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milano - PambiancoNews

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dossier arredo<br />

di Patrizia Coggiola<br />

C<br />

ome un globo in miniatura,<br />

le strade di Milano hanno<br />

offerto un preziosissimo<br />

excursus sullo stato della<br />

creatività nei maggiori<br />

territori design oriented contemporanei.<br />

Un’opportunità impareggiabile, per<br />

ampiezza e vastità, per compiere un giro<br />

del mondo delle identità più interessanti,<br />

sia quelle che hanno intrapreso un rapporto<br />

con il design da lunga data, sia con<br />

le realtà che vi si affacciano ora con un<br />

patrimonio artigianale e umanistico unico.<br />

Certamente, partire per l’Africa contemporanea<br />

scendendo le scale de la<br />

Rinascente è stato uno dei momenti più<br />

suggestivi della settimana milanese: il<br />

DesignSupermarket della “Rina” è diventato<br />

il centro di una pirotecnica sequenza<br />

di performances e dibattiti dal titolo<br />

Afrofuture, capaci di scardinare buona<br />

parte dei preconcetti rispetto al design<br />

africano. In questa kermesse di visionari<br />

strumenti post-fantascientifici, curata da<br />

Beatrice Galilée, si è data voce alla straordinaria<br />

rivoluzione tecnologica africana<br />

in atto. La manualità bric-à-brac tipica<br />

sta metabolizzando i simboli del progresso<br />

tecnologico in un’infiorescenza<br />

spontanea che ha molto da dire sul ruolo<br />

del design non solo in Africa, ma in tutta<br />

la cultura odierna. Tra i fotografi, illustratori,<br />

architetti, opinionisti in mostra, c’è<br />

stata la famosa fanzine Jungle Jim, i cui<br />

autori hanno interpretato le vetrine de<br />

la Rinascente e gli occhiali cult surreali<br />

e provocatori C-Stunners del designer<br />

Nganga.<br />

In cerca di possibili definizioni e confronti<br />

con il design, la Corea si è presentata<br />

con una vetrina spettacolare sul<br />

suo artigianato tradizionale: giare laccate,<br />

metalli cesellati, decorazioni di seta<br />

e lievissime garze di lino. Promossa dal<br />

Korean Craft & Design Foundation, la<br />

mostra Constancy & Change in Korean<br />

Traditional Craft ha esibito un potenziale<br />

manifatturiero in cerca di designer e<br />

aziende in grado di interpretarle in chiave<br />

contemporanea. La mostra coreana si<br />

teneva negli spazi della Triennale, a pochi<br />

passi da Danish Chromatism, selezione<br />

fotosensibile del meglio degli ultimi 100<br />

anni di design danese. Nelle intenzioni<br />

dell’ideatrice Signe Byrdal Terenzani, e<br />

nella presentazione ad effetto progettata<br />

da GamFratesi (studio italiano migrato<br />

con successo a Copenhagen), c’era l’obiettivo<br />

di valorizzare il filo conduttore<br />

tra aziende danesi storiche e più recenti,<br />

attraverso decenni di storia del design e<br />

rigore delle forme. Da ricordare Fredericia<br />

Furniture, Montana, Paustinian.<br />

Attraversando l’oceano, il Brasile è il capofila<br />

dei Brics, i Paesi che trainano l’economia<br />

globale. E il suo mercato vale da solo<br />

come quello di un continente. Lo sa bene<br />

chi fa design a quelle latitudini. Il Paese<br />

cresce in solidità delle proposte produttive<br />

e in maturità di linguaggi stilistici,<br />

come si è ben visto bene nella mostra<br />

Brazil S/A, finestra sulle tendenze madein-Brazil<br />

a Palazzo Affari, con i lampadari<br />

in cristallo Baccarat interpretati da dieci<br />

grandi nomi dell’architettura brasiliana,<br />

come Ana Maria Vieira Santos, Brunete<br />

Fraccaroli, Deborah Aguiar, Maithia<br />

Guedes, Patrícia Anastasiadis e Ruth<br />

Lemos, i nuovi talenti del design brasiliani<br />

(belle le lampade soft tone di Nada Se<br />

Leva, in legno autoctono). Da segnalare le<br />

operazioni di mediazione creativa come<br />

“Yawanawá – La forza della foresta”, nata<br />

dalla collaborazione tra i migliori designer<br />

brasiliani come Marcelo Rosenbaum con<br />

78 artigiani indigeni dell’etnia Yawanawà.<br />

Nella zona Tortona si trovava raccolta<br />

la più alta concentrazione di collettivi<br />

nazionali, dalla gigantesca assemblea pansvedese<br />

Swedish Design goes Milan al<br />

Superstudio Più, con tanto di studio televisivo<br />

con collegamenti streaming giornalieri,<br />

al Beijing Design Week, che ha<br />

aperto una finestra su ciò che succede<br />

a Pechino durante la sua design week<br />

annuale, al francese Via, ente per la valorizzazione<br />

del design d’Oltralpe che tuttavia<br />

negli ultimi anni stenta a presentare<br />

progetti dotati di particolare energia. Aria<br />

decisamente più innovativa e fresca era<br />

invece quella dall’Olanda con il suo col-<br />

In apertura, un’immagine dalla mostra Foodmade di<br />

PadiglioneItalia.<br />

Chaise longue da esterni del brand danese With a View.<br />

Sopra, la lampada Mash-Up di Diederik Schneemann,<br />

mix formale di differenti elementi iconici classici,<br />

realizzata a stampa 3D.<br />

48 pambianco magazine 7 maggio 2013

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