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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

polis. Mi riferisco anzitutto al processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione all'interno della polis intesa<br />

genericamente come vita associata, non come città-Stato, come polis fisica, ma nemmeno come<br />

sfera propriamente e restrittivamente politica, bensì come sfera insieme politica, sociale,<br />

economica, religiosa e culturale o ideologica. Non è un processo che cominci oggi né ieri.<br />

Stiamo qui parlando <strong>di</strong> una gran<strong>di</strong>osa schematizzazione, figlia dell'immagine della polis che la<br />

prima autocritica, settecentesca e rivoluzionaria, della modernità politica (assolutistica) ha a<br />

lungo perseguito o vagheggiato, cioè l'immagine della polis greca come una sfera nella quale la<br />

vita associata è pienamente integrata nei suoi vari aspetti e il citta<strong>di</strong>no come decisore, come<br />

soggetto politico, è insieme sacerdote, guerriero, ovvero in termini moderni soggetto e nodo <strong>di</strong><br />

relazioni sociali. Quanto questa immagine sia deformata ed idealizzante mi è <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>rlo; gli<br />

stu<strong>di</strong> sulla polis non si può <strong>di</strong>re che abbon<strong>di</strong>no, e dopo quelli dei gran<strong>di</strong> filologi tedeschi dell'età<br />

guglielmina e weimariana, soprattutto Werner Jaeger, le gran<strong>di</strong> sintesi sono state un po' messe<br />

da parte. Certamente la polis reale non corrisponde ai vagheggiamenti <strong>di</strong> cui è essa stata fatta<br />

oggetto dal Sette-Ottocento, nel periodo classico della filosofia e della letteratura tedesca,<br />

ovvero in Rousseau e nella Rivoluzione francese, fino ad oggi, per esempio fino ad Hannah<br />

Arendt 7 .<br />

La prima sfera che si <strong>di</strong>stacca da questa maggiore o minore unità integrata che si presume<br />

fosse la vita pubblica nella polis greca, soprattutto ad Atene, è naturalmente la sfera religiosa.<br />

Ciò avviene con il cristianesimo, con la creazione <strong>di</strong> una verità religiosa <strong>di</strong>versa e superiore alla<br />

vicenda mondana e alla vita politica in terra. Certo, nel cristianesimo ci sono tanti atteggiamenti<br />

<strong>di</strong>versi, dall'agostinianesimo più ra<strong>di</strong>cale, teso alla separazione ra<strong>di</strong>cale tra vita ecclesiale e vita<br />

politica, con la assoluta sovraor<strong>di</strong>nazione della vita ecclesiale, della civitas dei alla civitas<br />

hominis, fino al costantinismo, cioè alla fusione reciprocamente strumentale <strong>di</strong> potere politico<br />

e vita ecclesiale che accetta dentro <strong>di</strong> sé la <strong>di</strong>namica del potere. Dovranno passare secoli perché,<br />

all'uscita dal Me<strong>di</strong>oevo (dal 1100 al 1200 in Italia e a partire dal 1300 nei paesi del nord<br />

Europa) un'altra sfera si <strong>di</strong>stingua dall'insieme della vita pubblica associata e si costituisca<br />

sempre <strong>di</strong> più come un insieme <strong>di</strong> leggi, <strong>di</strong> procedure, <strong>di</strong> principi propri; sfera in cui gli attori<br />

aspirano ad autoregolarsi senza essere subor<strong>di</strong>nati, come invece lo saranno ancora per secoli,<br />

alle leggi politiche o politico-religiose, del re, del signore o dell'imperatore. Si tratta ovviamente<br />

della sfera economica, che nella modernità formerà con quella politica una bipolarità che ancor<br />

oggi anima teorie e <strong>di</strong>battiti: il mercato va subor<strong>di</strong>nato allo Stato, venendo da esso regolato in<br />

quanto, se lasciato a se stesso produce più squilibrio che ricchezza, oppure è il mercato il primo<br />

principio <strong>di</strong> sviluppo ed autoregolazione delle relazioni sociali, restando allo Stato solo compiti<br />

residuali?<br />

È solo con la costituzione dello Stato moderno che la segmentazione della presunta<br />

originaria unità della polis raggiunge la sua forma definitiva, cioè la <strong>di</strong>stinzione tra Stato e<br />

società civile. L'espressione entra nel lessico politico europeo con l'opera dello scozzese Adam<br />

Ferguson, An Essay on the History of Civil Society (1767), e si ritrova pochi decenni più tar<strong>di</strong>,<br />

in lingua tedesca, in uno dei concetti chiave della filosofia hegeliana del <strong>di</strong>ritto e dello Stato,<br />

quello <strong>di</strong> bürgerliche Gesellschaft, da cui poi il termine trapassa in Marx. Mentre in Hegel è<br />

7<br />

Filosofa tedesca, allieva <strong>di</strong> Heidegger, emigrata in America per la persecuzione antiebraica e morta<br />

nel 1975<br />

13

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