22.04.2014 Views

download - Diocesi di Parma

download - Diocesi di Parma

download - Diocesi di Parma

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Welfare<br />

Tagli <strong>di</strong> 2 milioni ai Piani<br />

<strong>di</strong> Zona. Sforbiciate le<br />

aree anziani e infanzia.<br />

Incremento <strong>di</strong> risorse<br />

per i <strong>di</strong>sabili.<br />

Iniziazione<br />

Prime Comunioni e<br />

Cresime. I nuovi percorsi<br />

della catechesi genitorifigli,<br />

con incontri<br />

guidati.<br />

Multiculturale<br />

La 16esima e<strong>di</strong>zione della<br />

Festa a Collecchio, dal 29<br />

giugno. Crocevia dei<br />

popoli, ricordando<br />

Giacomo Truffelli.<br />

4 12<br />

18<br />

POSTE ITALIANE S.P.A. • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE • D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB PARMA<br />

euro 1,65<br />

anno XCIII<br />

GIORNALE<br />

LOCALE<br />

ISSN 1825-2907<br />

2 0 0 2 3<br />

DIOCESI DI PARMA<br />

9 7 7 1 8 2 5 2 9 0 0 0 6<br />

23<br />

I<br />

Parole<br />

dentro il Nad<br />

l nuovo assetto della <strong>di</strong>ocesi prende forma<br />

e gambe, domenica 24 giugno, festa della<br />

Chiesa.<br />

Un passo in<strong>di</strong>viduato da tempo, maturato in un<br />

lungo cammino <strong>di</strong> consultazione e <strong>di</strong> riflessione<br />

con<strong>di</strong>visa, secondo uno stile sinodale. Segno <strong>di</strong><br />

una Chiesa che vuol camminare insieme, a costo<br />

– qualche volta – <strong>di</strong> rallentare il passo per aspettare<br />

chi ha il fiato più corto. Senza però retrocedere<br />

dalla meta.<br />

Sintetizzato in una sigla, Nad, ormai <strong>di</strong>venta familiare<br />

nel nostro linguaggio, che racchiude tanti<br />

significati, più volte richiamati dal nostro vescovo.<br />

Cambiamento, che non deve incutere timore, ma<br />

generare fiducia, in un atteggiamento <strong>di</strong> apertura<br />

che ci fa vedere proprio nel nuovo un’ispirazione<br />

dello Spirito Santo. E che ci fa restare giovani<br />

dentro. Al contrario, infatti, chi è vecchio nel<br />

cuore e soffre <strong>di</strong> sclerocar<strong>di</strong>a, vive rassegnato,<br />

senza altro scopo che tirare a campare, arroccato<br />

nelle proprie conquiste, non <strong>di</strong>sponibile a mettersi<br />

in gioco.<br />

Nuova parrocchia: ancora il termine “nuovo”, che<br />

qualifica una realtà tra<strong>di</strong>zionale: la parrocchia, ad<br />

in<strong>di</strong>care una scelta chiara della <strong>di</strong>ocesi. La parrocchia<br />

come forma <strong>di</strong> chiesa presente in modo<br />

capillare nel territorio, capace <strong>di</strong> abbracciare le<br />

<strong>di</strong>verse età e fasi della vita e, nello stesso tempo,<br />

la necessità <strong>di</strong> una sua rivitalizzazione, <strong>di</strong> un suo<br />

ripensamento. Parrocchia che si gioca nel territorio,<br />

inteso non solo come luogo geografico, ma<br />

come luogo teologico.<br />

Alla base, alcune <strong>di</strong>mensioni che devono caratterizzare<br />

il nostro essere e agire pastorale, paragonati<br />

ad “affluenti” che alimentano il grande alveo<br />

della comunità cristiana.<br />

La comunione, tra preti, tra vocazioni e ministeri<br />

<strong>di</strong>versi, tra parrocchie. Comunione che non è la<br />

somma algebrica delle forze in campo, ma è un<br />

modo concreto <strong>di</strong> vivere l’essere ad immagine e<br />

somiglianza <strong>di</strong> Dio famiglia. Che si traduce nell’accoglienza,<br />

nel sostegno reciproco e nella stima<br />

della presenza e del dono dell’altro.<br />

La corresponsabilità, che ci vede non destinatari<br />

<strong>di</strong> qualcosa che atten<strong>di</strong>amo dagli altri, ma partecipi<br />

