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Hermès, artigiano contemporaneo dal 1837. - PambiancoNews

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ANALISI MULTIMARCA<br />

nel 2011 le vendite di beni di lusso in<br />

rete dovrebbero aumentare del 25%, e<br />

nel 2015 raggiungeranno gli 11 miliardi<br />

di euro. Vista la velocità con cui stanno<br />

nascendo i siti di e-commerce dei multibrand<br />

italiani (una decina di casi in due<br />

anni), una fetta di questi consumi, strategica<br />

perché valica i confini nazionali e<br />

garantisce un respiro ancora più internazionale<br />

ai negozi, potrebbe<br />

essere appannaggio<br />

dei multibrand<br />

italiani.<br />

Il giro d’affari<br />

dell’online sulle vendite<br />

complessive delle<br />

boutique è ancora minoritario<br />

perché l’eshop<br />

è stato avviato<br />

da poco. Va poi detto<br />

che gli investimenti<br />

per l’avvio di una piattaforma<br />

di e-commerce<br />

possono eguagliare<br />

quelli per l’apertura<br />

di un negozio vero e<br />

proprio. “Abbiamo<br />

lanciato il progetto e-commerce meno<br />

di tre anni fa – ha raccontato Giuseppe<br />

Giglio della boutique Giglio di Palermo<br />

– e il ritmo di crescita ci ha sbalorditi.<br />

Ora l’online rappresenta un fatturato di<br />

circa 3 milioni, pari al 15% dei nostri ricavi<br />

totali. È una quota ancora piccola,<br />

ma bisogna considerare che la boutique<br />

ha alle spalle una storia di settant’anni<br />

mentre il sito si è sviluppato in breve<br />

tempo”. Solo per dare un’idea del tipo<br />

di business, la piattaforma software Giglio.com<br />

è stata realizzata internamente<br />

e lo staff oggi si compone di 35 persone.<br />

Nel primo quadrimestre del 2011 i visitatori<br />

sono aumentati del 218% per un<br />

totale di oltre 1,7 milioni di utenti unici<br />

da 191 nazioni, che hanno visualizzato<br />

più di venti milioni di pagine. Al Duca<br />

d’Aosta, sei boutique nelle principali città<br />

venete, il salto sull’online l’ha lanciato<br />

a marzo del 2010. “Ci stiamo ancora affacciando<br />

al grande pubblico – ha affermato<br />

Cristiano Ceccato – ma la crescita<br />

è veramente notevole, soprattutto per<br />

la donna. Ogni cinque acquisti, quattro<br />

riguardano il womenswear e uno<br />

il menswear. E giusto per dare un’idea<br />

del giro d’affari, nel mese di settembre<br />

il canale online ha superato il fatturato<br />

“Il lusso è l’area meno<br />

toccata <strong>dal</strong>la crisi, ma<br />

il problema non è<br />

l’erosione del potere<br />

di spesa, piuttosto la<br />

fiducia in generale<br />

e proprio su questo<br />

noi retailer dobbiamo<br />

lavorare”<br />

Giuseppe Giglio<br />

di due nostri negozi”.<br />

Quella che si muove tra i click dei multibrand<br />

store online è soprattutto una<br />

clientela internazionale. “Soprattutto<br />

clienti nuovi – ha aggiunto Ceccato –<br />

che hanno approcci diversi da quelli<br />

tradizionali che potremmo definire offline.<br />

Ma scelgono il multibrand online<br />

per gli stessi motivi che spingono i clienti<br />

ad entrare in negozio.<br />

Per il servizio. Noi<br />

non vendiamo solo un<br />

prodotto, vendiamo<br />

la capacità di ascoltare<br />

il cliente. Certo,<br />

su internet è diverso<br />

ma, per esempio,<br />

proponiamo sempre<br />

gli abbinamenti, spieghiamo<br />

cosa c’è dietro<br />

al capo”. Un anno fa<br />

anche Tiziana Fausti<br />

ha aperto il suo sito<br />

di e-commerce. “Per<br />

aprirci ancora di più<br />

verso il mondo – ha<br />

spiegato l’imprenditrice<br />

– e i risultati non sono mancati. Arriveremo<br />

a raggiungere il 50% dei ricavi<br />

totali con l’online ma stiamo parlando di<br />

strategie a lungo termine”.<br />

Sulla stessa scia anche Vinicio Ravagnani,<br />

titolare della boutique Vinicio di<br />

Legnano che otto mesi fa ha inaugurato<br />

il canale di vendite online. “L’abbiamo<br />

fatto soprattutto per dare un’impronta<br />

forte alla comunicazione, per modernizzarci,<br />

più che per incrementare sensibilmente<br />

le vendite. Certo, in un secondo<br />

momento mi auguro che l’e-commerce<br />

diventi anche una fonte importante di<br />

ricavi”. Se molti player hanno deciso di<br />

inaugurare la piattaforma online strutturandosi<br />

da soli, altri si sono affidati a<br />

società specializzate nell’e-commerce.<br />

È il caso di Tessabit, Penelope e Spinnaker<br />

per citare i nomi più conosciuti che<br />

hanno aperto la loro boutique virtuale<br />

insieme a FarFetch.com.<br />

Nato da un’idea di José Neves, FarFetch<br />

è una sorta di aggregatore che raccoglie<br />

in un’unica homepage le vetrine virtuali<br />

di numerose boutique di tutto il mondo<br />

e gestisce l’intera attività e-commerce<br />

dei multibrand presenti. Cosa che, per<br />

i singoli negozi, significa non dover sostenere<br />

i costi di attivazione di un sito<br />

e presentare la collezione insieme ad<br />

altri multibrand internazionali con il<br />

risultato di attrarre il cliente straniero<br />

all’acquisto presso un negozio fino a pochi<br />

momenti fa per lui sconosciuto. Per<br />

il momento sono 18 le boutique in Italia<br />

che si appoggiano a questa piattaforma<br />

(soprattutto negozi di tendenza) ma da<br />

Londra fanno sapere che stanno già lavorando<br />

per aumentare il numero delle<br />

vetrine italiane.<br />

Dall’alto, l’homepage del sito FarFetch, sotto la<br />

vetrina on-line di Vinicio e il sito di e-commerce<br />

RUN in2 di Folli Follie e Base blu.<br />

48 PAMBIANCOWEEK 10 novembre 2011

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