Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia
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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />
<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />
le risposte in due tipi basilari: quella data da Jean Bo<strong>di</strong>n, il primo teorizzatore della sovranità<br />
come tale (Six livres de la République, 1562) e poi più pienamente formulata da Rousseau,<br />
secondo i quali la sovranità consiste nel fare e <strong>di</strong>sfare le leggi, e si incarna dunque<br />
primariamente nel potere legislativo. L'altra risposta è quella dei teorici della forza, che vedono<br />
la sovranità soprattutto come monopolio della forza, risedendo essa dunque eminentemente nel<br />
potere esecutivo. Si va da Thomas Hobbes a Carl Schmitt (“sovrano è colui che decide dello<br />
stato <strong>di</strong> emergenza”).<br />
All'altra domanda si sono date tante risposte quante sono le epoche e le dottrine dello Stato<br />
moderno. La sovranità risiede nel re dell'assolutismo, o nel `King in Parliament' della tra<strong>di</strong>zione<br />
costituzionale inglese, o nel popolo, come recita da ultimo la nostra Costituzione (art 1, comma<br />
2), ma già duecento anni fa enunciavano quelle degli Stati uniti d'America (“We, the people of<br />
the United States”, sebbene il potere legislativo vi sia tutto deferito al Congresso) e della<br />
Francia rivoluzionarie.<br />
Che la sovranità risieda nel popolo o ad esso appartenga è risultato del maggior<br />
cambiamento storico in questo campo dopo la nascita dello Stato sovrano dalle ceneri<br />
dell'universale Sacro Romano Impero e prima dell'attuale crisi della sovranità. Tale<br />
cambiamento prese la forma <strong>di</strong> una congiunzione fra statualità e nazionalità: quest'ultima<br />
<strong>di</strong>venne la formula politica in cui il popolo sostituì il principe come titolare della suprema<br />
potestà e legittimità. Non che le nazioni, come vogliono le dottrine nazionalistiche,<br />
preesistessero allo Stato e reclamassero forma statuale (in<strong>di</strong>pendenza, unità, potenza). C'è stato<br />
invece un nation-buil<strong>di</strong>ng parallelo o successivo allo state-buil<strong>di</strong>ng, e questo intreccio è<br />
risultato vincente perché ha fuso insieme il nuovo principio <strong>di</strong> sovranità e legittimità, il popolo<br />
come demos, con un'entità in cui preesistenti elementi etnici e culturali (lingua, tra<strong>di</strong>zioni,<br />
talora religione) venivano fusi ed esaltati nella nuova figura della nazione, del popolo come<br />
ethnos. È stato in questo alveo che si sono potute vincere le lotte per l'in<strong>di</strong>pendenza da poteri<br />
estranei o assoluti, e per la creazione <strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>nanza in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti civili, politici ed<br />
infine sociali. Ancora cinquant'anni fa, molti hanno potuto intendere la Resistenza italiana<br />
come `secondo Risorgimento'.<br />
In questa luce, la nazione non è un'entità etnica (biologica), o mitico-spirituale (una<br />
`comunità <strong>di</strong> destini') o un organico ed inelu<strong>di</strong>bile frutto <strong>di</strong> storia e tra<strong>di</strong>zioni che preesista od<br />
esista in<strong>di</strong>pendentemente dallo Stato. Essa è piuttosto un atto <strong>di</strong> volontà comune, un “plebiscito<br />
<strong>di</strong> tutti i giorni” (Ernest Renan, 1881) o una “comunità immaginata” (Bene<strong>di</strong>ct Anderson,<br />
1983), prodotto <strong>di</strong> un'operazione, <strong>di</strong> una costruzione culturale e politica svolta dalle élites<br />
intellettuali, che prende realtà in uno Stato preesistente (Francia, Spagna) o in uno Stato in<br />
costruzione o ricostruzione (Germania, Italia, Polonia nell'Ottocento). Storicamente, il `popolo'<br />
cui la nazione ha voluto dar forma è stato concepito privilegiando nel modello tedesco i legami<br />
<strong>di</strong> sangue e tra<strong>di</strong>zione (ius sanguinis) ed in quello francese i valori e le leggi (“liberté, égalité,<br />
fraternité”) in cui chi sta in Francia (ius soli) o chi parla francese (nelle élites dell'Africa<br />
francofona, per esempio) si riconosce.<br />
L'idea <strong>di</strong> nazione ha rifondato la sovranità, trasferendola dal principe al popolo, così<br />
fornendo un cemento unitario <strong>di</strong> rilegittimazione agli Stati esistenti od in via <strong>di</strong> creazione. Che<br />
in Europa gli Stati in gran parte esistessero non si doveva allo spirito nazionale, bensì allo<br />
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