Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia
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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />
<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />
inganno, manipolazione e violenza (non so se per sua natura non può, ma <strong>di</strong> fatto finora è stato<br />
così), noi incliniamo a credere che il potere politico sia una cosa più complessa ed anche più<br />
sottile che non un potere consistente in mera forza e/o manipolazione. Inoltre l'obbligo politico<br />
implica anche e sempre la questione della libertà politica, pur senza essere questa una coppia<br />
opposizionale, ciò che sarebbe un abbaglio. Infine, insieme ad altre, l'obbligo politico si può<br />
considerare una delle fonti, delle con<strong>di</strong>zioni soggettive per il formarsi dell'or<strong>di</strong>ne politico.<br />
Dell'obbligo politico bisogna <strong>di</strong>re che è politico, quin<strong>di</strong> non morale e non giuri<strong>di</strong>co,<br />
sebbene a questi possa venir in vario modo raccordato. È <strong>di</strong>verso ed anche più vasto rispetto<br />
all'obbligo giuri<strong>di</strong>co, perché quest'ultimo contempla sempre la possibilità della sanzione<br />
coercitiva: io devo fare questo perché se non lo faccio mi danno l'ammenda, la multa, mi<br />
infliggono la prigione, mentre nell'obbligo politico l'adesione a ciò per cui ci si sente obbligati è<br />
anche e sempre una questione <strong>di</strong> scelta. Appunto non esiste un obbligo politico che sia solo<br />
coercizione: chi osserva l'obbligo politico si sente anche sempre obbligato. Qui "si sente"<br />
segnala che c'è una compartecipazione soggettiva, e che si tratta <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne interiorizzato.<br />
Anche se per tutto il resto la cosa può non andarci affatto a genio, però troviamo sempre dentro<br />
<strong>di</strong> noi qualche ragione per sod<strong>di</strong>sfare a quest'obbligo. Viceversa l'obbligo politico ha una<br />
estensione minore dell'obbligo morale, perché riguarda il comportamento, non le ragioni e non<br />
le convinzioni libere e <strong>di</strong>rette <strong>di</strong> chi agisce. È rilevante sapere che la gente osserva queste e<br />
quest’ altre leggi in queste e queste altre con<strong>di</strong>zioni in questi e questi tempi: se vedo questo e<br />
capisco perché questo avviene, posso parlare <strong>di</strong> obbligo politico. Mentre se io vedo che uno si<br />
comporta conformemente alla legge morale, io non posso mai essere sicuro che lo faccia per<br />
ragioni morali, perché ne ha l'obbligo morale, giacché <strong>di</strong> fatto lo può fare per mera convenienza<br />
o per bizzarria, o per gusto estetico o perché altrimenti teme chissà quali sanzioni. L'obbligo<br />
morale non è questione <strong>di</strong> comportamento. E c'è <strong>di</strong> più.<br />
L'obbligo politico è relativamente stabile, cioè una volta che un regime politico ne abbia<br />
costruite le con<strong>di</strong>zioni - finché non le <strong>di</strong>strugge o esso stesso, o perché viene meno o perché le<br />
cose si sviluppano in maniera nuova ed il regime non è più in grado <strong>di</strong> farvi fronte -<br />
l'osservanza dell'obbligo politico è assicurata. Noi non ci chie<strong>di</strong>amo ogni giorno perché<br />
dobbiamo obbe<strong>di</strong>re alle leggi, se dobbiamo e in che modo: ogni tanto facciamo delle riflessioni,<br />
il giorno delle elezioni ci chie<strong>di</strong>amo chi creerà le con<strong>di</strong>zioni migliori per cambiare le leggi o per<br />
farci obbe<strong>di</strong>re meglio ad esse, ma <strong>di</strong> solito non ci chie<strong>di</strong>amo se vogliamo rifiutare ogni `obbligo<br />
politico' e <strong>di</strong>ventare anarchici, antisociali o terroristi o quant'altro. Tanto meno ce lo chie<strong>di</strong>amo<br />
quoti<strong>di</strong>anamente. L'obbligo morale è <strong>di</strong>verso, non ha questa relativa staticità o questa<br />
ripetitività dell'obbligo politico, ed ogni volta, <strong>di</strong> fronte ad ogni singola situazione, noi ci<br />
chie<strong>di</strong>amo o almeno siamo tenuti e abilitati a chiederci come dobbiamo agire. L'obbligo politico<br />
non riguarda le convinzioni intime, le con<strong>di</strong>zioni libere, l'intenzione retta, come in<strong>di</strong>cavano gli<br />
scolastici, ma investe solo il comportamento esterno. Lo <strong>di</strong>mostra il fatto che ci può essere<br />
sod<strong>di</strong>sfazione dell'obbligo politico anche in una situazione in cui abbia qualche parte quella<br />
categoria tra<strong>di</strong>zionale, ma mai del tutto abbandonata dalla politica, che è la menzogna, mentre<br />
non è possibile pensare che ci sia una morale in cui la menzogna alberga o è accettata come una<br />
delle possibili regole o dei fattori del gioco.<br />
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