e protagonisti <strong>di</strong> un progetto che ci appartiene.<br />

E che vuol <strong>di</strong>re superare la visione del singolo<br />

prete od operatore pastorale.La ministerialità,<br />

che chiede <strong>di</strong> essere aperta anche a forme nuove<br />

<strong>di</strong> servizio, che sappiano essere in ascolto dei bisogni<br />

e dei segni dei tempi e valorizzare competenze<br />

e <strong>di</strong>sponibilità. Con quella fantasia creativa<br />

che l’amore sa suscitare.Parole che non sono opzionali,<br />

ma costitutive del Nad.<br />

Maria Cecilia Scaffar<strong>di</strong><br />

LEGGI IL SETTIMANALE<br />

DELLA TUA DIOCESI<br />

Ogni venerdì<br />

in e<strong>di</strong>cola<br />

e nelle parrocchie<br />

22 GIUGNO 2012<br />

Chiesa<br />

in festa<br />

Domenica il Vescovo presenterà alla<br />

<strong>Diocesi</strong> le linee guida delle Nuove<br />

parrocchie. E in Cattedrale il grazie<br />

per l’Anno pastorale.<br />

2,10,11<br />

AGENZIA PARMA SANTA BRIGIDA<br />

Agente Generale:<br />

CAVARRETTA DOTT. GAETANO<br />

Borgo XX Marzo, 18/d - <strong>Parma</strong><br />

Tel. 0521.289580 - Fax 0521.200467<br />

E mail: parmasantabrigida@cattolica.it<br />

AGENZIA CERTIFICATA SISTEMA<br />

QUALITÀ ISO 9001: 2000


SE UNA SERA A CENA SI PARLASSE DI NAD<br />

voci<br />

2<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

Mettiamo caso che un vicario episcopale fosse<br />

invitato a cena e al caffè, <strong>di</strong>stratti dalle partite<br />

e in lotta con la <strong>di</strong>gestione, nascessero alcune<br />

domande, così alla buona.<br />

L’<br />

unione a Cristo e la<br />

comunione nel presbiterio<br />

sono in<strong>di</strong>spensabili<br />

per il nostro ministero<br />

pastorale. A volte ci<br />

sentiamo caricati <strong>di</strong> pesi che<br />

non riusciamo a sostenere,<br />

in ansia per le troppe incombenze<br />

o per le attese <strong>di</strong><br />

tanti che sembravo gravare<br />

solo su <strong>di</strong> noi. Se ascoltiamo<br />

il Signore avvertiamo che<br />

non siamo soli: Lui ci accompagna,<br />

ci fa capire il dono<br />

del presbiterio e <strong>di</strong> tanti<br />

fratelli e sorelle.<br />

Con fiducia, allora, possiamo<br />

riprendere in mano la<br />

lettera pastorale triennale: “<br />

Ho un popolo numeroso in<br />

questa città”, frutto <strong>di</strong> un<br />

ascolto impegnativo e <strong>di</strong><br />

una stesura con<strong>di</strong>visa: la sua<br />

progressiva ricezione, esprime<br />

anche il grato riconoscimento<br />

per l’impegno <strong>di</strong> tantissimi<br />

laici, sempre più solleciti<br />

alla corresponsabilità<br />

nella conduzione della nostra<br />

chiesa.<br />

Nella prima parte del testo si<br />

presenta in Cristo il fondamento<br />

della Chiesa e, nella<br />

seconda parte, le scelte per i<br />

prossimi anni. I sei ambiti,<br />

come più volte ci siamo det-<br />

DIOCESI DI PARMA<br />

«Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini e delle donne<br />

<strong>di</strong> oggi, dei poveri soprattutto e <strong>di</strong> tutti coloro che soffrono, sono pure<br />

le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Cristo,<br />

e nulla vi è <strong>di</strong> genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore».<br />

(Gau<strong>di</strong>um et spes, 1)<br />

Direttrice responsabile: Maria Cecilia Scaffar<strong>di</strong><br />

Vice <strong>di</strong>rettore: don Luciano Genovesi<br />

In redazione: Francesco Dra<strong>di</strong>, Alessandro Ronchini.<br />

Pagina Fe<strong>di</strong>: Laura Caffagnini.<br />

Fotografie: Erick Ceresini, Massimo Fochi.<br />

Hanno contribuito a questo numero: Agenzia Sir, Casa della Giovane, Nando Bonati,<br />

Liliana Castagneti, Erick Ceresini, Clau<strong>di</strong>a Gainotti, Aluisi Tosolini.<br />

Redazione e amministrazione: <strong>Parma</strong> - Piazza Duomo, 1 (Palazzo del Vescovado)<br />

- Tel. 0521.230451 - Fax 0521.206265 - E-mail: redazione@vitanuovapr.it<br />

- amministrazione@vitanuovapr.it.<br />

Pubblicità e <strong>di</strong>ffusione: William Tedeschi - Tel. 0521.230451 - Cell.<br />

338.4074037 - Fax 0521.206265 - Email: pubblicita@vitanuovapr.it .<br />

E<strong>di</strong>trice: Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti.<br />

Iscritto il 15-12-1950 al n. 75 del Registro stampa del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>. Iscritto<br />

al Roc n. 1758. Iscritto al Rea dal 21-1-1997 n. 199562.<br />

Il giornale usufruisce dei contributi statali <strong>di</strong>retti <strong>di</strong> cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.<br />

• Ma <strong>di</strong>mmi bene del Nuovo Assetto della<br />

<strong>Diocesi</strong> (NAD) va poi avanti ?<br />

Certo domenica 25 giugno, il vescovo olo presenta<br />

alla <strong>di</strong>ocesi. Non lo sai? Non leggi Vita<br />

Nuova ?<br />

• La mia parrocchia, le parrocchie vengono<br />

eliminate?<br />

No. La ”Nuova Parrocchia” in<strong>di</strong>ca, un modo<br />

nuovo <strong>di</strong> fare parrocchia, ma non le elimina. E’<br />

una forma <strong>di</strong> unità pastorale tra più parrocchie<br />

che hanno una cura pastorale unitaria, al<br />

fine <strong>di</strong> un cammino comune e coor<strong>di</strong>nato, attuando<br />

