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PREVENIRE LE CONSEGUENZE DEL DIABETE • un maggior apporto di tutte le sostanze nutritive (pari a circa un litro di latte al dì), per la crescita del bambino; • il frazionamento in sei o sette pasti contenenti carboidrati, per accorciare i momenti di digiuno ed evitare così l’acetone. Infatti il consumo energetico del nascituro aumenta il fabbisogno calorico della madre (e questo spiega la tendenza all’ipoglicemia nel I trimestre). E’ importante che il supplemento contenga proteine e grassi, indispensabili per la crescita del figlio, nonché carboidrati ogni 2 ore per contrastare la tendenza - tipica della gravidanza - a sviluppare facilmente acetone. L’apporto di carboidrati deve essere adattato all’attività fisica e, a parità di condizioni, deve essere costante come quantità e orario. (Vedi Ccap. 5.F: Attività fisica). Può essere necessario, se il medico lo consiglia, aggiungere supplementi di ferro e calcio. E’ inoltre importante limitare l’alcol ed evitare gli edulcoranti artificiali e il fumo. Attenzione alla nausea! Poiché bisogna comunque continuare ad alimentarsi, è utile imparare a trasformare la dieta abituale in dieta liquida o semiliquida. In caso di necessità si può tentare con un farmaco antivomito, consigliato dal medico. In caso di vomito invincibile, sarà necessario un immediato ricovero per iniziare una nutrizione per via venosa. Durante l’allattamento il supplemento calorico può essere dimezzato (diventando pari a 1/2 litro di latte al dì). B) COMPRESSE IPOGLICEMIZZZANTI Sono da evitare durante la gravidanza, per un certo rischio di malformazioni che il loro uso comporta. E’ bene dunque limitarne l’uso da parte di tutte le donne in età feconda e comunque abbandonarle tassativamente dal momento in cui si programma una gravidanza. C) INSULINA L’insulina è usata in quei casi di diabete gestazionale che non 218
Diabete e gravidanza rispondono prontamente a una dieta “normale” e in tutte le donne già diabetiche. Il suo fabbisogno si modifica progressivamente durante tutta la gravidanza, fino al momento del parto. Tale modifica è molto variabile da una donna all’altra. Durante il 1o trimestre il fabbisogno insulinico rimane invariato o diminuisce leggermente ma, a partire dal 4o mese e per tutto il 2o e 3o trimestre, aumenta in continuazione fino a raggiungere al momento del parto un valore pari al 150-300% del fabbisogno iniziale. Questo progressivo aumento del fabbisogno insulinico a partire dal 2° trimestre rende necessari controlli quotidiani della glicemia e frequenti aggiustamenti del dosaggio insulinico. Subito dopo il parto, il fabbisogno insulinico dell’organismo torna istantaneamente a quello che era prima della gravidanza. Bisogna dunque essere pronti a ridurre la dose di insulina da un giorno all’altro per evitare pericolose ipoglicemie. Per chi vuole saperne di più Il crescente aumento del fabbisogno insulinico è dovuto all’attività della placenta che, oltre a svolgere le funzioni di filtro selettivo che abbiamo visto, costituisce un vero e proprio organo endocrino, cioè produttore di ormoni. Gli ormoni prodotti dalla placenta (lattogeno placentare, estrogeni, prolattina, ecc.) hanno tutti un’azione antagonista dell’insulina. Poiché la placenta ne produce sempre più, mano a mano che cresce di dimensioni, soprattutto a partire dal 4o mese, sempre più insulina sarà necessaria per equilibrare la loro azione iperglicemizzante. Con il parto e l’espulsione della placenta cessa all’istante la causa dell’aumentato fabbisogno insulinico. III 14 Per quanto riguarda gli schemi di somministrazione dell’insulina, è indispensabile frazionarla in 4 iniezioni. Questo schema consente di ottenere le glicemie più basse senza correre il rischio di ipoglicemia (vedi Cap. 4.E). Anche l’infusione sottocutanea continua per mezzo di un microinfusore (vedi Cap. 4.B.4) può essere usata vantaggiosamente. 219
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<strong>Diabete</strong> e gravidanza<br />
rispondono prontamente a una dieta “normale” e in tutte le donne già<br />
diabetiche.<br />
Il suo fabbisogno si modifica progressivamente durante tutta <strong>la</strong> gravidanza,<br />
fino al momento <strong>del</strong> parto. Tale modifica è molto variabile da<br />
una donna all’altra. Durante il 1o trimestre il fabbisogno insulinico<br />
rimane invariato o diminuisce leggermente ma, a partire dal 4o mese e<br />
per tutto il 2o e 3o trimestre, aumenta in continuazione fino a raggiungere<br />
al momento <strong>del</strong> parto un valore pari al 150-300% <strong>del</strong> fabbisogno<br />
iniziale.<br />
Questo progressivo aumento <strong>del</strong> fabbisogno insulinico a partire dal<br />
2° trimestre rende necessari controlli quotidiani <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia e frequenti<br />
aggiustamenti <strong>del</strong> dosaggio insulinico.<br />
Sub<strong>it</strong>o dopo il parto, il fabbisogno insulinico <strong>del</strong>l’organismo torna<br />
istantaneamente a quello che era prima <strong>del</strong><strong>la</strong> gravidanza. Bisogna dunque<br />
essere pronti a ridurre <strong>la</strong> dose di insulina da un giorno all’altro per<br />
ev<strong>it</strong>are pericolose ipoglicemie.<br />
Per chi vuole saperne di più<br />
Il crescente aumento <strong>del</strong> fabbisogno insulinico è dovuto all’attiv<strong>it</strong>à<br />
<strong>del</strong><strong>la</strong> p<strong>la</strong>centa che, oltre a svolgere le funzioni di filtro selettivo che<br />
abbiamo visto, cost<strong>it</strong>uisce un vero e proprio organo endocrino, cioè<br />
produttore di ormoni. Gli ormoni prodotti dal<strong>la</strong> p<strong>la</strong>centa (<strong>la</strong>ttogeno<br />
p<strong>la</strong>centare, estrogeni, pro<strong>la</strong>ttina, ecc.) hanno tutti un’azione antagonista<br />
<strong>del</strong>l’insulina. Poiché <strong>la</strong> p<strong>la</strong>centa ne produce sempre più, mano<br />
a mano che cresce di dimensioni, soprattutto a partire dal 4o mese,<br />
sempre più insulina sarà necessaria per equilibrare <strong>la</strong> loro azione<br />
iperglicemizzante. Con il parto e l’espulsione <strong>del</strong><strong>la</strong> p<strong>la</strong>centa cessa<br />
all’istante <strong>la</strong> causa <strong>del</strong>l’aumentato fabbisogno insulinico.<br />
III<br />
14<br />
Per quanto riguarda gli schemi di somministrazione <strong>del</strong>l’insulina, è<br />
indispensabile frazionar<strong>la</strong> in 4 iniezioni. Questo schema consente di<br />
ottenere le glicemie più basse senza correre il rischio di ipoglicemia<br />
(vedi Cap. 4.E).<br />
Anche l’infusione sottocutanea continua per mezzo di un microinfusore<br />
(vedi Cap. 4.B.4) può essere usata vantaggiosamente.<br />
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