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BILANCIO 2012 - Banca Passadore

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ni delle quotazioni che, ad esempio, anche per i<br />

CAMBIO DELL’EURO EURO/DOLLARO USA<br />

CCT hanno superato i dieci punti percentuali.<br />

1,60<br />

Sul mercato dei cambi, l’euro, sotto pressione<br />

nella fase più acuta della crisi, ha chiuso poco<br />

1,50<br />

variato contro dollaro (+1,8%) e leggermente<br />

indebolito contro le valute nordiche e la sterlina<br />

1,40<br />

(-2,4%). Significativa la svalutazione dello yen,<br />

frutto di una consapevole politica monetaria<br />

1,30<br />

orientata in quella direzione, sia contro l’euro (-<br />

1,20<br />

13,8%), che contro il dollaro (-11,8%).<br />

Il sistema bancario italiano, nel suo complesso<br />

1,10<br />

ed escludendo casi isolati, ha ancora resistito<br />

nel <strong>2012</strong> alla crisi finanziaria globale grazie a<br />

1,00<br />

un modello di intermediazione fondamentalmente<br />

sano ed a una esposizione contenuta<br />

2011<br />

<strong>2012</strong><br />

verso i prodotti della finanza strutturata.<br />

Nonostante gli sforzi effettuati per il rafforzamento<br />

patrimoniale di molti istituti, peraltro,<br />

TASSI BANCARI<br />

6,00<br />

il sistema ha presentato una maggiore vulnerabilità<br />

a causa della prolungata esposizione alla<br />

5,00<br />

recessione economica, più severa in Italia che<br />

in altri Paesi dell’area euro.<br />

In particolare è emersa una maggiore fragilità<br />

4,00<br />

reddituale dovuta, oltre che ai tassi di interesse<br />

tenuti bassi per lungo tempo, alla crescita dei<br />

3,00<br />

prestiti in sofferenza ed alla riduzione qualiquantitativa<br />

della domanda di credito. A fine<br />

2,00<br />

<strong>2012</strong> la dinamica dei finanziamenti del sistema<br />

destinati al settore privato è infatti risultata in<br />

flessione dell’1,1%, anche a motivo della forte<br />

1,00<br />

2011<br />

<strong>2012</strong><br />

contrazione degli investimenti.<br />

Raccolta Impieghi<br />

A fine <strong>2012</strong> le sofferenze nette del sistema<br />

hanno registrato un ulteriore deciso incremento<br />

sia in termini assoluti, sia in rapporto al totale degli impieghi, con una percentuale che è passata<br />

dal 2,7% al 3,3%.<br />

L’elevato rischio per gli intermediari si è riflesso nel costo del credito a famiglie e imprese, che, pur<br />

in decremento, è rimasto in Italia superiore a quello osservato nell’eurozona, anche in conseguenza<br />

del maggior costo del funding per le banche domestiche, a sua volta dovuto ad un “rischio<br />

paese” ritenuto ancora significativo. Mentre i tassi di interesse sulla raccolta sono rimasti presso-<br />

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