così la comunione e la missione della<br />

Chiesa. Ognuna mantiene la propria identità<br />

giuri<strong>di</strong>ca. La novità è la collaborazione e la comunione<br />

che arriva ad una pastorale comune.<br />

• Che novità ci sono?<br />

La più qualificante è il Servizio Ministeriale.<br />

Ne fanno parte le principali figure ministeriali<br />

presenti nella Nuova Parrocchia e da altre<br />

ritenute importanti: il Presbitero Moderatore,<br />

gli altri presbiteri, i <strong>di</strong>aconi, un rappresentante<br />

delle comunità religiose, una coppia <strong>di</strong> sposi<br />

e laici che operano al servizio della Nuova<br />

Parrocchia. Ha il compito <strong>di</strong> favorire la comunione<br />

tra i vari soggetti che compongono la<br />

Nuova Parrocchia attraverso la preghiera e la<br />

con<strong>di</strong>visione, e suscitare valutazioni e idee da<br />

proporre Consiglio Pastorale della Nuova Parrocchia.<br />

• Parli come un libro stampato, ma allora<br />

c’è ancora il Consiglio Pastorale?<br />

Sì! Ma è unico per la Nuova Parrocchia e ogni<br />

parrocchia dovrà essere rappresentata, ma i<br />

partecipanti avranno a cuore la comunione<br />

pastorale <strong>di</strong> tutta la Nuova Parrocchia e non<br />

porteranno solo la preoccupazione della loro.<br />

• …e Il Consiglio degli Affari Economici?<br />

Nella Nuova Parrocchia ci sarà un unico Consiglio<br />

per gli Affari Economici (CAE), presieduto<br />

dal Presbitero Moderatore, composto da<br />

fedeli veramente esperti in questioni amministrative.<br />

Per situazioni particolari potranno<br />

rimanere, nelle singole parrocchie, gruppi e<br />

persone che gestiscono alcune cose. Una delle<br />

idee forza del NAD è che nulla <strong>di</strong> buono deve<br />

andare perduto. Ad esempio se c’è qualcuno<br />

che si presta per la fabbriceria della chiesa,<br />

per seguire eventi e iniziative, anche solo sotto<br />

il profilo economico, è bene che continui il<br />

suo servizio. Se ne parlerà all’inizio del cammino<br />

e lo si metterà nel Piano Pastorale Comune.<br />

• Cos’è questa novità?<br />

Il progetto Pastorale Comune è come la mappa<br />

e l’itinerario della pastorale della Nuova<br />

Parrocchia. Risponde alla domanda: cosa facciamo,<br />

come ci cor<strong>di</strong>niamo? Tenendo davanti<br />

le linee date dalla Chiesa universale e dalla<br />

nostra <strong>di</strong>ocesi si cerca <strong>di</strong> conoscere la con<strong>di</strong>zione<br />

sociale, culturale ed ecclesiale, della<br />

Nuova Parrocchia, <strong>di</strong> interpretarne i bisogni,<br />

scegliere le mete possibili, privilegia gli obiettivi<br />

urgenti, provvede al reperimento e alla formazione<br />

degli operatori pastorali e dei ministeri,<br />

e pre<strong>di</strong>sporre la revisione annuale del<br />

cammino fatto, mantiene la memoria dei passi<br />

compiuti. Nel PPC ci troverai dentro le scelte<br />

<strong>di</strong> fondo della nuova parrocchia, come i luoghi<br />

in cui si svolgono le<br />

attività, fino agli orario<br />

delle Sante Messe e ad<br />

eventuali particolarità<br />

della nuova parrocchia.<br />

• Una cosa mi<br />

preoccupa: il mio<br />

parroco resta parroco?<br />

Cosa cambia per<br />

i preti?<br />

Come non è tolta nessuna<br />

parrocchia, così i<br />

parroci restano tali,<br />

tranne che, come può<br />

sempre succedere, siano<br />

trasferiti ad altro incarico.<br />

A loro, come a<br />

tutti, il NAD chiede una<br />

continua conversione<br />

alla comunione, alla<br />

benevolenza, per arrivare ad una pastorale<br />

con<strong>di</strong>visa e comune nella nuova parrocchia e<br />

nella <strong>di</strong>ocesi.<br />

• E ‘sto presbitero moderatore chi è?<br />

Nella NP c’è il presbitero moderatore, nominato<br />

dal vescovo al servizio della collaborazione<br />

dei parroci e dello sviluppo della nuova<br />

parrocchia.<br />

• Se in una Nuova Parrocchia c’è solo un<br />

presbitero?<br />

... non ha problemi con i confratelli… e deve<br />

aiutare a crescere questa nuova realtà insieme<br />

al Servizio Ministeriale e al Consiglio pastorale<br />

della Nuova Parrocchia… Alla ripresa<br />

dell’anno pastorale ci sarà l’elenco <strong>di</strong> tutti i<br />

parroci moderatori: in bocca al lupo!<br />

• Ho sentito parlare <strong>di</strong> un economo…<br />

Ci sono già tante persone che fanno un servizio<br />

importantissimo per la contabilità e per le<br />

questioni economiche delle parrocchie. Sarebbe<br />

bello che nascesse anche la figura dell’economo:<br />

una persona che, su mandato del<br />

parroco moderatore e del consiglio Affari Economici,<br />

sostenesse l’amministrazione or<strong>di</strong>naria<br />

della nuova parrocchia, sollevando il sacerdote<br />

da tanti compiti per consentirgli <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi<br />

<strong>di</strong> più a quello che gli è proprio. Un ministero<br />

vero, importante, volontario.<br />

• Come vanno a finire i beni delle parrocchie?<br />

Sai ben che i beni della chiesa servono per la<br />

pastorale, il culto, la carità… accenno ad alcune<br />

cose, al volo<br />

La titolarità delle strutture resta in capo alle<br />

singole parrocchie, come pure quella delle attività<br />

proprie <strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> esse (es. scuola,<br />

casa <strong>di</strong> riposo, oratorio, etc.). Gli interventi <strong>di</strong><br />

natura straor<strong>di</strong>naria sugli immobili dovranno<br />

essere comunque decisi a livello <strong>di</strong> Nuova Parrocchia.<br />

L’utilizzo <strong>di</strong> strutture e la realizzazione <strong>di</strong> attività<br />

concernenti l’intera Nuova Parrocchia dovranno<br />

essere finanziati con il concorso <strong>di</strong> tutte<br />

le parrocchie, secondo criteri <strong>di</strong> equità in<strong>di</strong>viduati<br />

in sede locale.<br />

Le offerte raccolte presso ciascuna parrocchia,<br />

salvo <strong>di</strong>versa in<strong>di</strong>cazione, restano <strong>di</strong> pertinenza<br />

