Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia
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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />
<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />
<strong>di</strong>sumanizzazione della stessa pratica me<strong>di</strong>ca; essa ha, cioè, condotto, come effetto<br />
controintenzionale, ad un progressivo allentamento dell’attenzione per il malato in quanto<br />
persona, per i suoi bisogni, paure, sofferenze, e, in alcuni casi, all’ abbandono <strong>di</strong> questi al<br />
rapporto impersonale ed estraniante con le macchine, utilizzate a fini <strong>di</strong>agnostici e/o <strong>di</strong><br />
sostituzione <strong>di</strong> funzioni vitali. Come ha sottolineato Hans Jonas, uno dei filosofi più attenti<br />
agli effetti perversi delle nuove tecniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferimento della morte, non è solo al malato<br />
sofferente e ‘senza speranza’ che può capitare <strong>di</strong> trovarsi, a causa della sua impotenza fisica<br />
<strong>di</strong> paziente sottoposto alle norme e controlli dell’istituzione ospedaliera, nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
prigioniero: prigioniero <strong>di</strong> “una terapia <strong>di</strong> sopravvivenza che gli fa dono <strong>di</strong> una vita che egli<br />
non ritiene più degna <strong>di</strong> essere vissuta”. Prigioniero delle nuove tecnologie <strong>di</strong>viene, infatti, il<br />
me<strong>di</strong>co stesso che, in alcuni casi, può sentirsi trasformato in “tirannico e a sua volta<br />
tirannizzato padrone del paziente”.<br />
Si può allora concludere <strong>di</strong>cendo che la riflessione filosofica sull’ambivalenza dei<br />
successi della tecnica moderna e dei suoi più recenti prodotti nell’ambito delle<br />
biotecnoscienze ha messo in evidenza come il problema dell’eutanasia (letteralmente ‘buona<br />
morte’) acquisti un valore para<strong>di</strong>gmatico per quello che rivela dell’uomo contemporaneo e<br />
del suo rapporto col mondo: esso rappresenta il modo in cui la nostra stessa epoca è stata<br />
costretta, suo malgrado, a confrontarsi col problema della morte e con le <strong>di</strong>fficoltà derivanti<br />
dal compito che abbiamo affidato alla me<strong>di</strong>cina, quello <strong>di</strong> non farci morire mai. Un compito<br />
<strong>di</strong> cui ormai abbiamo cominciato a dubitare.<br />
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