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13.05.2014 Views

DOSSIER ARREDO In apertura, Nuvola by Natevo. La lampada Silenzio, design di Monica Armani per Luceplan. Alessandro Sarfatti Carlo Giorgetti Massimiliano Messina Dunque, che le sfide non più rimandabili fossero oltre confine, era chiaro ai 2.500 espositori divisi tra il Salone Internazionale, quello del Complemento d’Arredo, il Satellite e le biennali Euroluce e Ufficio. Il mantra è stato quello di cercare partner stranieri, in crescita soprattutto dai Paesi del bacino asiatico, dagli Stati Uniti, dal Sud America e dall’Africa, oltre che dai mercati emergenti, e verrebbe da dire già emersi, della Russia e della Cina. GLI AFFARI SI FANNO ALTROVE Nonostante i numeri del Salone confermino l’interesse per il settore, è stato lo stesso Roberto Snaidero, presidente di Federlegno Arredo, a ricordare che “non dobbiamo però abbassare la guardia rispetto al mercato interno, dal quale provengono segnali di preoccupazione che richiedono provvedimenti efficaci in tempi rapidi”. D’altra parte, alla vigilia dell’appuntamento meneghino, lo stesso Snaidero non faceva mistero delle intenzioni degli operatori di fare il pieno di contatti, ordini e partnership con gli stranieri, quando dichiarava a Il Sole-24 Ore: “Puntiamo ad aumentare missioni VISIONNAIRE, stile senza confini Il Salone del Mobile è stato una vetrina importante anche per i numerosi architetti stranieri scelti da brand italiani per disegnare i propri modelli. È il caso di Visionnaire, che ha proposto, tra gli altri, anche i prodotti frutto della prima collaborazione con la designer moscovita Maria Serebranaya: “Non esiste un passaporto delle idee, non ci può essere preconcetto per chi ha la proposta giusta – ha affermato l’AD dell’azienda emiliana Leopold Cavalli –. Può essere che l’anno prossimo presenteremo prodotti disegnati da designer indiani e, perché no, anche cinesi”. D’altronde, Serebranaya non è stata scelta per caso: conosce bene il mercato russo, per cui in 15 anni ha progettato più di 100 interni. E, afferma la stilista, vista la popolarità che Visionnaire ha nel Paese, “per me è un grande onore collaborare con questo marchio e a maggior ragione perché sono la prima straniera e la prima donna a farlo”. Maria Serebranaya economiche all’estero mirate con incontri B2B tra imprese italiane e rivenditori locali”. Tra le iniziative all’orizzonte, Federlegno, insieme a Cosmit (la società controllata da Federlegno che organizza il Salone), punta a organizzare un evento a Shanghai con almeno un centinaio di imprese italiane del settore perché la Cina salga nella classifica dei migliori partner: oggi l’export con il Dragone si colloca solo al 13esimo posto, scontando gli elevati costi di spedizione e, in generale, il complicato nodo della distribuzione. E così, per ora, l’esportazione del mobile parla europeo, cui si aggiunge la Russia, terza in classifica con ben 977.850 euro di prodotti acquistati. Ma le aziende si stanno attrezzando per diventare sempre più internazionali. “Oggi i mercati che amano e acquistano il prodotto italiano di lusso sono tendenzialmente extraeuropei: sono quelli russi, ucraini, dell’ex blocco sovietico, e poi Asia, Estremo e Medio oriente”, ha affermato il CEO di Visionnaire Leopold Cavalli, intervistato da Pambianco Magazine al piano superiore dello stand del Salone del Mobile dove presentava anche la nuova collezione beach e dehor. Un brand, Visionnaire, che in soli dieci anni si è distinto per il proprio lavoro e che ha chiuso il 2012 a 32 milioni di fatturato (+50% sul 2011) con un incremento costante del 30 per cento. Complice della crescita è stata una formula organizzativa che unisce alla visione familiare il supporto derivato dall’ingresso nel capitale di un private equity, e un business cucito su misura dei partner, per il 70% stranieri. Con questi ritmi sostenuti l’azienda si è trasformata: solo nel 2003 fatturava 3 milioni di euro. L’espansione fuori dal comune deve ringraziare anche una scelta di home philosophy che si è rivelata vincente. Tra i punti di forza del brand di arredamento di lusso, c’è il made in Italy “su misura” che abbraccia settori diversi. “Abbiamo realizzato la prima collezione lusso per la spiaggia”, ha concluso Cavalli. “Ci occupiamo anche di aerei, mega yacht e di accessori come gioielli e profumi e puntiamo così ad essere creativi a tutto tondo”. TRA TRADIZIONe E NOVITÀ L’aggancio alla ripresa passa anche dal rinvigorimento di tradizioni già consolidate. A battere quest’ultima strada è stata Porro, l’azienda specializzata in sistemi d’arredo componibili che per questa edi- 7 maggio 2013 pambianco magazine 41

