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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

sempre più la comunità con qualsiasi forma <strong>di</strong> unione sociale nella quale i soggetti, attraverso<br />

legami dati biologicamente o consolidati storicamente, sviluppano reciprocamente vincoli<br />

affettivi più forti che nei meri rapporti giuri<strong>di</strong>ci (famiglia, comune rurale me<strong>di</strong>evale, setta<br />

religiosa): ciò sfocia, a sinistra nella creazione <strong>di</strong> una classe lavoratrice politicizzata; a destra,<br />

nella realizzazione politica <strong>di</strong> una “comunità popolare”, non più legata allo Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto.<br />

L’idea <strong>di</strong> comunità viene ad assumere così una connotazione ideologica, con l’unica<br />

eccezione <strong>di</strong> Helmuth Plessner, che propone una riflessione, in prospettiva liberale, sui “limiti<br />

della comunità” 58 . La comunità viene ad essere identificata con specifiche realtà nazionali e<br />

razziali; come testimoniano i miti del “sangue e suolo” (Blut und Boden) che faranno da<br />

sfondo al tentativo <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> una “comunità <strong>di</strong> popolo” (Volksgemeinschaft) negli<br />

anni Trenta. Sarà questa la deriva mitica e totalitaria della comunità, la cui ossessiva<br />

evocazione sarà soltanto in<strong>di</strong>ce del suo compiuto esaurimento come categoria esplicativa dei<br />

moderni fenomeni politici, almeno in ambito continentale.<br />

Contemporaneamente, però, negli Stati Uniti si sviluppa un <strong>di</strong>verso concetto <strong>di</strong> comunità:<br />

la questione centrale è qui fino a che punto una società democratica potesse perdere ogni<br />

vincolo con le communities locali o religiose, senza perdere anche i presupposti della sua<br />

stessa esistenza. Emerge un uso più libero del concetto <strong>di</strong> comunità, privo <strong>di</strong> implicazioni<br />

nostalgiche e ideologiche, che consente <strong>di</strong> concepire la stessa società democratica come un<br />

progetto “comunitario”, al quale cioè partecipano attivamente le <strong>di</strong>verse communities.<br />

Momento importante <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong> questa tra<strong>di</strong>zione è la riflessione <strong>di</strong> J. Dewey 59 e la sua<br />

visione della democrazia come community of communities, fondata dunque su un concetto <strong>di</strong><br />

comunità reinterpretato in senso liberale. Per communities si devono intendere infatti quelle<br />

forme <strong>di</strong> unione sociale nelle quali i soggetti producono, attraverso la partecipazione<br />

democratica, valori e fini che li fanno sentire uguali e legati da vincoli comuni.<br />

Dopo la IIa Guerra mon<strong>di</strong>ale il concetto <strong>di</strong> comunità subisce una eclissi teorica pressoché<br />

completa, salvo che nel pensiero cattolico, per non <strong>di</strong>re <strong>di</strong> quello islamico (la Umma dei<br />

credenti).<br />

Esso è riemerso solo <strong>di</strong> recente nel contesto <strong>di</strong> quell’insieme <strong>di</strong> autori <strong>di</strong> area<br />

anglosassone, definiti appunto “communitarians” 60 , che si contrappongono al modello<br />

in<strong>di</strong>vidualistico della tra<strong>di</strong>zione liberale.<br />

Qui ritorna il contrasto comunità/società: mentre con “società” (a partire da Locke, Kant<br />

o Hegel) viene intesa una forma <strong>di</strong> unione sociale in cui i soggetti si rispettano<br />

reciprocamente come portatori <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti, “comunità” in<strong>di</strong>ca una sorta <strong>di</strong> unità nella quale i<br />

58<br />

Helmuth Plessner (filosofo tedesco, 1892-1985), Grenzen der Gemeinschaft, 1924; trad.it. I<br />

limiti della comunità, Laterza, Roma-Bari 2001.<br />

59<br />

John Dewey (filosofo statunitense, 1859-1952), The Public and its Problems, 1946; trad. it.<br />

Comunità e potere, la Nuova Italia, Firenze 1971.<br />

60<br />

Alasdair MacIntyre (filosofo scozzese), After Virtue, Univ. of Notre Dame Press 1981; trad. it.<br />

Dopo la virtù, Feltrinelli, Milano 1988; Michael Sandel (filosofo americano), Liberalism and the<br />

Limits of Justice, Cambridge Univ. Press, Cambridge 1982; trad.it. Il liberalismo e i limiti della<br />

giustizia, Feltrinelli, Milano 1994; Charles Taylor (filosofo anglo-canadese), Sources of the Self,<br />

Cambridge Univ. Press, 1989; trad.it. Ra<strong>di</strong>ci dell’Io, Feltrinelli, Milano 1993; Michael Walzer<br />

(filosofo statunitense), Spheres of Justice: a Defence of Pluralism and Equality, Basic Books, New<br />

York 1983; trad.it. Sfere <strong>di</strong> giustizia, Feltrinelli, Milano 1987.<br />

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