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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

politica, non vuol <strong>di</strong>re anarchia in senso colloquiale, o la confusione e il caos. Vi possono<br />

essere tanti rapporti relativamente regolati tra gli Stati, ma fra questi non c'è l'archia o l'archòs,<br />

cioè non c'è un potere, un governo comune che faccia rispettare leggi e imponga soluzioni. In<br />

questo schema elementare dei rapporti fra gli Stati, è sempre possibile il ricorso alla forza<br />

organizzata, non alla forza tout court, ma alla forza statualmente organizzata, usata per piegare<br />

la volontà dell'altro, per fargli fare le cose che altrimenti non farebbe. Si vede qui che la guerra<br />

è un altro esempio della relazione <strong>di</strong> potere, perché, se ripren<strong>di</strong>amo la definizione relazionale<br />

del potere, ve<strong>di</strong>amo che esso è ciò che usando qualsivoglia strumenti, anche bellici o comunque<br />

violenti, permette ad a <strong>di</strong> far fare a b ciò che b senza quell'intervento <strong>di</strong> a non avrebbe mai<br />

fatto. Vale qui a maggior ragione la <strong>di</strong>stinzione tra costrizione e deterrenza.<br />

Quando si parla <strong>di</strong> guerra in filosofia politica è in<strong>di</strong>spensabile ricorrere al filosofo della<br />

guerra per eccellenza e cioè a Carl von Clausewitz che ha scritto Vom Kriege. 24 . La guerra, <strong>di</strong>ce<br />

Clausewitz nel primo libro <strong>di</strong> Della guerra, è “un atto <strong>di</strong> violenza volto a piegare l'avversario al<br />

sod<strong>di</strong>sfacimento del nostro volere”. Già in questa definizione si <strong>di</strong>ce che la violenza è il mezzo<br />

per realizzare un fine, che è quello <strong>di</strong> piegare il nemico, allo scopo evidentemente <strong>di</strong><br />

raggiungere il nostro fine politico. La guerra è e non è pura violenza, ovvero non si attua<br />

sempre e solo in quella che Clausewitz chiama la sua forma astratta <strong>di</strong> “guerra assoluta”. Non<br />

essendo atto isolato nel tempo e nella vita dello Stato, la politica la attraversa me<strong>di</strong>andosi con la<br />

natura del mezzo-violenza; la “guerra effettiva” è dunque “la continuazione della politica con<br />

altri mezzi”. Questa è la celebre formula del pensiero clausewitziano, la Formule così<br />

battezzata da Raymond Aron nel suo monumentale Penser la guerre. Clausewitz (1976).<br />

Quanto sia complesso il fenomeno della guerra Clausewitz lo <strong>di</strong>ce in un'altra nota<br />

formulazione: essa è una `trinità' <strong>di</strong> violenza e o<strong>di</strong>o (la parte del popolo), <strong>di</strong> giuoco <strong>di</strong><br />

probabilità e caso (la parte del condottiero e dell'armata), infine <strong>di</strong> mezzo della politica<br />

sottoposto all'intelletto (la parte del governo).<br />

Sono dunque le relazioni fra gli Stati compiutamente descritte da categorie quali l'anarchia e<br />

la possibilità <strong>di</strong> guerra? Non v'è in esse or<strong>di</strong>ne alcuno, né in senso analitico né in senso<br />

valutativo? La risposta non può essere che ambivalente, avrebbe dovuto esserlo già da tempo,<br />

lo deve essere tanto più ora che siamo in un'epoca nuova, l'era nucleare, che è forse un'epoca <strong>di</strong><br />

transizione. La struttura elementare delle relazioni fra gli Stati resta l'anarchia, la mancanza <strong>di</strong><br />

un potere comune legittimo ed efficace, ma ad essa si sono sovrapposti, mo<strong>di</strong>ficandola<br />

profondamente, elementi <strong>di</strong> altro genere, dall'`addomesticamento' della guerra al crearsi <strong>di</strong> una<br />

società internazionale fino al ruolo presente delle istituzioni internazionali. Elementi che<br />

dapprima seguiremo nella loro evoluzione moderna, per <strong>di</strong>scuterne poi la sorte paradossale<br />

nell'epoca contemporanea o nucleare.<br />

Mentre la Guerra dei trent'anni aveva devastato l'Europa, soprattutto quella centrale,<br />

coinvolgendo ampiamente le popolazioni negli scontri militari (invasioni, saccheggi, massacri e<br />

persecuzioni religiose), dopo Vestfalia il sistema europeo tende ad assestarsi su <strong>di</strong> uno schema<br />

regolare <strong>di</strong> azione e reazione (l'`equilibrio <strong>di</strong> potenza'), la cui conservazione è interesse <strong>di</strong> tutti,<br />

24 Clausewitz era un generale prussiano del tempo delle guerre napoleoniche, morto nel 1831, anche lui<br />

<strong>di</strong> colera come Hegel; la vedova, Marie von Clausewitz, pubblicò un anno dopo, nel 1832, questo<br />

trattato incompiuto<br />

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