<strong>di</strong> ognuna <strong>di</strong> esse; dovranno inoltre essere<br />

rispettate le destinazioni legittimamente<br />

determinate dagli offerenti.<br />

In modo graduale e corrispondente alla crescita<br />

e allo sviluppo della Nuova Parrocchia, si<br />

potranno avviare progressivamente forme <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>visione e <strong>di</strong> cassa comune, che esprimano<br />

una reale comunione all’interno della NP e<br />

permettano un uso razionale delle risorse.<br />

• Che nome prende la Nuova Parrocchia?<br />

Bisognerà trovarne uno nuovo per ogni nuova<br />

parrocchia, tenendo conto della tra<strong>di</strong>zione,<br />

della storia e della spiritualità che caratterizzano<br />

il territorio nel quale la Nuova Parrocchia<br />

viene costituita. Poi davanti ad ogni chiesa<br />

ci deve essere una bacheca, <strong>di</strong> eguale modello<br />

per tutta la <strong>di</strong>ocesi, nella quale scrivere<br />

il nome della Nuova Parrocchia, le parrocchie<br />

che la compongono, il nome del Parroco Moderatore<br />

e degli altri parroci, <strong>di</strong> eventuali referenti,<br />

un numero telefonico, la e - mail, il sito<br />

internet se c’è, l’orario delle Sante Messe e del<br />

Sacramento della Penitenza.<br />

Ma vieni domenica in San Giovanni o in Cattedrale:<br />

lì troverai il testo definitivo del NAD.<br />

Non mancare. Prosit!<br />

Dagli interventi del Vescovo: passi verso il Nad<br />

ti, non vanno collocati sullo<br />

stesso piano, ma in una gerarchia<br />

e con una prospettiva<br />

<strong>di</strong>namica. I primi due (“Comunità<br />

cristiana ricca <strong>di</strong> ministeri”,<br />

“Da collaboratori a<br />

corresponsabili”) sono fondanti<br />

per il futuro della nostra<br />

Chiesa, mentre il terzo e<br />

il quarto si riferiscono a fasi e<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita urgenti e<br />

