4 Pag. PRIMA COMUNIONE CasaNostra Hanno Prima ricevuto Comunione la il 2 giugno 2002 Borgogelli Sofia Cremonesi Elisa Diotallevi Francesca Giaro Beatrice Giorgini Giada Maccarone Alessia Marconi Valeria Massi Martina Pierini Michela Ragaini Alice Rinaldi Melissa Sanchini Sara Santi Charlotte Tomassini Giulia AmbrosiniAlberto Battaglino Marco Battisti Luca Berardi Gianluca Bolognini Nicola Buglino Marco Pio Camperchioli Manuel Carboni Michael D’Ippolito Emanuele Diotallevi Dario Diotallevi Matteo Giuliani Nicola Ferri Daniele MontanariAlessandro Palazzetti Nicola Paolini Nicola Radi Mattia Raspanti Roberto Ricci Roberto Sorgente Francesco Torcoletti Dennis
CasaNostra Capitani della propria PRIMA COMUNIONE 5 Anima Pag. Lode e onore a te SS. Trinità! Ciò che Cristo ha iniziato in Alberto con il Battesimo ha raggiunto il compimento con il sacramento dell'Eucaristia. Per mezzo del dono del Corpo e Sangue di Gesù, Alberto è entrato nel cuore del Mistero Trinitario e noi genitori partecipiamo a tutta la comunità la grande gioia di quest'evento. Esultate e pregate con noi perché tutti i bambini, che il 2 giugno hanno ricevuto il Sacramento dell'Eucaristia, possano capire il grande dono offerto loro e possano rispondere, in pienezza, con amore e libertà, all'Amore di Gesù che li chiama ad una vita di intimità con Lui, per portarli al Padre, nella Grazia dello Spirito Santo. Con questa grande certezza nel cuore, come genitori, guardiamo a v a n t i , s i c u r i d i a v e r e incamminato i nostri figli sulla Via della Vita e della Verità. Tale certezza ci permetterà di rimanere saldi e fiduciosi anche quando essi attraverseranno le inevitabili tempeste della vita. "Perché spendete vita e denaro perciò che non sazia?", dice un versetto del libro della Sapienza che sembra dipingere, talvolta, la situazione dei nostri figli adolescenti. Li vediamo sbattersi per cose che li incantano o li distrugguno o li frammentano o che feriscono e che distruggono altri, come la violenza giovanile che tocca il suo apice verso i 15- 18 anni. Talora vorremmo gridare alla "disgrazia di essere sazi", p o i c h é t u t t o q u e s t o , legittimamente ci appare discendere da un avere tutto, dall'aver cancellato i bisogni veri con parvenze di sazietà. "Dio sono io” gridava una quindicenne contro la madre che credeva di doverla portare in chiesa. Alla stessa ragazzina la scuola distribuisce il preservativo che lei tiene nel portafoglio - parole sue - come "portafortuna", all'insegna del bastare a se stessi, dell'essere spaventosamente sazi. Ma questa è l'occasione per chiederci se noi adulti siamo i primi ad essere sazi, a credere di non avere realmente fame e sete di Gesù. Questo non lo faremo mai a sufficienza. Ma è anche ora di smettere di colpevolizzarci, suggestionarci, arciresposabilizzarci per tutto ciò che fanno i nostri figli. Questo, in ultima analisi, diviene un furto; furto della loro inalienabile coscienza, della loro personale responsabilità che non può mai essere completamente "assorbita" dalla nostra. In fondo diveniamo così ladri di qualcosa di insostituibile per l'adolescente e cioè del suo essere "capitano della sua anima". L'Eucaristia diviene un aiuto salvifico e realissimo per riscattarci da simili furti. In che modo? Occorre ripensare al contesto in cui l'Eucaristia ci viene donata. È un contesto di fallimento, scacco, tradimento. Gesù non solo prevede la sua cattura e la sua morte, ma la sua passione è già cominciata durante l'ultima cena. Non soltanto i nemici hanno già preso accordi per disfarsi di lui, ma i "suoi", quelli che Egli ha chiamato, custodito, curato e nutrito, stanno per abbandonarlo: quando si tratterà di decidere se perdere o salvare la propria vita, essi opteranno per salvarla in proprio, con la vigliaccheria della fuga o del non-riconoscimento. Uno dei Dodici, poi, lo consegnerà ai nemici. La sua passione, dunque, è già iniziata. Eppure Egli parla di desiderio: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione" (Lc 22,15). Ed è così che comunica il suo Corpo spezzato ed il suo Sangue. Non dice: "Aspetterò che ne siate degni o che ne abbiate capito tutto"; e nemmeno: "Allontano almeno il traditore, colui che intinge nel mio piatto, così possiamo essere più tranquilli tra noi". Giuda non viene espulso, ma trattenuto con lo stesso amore e lo stesso desiderio. Insieme all' impotenza di cambiare il suo cuore, poiché egli è il capitano della sua anima, Gesù sa che l'unica azione d'amore è quella di rimanere: ma in modo totalmente nuovo. Il Corpo e il Sangue reali nell'Eucaristia sono carne e sangue del Risorto, di Colui che non è più prigioniero delle leggi e della materia e può attraversare gli spazi ed essere intero in ogni frammento. Per questo - dice Martini - l'Eucaristia è la danza della Chiesa attorno al Risorto. La danza della vita, che non annulla le piaghe e le ferite, ma inizia a viverle come gloriose: è attraverso esse che passa la salvezza. Dobbiamo crederlo, noi genitori che ci immettiamo in una simile danza, non perché noi abbiamo il potere di trasformare le delusioni, le sconfitte ed i fallimenti in piaghe gloriose, ma perché Lui ha promesso di trasformarci perfino con le nostre ferite. Rimanere è il segno d'amore, l'unico che in certe situazioni estreme ci è concesso, come Suoi discepoli, coloro che fanno memoria di Lui. Paolo e Maria Pia Ambrosini