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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

ricostruisce insomma la logica interna. Di questo tipo analitico o ricostruttivo <strong>di</strong> filosofia<br />

politica fanno parte in primo luogo i contrattualisti <strong>di</strong>scendenti da Hobbes, da Locke, da<br />

Rousseau, dal grande filone, rotto in tanti sottofiloni, della filosofia politica moderna del Sei e<br />

Settecento. In fondo già Machiavelli e in qualche misura i trattatisti del Cinquecento possono<br />

essere considerati appartenenti a questo filone. Questo è un filone che è <strong>di</strong>ventato prevalente<br />

nella filosofia politica moderna, proprio perché le sue caratteristiche sono tutte moderne - si<br />

pensi al suo legame iniziale con la scienza della natura e la sua moderna epistemologia. Oggi<br />

esso si <strong>di</strong>vide il campo con il più classico filone normativo rinato.<br />

Esiste anche un terzo possibile tipo <strong>di</strong> filosofia politica che non si occupa tematicamente né<br />

delle norme cui le associazioni politiche devono conformarsi, né delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> loro<br />

possibilità; si occupa <strong>di</strong> ciò che sta intorno, sotto o sopra, avendo dunque un taglio obliquo<br />

rispetto all'approccio <strong>di</strong>retto dei due primi filoni. È la filosofia politica che consiste nello<br />

svolgere riflessioni sul linguaggio politico, sulle tra<strong>di</strong>zioni politiche, sulle idee politiche e via<br />

<strong>di</strong>scorrendo. Non si occupa in presa <strong>di</strong>retta delle forme politiche e delle normazioni o delle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> possibilità cui esse sottostanno, ma si occupa <strong>di</strong> ciò che sta al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> queste<br />

forme, <strong>di</strong> ciò in cui le forme politiche messe a fuoco nei due primi filoni sono collocate dal<br />

punto <strong>di</strong> vista del contorno, dell'ambiente culturale, morale, linguistico, comunicativo. È quel<br />

tipo <strong>di</strong> filosofia politica che si potrebbe quasi <strong>di</strong>re consista in un meta-<strong>di</strong>scorso sulla politica.<br />

Meta - dal greco, ciò che va al <strong>di</strong> là - è un termine prevalentemente epistemologico, e in<strong>di</strong>ca<br />

quegli approcci che non si occupano <strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong> una cosa, ma se ne occupano investendo il<br />

suo contesto, i suoi aspetti <strong>di</strong> contorno. Vedremo a questo proposito, fra le principali forme <strong>di</strong><br />

etica contemporanea, che l'etica generale si <strong>di</strong>stingue in etica propriamente detta e metaetica,<br />

cioè un <strong>di</strong>scorso al <strong>di</strong> là dell'etica. In linguistica si parla non a caso <strong>di</strong> metalinguaggio.<br />

Dopo aver fatto tante <strong>di</strong>stinzioni bisogna attenuarne il peso per due ragioni: una ragione<br />

fondamentale è che la buona e la grande filosofia politica contiene tutti e tre questi aspetti,<br />

tuttavia non confusi, mescolati, in<strong>di</strong>stinti. La buona o grande filosofia politica consiste <strong>di</strong> solito<br />

nella prevalenza <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> questi aspetti, che dà or<strong>di</strong>ne e ispirazione a tutta la teoria; ma essa<br />

contiene, proprio perché si tratta <strong>di</strong> buona filosofia, punti <strong>di</strong> vista, considerazioni, ed esigenze<br />

relative anche agli altri aspetti. Allora non si può fare una filosofia politica normativa ignorando<br />

completamente il fatto che, quali che siano le normazioni che noi cerchiamo <strong>di</strong> argomentare o<br />

<strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care, gli Stati poi devono funzionare, e quin<strong>di</strong> occorre occuparsi delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

possibilità, e che comunque questi <strong>di</strong>scorsi sulle normazioni non si possono comprendere e<br />

valutare appieno senza vederne la collocazione storica, gli aspetti linguistici e culturali. Fare<br />

una filosofia politica normativa cieca agli altri aspetti è <strong>di</strong> solito fare una cattiva filosofia<br />

politica, poco informata, poco attenta e poco autorevole. L'autorevolezza nella scienza sta nel<br />

sostenere una determinata cosa, ma tenendo gli occhi aperti su tutte le altre; e chi pretende <strong>di</strong><br />

guadagnare attenzione <strong>di</strong>cendo una cosa sola e chiudendo gli occhi alla complessità sia della<br />

realtà sia delle teorie, <strong>di</strong> solito fa delle opere che possono avere un buon successo temporaneo,<br />

<strong>di</strong> natura ideologica o agitatoria, ma non lasciano gran<strong>di</strong> lezioni.<br />

Due parole sul rapporto, visto da un filosofo politico, fra filosofia politica e sociale. Si può<br />

basarlo sulle <strong>di</strong>versità fra i due oggetti, la politica e la società, ma occorrerebbe svilupparne<br />

tutte le articolazioni, ciò che qui è impossibile. Del resto le basi soltanto oggettuali sono per lo<br />

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