significative e gli ultimi in<strong>di</strong>cano<br />

due <strong>di</strong>mensioni essenziali<br />

del nostro vivere la fede<br />

e la chiesa: l’educazione alla<br />

fede nell’iniziazione cristiana<br />

e la liturgia. Ad essi va unita<br />

la conclusione con l’appello<br />

alla carità, compimento<br />

<strong>di</strong> ogni cosa.<br />

Sotto il profilo pastorale,<br />

quin<strong>di</strong>, la Lettera Pastorale<br />

in<strong>di</strong>ca al nostro ministero<br />

una via chiara: nell’amore<br />

alla Chiesa e nel riconoscimento<br />

dei doni che lo Spirito<br />

Santo le dona, la scelta<br />

prioritaria della corresponsabilità<br />

con i fedeli laici (HP<br />

26 – 43). La formazione globale<br />

alla vita cristiana, ai<br />

contenuti della fede e all’azione<br />

pastorale dovrà essere,<br />

insieme a loro, al primo<br />

posto delle nostre preoccupazioni.<br />

Dovremo abituarci<br />

a tenere costantemente<br />

questo pensiero mentre preghiamo,<br />

quando programmiamo<br />

la pastorale, anche<br />

quando ci prende l’avvilimento<br />

o la tentazione <strong>di</strong> fare<br />

da soli.<br />

Accanto alla preghiera e alla<br />

proposta per la nostra chiamata<br />

sacerdotale, non stanchiamoci,<br />

quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> riconoscere<br />

e sollecitare la vocazione<br />

laicale e ministeriale<br />

<strong>di</strong> tanti chiamati a vivere la<br />

loro con<strong>di</strong>zione, oltre che<br />

nella testimonianza temporale,<br />

anche nel servizio della<br />

Chiesa.“Sono convinto –<br />

scrivevo nella lettera - che<br />

l’insieme <strong>di</strong> questi delicati<br />

temi costituisca un banco <strong>di</strong><br />

prova importante per l’auspicata<br />

corresponsabilità e<br />

comunione nella nostra<br />

chiesa che deve avviarsi, come<br />

punto <strong>di</strong> non ritorno,<br />

verso la promozione <strong>di</strong> una<br />

pastorale integrata, centrata<br />

sulla persona e missionaria”<br />

(HP 42) Ci <strong>di</strong>sponiamo così,<br />

e lo chie<strong>di</strong>amo nella preghiera<br />

al Signore, a guardare<br />

avanti con fiducia al futuro<br />

della nostra <strong>di</strong>ocesi, pronti<br />

anche, cogliendo e interpretando<br />

segni ed eventi nuovi,<br />

a compiere i passi che lo Spirito<br />

Santo vorrà suggerirci.<br />

(dalla Lettera ai preti -<br />

9 marzo 2010)<br />

Tu vuoi che,<br />

preparino ai tuoi figli<br />

la mensa pasquale,<br />

Non da soli, neanche nell’essere<br />

ministri <strong>di</strong> Cristo<br />

morto e Risorto:<br />

nel suo nome rinnovino il<br />

sacrificio redentore, cioè<br />

nel vivere, nel nutrirsi e nell’offrire<br />

il proprio triplice<br />

ministero, al servizio della<br />

comunità, come servi premurosi<br />

del tuo popolo,<br />

nell’annunciare la Parola,<br />

lo nutrano con la tua parola,<br />

e nel celebrare i sacramenti<br />

e lo santifichino con i sacramenti.<br />

Viviamo nella Chiesa e nel<br />

mondo il tempo più bello<br />

che ci sia, perché è il nostro.<br />

Tempo anche <strong>di</strong> cambiamento,<br />

<strong>di</strong> nuovo assetto<br />

della <strong>di</strong>ocesi che ha - nella<br />

comunione e nella sinergia<br />

tra presbiteri, laici, sposi e<br />

persone consacrate - il carattere<br />

che ne costituisce<br />

l’anima e meglio interpreta<br />

lo spirito <strong>di</strong> rinnovamento<br />

che deve pervadere la nostra<br />

Chiesa. La presenza<br />

evangelizzante, secondo la<br />

modalità capillare ( da tanti<br />

invi<strong>di</strong>ata) <strong>di</strong> essere “casa<br />

Abbonamento annuo (45 numeri): Or<strong>di</strong>nario 50 € - Sostenitore 75 €<br />

C.C.P. n. 221432 intestato a «Vita Nuova» <strong>Parma</strong>. Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento<br />

postale 45%, art. 2, comma 20/b, L. 662/96. Filiale <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>.<br />

Stampa: Società E<strong>di</strong>trice Cremonese - Via delle Industrie 2 - Cremona<br />

Tel. 0372.498248<br />

ASSOCIATO<br />

Federazione Italiana<br />

Settimanali Cattolici<br />

tra le case” della nostra<br />

Chiesa, risiede in gran parte<br />

nella conversione <strong>di</strong> tutti,<br />

con l’esempio dei presbiteri,<br />

al volersi bene, all’ascolto<br />

reciproco, che nasce<br />

dalla stima; in altre parole<br />

nella conversione alla comunione<br />

come stile invocato<br />

nella preghiera e attuato<br />

anche con ferma e<br />

gioiosa ascesi sul modello il<br />

Cristo, si sforzino <strong>di</strong> conformarsi<br />

all’immagine del tuo<br />

Figlio, e rendano testimonianza<br />

<strong>di</strong> fedeltà e <strong>di</strong> amore<br />

generoso.<br />

Certo, un percorso non facile,<br />

specialmente dopo anni<br />

e modelli <strong>di</strong> vita pastorale<br />

<strong>di</strong>versi, con una formazione<br />

che tendeva ancora a<br />

tenere <strong>di</strong>stinto il prete dal<br />

popolo <strong>di</strong> Dio dal quale era<br />

stato “tolto”. Se però il cuore<br />

è unito nel Signore per<br />

donare <strong>di</strong> nuovo la vita a<br />

Lui e ai fratelli, nasce ancora,<br />

anzi, si rinnova con<br />

esultanza l’inno della tua<br />

lode per il sacerdozio, dono<br />

del tuo amore, o Padre,<br />

insieme con tutti gli angeli<br />

e i santi.<br />

(Dall’omelia crismale<br />

2012)<br />

ASSOCIATO<br />

Unione Stampa<br />

Perio<strong>di</strong>ca Italiana<br />

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 20 giugno, alle 19.<br />

Tiratura: 1.915 copie.


NATIVITA’<br />

DI SAN GIOVANNI BATTISTA<br />

Luca 1,57-66.80<br />

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e <strong>di</strong>ede alla luce<br />

un figlio. I vicini e i parenti u<strong>di</strong>rono che il Signore aveva<br />

manifestato in lei la sua grande misericor<strong>di</strong>a, e si rallegravano<br />

con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il<br />

bambino e volevano chiamarlo con il nome <strong>di</strong> suo padre,<br />

Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».<br />

Le <strong>di</strong>ssero: «Non c’è nessuno della tua parentela<br />

che si chiami con questo nome». Allora domandavano con<br />

cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese<br />

una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti<br />

furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la<br />

sua lingua, e parlava bene<strong>di</strong>cendo Dio. Tutti i loro vicini furono<br />

presi da timore, e per tutta la regione montuosa della<br />

Giudea si <strong>di</strong>scorreva <strong>di</strong> tutte queste cose. Tutti coloro<br />

che le u<strong>di</strong>vano, le custo<strong>di</strong>vano in cuor loro, <strong>di</strong>cendo: «Che<br />

sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore<br />

era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito.<br />

Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione<br />

a Israele.<br />

Isaia 49,1-6<br />

Ascoltatemi, o isole, u<strong>di</strong>te attentamente, nazioni lontane;<br />

il Signore dal seno materno mi ha chiamato,<br />

fino dal grembo <strong>di</strong> mia madre ha pronunciato il mio nome.<br />

Ha reso la mia bocca come spada affilata,<br />

mi ha nascosto all’ombra della sua mano,<br />

mi ha reso freccia appuntita,<br />

mi ha riposto nella sua faretra.<br />

Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,<br />

sul quale manifesterò la mia gloria».<br />

Io ho risposto: «Invano ho faticato,<br />

per nulla e invano ho consumato le mie forze.<br />

Ma, certo, il mio <strong>di</strong>ritto è presso il Signore,<br />

la mia ricompensa presso il mio Dio».<br />

Ora ha parlato il Signore,<br />

che mi ha plasmato suo servo dal seno materno<br />

per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele<br />

– poiché ero stato onorato dal Signore<br />

e Dio era stato la mia forza –<br />

e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo<br />

per restaurare le tribù <strong>di</strong> Giacobbe<br />

e ricondurre i superstiti d’Israele.<br />

Io ti renderò luce delle nazioni,<br />

perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».<br />

Salmo 138<br />

Io ti rendo grazie: hai fatto <strong>di</strong> me una meraviglia stupenda.<br />

