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Hermès, artigiano contemporaneo dal 1837. - PambiancoNews

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INCHIESTA<br />

non deve pensare a Facebook come<br />

all’ennesimo canale di comunicazione,<br />

dove avere visibilità e parlare di sé, ma<br />

come a un vero e proprio territorio di<br />

relazione”.<br />

PAGINA GLOBALE O LOCALE?<br />

Un altro elemento strategico per la fan<br />

page azien<strong>dal</strong>e è la struttura della pagina:<br />

meglio un’unica globale o più declinazioni<br />

locali? “Dipende <strong>dal</strong>la struttura<br />

interna dell’azienda “risponde Pietro<br />

Schira di Puma, e aggiunge: “A monte<br />

però va definito bene l’approccio: oggi<br />

bisogna considerare Facebook non<br />

più come un elemento accessorio del<br />

marketing mix, ma come un elemento<br />

chiave, è un media in se stesso. Per cui,<br />

quando si progetta una campagna, bisogna<br />

pensare a priori che andrà in televisione,<br />

negli store e anche su Facebook:<br />

cioè il messaggio non andrà riadattato<br />

sul social network in un secondo<br />

momento, ma già in fase di progettazione<br />

bisogna tenere presente quella<br />

che sarà la declinazione su Facebook.<br />

Questo è il punto di partenza per il<br />

giusto approccio. La forza di Facebook<br />

è che consente un contatto quasi personale<br />

con il consumatore, da amico, e<br />

al contempo si raggiungono milioni di<br />

persone. Questo non è possibile con la<br />

tv o la stampa. Detto questo, se la struttura<br />

di marketing dell’azienda è organizzata<br />

per regioni geografiche, penso<br />

che sia meglio avere una pagina globale<br />

dove l’head quarter dà le direttive,<br />

ma anche un’attività di stimolo gestita<br />

localmente per integrare i contenuti. E’<br />

quello che facciamo con la fan page di<br />

Puma, dove ai temi globali aggiungiamo<br />

contenuti addizionali creando un<br />

legame con i cittadini di una particolare<br />

area geografica. Probabilmente entro<br />

fine anno avremo la fan page tradotta<br />

integralmente in italiano”. Bisogna<br />

dire che, tra le aziende internazionali<br />

della moda è difficile trovare realtà<br />

che abbiano pagine locali su Facebook,<br />

mentre nel settore della cosmetica,<br />

ad esempio, troviamo fan page come<br />

L’Oréal Paris Italia e Sephora Italia. E<br />

spostandoci in tutt’altro settore, che<br />

dire di Walmart, colosso americano<br />

della distribuzione che ha deciso di creare<br />

3500 pagine su Facebook, una per<br />

ogni punto vendita negli Stati Uniti e<br />

gestita ognuna <strong>dal</strong> singolo supermercato?<br />

Senza arrivare a tali livelli di “localizzazione”,<br />

è chiaro che la vicinanza al<br />

consumatore consente comunicazioni<br />

e relazioni più efficaci. Secondo una<br />

ricerca di Syncapse pubblicata <strong>dal</strong> sito<br />

americano Ad Age Digital, le pagine<br />

locali su Facebook fanno crescere del<br />

36% l’engagement rispetto a quelle globali.<br />

Sono più utili quindi in termini<br />

di partecipazione, relazione, creazione<br />

di feedback. “E’ vero però che, a livello<br />

di branding, una pagina globale con<br />

milioni e milioni di fans ha una sua<br />

efficacia! Semmai bisogna dare nuove<br />

opportunità agli utenti del social network,<br />

a livello locale” afferma Marcello<br />

De Luca, cofounder di Hypenlab.com,<br />

società di New York che crea piattaforme<br />

interattive per boutique di lusso<br />

su Facebook, ma anche su altri canali<br />

(email, Twitter, mobile). E aggiunge:<br />

“Con il nostro software offriamo a ogni<br />

negozio il proprio sito personale, dove il<br />

retailer invita i clienti in forma esclusiva.<br />

Qui i consumatori potranno visionare<br />

contenuti creati ad hoc, essere informati<br />

su eventi, nuovi arrivi, ecc, ma<br />

soprattutto verranno dati ai clienti gli<br />

strumenti per interagire con gli amici di<br />

Facebook e invitarli al sito. Siamo attivi<br />

su più Paesi e <strong>dal</strong> primo gennaio 2012<br />

serviremo anche alcune boutique di via<br />

Montenapoleone a Milano, che grazie a<br />

noi si doteranno di un loro sito specifico<br />

per dialogare con i consumatori”.<br />

38 PAMBIANCOWEEK 10 novembre 2011

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