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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

assieme gli in<strong>di</strong>vidui hobbesiani non è la natura, ma è un atto <strong>di</strong> volontà e cioè la creazione<br />

artificiale <strong>di</strong> un ente che imita la natura, ma che naturale non è. È il Leviatano, il mostro biblico<br />

a cui Hobbes ha de<strong>di</strong>cato la sua più matura opera politica. Nell'illustrazione che si trova<br />

nell'e<strong>di</strong>zione originale (1651) esso è un uomo artificiale, è un sovrano con lo scettro e la corona,<br />

fatto <strong>di</strong> tanti ometti.<br />

Anche il modello hobbesiano è apparentemente naturalistico, o meglio è materialistico; ma<br />

in realtà la natura <strong>di</strong> Hobbes non è la natura <strong>di</strong> Aristotele, è una natura già “astratta”, propria del<br />

modello meccanicistico della filosofia e della scienza del Sei-Settecento. La natura è una<br />

macchina, e quin<strong>di</strong> il para<strong>di</strong>gma dell'or<strong>di</strong>ne hobbesiano, anche se i termini <strong>di</strong> riferimento sono<br />

quelli del corpo umano, in realtà è più la meccanica che la me<strong>di</strong>cina, come era invece per<br />

Aristotele.<br />

L'or<strong>di</strong>ne politico <strong>di</strong> tipo hobbesiano è meglio detto contrattualistico, in quanto nato da un<br />

contratto, da un atto che gli in<strong>di</strong>vidui fanno fra <strong>di</strong> loro, consistente nel rinunciare alla pienezza<br />

dei loro <strong>di</strong>ritti e nel deferirli, soprattutto quello <strong>di</strong> usare la forza nella regolazione delle loro<br />

controversie, ad un ente che si chiama il sovrano, che può essere un re o un'assemblea. Il<br />

termine `giusnaturalistico' riguarda la premessa, cioè che gli uomini hanno dei <strong>di</strong>ritti naturali a<br />

cui devono parzialmente rinunciare per potersi associare volontariamente nell'or<strong>di</strong>ne politico,<br />

che viene creato per tutelarli; laddove per Locke alcuni <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>ritti sono in<strong>di</strong>sponibili<br />

rispetto all'or<strong>di</strong>ne politico stesso.<br />

L'idea <strong>di</strong> Hobbes è che l'or<strong>di</strong>ne politico si costituisce ed è contrapposto o sovrapposto per<br />

un verso allo stato <strong>di</strong> natura, per un altro verso alla stessa società civile, che per Hobbes è fuori<br />

dallo Stato, ma è anche resa possibile dallo Stato: il fatto che la gente si associ e faccia i suoi<br />

traffici non fa parte della vita dello Stato, visto che allo Stato non spetta <strong>di</strong> promuovere queste<br />

cose e spetta piuttosto <strong>di</strong> non interferire in esse. Tuttavia la società civile è resa possibile dal<br />

fatto che non vi sono più guerre fra gli in<strong>di</strong>vidui, perché regna l'or<strong>di</strong>ne garantito dal sovrano.<br />

Come si vede, in Hobbes c'è un rapporto stretto fra or<strong>di</strong>ne e conflitto, l'or<strong>di</strong>ne nasce non<br />

dall'organicismo della natura, ma dalla conflittualità, ed è una risposta alla conflittualità.<br />

Il modello spaziale dell'or<strong>di</strong>ne hobbesiano non è quello dei cerchi concentrici <strong>di</strong>sposti su un<br />

piano orizzontale, delle varie comunità aristoteliche, ma è un modello verticale, precisamente il<br />

modello <strong>di</strong> alto-basso. Nella politica moderna, con l'emergere vigoroso e definitivo della<br />

categoria <strong>di</strong> potere, cambia la struttura spaziale dell'or<strong>di</strong>ne politico, come <strong>di</strong>ce anche Giovanni<br />

Sartori (La politica, Milano 1979, p.193). Se l'or<strong>di</strong>ne hobbesiano è una risposta al conflitto, ciò<br />

vuol <strong>di</strong>re che la politica è per sua definizione al riparo da questo conflitto, cioè al <strong>di</strong> sopra della<br />

<strong>di</strong>suguaglianza economica e delle sue possibili conseguenze conflittuali purché, e questo è un<br />

ulteriore punto caratterizzante, si intenda che nel modello hobbesiano stretto la politica è<br />

identica con lo statuale, cioè la sfera della politica coincide con la sfera della statualità.<br />

La prestazione, la performance del politico (= statuale) è quella <strong>di</strong> produrre leggi <strong>di</strong> contro<br />

alle fazioni e agli interessi, per mantenere l'or<strong>di</strong>ne verso l'interno, e <strong>di</strong> produrre potenza e<br />

vigilanza verso l'esterno, verso gli altri Stati. Nel modello hobbesiano non c'è un'eguale<br />

funzione <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne (come contrario <strong>di</strong> anarchia) nella politica interstatale, perché Hobbes non<br />

vede ragioni sufficienti per ipotizzare, nei rapporti fra gli Stati, le stesse impellenti necessità <strong>di</strong><br />

porre termine al conflitto e <strong>di</strong> stabilire un or<strong>di</strong>ne che si trovano nello stato <strong>di</strong> natura dei rapporti<br />

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