Signore, tu mi scruti e mi conosci,<br />

tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,<br />

inten<strong>di</strong> da lontano i miei pensieri,<br />

osservi il mio cammino e il mio riposo,<br />

ti sono note tutte le mie vie.<br />

Sei tu che hai formato i miei reni<br />

e mi hai tessuto nel grembo <strong>di</strong> mia madre.<br />

Io ti rendo grazie:<br />

hai fatto <strong>di</strong> me una meraviglia stupenda.<br />

Meravigliose sono le tue opere,<br />

le riconosce pienamente l’anima mia.<br />

Non ti erano nascoste le mie ossa<br />

quando venivo formato nel segreto,<br />

ricamato nelle profon<strong>di</strong>tà della terra.<br />

Atti 13,22-26<br />

Lamissionedelservo<br />

Haifatto<strong>di</strong>meunameravigliastupenda<br />

Ci fermiamo su Isaia e Luca: i due brani, anche se solo in<br />

parte, si richiamano.<br />

ISAIA • Nei quattro “Canti del Servo” annuncia che<br />

quello che sta per accadere è più grande <strong>di</strong> ciò che già è accaduto.<br />

Dio stesso sta per intervenire per guidare, personalmente,<br />

il suo popolo. Siamo nel tempo <strong>di</strong>fficile dell’esilio a Babilonia:<br />

nonostante le apparenze, le nazioni e la loro potenza sono<br />

un nulla e presto ne avremo la prova, perché, ecco, saremo<br />

liberati. La potenza <strong>di</strong> Dio rimane anche se sembra sconfitta<br />

o sembrava ridotta al silenzio. Il nuovo esodo è più grande dell’antico,<br />

il ritorno <strong>di</strong> Israele nella terra promessa è in vista dell’alleanza<br />

universale con tutte le nazioni. Si offre quin<strong>di</strong> una ragione<br />

teologica al “troppo poco” <strong>di</strong> cui parla il testo: la missione<br />

<strong>di</strong> Israele non è puramente nazionale, e il suo raduno non<br />

ha un senso unicamente per le “tribù” <strong>di</strong>sperse “<strong>di</strong> Giacobbe”:<br />

il Servo è chiamato a una missione universale. Non si deve<br />

pensare ad una missione del Servo all’interno <strong>di</strong> Israele: Dio<br />

non ha fatto <strong>di</strong> Israele il suo servo solamente per ricondurlo a<br />

sé e per restituirlo ad un’autonomia nazionale nella sua terra.<br />

Il “servo” è Israele sofferente al tempo dell’esilio: Dio lo sta per<br />

liberare con un esodo – appunto – più ampio del precedente.<br />

Essere servo, eved, significa certo appartenere a qualcuno, <strong>di</strong>pendere<br />

da un signore: io ti ho chiamato per nome: tu sei mio<br />

ma significa pure avere un servizio, un compito, un preciso ministero<br />

da svolgere. “Non un inviato e neppure un angelo, ma<br />

egli stesso li ha salvati”.<br />

LUCA • Giovanni, ossia “dono, grazia e amore <strong>di</strong> Dio” è il nome<br />

che gli viene dato non dal padre; con quel figlio si interrompe<br />

un modo <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> Dio, ne inizia un altro più <strong>di</strong>retto,<br />

più imme<strong>di</strong>ato. Ormai Israele, chiamato ripetutamente<br />

da Dio, non è più in grado <strong>di</strong> compiere le promesse. E’ giunto<br />

il “compimento del tempo”: e Dio rimane fedele alle sue promesse.<br />

È lui che si prende cura in prima persona del suo popolo<br />

ancora una volta “schiavo in Egitto”. Giovanni “servo” come<br />

Isaia: chiamato fin dal seno materno ad annunciare, semplicemente<br />

annunciare, quello che Dio sta compiendo per il<br />

suo popolo. E attraverso <strong>di</strong> lui “la mano del Signore” compirà<br />

cose gran<strong>di</strong> non solo per Israele, annunciando il compimento<br />

delle promesse che Dio realizza nella persona <strong>di</strong> suo Figlio.<br />

