Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia
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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />
<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />
sviluppo del sistema politico europeo fra Me<strong>di</strong>oevo e prima modernità. Esso vide il definitivo<br />
smembrarsi dell'unità politica universale, il Sacro Romano Impero, aggravata dallo smembrarsi<br />
della cristianità con la Riforma protestante; fattori politico-<strong>di</strong>nastici, religiosi, economici e<br />
geopolitici (l'essere l'Europa relativamente protetta dalle invasioni, una volta esauritasi quella<br />
tartara) condussero alla creazione <strong>di</strong> Stati in<strong>di</strong>pendenti (in quello che chiameremo più in là il<br />
`sistema vestfaliano'), che sopravvissero poi alla fine dell'antico regime con cui erano<br />
concresciuti.<br />
Tutto questo s'intenderà meglio una volta trattate le relazioni internazionali e le categorie<br />
che ne derivano. Un cenno va fatto al nazionalismo, <strong>di</strong> cui la prima metà <strong>di</strong> del ventesimo<br />
secolo ha visto i trionfi e gli orrori in Europa occidentale, mentre ad altri abbiamo poi assistito<br />
nella parte orientale del continente (ex-Jugoslavia). Per un verso esso si spiega come ideologia<br />
compensatoria - con la fornitura <strong>di</strong> un'identità tanto forte quanto mitico-emotiva ed escludente -<br />
della frammentazione sociale e psicologica creata, in società sempre più <strong>di</strong> massa,<br />
dall'economia <strong>di</strong> mercato (mon<strong>di</strong>ale) e dal regime industriale. Per altro verso esso ha coinciso<br />
con, anzi ha stimolato l'implosione del sistema vestfaliano, rivelatosi nelle due guerre mon<strong>di</strong>ali<br />
ormai del tutto incapace <strong>di</strong> regolare i rapporti internazionali con un or<strong>di</strong>ne pur minimo. Non a<br />
caso queste esperienze hanno dato vita sul nostro continente alla svolta politica e culturale<br />
verso l'unificazione europea.<br />
16. Gli Stati<br />
Considero questa parte come fondamentale e ritengo un errore della filosofia e della scienza<br />
politica la separazione tra l'aspetto interno e quello internazionale della politica; considero una<br />
povertà della scienza politica quello <strong>di</strong> ignorare quasi l'aspetto della scienza politica che<br />
riguarda le relazioni internazionali e che si chiama teoria delle relazioni internazionali. Finché<br />
sia possibile rispetto allo stato degli stu<strong>di</strong>, e finché non risulti forzato rispetto ai dati <strong>di</strong> fatto, mi<br />
sforzo <strong>di</strong> definire le categorie politiche con pari riguardo all'aspetto interno ed a quello<br />
internazionale, convinto che le loro <strong>di</strong>fferenze strutturali non giustifichino <strong>di</strong> ignorare i<br />
problemi <strong>di</strong> una possibile teoria generale della politica.<br />
Fatta questa premessa epistemologica, comincio con alcuni dati <strong>di</strong> fatto.<br />
Gli Stati alla fine del congresso <strong>di</strong> Vienna nel 1816 erano 23, nel 1980 erano <strong>di</strong>ventati 155 e<br />
oggi (2005)sono circa 192, tutti membri dell'O.N.U., tranne il Vietnam, le due Coree e, finora,<br />
la Svizzera che per costituzione non poteva farne parte, anche se <strong>di</strong> fatto vi collabora (Ginevra è<br />
la seconda sede dell'O.N.U.).<br />
Tra gli Stati non c'è il monopolio effettivo della forza, tanto meno il monopolio legittimo.<br />
Quello può esistere per un certo tempo in una certa zona, ma non c'è mai nell'intero orbe<br />
terracqueo, e comunque si tratta sempre <strong>di</strong> un monopolio effettivo, ma non legittimo. Se non<br />
sono riconducibili al modello infrastatuale, se non si vuole cioè scivolare in un’ingenua<br />
domestic analogy, con quali concetti osserviamo le relazioni interstatali?<br />
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