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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

precedenti, oggi sia per sviluppi interni al pensiero democratico, sia per la critica durissima dei<br />

neoliberali, siamo piuttosto in una fase in cui l'idea dell'eguaglianza abbandona l'idea<br />

`egualitaristica' <strong>di</strong> eguaglianza re<strong>di</strong>stributiva <strong>di</strong> posizioni, e si riavvicina a questa versione, che<br />

chiamerei liberale, dell'eguaglianza <strong>di</strong> opportunità, <strong>di</strong> risorse, <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> partenza per tutti.<br />

26. Giustizia<br />

Con questa categoria <strong>di</strong> massimo impegno teorico abbiamo ancor più problemi che con<br />

libertà ed eguaglianza, con le quali essa viene spesso posta in una triade. La complessità del<br />

tema è tale che, in un testo introduttivo come questo, conviene limitarsi ad elencarne ed<br />

illustrarne brevemente un certo numero <strong>di</strong> significati, senza nemmeno tentarne un'esposizione<br />

sistematicamente unitaria. Basti infatti pensare che - prescindendo dalla possibilità od<br />

opportunità <strong>di</strong> tematizzare la <strong>di</strong>stinzione fra giustizia come sostantivo e come aggettivazione<br />

(giusto-ingiusto) - questa categoria è rilevante tanto per la politica quanto per la morale e il<br />

<strong>di</strong>ritto, e non sarà nemmeno possibile <strong>di</strong>stricare sempre questi tre piani. Cominciamo dunque<br />

l'elencazione.<br />

1. Giustizia, libertà ed eguaglianza sono tre valori, ma mentre questi ultimi due possono<br />

anche venir semplicemente descritti (il tale regime è libero, nella tale società v'è eguaglianza) in<br />

base a certi criteri che definiscono cosa è libertà e che cosa eguaglianza, la giustizia implica<br />

sempre anche un aspetto normativo: “il tale regime è ingiusto, la tale società giusta” significano<br />

un obbligo a condannare o combattere il primo e a riconoscere o promuovere la seconda.<br />

È opportuno porre attenzione a non confondere i tre termini, soprattutto giusto ed eguale:<br />

una <strong>di</strong>stribuzione eguale <strong>di</strong> beni non significa eo ipso trattarsi <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stribuzione giusta, se a)<br />

questi beni vengono <strong>di</strong>stribuiti egualmente a soggetti <strong>di</strong> ineguale con<strong>di</strong>zione, oppure b) la<br />

<strong>di</strong>stribuzione eguale, o anche quella perequativa (dare <strong>di</strong> più a chi ha <strong>di</strong> meno), lede altri valori,<br />

come la libertà, che uno può considerare pari o superiore all'eguaglianza.<br />

2. Il punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> ciò che è giusto o ingiusto caratterizza ogni filosofia politica<br />

normativa, quale che ne sia la concreta configurazione - questo vale per Platone come per<br />

Agostino, per Aristotele come per Rawls, per restare a pensatori <strong>di</strong> cui proposizioni riguardanti<br />

la giustizia sono citate in questo testo. Assumere quel punto <strong>di</strong> vista implica una presa <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stanza critica rispetto all'assetto <strong>di</strong> fatto del potere e la richiesta che esso si legittimi in base ad<br />

un criterio metafattuale o perfino metapolitico (morale, teologico, giusnaturalistico). Questa<br />

giustificazione in base a criteri <strong>di</strong> giustizia è fondamentale fra i criteri <strong>di</strong> legittimità (v. sopra nei<br />

capp. 12-13) in base ai quali esaminare un regime politico<br />

Ripeto peraltro qui la duplice valutazione che una filosofia politica che escluda<br />

ra<strong>di</strong>calmente, come fa il realismo politico tra<strong>di</strong>zionale, questo punto <strong>di</strong> vista risulta ottusa, sia<br />

rispetto alla complessità della politica moderna, per capire ed orientarci nella quale abbiamo<br />

bisogno, in prima istanza, tanto <strong>di</strong> Machiavelli quanto <strong>di</strong> Kant, sia rispetto alla politica<br />

contemporanea, che sta andando comunque al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> Kant e <strong>di</strong> Machiavelli. Ma ritengo<br />

altrettanto essere futile una filosofia politica che si ritenga filosofica solo perché esalta il<br />

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