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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

dell'industria e della scienza (materialistica, antimetafisica) la garanzia della futura libertà dalla<br />

miseria, dall'ignoranza e dall'inconcludenza della politica (la `riforma sociale'); mentre nella<br />

cooperazione-competizione commerciale starebbe il sostituto progressivo della guerra, tanto più<br />

dove i limiti liberali al potere statuale e la potenza della società civile sono capaci <strong>di</strong> imbrigliare<br />

la <strong>di</strong>sposizione degli Stati alla guerra (Montesquieu, Cobden).<br />

Un'altra idea che <strong>di</strong>minuisce l'importanza del politico come unico ed incontestato<br />

<strong>di</strong>spensatore <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne è l'idea kantiana della pubblicità, della Öffentlichkeit: cioè l'idea che i<br />

citta<strong>di</strong>ni in<strong>di</strong>pendenti, e soprattutto gli intellettuali, debbano e possano esercitare una funzione<br />

<strong>di</strong> limite della politica, che consiste nel non accettare le mosse o le leggi che non possono<br />

essere sostenute <strong>di</strong> fronte alla generalità del pubblico. Questo chiaramente non è un modello<br />

in<strong>di</strong>pendente, perché è una mo<strong>di</strong>ficazione importante <strong>di</strong> quello giusnaturalistico e poi <strong>di</strong>venta -<br />

grazie a quest'idea della limitazione della politica attraverso la funzione <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> controllo<br />

del pubblico - un elemento essenziale dell'or<strong>di</strong>ne liberal-democratico, il quale rinvia per le sue<br />

ra<strong>di</strong>ci al contrattualismo.<br />

Invece l'idea del contratto viene toto coelo respinta in quanto artificiosa ed inutile da parte<br />

<strong>di</strong> un'altra dottrina che mira a limitare l'importanza del politico: è l'utilitarismo, 17 . L'utilitarismo<br />

considera che gli in<strong>di</strong>vidui sono già <strong>di</strong> per sé, nella loro pluralità, trattabili come un unico<br />

in<strong>di</strong>viduo, assumendo che l'utile, in base al quale orientare le azioni,consista nelle utilità<br />

aggregate <strong>di</strong> tutti gli in<strong>di</strong>vidui componenti una società. Nell’utilitarismo originario la ra<strong>di</strong>cale<br />

primazia dell’utile aggregato esclude ogni presenza e rilievo dei <strong>di</strong>ritti fondamentali.<br />

È più <strong>di</strong>fficile classificare Hegel: per un verso c'è in Hegel (Grundlinien der Philosophie<br />

des Rechts, 1821, tr. it. Lineamenti <strong>di</strong> filosofia del <strong>di</strong>ritto) un'idea <strong>di</strong> tipo aristotelico, cioè l'idea<br />

che famiglia, società civile e Stato siano tutti svolgimenti organici dell'idea in quella sua fase <strong>di</strong><br />

sviluppo che Hegel chiama lo spirito oggettivo. Solo che il rapporto tra questi livelli <strong>di</strong><br />

associazione non è <strong>di</strong> continuismo organico, ma è <strong>di</strong> negazione della particolarità e<br />

superamento <strong>di</strong> ciascun livello nel livello superiore e più comprensivo, per cui la famiglia e la<br />

società sono sfere inferiori che sono assorbite e negate nello Stato.<br />

Hegel ritiene, in maniera <strong>di</strong>ametralmente opposta ai liberali britannici o americani, che la<br />

società civile non sia assolutamente in grado <strong>di</strong> governarsi da sola, e che anche quel tanto <strong>di</strong><br />

autogoverno che essa può esprimere, le funzioni che Hegel chiama <strong>di</strong> polizia e <strong>di</strong> or<strong>di</strong>namento<br />

della vita economica e sociale, che oggi noi siamo abituati a considerare funzioni dello Stato e<br />

che Hegel attribuiva alla società civile, non siano per nulla sufficienti a garantire l'or<strong>di</strong>ne, e<br />

tanto meno a conferire senso ad un nesso politico che può richiedere ai citta<strong>di</strong>ni il sacrificio<br />

della vita. Egli pensa che l'atomismo e l'egoismo degli in<strong>di</strong>vidui e delle loro comunità sono<br />

irriducibili, e producono cascami inquinanti, per esempio il pauperismo; finché non compare il<br />

supremo or<strong>di</strong>natore che è lo Stato, l'unico garante della vita etica, o meglio l'unico garante<br />

dell'or<strong>di</strong>ne come elemento della vita etica degli in<strong>di</strong>vidui stessi; pertanto anche l'unico a poter<br />

chiedere loro il sacrificio della vita.<br />

Lo Stato per Hegel è il supremo or<strong>di</strong>ne, perché è la pienezza dell'or<strong>di</strong>ne etico, perché è nella<br />

17 Si trova in Bentham (An Introduction to the Principles of Morals and Legislation, 1789) ma già<br />

prima in qualche misura in Hume (io non considero Hume il fondatore dell'utilitarismo, ma certamente<br />

in lui ci sono elementi che creano l'ambiente mentale dell'utilitarismo).<br />

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