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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

32. Responsabilità/cura<br />

Nel <strong>di</strong>battito o<strong>di</strong>erno sulle problematiche sollevate dalle biotecnologie e sulle modalità<br />

del passaggio dalla ‘bioetica’ al ‘bio<strong>di</strong>ritto’ una categoria morale ha assunto un ruolo centrale:<br />

quella <strong>di</strong> responsabilità. Ma anche in questo caso ci troviamo davanti a un concetto<br />

polivalente, che si presta a essere usato con significati molto <strong>di</strong>versi per dar corpo a<br />

prospettive normative sostantive -sia sotto il profilo etico che politico-giuri<strong>di</strong>co, che risultano<br />

<strong>di</strong>ssimili o <strong>di</strong>vergenti.<br />

Quando si parla <strong>di</strong> responsabilità dal punto <strong>di</strong> vista morale, e non giuri<strong>di</strong>co, si fa<br />

riferimento a una nozione che, sotto il profilo dei suoi caratteri formali, tiene insieme più<br />

elementi: l’attribuzione <strong>di</strong> responsabilità a qualcuno non equivale a limitarsi solo alla<br />

considerazione della relazione causale che connette l’agente alle conseguenze delle sue<br />

azioni, ma “coinvolge anche le intenzioni e i motivi <strong>di</strong> quella persona e la risposta che suscita<br />

nell’agente lo stato <strong>di</strong> cose che si è prodotto” (E. Lecaldano, a cura <strong>di</strong>, Dizionario <strong>di</strong><br />

bioetica).<br />

L’assunzione <strong>di</strong> responsabilità viene ad in<strong>di</strong>care, più generalmente, un atteggiamento<br />

dell’agente morale che include non solo l’impegno a farsi carico <strong>di</strong> qualcosa e a rispondere<br />

interamente dei propri atti, ma anche la <strong>di</strong>sponibilità a fornire ragioni per le proprie credenze<br />

e per le proprie azioni.<br />

Per molti rappresentanti della c.d. ‘bioetica laica’, le cui teorie convergono su un<br />

para<strong>di</strong>gma comune che valorizza la nozione <strong>di</strong> autonomia del soggetto morale, l’implicazione<br />

sul piano pubblico del concetto <strong>di</strong> responsabilità comporta che alle persone venga<br />

riconosciuto “lo status <strong>di</strong> persone capaci <strong>di</strong> una vita riflessiva e critica”, sulla base <strong>di</strong> ben<br />

ponderate convinzioni. Fermo restando che le scelte che procurano danno agli altri debbono<br />

essere oggetto <strong>di</strong> regolamentazione e sanzione giuri<strong>di</strong>ca, a tutti i citta<strong>di</strong>ni andrebbe garantita,<br />

pertanto, la più ampia possibilità <strong>di</strong> sviluppare e esercitare la propria responsabilità morale<br />

anche nei nuovi contesti della bioetica, evitando, cioè, il ricorso a norme severe, invasive<br />

della sfera personale e privata <strong>di</strong> chi è coinvolto in prima persona. Sarebbe l’obiettivo stesso<br />

dello sviluppo della personalità e dell’autostima, considerato come obiettivo irrinunciabile<br />

delle liberaldemocrazie contemporanee, a postulare l’esercizio dell’autodeterminazione e la<br />

correlata assunzione <strong>di</strong> responsabilità, specie per le questioni che segnano il profilo<br />

complessivo <strong>di</strong> un’esistenza e che si rivelano, nei singoli casi concreti, caratterizzate dal<br />

conflitto reale fra più istanze e fra lealtà <strong>di</strong>verse. Una posizione esemplare <strong>di</strong><br />

quest’impostazione è quella <strong>di</strong>fesa da Ronald Dworkin in Life’s Dominion, un testo che si<br />

confronta con la questione del ‘giusto’ modo <strong>di</strong> gestire il conflitto sociale fra concezioni<br />

confliggenti in materia <strong>di</strong> aborto e <strong>di</strong> eutanasia. Alla domanda se una comunità politica debba<br />

o meno rendere i valori intrinseci una questione <strong>di</strong> decisione collettiva anziché <strong>di</strong> decisione<br />

in<strong>di</strong>viduale, Dworkin risponde che compito <strong>di</strong> uno Stato liberaldemocratico non è quello <strong>di</strong><br />

imporre ai citta<strong>di</strong>ni cosa dovrebbero pensare sui valori etici e spirituali, bensì quello <strong>di</strong><br />

incoraggiare gli in<strong>di</strong>vidui a <strong>di</strong>ventare responsabili delle loro scelte nelle decisioni cruciali per<br />

la loro vita personale, quali le decisioni sul se, come e quando procreare e sul come e quando<br />

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