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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

regole, salvo quei pochi illuministi che lo vedevano in maniera utopica, per esempio Charles<br />

Fourier). Per un altro verso Marx toglie da questa sua prospettiva uno dei presupposti necessari<br />

per pensare un or<strong>di</strong>ne politico, ed è la presupposta scarsità dei beni: un or<strong>di</strong>ne politico si rende<br />

necessario quando ci sia un conflitto <strong>di</strong>stributivo al quale dare regole. Se non c'è questo, se c'è<br />

l'assoluta pienezza e l'assoluta possibilità <strong>di</strong> attingere quasi indefinitamente a questa ricchezza<br />

da parte degli in<strong>di</strong>vidui, è facile capire come nella società comunista l'or<strong>di</strong>ne politico si renda<br />

superfluo.<br />

* * *<br />

Questo capitolo riguardante i modelli <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne politico non può chiudersi senza che venga<br />

tematicamente chiarito quel concetto <strong>di</strong> conflitto che abbiamo visto continuamente interagire<br />

con quello <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne, e che nel linguaggio scientifico ha ormai sostituito quello <strong>di</strong> lotta usato<br />

ancora da Marx edda Max Weber.<br />

Per conflitto si intende quella relazione sociale in cui si agisce con il consapevole proposito<br />

<strong>di</strong> affermare le proprie scelte contro la resistenza <strong>di</strong> altri; i mezzi<br />

possono essere pacifici o no, ciò che esclude la frequente equazione colloquiale conflitto =<br />

scontro violento, guerra, questo essendo solo uno dei tipi possibili <strong>di</strong> conflitto. Questa<br />

definizione è molto simile a quella che <strong>di</strong> lotta dà Weber nella Parte I, cap. I, § 8 <strong>di</strong> Wirtschaft<br />

und Gesellschaft; per la tipologia del conflitto che segue mi appoggio invece agli scritti del<br />

maggior sociologo contemporaneo italiano, Alessandro Pizzorno.<br />

1. Il conflitto d'interessi è quello che si accende intorno a risorse contese perché scarse<br />

(è ciò che in Weber viene denominato `concorrenza'). Tali risorse possono essere<br />

sostantive (ricchezza, territorio, impieghi) o relazionali (alcuni <strong>di</strong>cono posizionali:<br />

potere, prestigio). Nel conflitto d'interessi è possibile comportarsi da free rider (colui<br />

che partecipa ad un'impresa collettiva, ma cerca <strong>di</strong> goderne i vantaggi senza<br />

con<strong>di</strong>viderne i costi), però il gruppo cerca <strong>di</strong> rendere <strong>di</strong>fficile tale comportamento<br />

tramite sanzioni.<br />

2. Il conflitto <strong>di</strong> riconoscimento riguarda la nostra identità, che spesso non preesiste,<br />

ma si forma veramente solo nella lotta, e - <strong>di</strong>versamente dagli interessi - non è<br />

negoziabile. È un conflitto non condotto strategicamente, cioè scegliendo razionalmente<br />

i mezzi, ma che fa piuttosto appello a risorse <strong>di</strong> carattere morale, emotivo, religioso o<br />

filosofico. Per la sua natura stessa questo conflitto, che viene detto brachilogicamente<br />

conflitto d’identità, non ammette il free rider. La sua <strong>di</strong>namica però s'intreccia con il<br />

tipo 1: esso spiega come si costituisca una certa categoria (nazioni, gruppi etnici o<br />

movimenti come quello femminista od omosessuale) degli attori che partecipano al<br />

conflitto d'interessi.<br />

3.<br />

4. Il conflitto ideologico contrappone concezioni globali della politica, della storia e<br />

talora della stessa esistenza umana, che si pongono come vere e valide per tutti e mirano<br />

a ridefinire i `veri interessi' dei gruppi, come si è visto negli scontri fra i totalitarismi del<br />

nostro secolo, o la destinazione finale del nostro genere. Tale conflitto esclude non solo<br />

il free rider, ma la stessa legittimità <strong>di</strong> un osservatore scientifico esterno al conflitto.<br />

Chiarito così il termine, possiamo chiederci quali siano le relazioni fra or<strong>di</strong>ne e conflitto. Si<br />

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