DOSSIER ARREDO Leopold Cavalli Lorenzo Porro zione del Salone del Mobile ha deciso di rileggere i propri prodotti più che produrne di nuovi. “A volte succede che certi pezzi storici di un’azienda non siano più in produzione, nonostante siano ancora dei veri e propri punti di riferimento per gli addetti ai lavori. Per evitare che vengano ingiustamente dimenticati, per quest’anno abbiamo scelto di ridare luce ai nostri gioielli più belli”, ha affermato Lorenzo Porro, presidente dell’azienda brianzola. Anche per Giorgetti il Salone non è stato altro che l’ultima di una lunga serie di occasioni per ribadire il dna del marchio tramite nuove ispirazioni di design in linea con l’anima del brand. Dalla tradizione sono stati ripresi l’utilizzo del legno massello, le trasparenze del vetro tese a rappresentare una sorta di simbiosi tra natura e architettura, e le tonalità vicine ai colori bruciati. Viceversa, c’è chi si è proposto al Salone puntando tutto sulle novità. A partire dal fatto di essere tornati. A rispolverare la propria presenza è stata PoltronaFrau Group che quest’anno si è ripresentata con tutti i suoi marchi, da Cappellini a Cassina a PoltronaFrau. Ma c’è anche chi si è spinto più in là, inventandosi da zero un brand. È stato il caso di Flou, l’azienda che ha sorpreso tutti lanciando non un nuovo complemento d’arredo, ma addirittura un marchio nuovo di zecca: Natevo, una serie di mobili dotati di luce integrata. Era raggiante, quando ne parlava, Massimiliano Messina, alla guida dell’azienda di famiglia specializzata in letti e nata dall’intuizione del padre Rosario, che alla fine degli anni 70 aveva trasformato il modo di concepirli. “È una nuova idea di illuminazione: ad averci ispirati, sono stati l’architettura e la bellezza dei monumenti di notte: è una luce emozionale in grado di creare delle forme”, ha spiegato Messina a Pambianco Magazine. Il progetto, che strizza l’occhio all’eco-soste- Le nuove piattaforme dove il DESIGN è 2.0 Quelli del design 2.0 dribblano il modello poco flessibile dell’azienda accentratrice. Scompongono le fasi imprenditoriali. E riescono a rispondere ai bisogni dei designer emergenti che stentano a trovare aziende disposte a riconoscere royalties dignitose; degli utenti che cercano progetti concreti a prezzo accessibile; e dei terzisti che sono rimasti orfani delle commesse dei grandi brand del design italiano, i cui volumi si sono inabissati. Slowd, Formabilio.com e YouTool: tre piattaforme il cui lancio è avvenuto non più di un biennio fa, seguito da un’ovazione online immediata, con risultati straordinari di social engagement. Segno che i progetti parlano un linguaggio necessario. Slowd, la rivoluzione della fabbrica diffusa, rende reale il mito del design a Chilometro Zero. Come raccontano i due giovani emiliani ideatori, l’idea vuole mettere in relazione i designer emergenti, la qualità delle imprese artigiane e i clienti finali nel proprio territorio. La piattaforma, incubata da Knowbel (e due venture capital italianissimi sono in fase di finalizzazione), coinvolge per ora 40 designer, 60 imprese artigiane, collabora con la Camera Nazionale dell’Artigianato, e pubblica i progetti online che vengono prodotti solo 42 pambianco magazine 7 maggio 2013

