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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

da cambiamenti che devono prodursi nella sfera familiare e cosiddetta privata. Il politico a cui<br />

faceva riferimento questo slogan non era certamente coincidente con lo statuale; questo slogan,<br />

e la posizione intellettuale che in esso si esprimeva, è stato un modo per affermare la non<br />

coincidenza dello statuale e del politico, o ad<strong>di</strong>rittura per condannare la restrizione del politico<br />

allo statuale e per riven<strong>di</strong>care una pratica della politica più ampia, più coinvolgente <strong>di</strong> quella<br />

che avviene nelle forme dello Stato.<br />

Infine, volgendoci alla politica come progettazione del futuro, la filosofia politica e le<br />

ideologie politiche moderne abbondano <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> società senza Stato, non come ritorno allo<br />

stato primitivo e prepolitico; anche se i critici <strong>di</strong> queste concezioni temono che davvero si<br />

vagheggi, inconsapevolmente, un ritorno ad una qualche con<strong>di</strong>zione pristina. Queste concezioni<br />

fanno la scommessa che uno sviluppo storico fatto <strong>di</strong> lotte e <strong>di</strong> emancipazione porti a far vivere<br />

la società solo in base alle sue proprie leggi, equilibri ed esigenze interne, senza più la cappa<br />

oppressiva dello Stato. Quin<strong>di</strong> configurano per il futuro una prospettiva <strong>di</strong> politica senza Stato,<br />

ovvero <strong>di</strong> un'organizzazione non politica, ma puramente tecnica od interpersonale della società.<br />

Soprattutto in certe versioni del marxismo, questa prefigurazione è stata letta in termini <strong>di</strong><br />

morte od estinzione non solo dello Stato, ma della politica.<br />

Compiuti questi schiarimenti sull'evoluzione <strong>di</strong> polis e politica, possiamo affrontare la<br />

questione chiave: che cos'è la polis come comunità politica? Non possiamo far niente <strong>di</strong> meglio<br />

che andare a leggere le righe dell'autore che in un modo o nell'altro ha dominato nei secoli il<br />

linguaggio del pensiero politico. La definizione <strong>di</strong> politica è svolta proprio all'inizio (Libro<br />

primo, 1252-53) della Politica <strong>di</strong> Aristotele 9 :<br />

ve<strong>di</strong>amo che ogni polis è una comunità e che ogni comunità si costituisce proponendosi per<br />

scopo un qualche bene (perché tutti compiono ogni loro azione per raggiungere ciò che ad essi<br />

sembra essere un bene). Ciò posto, possiamo <strong>di</strong>re che soprattutto vi tende, e tende al più<br />

eccellente <strong>di</strong> tutti i beni, quella comunità che regge e comprende in sé tutte le altre: e questa è<br />

quella che si chiama polis e comunità politica (politiké koinonìa). Ora, è un uso linguistico<br />

inappropriato quello <strong>di</strong> quanti credono che l'uomo <strong>di</strong> Stato (politikòs), l'amministratore<br />

(oikonomikòs), il re (basilikòs), il padrone (despotikòs) siano la stessa cosa, in quanto le loro<br />

<strong>di</strong>fferenze si baserebbero solo sul maggiore o minore numero delle persone cui sono preposti e<br />

non sulla specificazione delle loro funzioni [...] quasi non ci sia nessuna <strong>di</strong>fferenza tra una<br />

grande casa privata e una piccola polis [...]<br />

Se si stu<strong>di</strong>assero come le cose si evolvono dall'origine anche qui come altrove se ne<br />

avrebbe una visione quanto mai chiara. È necessario in primo luogo unire gli esseri che non<br />

sono in grado <strong>di</strong> esistere separati l'uno dall'altro, per esempio la femmina e il maschio in quanto<br />

strumenti <strong>di</strong> generazione [...] e chi per natura è <strong>di</strong>sposto al comando e chi è naturalmente<br />

<strong>di</strong>sposto ad essere comandato, in quanto la loro unione è ciò per cui entrambi possono<br />

sopravvivere, [...] sicché la stessa cosa è vantaggiosa al padrone e allo schiavo.<br />

In questa definizione c'è l'in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> uno scopo (il bene comune) che è decisiva, perché<br />

è quella su cui Aristotele fonda l'essenza della polis; c'è la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> qual’ è l'origine<br />

dell'associarsi, che viene posta nella <strong>di</strong>fferenza e quin<strong>di</strong> nel bisogno: esiste insomma una ratio<br />

d'or<strong>di</strong>ne della comunità che altro non è che la stessa natura. C'è l'idea, in termini moderni (ma la<br />

<strong>di</strong>visione del lavoro nella modernità è andata ben oltre questi termini), che l'unicità della<br />

funzione e quin<strong>di</strong> l'assoluta specificità <strong>di</strong> questa, il fatto che un ente faccia e sappia fare una<br />

9<br />

Cito, con qualche mo<strong>di</strong>fica, dalla traduzione <strong>di</strong> C.A. Viano, UTET, Torino 1966.<br />

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