured Destruction, <strong>di</strong>struzione reciproca assicurata, ma l'acronimo significa altresì `folle';<br />

mentre la dottrina precedente era stata quella che in caso <strong>di</strong> grave lesione degli interessi <strong>di</strong> una<br />

superpotenza o <strong>di</strong> un attacco <strong>di</strong>retto ad essa sarebbe intervenuta la rappresaglia massiccia.<br />

Questa è la dottrina della metà degli anni Cinquanta; alla fine <strong>di</strong> questi, svanisce la possibilità <strong>di</strong><br />

usare l'arma nucleare per colpire e trarne vantaggi, e cresce la sicurezza che usando l'arma<br />

nucleare si <strong>di</strong>strugge l'avversario, ma si viene anche <strong>di</strong>strutti, perché l'avversario, se è<br />

superpotenza, è dotato della cosiddetta capacità <strong>di</strong> secondo colpo, cioè si è dotato in precedenza<br />

della possibilità, pur avendo ricevuto un attacco nucleare <strong>di</strong> vasta portata che lo lasci in pezzi,<br />

<strong>di</strong> una rappresaglia che <strong>di</strong>strugga a sua volta chi lo ha colpito in maniera insopportabile - il che<br />

vuol <strong>di</strong>re più del 50% della popolazione e più del 30% del potenziale economico-industriale. Di<br />

fronte al fatto che <strong>di</strong>venta sempre più preclusa la possibilità <strong>di</strong> vincere una guerra nucleare, si<br />

passa dall'idea <strong>di</strong> un uso militare dell'arsenale, nel senso <strong>di</strong> una rappresaglia massiccia, all'idea<br />

<strong>di</strong> un uso politico, che vuol <strong>di</strong>re che l'arma nucleare non è più destinata ad essere usata in<br />

guerra, ma è destinata a sconsigliare, <strong>di</strong>ssuadere l'avversario possibile dall'usarla contro <strong>di</strong> noi,<br />

sia de facto, con un attacco effettivo, sia politicamente, cioè aumentando il nostro potenziale,<br />

facendoglielo vedere e <strong>di</strong>cendogli “anche se io non ti attacco sono molto più forte <strong>di</strong> te e quin<strong>di</strong><br />

ti devi piegare al mio volere politico”. Sulla base tecnica della MAD si crea l'equilibrio del<br />

terrore e la dottrina dell'uso politico per fini <strong>di</strong> deterrenza dell'arma nucleare. Il che vuol <strong>di</strong>re<br />

che l'arma nucleare viene costruita, sviluppata e migliorata non per essere usata, ma per<br />

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