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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

e giuri<strong>di</strong>co dell’embrione costituisce uno dei temi più controversi della <strong>di</strong>scussione bioetica<br />

per le sue molteplici implicazioni pratiche: da quelle relative al futuro della ricerca in uno dei<br />

settori d’avanguar<strong>di</strong>a nella lotta contro le malattie e il loro carico <strong>di</strong> sofferenza, compresa la<br />

ricerca sulla c.d. ‘clonazione terapeutica’, a quelle più <strong>di</strong>rettamente attinenti al<br />

<strong>di</strong>sciplinamento del corpo femminile e del processo procreativo. In modo schematico e<br />

semplificatorio, su un versante si schierano quanti tendono, in definitiva, a porre l'accento,<br />

sulla rilevanza morale della presenza <strong>di</strong> un patrimonio genetico in<strong>di</strong>vidualizzante: lo zigote,<br />

la cellula uovo fecondata, è già ‘identità biologica’, da rispettare come 'persona', o trattare<br />

come tale sotto il profilo etico e giuri<strong>di</strong>co, riconoscendogli la titolarità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti soggettivi, in<br />

primo luogo <strong>di</strong> un inviolabile <strong>di</strong>ritto alla vita che la legge civile avrebbe l’obbligo <strong>di</strong> recepire<br />

e proteggere. Sull'altro versante si collocano quanti invece hanno sottolineato, seppure da<br />

prospettive filosofiche anche molto <strong>di</strong>verse, l’importanza dell'aspetto biografico e relazionale<br />

della vita umana in<strong>di</strong>viduale, che ha la sua matrice nella gestazione; o quanti hanno<br />

quantomeno sostenuto, anche sulla base dei più recenti stu<strong>di</strong> sullo sviluppo fisico e mentale<br />

del feto nella fase prenatale, la rilevanza della presenza <strong>di</strong> stati neurologici e psicologici. I<br />

sostenitori <strong>di</strong> questa seconda prospettiva, pur riconoscendo in genere la necessità <strong>di</strong> una tutela<br />

dell'embrione fin dal concepimento, postulano sempre una qualche teoria della gradualità del<br />

valore della vita umana, variamente argomentata sul piano filosofico, da cui far <strong>di</strong>scendere la<br />

liceità <strong>di</strong> una tutela <strong>di</strong>fferenziata dei <strong>di</strong>versi sta<strong>di</strong> <strong>di</strong> sviluppo dell'essere umano in formazione<br />

e quin<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong> bilanciare, in alcune situazioni, la tutela dell’ embrione ai primissimi<br />

sta<strong>di</strong> con altri beni e <strong>di</strong>ritti in gioco (ad es., la libertà procreativa della donna, o il <strong>di</strong>ritto alla<br />

salute).<br />

Di fronte ai possibili scenari futuri che l’incontro fra biologia della riproduzione e<br />

ingegneria genetica rende ipotizzabili (<strong>di</strong> embrioni selezionati secondo certi standard <strong>di</strong><br />

perfezione biologica, o <strong>di</strong> bambini programmati con un determinato corredo genetico in base<br />

alle preferenze e aspirazioni dei genitori, o generati con le tecniche <strong>di</strong> clonazione) si può<br />

tuttavia arrivare ad argomentare la necessità <strong>di</strong> una limitazione preventiva, da parte della<br />

morale e del <strong>di</strong>ritto, tanto della libertà <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> sperimentazione della comunità<br />

scientifica quanto della libertà procreativa dei singoli, facendo ricorso a una strategia<br />

concettuale più complessa, che prescinde dalla questione, indeci<strong>di</strong>bile, dello statuto<br />

dell’embrione; ed è questa la via seguita da Jürgen Habermas. Nell’argomentazione<br />

habermasiana la contingenza delle origini della vita biologica in<strong>di</strong>viduale, cioè la ‘naturalità’<br />

del processo procreativo, dovrebbe, in via <strong>di</strong> principio, essere tutelata e resa in<strong>di</strong>sponibile alla<br />

sua oggettivazione tecnica, in quanto con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> possibilità dei nostri or<strong>di</strong>namenti morali,<br />

della nostra libertà etica e della nostra coscienza <strong>di</strong> quel che siamo come esseri-<strong>di</strong>-genere,<br />

ovvero della nostra identità propriamente umana <strong>di</strong> esseri responsabili e comunicativi. Tale<br />

tutela andrebbe poi garantita con l’inclusione fra i <strong>di</strong>ritti fondamentali, universalmente<br />

riconosciuti e protetti, del <strong>di</strong>ritto a ere<strong>di</strong>tare un patrimonio genetico non mo<strong>di</strong>ficato<br />

artificialmente (<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> quarta generazione).<br />

Lo sviluppo <strong>di</strong> sempre nuove e più efficaci tecnologie nell’ambito delle scienze della vita<br />

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