Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia
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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />
<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />
<strong>di</strong>stinzione concettuale) la <strong>di</strong>fferenza tra società e comunità: mentre nel contesto giuri<strong>di</strong>co<br />
della società gli in<strong>di</strong>vidui si rapportano l’uno all’altro perseguendo vicendevolmente i loro<br />
fini o interessi, nelle unioni “naturali” (come famiglia, tribù, popolo) essi sono<br />
reciprocamente legati da vincoli pre-razionali, come quelli prodotti dai sentimenti, dai<br />
costumi e dalle tra<strong>di</strong>zioni.<br />
E’ importante sottolineare che il tema della comunità (<strong>di</strong>versamente declinato a seconda<br />
dei contesti teorici) interviene all’altezza della crisi e della critica del para<strong>di</strong>gma<br />
in<strong>di</strong>vidualistico e meccanicistico sul quale, a partire dal giusnaturalismo classico (a livello<br />
teorico) e dalla rivoluzione francese (a livello storico-politico), si era andata delineando la<br />
concettualizzazione della moderna razionalità politica.<br />
Tönnies, valendosi <strong>di</strong> numerose innovazioni concettuali e prospettive teoriche prodotte<br />
dallo sviluppo della teoria sociale dopo Hegel, tematizza dunque l’opposizione<br />
comunità/società. “Comunità” in<strong>di</strong>ca l’insieme delle relazioni organiche tra gli in<strong>di</strong>vidui, che<br />
hanno il loro para<strong>di</strong>gma nei rapporti familiari; allude cioè all’unità delle volontà umane come<br />
presupposto naturale, solo in riferimento alla quale le parti (le singole volontà) possono avere<br />
una collocazione. La “società” invece, in<strong>di</strong>ca l’insieme delle relazioni meccaniche tra gli<br />
in<strong>di</strong>vidui, il cui para<strong>di</strong>gma è fornito dalle relazioni commerciali e contrattuali che poggiano<br />
sullo scambio <strong>di</strong> prestazioni.<br />
Tönnies propone la tesi seguente: che nel corso dell’affermazione del capitalismo le sfere<br />
d’azione “della società” (gesellschaftlich) avrebbero minacciato o <strong>di</strong>ssolto progressivamente<br />
quelle delle relazioni sociali (sozial). Egli non voleva né affermare l’inevitabilità <strong>di</strong> un<br />
determinato sviluppo, né esprimere nostalgie per le comunità rurali, ma esplorare le<br />
possibilità sociali (sozial) della creazione <strong>di</strong> comunità (come corporazioni e sindacati)<br />
adeguate all’epoca industriale.<br />
In questa <strong>di</strong>rezione va anche alcuni anni dopo Emile Durkheim, attento alla crisi morale<br />
della società industriale. Durkheim non parla propriamente <strong>di</strong> comunità/società, ma i suoi<br />
concetti <strong>di</strong> solidarietà “meccanica” e “organica” riflettono questa <strong>di</strong>stinzione: mentre nelle<br />
con<strong>di</strong>zioni della solidarietà meccanica regna tra i soggetti una concor<strong>di</strong>a emotiva e cognitiva<br />
così alta che l’integrazione sociale può compiersi sulla base stabile <strong>di</strong> una coscienza<br />
collettiva, nelle con<strong>di</strong>zioni della solidarietà organica le <strong>di</strong>fferenze in<strong>di</strong>viduali tra i soggetti<br />
sono tanto gran<strong>di</strong> che l’integrazione sociale viene garantita solo dalla costrizione cooperativa<br />
della <strong>di</strong>visione del lavoro 56 .<br />
Ma mentre Tönnies auspica un equilibrio tra le due forme, Durkheim le vede in<br />
successione storica. E si pone quin<strong>di</strong> il problema <strong>di</strong> introdurre correttivi ad un’integrazione<br />
sociale fondata solo sulla <strong>di</strong>visione del lavoro, e quin<strong>di</strong> carente <strong>di</strong> convinzioni morali comuni.<br />
Di qui, prima la sua proposta <strong>di</strong> una <strong>di</strong>visione del lavoro più “giusta”, poi la necessità <strong>di</strong><br />
ricorrere ad una sorta <strong>di</strong> fusione collettiva 57 .<br />
A questo si ispirerà l’anticapitalismo romantico (Francia e Germania), identificando<br />
56<br />
Emile Durkheim (sociologo francese), De la <strong>di</strong>vision du travail social, 1893; trad.it. La <strong>di</strong>visione<br />
del lavoro sociale, ed. <strong>di</strong> Comunità, Milano 1962.<br />
57<br />
Emile Durkheim, Les formes élémentaires de la vie religieuse, 1912; trad.it. Le forme elementari<br />
della vita religiosa, Comunità, Milano 1977.<br />
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