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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

Lipovetski a Charles Taylor) come un in<strong>di</strong>viduo edonista e narcisista, teso alla ricerca <strong>di</strong><br />

un’autorealizzazione senza limiti, slegato dal sociale e estraneo all’altro, in<strong>di</strong>fferente alla<br />

sfera pubblica, incapace <strong>di</strong> progettualità e <strong>di</strong> decisione politica. Si parla ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> “fine<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo”, con accenti spesso nostalgici dell’in<strong>di</strong>viduo (hobbesiano e prometeico) della<br />

prima modernità.<br />

Ma più che <strong>di</strong> “fine dell’in<strong>di</strong>viduo”, siamo in presenza <strong>di</strong> quelle che vorrei definire<br />

patologie dell’in<strong>di</strong>vidualismo: vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> sviluppi “degenerativi” 76 <strong>di</strong> aspetti della<br />

modernità che sono da sempre potenzialmente iscritti al loro interno.<br />

Alcuni autori – come Sennett e Lasch 77 - tendono a ricondurre l’origine della crisi<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo alla comparsa (verso la fine del XVIII sec.) dell’ideale dell’autenticità, visto<br />

come eccessiva enfasi sull’Io.<br />

Ma così si finisce per condannare quella che è una legittima aspirazione dell’in<strong>di</strong>viduo:<br />

un’aspirazione che emerge, a partire già da Rousseau, in una fase più matura della modernità;<br />

quando la ricerca dell’autenticità esprime appunto un bisogno singolare <strong>di</strong> autorealizzazione,<br />

e testimonia la presenza <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo – come ha ben notato Georg Simmel 78 - consapevole<br />

della propria unicità e originalità.<br />

Il problema non sta nella ricerca dell’autenticità in quanto tale che appare, a partire dalla<br />

riflessione rousseauiana, come un legittimo bisogno <strong>di</strong> “fedeltà a se stessi”, ma – come<br />

sostiene Charles Taylor 79 - nella sua degenerazione verso patologie narcisistiche.<br />

Alle cause <strong>di</strong> questa degenerazione si può qui solo accennare: dal processo <strong>di</strong><br />

burocratizzazione della società alla crisi della famiglia, dal <strong>di</strong>lagare <strong>di</strong> una società dei<br />

consumi all’incapacità delle istituzioni (soprattutto politiche) <strong>di</strong> garantire sicurezza,<br />

dall’emergere <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> spettacolarizzazione alle chances illimitate offerte dallo<br />

sviluppo tecnologico.<br />

Tutto questo provoca quella trasformazione patologica dell’amore <strong>di</strong> sé in senso sempre<br />

più autoreferenziale che è stata definita “processo <strong>di</strong> personalizzazione” 80 e che genera un<br />

in<strong>di</strong>viduo narcisistico, preoccupato unicamente della propria autorealizzazione, onnipotente e<br />

vuoto allo stesso tempo.<br />

Non si tratta tuttavia né <strong>di</strong> un tra<strong>di</strong>mento della modernità e <strong>di</strong> una sua “irrazionalistica”<br />

inversione <strong>di</strong> rotta, come affermano alcuni sociologi 81 , né <strong>di</strong> un liberatorio superamento dei<br />

76<br />

Sul concetto <strong>di</strong> “patologie del sociale”, cfr. Axel Honneth (filosofo tedesco), Patologie del<br />

sociale.Tra<strong>di</strong>zione e attualità della filosofia sociale, in “Iride”, Il Mulino, ag. 1996, n.18.<br />

77<br />

Richard Sennett (sociologo statunitense), The Fall of Public Man, Norton New York 1976;<br />

trad.it.Il declino dell’uomo pubblico, Bompiani, Milano 1982; Christopher Lasch (sociologo<br />

statunitense), The Culture of Narcissism, Norton New York 1979; trad.it. La cultura del narcisismo,<br />

Bompiani, Milano 1981.<br />

78<br />

Georg Simmel, (filosofo e sociologo tedesco, 1858-1918), Die beiden Formen des In<strong>di</strong>vidualismus,<br />

1901-1902; trad. it. Le due forme dell’in<strong>di</strong>vidualismo, in Id., La legge in<strong>di</strong>viduale e altri saggi, a cura<br />

<strong>di</strong> F.Andolfi, Pratiche ed., Parma 1995.<br />

79<br />

Charles Taylor (filosofo anglo-canadese), The Malaise of Modernity, Cana<strong>di</strong>an Broadcasting Corp.,<br />

1991; trad.it. Il <strong>di</strong>sagio della modernità, Laterza, Roma-Bari 1994.<br />

80<br />

Gilles Lipovetski (sociologo francese), L’ère du vide, Gallimard, Paris 1983-93; trad.it. L’era del<br />

vuoto. Saggi sull’in<strong>di</strong>vidualismo contemporaneo, Luni, Milano 1995.<br />

81<br />

Tra cui i già citati Sennett e Lasch.<br />

13

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