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eportage<br />
lizzazione. “Il nostro target sarà la classe<br />
media emergente cinese”, spiega Bruno<br />
Nardelli, AD dell’azienda, che ha chiuso<br />
il 2012 a 15 milioni e per il 2013 prevede<br />
un +20% dei mercati esteri.<br />
Lo spagnolo Festina Group, con i suoi 5<br />
marchi Festina, Lotus, Jaguar, Candino<br />
e Calypso (più le case made in Swiss<br />
Perrelet e Leroy) continua a puntare alle<br />
fasce media e medio-bassa forte di una<br />
produzione autonoma con fabbriche in<br />
Spagna e Svizzera. Il focus del 2013 è<br />
anche sull’interattività, con un grande<br />
videowall sulle pareti esterne dello stand<br />
da 2.500 mq che proietta le pagine di<br />
Festina sui social network.<br />
“Siamo in una fase di rilancio con un<br />
nuovo posizionamento accessibile”,<br />
dichiara Bruno Grande, CEO<br />
di Jeanrichard. Il marchio del gruppo<br />
Sowind, mira oggi a evitare sovrapposizioni<br />
con Girard-Perregaux, occupando il<br />
segmento entry price del lusso. “Con uno<br />
scontrino medio di 2.500 franchi – prosegue<br />
- abbiamo un rapporto qualità-prezzo<br />
eccezionale”. A Basilea Jeanrichard<br />
presenta quattro collezioni basate su una<br />
nuova cassa con costruzione di tipo automobilistico,<br />
rimando al Dna del marchio.<br />
Guardando, infine, alla gioielleria, la<br />
dinamica si ripropone. Se H&M, il colosso<br />
della moda low cost, sta lanciando i<br />
marchi premium Cos e & Other Stories,<br />
anche l’‘H&M dei gioielli’, Swarovski,<br />
punta a diventare un grande gruppo con<br />
diversi marchi in portfolio, da sviluppare<br />
internamente, come Atelier Swarovski<br />
e lola&grace, o acquisire. Lo shopping<br />
del colosso austriaco da 2,22 miliardi di<br />
fatturato globale riguarderà 3 o 4 marchi<br />
di gioielleria. “Pensiamo a brand con<br />
un posizionamento complementare a<br />
Swarovski, quindi nella direzione della<br />
fine jewelry – dice Robert Buchbauer,<br />
direttore strategico di Swarovski<br />
Consumer Goods Business –. In Italia? Ci<br />
sono candidati interessanti”. Di recente,<br />
Swarovski ha anche testato una collezione<br />
di fine jewelry in Cina, creando 6<br />
corner ad hoc in altrettante boutique.<br />
Dall’alto in senso<br />
orario: Hublot<br />
Big Bang Unico;<br />
Hermès Arceau<br />
Le Temps<br />
Suspendu; Sicis<br />
O’Clock.<br />
Prosegue la caccia ai brand del made in Italy da parte<br />
dei colossi francesi. Per Pinault due colpi in pochi giorni.<br />
si stava guardando attorno per trovare<br />
un partner industriale che consentisse<br />
di sviluppare la rete retail<br />
non solo al di là dei confini nazionali,<br />
ma anche fuori dall’Europa dove<br />
si trova la maggior parte<br />
delle sue 86 boutique<br />
mondiali, cui si aggiungono<br />
600 punti vendita<br />
in tutto il mondo. Così,<br />
dopo il susseguirsi di<br />
rumors che davano tra i<br />
pretendenti anche Tiffany<br />
e Prada, è stato firmato<br />
l’accordo con Ra.Mo SpA, la holding<br />
che detiene l’82% di Pomellato<br />
e che riunisce al suo interno il fondatore<br />
Pino Rabolini e l’AD Andrea<br />
Morante, per l’acquisizione della<br />
quota di maggioranza per una cifra<br />
che non è stata rivelata, ma che è<br />
stata stimata in 300 milioni di euro.<br />
La restante quota del 18% rimarrà<br />
nelle mani della famiglia Damiani,<br />
entrata nel capitale nel<br />
2002 attraverso la holding<br />
Sparkling.<br />
Discorso diverso per Richard<br />
Ginori, marchio storico<br />
dell’arts de la table che ha<br />
rischiato di chiudere i battenti<br />
senza ottenere concrete<br />
manifestazioni di interesse.<br />
Mentre si stava per suonare il de<br />
profundis della maison di ceramiche,<br />
sul tavolo del tribunale fallimentare<br />
di Firenze è arrivata la proposta di<br />
Gucci. Tredici milioni per riportare<br />
il marchio alla grandezza dei tempi<br />
passati e salvare 230 dipendenti su<br />
un totale di 305. L’investimento<br />
comprende il marchio e la fabbrica<br />
di Sesto Fiorentino (Firenze), ma<br />
non la proprietà immobiliare della<br />
maxi area industriale il cui l’affitto<br />
scadrà nel dicembre 2016. Nessun<br />
dubbio però sulla volontà di rimanere<br />
ancorati al territorio fiorentino<br />
da parte del management di Gucci.<br />
“Richard Ginori andava salvata”,<br />
ha proclamato il presidente e AD<br />
di Gucci Patrizio di Marco. Ma con<br />
una situazione di crisi e di mancanza<br />
di liquidità a togliere l’ossigeno<br />
all’eccellenza del made in Italy, la lista<br />
delle acquisizioni potrebbe non finire<br />
qui. (m.b.)<br />
7 maggio 2013 pambianco magazine 35