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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

evidente, usuale e pragmaticamente consigliabile; e che riconnette le sue interpretazioni,<br />

valutazioni e prescrizioni a strutture, valori e scelte ultime, a processi e meccanismi non<br />

apparenti.<br />

3. Una tipologia della filosofia politica<br />

Possiamo in<strong>di</strong>viduare tre o quattro tipi <strong>di</strong> filosofia politica: uno è quello normativo, cioè si<br />

occupa dell'`ottima repubblica', <strong>di</strong> quale sia la forma migliore da dare all'associazione politica 4 e<br />

quali siano dunque i principi, le norme, le prescrizioni, i valori, i fini (si tratta <strong>di</strong> cose <strong>di</strong>verse,<br />

che solamente per ora mettiamo insieme) a cui la politica e le sue forme debbano conformarsi.<br />

Si può <strong>di</strong>re che tutti gli antichi siano filosofi politici normativi, che lo sia gran parte della<br />

tra<strong>di</strong>zione me<strong>di</strong>evale e che questa tra<strong>di</strong>zione si rompa con la filosofia politica moderna, dando<br />

spazio ad altri tipi <strong>di</strong> filosofia politica. Dire che si rompe non vuol <strong>di</strong>re che muore, e nella<br />

filosofia politica moderna abbiamo il ritorno <strong>di</strong> questo, che è uno dei gran<strong>di</strong> filoni della<br />

filosofia politica. Hume, uno dei filosofi meno normativi che si possano immaginare, è un<br />

filosofo cui, nella filosofia pratica complessiva, interessa come si forma e si realizza quel valore<br />

che si chiama giustizia. Inoltre, una parte consistente delle filosofie politiche degli ultimi<br />

trentacinque anni sono normative, sotto il nome <strong>di</strong> filosofie politiche dei <strong>di</strong>ritti o della giustizia:<br />

basta fare il nome illustre <strong>di</strong> John Rawls o quello meno illustre <strong>di</strong> Robert Nozick. In questo tipo<br />

<strong>di</strong> filosofia politica metterei anche quella che <strong>di</strong>ce quale sia il pessimo Stato, cioè quello da<br />

evitare, o che <strong>di</strong>ce ad<strong>di</strong>rittura che lo Stato, l'associazione politica in sé sono da evitare.<br />

Troviamo qui gli anarchici, ma per un certo senso anche Marx, il quale spiega quale forma <strong>di</strong><br />

associazione vada bene e quale vada male, in base ad una sua esplicita filosofia della storia ed<br />

alla sua implicita teoria della giustizia, che <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non avere, ma in realtà ha. Marx sostiene che<br />

l'associazione politica come tale sia da evitare, come pessimo stato della convivenza sociale<br />

umana. La società civile deve invece riuscire a liberarsi della macchina burocratica che è lo<br />

Stato. Beninteso, la filosofia politica <strong>di</strong> Marx e <strong>di</strong> Engels non va classificata soltanto come<br />

normativa, contenendo anche altri approcci.<br />

Poi ci sono le filosofie politiche <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>verso, in cui almeno programmaticamente<br />

l'aspetto assiologico e normativo non è presente. Parlerei <strong>di</strong> filosofie politiche `analitiche', ma il<br />

termine è da mettere tra virgolette perché altrimenti sembra che ci possano essere filosofie<br />

politiche a base empirico-analitica, e abbiamo già spiegato che la filosofia politica per<br />

definizione non è questo. Possiamo allora usare un altro termine contemporaneo, parlando <strong>di</strong><br />

filosofia politica ricostruttiva, il cui compito è <strong>di</strong> ricostruire concettualmente le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

nascita e morte delle associazioni politiche, nonché quelle <strong>di</strong> legittimità del potere politico e <strong>di</strong><br />

contrazione dell'obbligo politico. Non si <strong>di</strong>ce programmaticamente quale sia la forma politica<br />

che meglio conviene all'umanità o alla società tale o alla nazione talaltra. Si <strong>di</strong>ce semplicemente<br />

che, se si vuole amministrare la cosa pubblica, fondare e, come <strong>di</strong>ceva Machiavelli, “mantenere<br />

lo Stato”, oppure ancora trasformarlo, bisogna sod<strong>di</strong>sfare queste e quelle altre con<strong>di</strong>zioni: se ne<br />

4 O società o comunità politica, ma io preferisco, usando il termine weberiano <strong>di</strong> associazione<br />

(Vergesellschaftung), evitare accenti comunitaristici.<br />

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