don Nando Bonati<br />

Parole e giorni<br />

“E TU BAMBINO<br />

SARAI CHIAMATO<br />

PROFETA<br />

DELL’ALTISSIMO” •<br />

“Il più grande fra i<br />

Profeti”, fin dal<br />

grembo materno<br />

ha riconosciuto e<br />

annunciato l’opera<br />

<strong>di</strong> Dio e la venuta<br />

del Messia; l’arrivo<br />

<strong>di</strong> Colui, cioè, a cui<br />

“non era degno <strong>di</strong><br />

slacciare i<br />

sandali”.<br />

EVED<br />

Isaia 49, 1-6 è il secondo<br />

dei quattro “Canti del<br />

Servo”: il Servo si racconta,<br />

quasi a presentare<br />

le sue credenziali perché<br />

giungano fino alle ”isole”<br />

e alle ”nazioni lontane”,<br />

per in<strong>di</strong>care come il dono<br />

<strong>di</strong> Dio, attraverso il suo<br />

servo, non conosce confini.<br />

Il Signore lo ha scelto<br />

fin dalla nascita e lo manda<br />

ad annunciare la sua<br />

parola; a lui è legato da<br />

un vincolo profondo – ”mi<br />

ha nascosto all’ombra<br />

della sua mano”–. Quest’uomo<br />

avverte anche il<br />

rischio legato alla sua vita<br />

donata a Dio, e sa che<br />

l’unico aiuto può venire<br />

dal Signore e quin<strong>di</strong> rinnova<br />

la fiducia in lui: ”la<br />

mia ricompensa è presso<br />

il Signore”. Mentre negli<br />

altri Canti l’identificazione<br />

del Servo è piuttosto<br />

<strong>di</strong>fficile, qui il “Servo”<br />

coincide con il popolo a<br />

cui viene affidato il compito<br />

della ricostruzione<br />

del paese e la liberazione<br />

degli esuli. Il riferimento<br />

al Battista, dunque, è solo<br />

“a senso”; pertanto è<br />

logico pensare che il vero<br />

servo non è il Battista ma<br />

Gesù stesso, il Dio-connoi.<br />

O – per stare con<br />

Isaia – tutta la Chiesa?<br />

Accusato <strong>di</strong> idolatria, il<br />

salmista proclama la<br />

propria innocenza:<br />

non cammina verso il nulla<br />

(Sal 138,3), è lontana da lui<br />

la violenza (19); parlando <strong>di</strong><br />

YHWH, non <strong>di</strong>ce vuote parole<br />

(cf. 20), ma ad esse aderisce<br />

con il cuore e la vita!<br />

Solo in ’Adonay egli confida<br />

e Lui solo può essergli Giu<strong>di</strong>ce,<br />

perché lo conosce in verità<br />

(23-24). YHWH conosce<br />

nel profondo tutto ciò che<br />

egli fa (2), penetra nei suoi<br />

pensieri, vede e <strong>di</strong>scerne le<br />

sue vie, le sue azioni, il suo<br />

cammino (3). YHWH conosce<br />

in anticipo le parole che<br />

egli sta per <strong>di</strong>re, ed anche se<br />

il salmista sarà veritiero e<br />

coerente con esse. YHWH lo<br />

abbraccia, <strong>di</strong>etro e davanti,<br />

e pone la sua Palma sul suo<br />

capo (5). YHWH è ovunque,<br />

niente è lontano dal suo Volto,<br />

nulla è privo del suo Soffio<br />

(Ruach, 7)! Cieli altissimi,<br />

Abisso <strong>di</strong> Sheol: YHWH è là!<br />

(8) Lontano oriente ed occidente<br />

estremo (9): anche là,<br />

la sua Sinistra e la sua Destra<br />

(10) a raggiungere, proteggere,<br />

abbracciare, custo<strong>di</strong>re.<br />

Nessun tempo può essere<br />

fuori del suo Sguardo: Notte<br />

e Tenebra non nascondono<br />

nulla e nessuno (11.12).<br />

Il salmista spinge la sua confidenza<br />

fino ad affermare<br />

che YHWH lo conosce personalmente<br />

fin da quando<br />

ancora non era nato: un embrione<br />

(16), un piccolo rotolo,<br />

tessuto e ricamato nel<br />

grembo materno, già da<br />

YHWH scelto, amato e preconosciuto<br />

nella trama dei<br />

giorni che saranno (13-16)!<br />

Una realtà incomprensibile,<br />

incommensurabile: e invece<br />

<strong>di</strong> provocare in lui sgomento,<br />

<strong>di</strong>viene esclamazione <strong>di</strong><br />

gioia (6), adorazione e lode<br />

davanti all’Altissimo (14),<br />

giuramento <strong>di</strong> fedeltà in opposizione<br />

al culto degli idoli,<br />

e supplica confidente (23-<br />

24): - Tienimi sulla via antica<br />

ed eterna, quella della Torah,<br />

sulla quale hai posto il tuo<br />

popolo insegnandogli a<br />

camminare! -<br />

Liliana Castagneti<br />

Parola<br />

3<br />

Sempre il <strong>di</strong>scepolo è<br />

lacerato dal dubbio se<br />

dare affidamento alle<br />

promesse <strong>di</strong> Dio rese visibili<br />

e concrete nel Figlio<br />

Gesù chiamato il Cristo,<br />

oppure programmare presente<br />

e futuro semplicemente<br />

a partire dalle proprie<br />

intuizioni e dai propri<br />

calcoli. La smentita è sempre<br />

a portata <strong>di</strong> fatti eppure,<br />

nello stesso tempo, sperimenta<br />

che il passato non è<br />

mai sufficiente per interpretare<br />

quanto Dio ha operato<br />

e sta operando nella<br />

storia.<br />

Alcune riflessioni:<br />

• Il <strong>di</strong>scepolo deve abituarsi<br />

a vivere la propria fede, il<br />

proprio fidarsi, nelle smentite<br />

e nelle <strong>di</strong>fficoltà, nei fallimenti<br />

suoi e della comu-<br />

nità in cui vive. Questa è l’esperienza<br />

del servo-Isrele<br />

in Isaia, questa è l’esperienza<br />

del servo-Giovanni riferita<br />

da Luca. Eppure proprio<br />

negli eventi della storia<br />

– compresi, nella loro<br />

verità profonda, mai prima<br />

ma solo dopo – il <strong>di</strong>scepolo<br />

