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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

fra chi si occupa <strong>di</strong> politica e chi vive nella società e si occupa <strong>di</strong> questa o quella funzione<br />

sociale. Tutti devono poter partecipare in piena libertà alla spartizione del potere, quin<strong>di</strong> alla<br />

vita politico-istituzionale, alle elezioni, perché si è visto che senza la piena garanzia delle<br />

libertà liberali, non si hanno due cose che sono essenziali allo stesso sviluppo economico e<br />

sociale e quin<strong>di</strong> alla piena realizzazione dei citta<strong>di</strong>ni e, s'intende, delle citta<strong>di</strong>ne. Non si ha<br />

sufficiente informazione sullo stato del paese dei citta<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong> quello che essi vogliono o non<br />

vogliono. La vita politica liberale è prima <strong>di</strong> tutto un grande fenomeno <strong>di</strong> osmosi e<br />

comunicazione fra chi governa e chi è governato: se si tolgono e si riducono le libertà, l'osmosi<br />

si ferma, le informazioni non vengono più passate e i governanti fanno <strong>di</strong> testa loro e spesso se<br />

la rompono. L'imbrigliamento delle libertà `da' impe<strong>di</strong>sce la cosa più elementare <strong>di</strong> un regime<br />

politico che implementi i principi del liberalismo e cioè il controllo sul governo; se non ci<br />

fossero sindacati liberi che possono fare sciopero quando vogliono, se non si avessero partiti<br />

che possono fare l'opposizione in Parlamento, se non si avesse anzitutto una libera stampa, non<br />

si avrebbe un controllo sul governo.<br />

Per illuminare pienamente la relazione <strong>di</strong> libertà ed eguaglianza conviene ora approfon<strong>di</strong>re<br />

concettualmente il secondo termine. Si possono fare tante <strong>di</strong>stinzioni fra i vari concetti <strong>di</strong><br />

eguaglianza, si può fare una <strong>di</strong>stinzione tra un'eguaglianza sostantiva e un'eguaglianza<br />

procedurale: l'eguaglianza sostantiva è quella che consiste nell'attribuire a ciascuno una certa<br />

quantità <strong>di</strong> beni, secondo criteri <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> eguagliamento o, come si <strong>di</strong>ce in un italiano un po'<br />

sindacale, <strong>di</strong> perequazione o, in maniera più teorica, <strong>di</strong> re<strong>di</strong>stribuzione. Per fare l'eguaglianza<br />

sostantiva ci sono criteri <strong>di</strong>versi (numerica, proporzionale) che sono esposti nella voce<br />

Uguaglianza del Dizionario <strong>di</strong> politica. L'eguaglianza procedurale consiste invece non nel <strong>di</strong>re:<br />

“ti do tot in base al criterio y per portarti alla situazione tendenzialmente egualitaria o meno<br />

<strong>di</strong>seguale z”, ma consiste nel <strong>di</strong>re semplicemente: “qualunque cosa ti <strong>di</strong>a o non ti <strong>di</strong>a, vi tratterò<br />

tutti in modo eguale, finché non vi siano ragioni che giustifichino <strong>di</strong> trattarvi in maniera<br />

<strong>di</strong>seguale”. Oggi però la coppia concettuale più nota e più utile in filosofia politica è la coppia<br />

eguaglianza <strong>di</strong> posizioni o <strong>di</strong> benessere - eguaglianza <strong>di</strong> opportunità: l'eguaglianza <strong>di</strong> posizioni<br />

è quella che Ronald Dworkin, uno dei massimi filosofi del <strong>di</strong>ritto dei nostri giorni, chiama<br />

trattamento eguale, cioè l'eguaglianza che consiste nel fare in modo che tutti abbiano<br />

tendenzialmente la stessa quantità <strong>di</strong> beni, anche re<strong>di</strong>stribuendo il prodotto in maniera<br />

necessariamente <strong>di</strong>seguale a fini perequativi. Sulla base <strong>di</strong> questo concetto <strong>di</strong> eguaglianza si<br />

costruisce un forte apparato re<strong>di</strong>stributivo e quin<strong>di</strong> uno Stato fortemente <strong>di</strong>rigistico, come si<br />

<strong>di</strong>ce in maniera polemica, e soprattutto un grande apparato burocratico che deve prendersi cura<br />

<strong>di</strong> tutti e fare in modo che tutti stiano tendenzialmente allo stesso modo.<br />

L'altra eguaglianza è quella <strong>di</strong> opportunità o <strong>di</strong> risorse, che certamente include sempre<br />

l'eguaglianza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti fondamentali, ma non si riduce a questa. Essa non vuol <strong>di</strong>re trattare tutti<br />

in modo eguale, ma vuol <strong>di</strong>re trattare tutti con eguale rispetto e considerazione, considerare<br />

legittime e degne <strong>di</strong> tutela le aspirazioni e le preferenze <strong>di</strong> tutti e <strong>di</strong> ciascuno, e provvedere tutti<br />

e ciascuno dei mezzi basilari per poter sviluppare queste preferenze, talenti, aspirazioni. En<br />

passant, se lo Stato sociale, che in altre versioni si chiama welfare state o anche Stato<br />

assistenziale, che è già una forma degenerativa <strong>di</strong> Stato sociale, è stato la grande figura, l'idea<br />

dominante gli anni Quaranta-Settanta <strong>di</strong> questo secolo, avendo beninteso ra<strong>di</strong>ci nei decenni<br />

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