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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

processi <strong>di</strong> globalizzazione.<br />

Queste patologie, per sintetizzare brevemente, sono riconducibili essenzialmente a due:<br />

l’erosione dell’identità, del legame sociale e del senso generata dall’omologazione e<br />

dall’in<strong>di</strong>fferenziazione globale; e le nuove forme <strong>di</strong> esclusione prodotte dalla <strong>di</strong>namica della<br />

globalizzazione.<br />

In entrambi i casi il bisogno <strong>di</strong> comunità <strong>di</strong>viene il sintomo più evidente della rinascita<br />

del “locale” dentro il configurarsi <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione “globale”; il sintomo cioè <strong>di</strong> una<br />

“resistenza” , come <strong>di</strong>ce Manuel Castells 63 , <strong>di</strong> un bisogno <strong>di</strong> appartenenza e solidarietà da un<br />

lato, <strong>di</strong> inclusione e <strong>di</strong> riconoscimento dall’altro, che rispondono entrambi ad un forte bisogno<br />

identitario, <strong>di</strong>satteso dalla società globale.<br />

E’ indubbio che questo bisogno assume oggi forme per lo più regressive e <strong>di</strong>struttive.<br />

Esso genera infatti, dentro e fuori dall’Occidente, “comunità della paura” 64 , vale a <strong>di</strong>re forme<br />

<strong>di</strong> coesione prodotte dalla con<strong>di</strong>visione dell’ansia e dalla costruzione <strong>di</strong> “capri espiatori”;<br />

oppure dà origine, come nel caso delle comunità etniche, religiose, nazionalistiche, al ritorno<br />

a “lealtà primor<strong>di</strong>ali” 65 e a forme <strong>di</strong> alleanza entropiche e fusionali produttrici <strong>di</strong> conflitti e<br />

violenza.<br />

E ciò vuol <strong>di</strong>re che il revival comunitario si configura come l’origine principale<br />

dell’esplosione dei “conflitti identitari” (etnici, religiosi, nazionalistici) che attraversano il<br />

pianeta dando origine a forme ra<strong>di</strong>cali <strong>di</strong> violenza.<br />

Allo stesso tempo però il “bisogno <strong>di</strong> comunità” non può essere liquidato come un illiberale<br />

residuo arcaico; ma va assunto in tutta la sua problematicità in una prospettiva normativa che<br />

sappia ripensare la comunità non più come Gemeinschaft, residuo premoderno e naturalmente<br />

ascritto, ma come oggetto <strong>di</strong> una libera scelta, come risposta al desiderio inelu<strong>di</strong>bile <strong>di</strong><br />

riconoscimento e <strong>di</strong> appartenenza…<br />

In questo senso la comunità si configura come momento costitutivo e permanente del sociale<br />

che coesiste, quale luogo <strong>di</strong> coesione e <strong>di</strong> solidarietà tra gli in<strong>di</strong>vidui, con la società, quale luogo<br />

dei rapporti giuri<strong>di</strong>ci e contrattuali; in quanto, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni logica oppositiva, esse sono<br />

entrambe, come aveva già intuito John Dewey, <strong>di</strong>mensioni in<strong>di</strong>spensabili per il buon<br />

funzionamento delle democrazie moderne.<br />

63<br />

Manuel Castells (sociologo <strong>di</strong> origine catalana), The Power of Identity, II vol. <strong>di</strong> The Information<br />

Age, Blackwell, Oxford 1997, 3 voll.; trad. it. Il potere dell’identità, Univ.Bocconi, Milano 2003.<br />

64<br />

Zigmunt Bauman, Voglia <strong>di</strong> comunità, cit., ed anche Id., In Search of Politics, Polity Press,<br />

Cambridge 1999; trad.it.La solitu<strong>di</strong>ne del citta<strong>di</strong>no globale, Feltrinelli, Milano 2000; Ulrich Beck<br />

(sociologo tedesco), Risikogesellschaft, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1986; trad.it. La società del<br />

rischio, Carocci, Roma 2000.<br />

65 Clifford Geertz (antropologo inglese), Mondo globale, mon<strong>di</strong> locali, Il Mulino, Bologna,<br />

1999.<br />

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