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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

comune dell'equipaggio e dei passeggeri. Al <strong>di</strong> là dell'omonimia si tratta dell'opposto del bene<br />

comune aristotelico, o almeno dell'opposto del bene comune come bene della comunità, perché<br />

il common good rawlsiano è il bene comune complessivo dei membri e non della comunità: i<br />

soggetti ultimi, i destinatari <strong>di</strong> questo bene sono i membri della comunità e non la comunità<br />

stessa.<br />

Cosa tutta <strong>di</strong>versa è poi il concetto <strong>di</strong> bene pubblico o bene collettivo, la cui caratteristica è<br />

quella <strong>di</strong> essere in<strong>di</strong>visibile: il go<strong>di</strong>mento e la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> questi beni, per la natura stessa <strong>di</strong><br />

essi, non sono asimmetrici e conflittuali (si può anche <strong>di</strong>re antagonistici): l'aria buona è una<br />

cosa <strong>di</strong> cui tutti godono in maniera uguale; la sicurezza pubblica è una cosa <strong>di</strong> cui tutti godono,<br />

ricchi e poveri, vecchi e giovani, uomini e donne. La <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> beni siffatti non è un<br />

problema perché, se ci sono, essi sono naturaliter <strong>di</strong>stribuiti ugualmente per tutti. Il concetto <strong>di</strong><br />

bene pubblico o bene collettivo può rinviare ad un altro concetto che è quello <strong>di</strong> interesse<br />

<strong>di</strong>ffuso. L'interesse è l'approccio soggettivo ai beni. Gli interessi <strong>di</strong>ffusi sono quelli che<br />

riguardano tutti in<strong>di</strong>stintamente, in<strong>di</strong>pendentemente cioè dalle comuni sud<strong>di</strong>visioni sociali per<br />

età, per sesso, per censo, per status, per etnia; e siccome hanno questo carattere, essi non<br />

trovano nel moderno mercato politico democratico sostenitori e rischiano <strong>di</strong> essere trascurati e<br />

sacrificati. Fino ad adesso l'interesse all'aria pulita è un interesse <strong>di</strong>ffuso, che siccome è <strong>di</strong> tutti<br />

ma <strong>di</strong> nessuno in particolare, e <strong>di</strong> nessuna <strong>di</strong> quelle lobby del cui gioco consiste il mercato<br />

politico nelle democrazie, l'aria pulita fino ad adesso non ha avuto sostenitori e solo <strong>di</strong> recente<br />

qualcosa sta cambiando.<br />

Orbene, non è in un qualche bene comune o in qualche virtù che scorgiamo il fine della<br />

politica. C'è chi lo fa anche oggi - i neoaristotelici come Alasdair MacIntyre (After Virtue,<br />

1981) ed in genere i communitarians, coloro che riven<strong>di</strong>cano l'essenzialità e priorità della<br />

comunità rispetto all'in<strong>di</strong>vidualismo liberal <strong>di</strong> un Rawls - ma noi siamo qui alla ricerca <strong>di</strong> una<br />

definizione la più generalmente accettabile e meno unilaterale possibile della politica. Non ci<br />

poniamo per nulla in un atteggiamento prescrittivo: la politica dev'essere questo o quello.<br />

Cerchiamo solo <strong>di</strong> capire se l'agire politico, qualunque sia l'obiettivo che esso si pone, è tale che<br />

- guardandolo dal <strong>di</strong> fuori come osservatore, non ponendosi al suo interno in modo prescrittivo,<br />

come partecipante (la <strong>di</strong>stinzione osservatore-partecipante è della massima importanza nella<br />

teoria sociale e politica) - si possa tuttavia <strong>di</strong>re che esso produce volens nolens un qualche esito<br />

che sempre si presenta, e del quale si possa dunque <strong>di</strong>re che si tratta <strong>di</strong> una finalità interna della<br />

politica; che insomma da qualunque processo che sia me<strong>di</strong>ato dal potere politico ci si può<br />

attendere che produca quel risultato, vi concorra o no la volontà consapevole degli attori.<br />

Sosterrò nel paragrafo seguente la tesi che quel risultato, che si può considerare la finalità<br />

interna della politica, è l'or<strong>di</strong>ne.<br />

10. I concetti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne ed istituzione<br />

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