DOSSIER ARREDO<br />

In apertura, Nuvola<br />

by Natevo.<br />

La lampada Silenzio,<br />

design di Monica<br />

Armani per Luceplan.<br />

Alessandro Sarfatti<br />

Carlo Giorgetti<br />

Massimiliano Messina<br />

Dunque, che le sfide non più rimandabili<br />

fossero oltre confine, era chiaro<br />

ai 2.500 espositori divisi tra il Salone<br />

Internazionale, quello del Complemento<br />

d’Arredo, il Satellite e le biennali Euroluce<br />

e Ufficio. Il mantra è stato quello di cercare<br />

partner stranieri, in crescita soprattutto<br />

dai Paesi del bacino asiatico, dagli Stati<br />

Uniti, dal Sud America e dall’Africa, oltre<br />

che dai mercati emergenti, e verrebbe da<br />

dire già emersi, della Russia e della Cina.<br />

GLI AFFARI SI FANNO ALTROVE<br />

Nonostante i numeri del Salone confermino<br />

l’interesse per il settore, è stato<br />

lo stesso Roberto Snaidero, presidente<br />

di Federlegno Arredo, a ricordare che<br />

“non dobbiamo però abbassare la guardia<br />

rispetto al mercato interno, dal quale<br />

provengono segnali di preoccupazione<br />

che richiedono provvedimenti efficaci<br />

in tempi rapidi”. D’altra parte, alla vigilia<br />

dell’appuntamento meneghino, lo<br />

stesso Snaidero non faceva mistero delle<br />

intenzioni degli operatori di fare il pieno<br />

di contatti, ordini e partnership con gli<br />

stranieri, quando dichiarava a Il Sole-24<br />

Ore: “Puntiamo ad aumentare missioni<br />

VISIONNAIRE, stile senza confini<br />

Il Salone del Mobile è stato una vetrina importante anche<br />

per i numerosi architetti stranieri scelti da brand italiani<br />

per disegnare i propri modelli. È il caso di Visionnaire,<br />

che ha proposto, tra gli altri, anche i prodotti frutto della<br />

prima collaborazione con la designer moscovita Maria<br />

Serebranaya: “Non esiste un passaporto delle idee, non ci<br />

può essere preconcetto per chi ha la proposta giusta – ha<br />

affermato l’AD dell’azienda emiliana Leopold Cavalli –. Può<br />

essere che l’anno prossimo presenteremo prodotti disegnati<br />

da designer indiani e, perché no, anche cinesi”. D’altronde,<br />

Serebranaya non è stata scelta per caso: conosce bene il<br />

mercato russo, per cui in 15 anni ha progettato più di 100<br />

interni. E, afferma la stilista, vista la popolarità che Visionnaire ha nel Paese, “per me<br />

è un grande onore collaborare con questo marchio e a maggior ragione perché sono<br />

la prima straniera e la prima donna a farlo”.<br />

Maria Serebranaya<br />

economiche all’estero mirate con incontri<br />

B2B tra imprese italiane e rivenditori<br />

locali”. Tra le iniziative all’orizzonte,<br />

Federlegno, insieme a Cosmit (la società<br />

controllata da Federlegno che organizza<br />

il Salone), punta a organizzare un evento<br />

a Shanghai con almeno un centinaio di<br />

imprese italiane del settore perché la Cina<br />

salga nella classifica dei migliori partner:<br />

oggi l’export con il Dragone si colloca<br />

solo al 13esimo posto, scontando gli elevati<br />

costi di spedizione e, in generale, il<br />

complicato nodo della distribuzione. E<br />

così, per ora, l’esportazione del mobile<br />

parla europeo, cui si aggiunge la Russia,<br />

terza in classifica con ben 977.850 euro<br />

di prodotti acquistati. Ma le aziende si<br />

stanno attrezzando per diventare sempre<br />

più internazionali. “Oggi i mercati che<br />

amano e acquistano il prodotto italiano<br />

di lusso sono tendenzialmente extraeuropei:<br />

sono quelli russi, ucraini, dell’ex<br />

blocco sovietico, e poi Asia, Estremo e<br />

Medio oriente”, ha affermato il CEO di<br />

Visionnaire Leopold Cavalli, intervistato<br />

da Pambianco Magazine al piano superiore<br />

dello stand del Salone del Mobile dove<br />

presentava anche la nuova collezione<br />

beach e dehor. Un brand, Visionnaire, che<br />

in soli dieci anni si è distinto per il proprio<br />

lavoro e che ha chiuso il 2012 a 32<br />

milioni di fatturato (+50% sul 2011) con<br />

un incremento costante del 30 per cento.<br />

Complice della crescita è stata una formula<br />

organizzativa che unisce alla visione<br />

familiare il supporto derivato dall’ingresso<br />

nel capitale di un private equity, e un<br />

business cucito su misura dei partner, per<br />

il 70% stranieri. Con questi ritmi sostenuti<br />

l’azienda si è trasformata: solo nel 2003<br />

fatturava 3 milioni di euro. L’espansione<br />

fuori dal comune deve ringraziare anche<br />

una scelta di home philosophy che si è<br />

rivelata vincente. Tra i punti di forza del<br />

brand di arredamento di lusso, c’è il made<br />

in Italy “su misura” che abbraccia settori<br />

diversi. “Abbiamo realizzato la prima collezione<br />

lusso per la spiaggia”, ha concluso<br />

Cavalli. “Ci occupiamo anche di aerei,<br />

mega yacht e di accessori come gioielli e<br />

profumi e puntiamo così ad essere creativi<br />

a tutto tondo”.<br />

TRA TRADIZIONe E NOVITÀ<br />

L’aggancio alla ripresa passa anche dal<br />

rinvigorimento di tradizioni già consolidate.<br />

A battere quest’ultima strada è stata<br />

Porro, l’azienda specializzata in sistemi<br />

d’arredo componibili che per questa edi-<br />

7 maggio 2013 pambianco magazine 41

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