che ha educato il suo orecchio<br />

all’ascolto riesce a trovare<br />

il coraggio <strong>di</strong> guardare<br />

oltre.<br />

• È indubbia la <strong>di</strong>fficoltà<br />

non piccola che sta vivendo<br />

la Chiesa. La cosa peggiore<br />

che può capitare a noi<br />

è <strong>di</strong> leggere questi eventi<br />

come silenzio <strong>di</strong> Dio, giusto<br />

castigo per le nostre mancanze,<br />

accanimenti dell’uomo<br />

“nemico” <strong>di</strong> Dio e<br />

del suo Messia. E che <strong>di</strong>re,<br />

poi, quando si va alla ricerca<br />

<strong>di</strong> colpevoli, senza mai<br />

lasciarci interrogare dalla<br />

Parola?! Vedo queste <strong>di</strong>fficoltà<br />

come occasioni più<br />

che mai preziose attraverso<br />

le quali Dio pronuncia una<br />

parola nuova, una parola <strong>di</strong><br />

consolazione e <strong>di</strong> invito alla<br />

conversione: Lui si è impegnato<br />

a portare a compimento<br />

le sue promesse non<br />

a darci ragione sempre e<br />

comunque! E’ in me la Parola-Promessa<br />

che deve<br />

trovare accoglienza, terreno<br />

buono perché possa<br />

crescere fino a <strong>di</strong>ventare rifugio<br />

per gli uccelli del cielo!<br />

Da quando Cristo – il<br />

compimento delle Promesse<br />

– ha celebrato la sua Pasqua,<br />

a noi è proibito pensare<br />

che ci sia un tempo in<br />

cui è più presente e un tempo<br />

in cui Dio ci mette maggiormente<br />

alla prova! Noi<br />

gri<strong>di</strong>amo: “non t’importa<br />

che moriamo…” quando in<br />

noi prevale la paura e non<br />

l’affidamento al suo amore<br />

fedele. “Dio era in questo<br />

luogo e io non lo sapevo” –<br />

grida Giobbe dopo tutte le<br />

sue fughe e il sogno nella<br />

notte tormentata.<br />

• Nel cogliere la propria<br />

chiamata e nella risposta il<br />

<strong>di</strong>scepolo – la Chiesa – decide<br />

la qualità della propria<br />

vita. Parto dalla consapevolezza<br />

<strong>di</strong> essere parte <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong>segno più grande, in cui<br />

cerco <strong>di</strong> vivere con fatica<br />

ma anche con serenità la<br />

mia vocazione battesimale<br />

e presbiterale in, per e con<br />

Cristo.<br />

N. B.<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


7 GIORNI in10 RIGHE È SUCCESSO A PARMA E PROVINCIA DAL 13 AL 19 GIUGNO<br />

GIUSEPPE • Muore a Diso (LE) a 65 anni Bertolucci, figlio <strong>di</strong> Attilio. Fine regista, sceneggiatore cine-teatrale. Benigni è “suo”.<br />

OMICIDI • Boss Guarino, chiesti 5 rinvii a giu<strong>di</strong>zio. Sentenza Tommy, Cassazione certa della colpevolezza della Conserva.<br />

INUTILI • Un anno fa l’alluvione a Sala Baganza, manifestazioni criticate. Sala Attiva: «Istituzioni in<strong>di</strong>fferenti. Zero aiuti».<br />

11 KG • Raffinavano eroina in casa a S. Ilario d’Enza. Sequestro da un milione. Arrestati moldavo <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> e 2 albanesi.<br />

PARMALAT • Lactalis prese il “tesoretto” per ripianare debiti? Benamati (parlamentare Pd) interroga il ministro Passera.<br />

BARILLA • Vende la tedesca Lieken (produzione pane e affini, 4700 posti), per concentrarsi su pasta, sughi, piatti pronti.<br />

VIRTUOSO • Comune <strong>di</strong> Fontevivo, revocato il patto <strong>di</strong> stabilità. 538mila euro a <strong>di</strong>sposizione per investimenti nel 2012.<br />

UPI • Dati export 1° trimestre 2012: +10,7%. Meccanica e alimentare: +12%. Il Sole 24Ore: «<strong>Parma</strong> cresce a ritmi tedeschi».<br />

SCUOLA • Esami al via. 3 a me<strong>di</strong>a, o<strong>di</strong>o per test Invalsi. Corso <strong>di</strong> abilitazione all’insegnamento, 1079 domande, 220 posti.<br />

STRADE • Camion si rovescia sull’Asolana, traffico fermo. Jeep a S. Maria del Taro, volo <strong>di</strong> 8 metri in scarpata. Zero feriti.<br />

PER RIPARTIRE •<br />

Faceva caldo martedì<br />

19 alle 19, ma in<br />

mille circa si sono<br />

presentati al via sulla<br />

pista <strong>di</strong> atletica del<br />

Campus con almeno<br />

10 euro in mano, il<br />

minimo (per i singoli)<br />

per partecipare a<br />

“Corriamo insieme<br />

per ripartire” la camminata<br />

o corsa (a<br />

scelta) non competitiva<br />

<strong>di</strong> 5 km organizzata<br />

dal Cus <strong>Parma</strong> e<br />

il cui ricavato è stato<br />

devoluto alle scuole<br />

<strong>di</strong> Mirandola (MO),<br />

danneggiate o rese<br />

inagibili dal sisma.<br />

mappe<br />

4<br />

Welfare, la sforbiciata<br />

è <strong>di</strong> 2 milioni.<br />

Le risorse vengono<br />

meno (ad esempio è stato<br />

abolito il fondo nazionale<br />

per la non autosufficienza)<br />

e i Piani <strong>di</strong> zona, per la<br />

salute e il benessere sociale,<br />

ne risentono. I tagli effettuati<br />

non sono però stati<br />

lineari ma mirati e, anzi, i<br />

220 operatori che si sono ritrovati<br />

in modo collegiale<br />

agli 8 tavoli tematici del <strong>di</strong>stretto<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong> (cioè i Comuni<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, Colorno,<br />

Mezzani, Sorbolo e Torrile,<br />

con l’Azienda Usl e la Provincai)<br />

hanno lavorato per<br />

concentrare le risorse sulle<br />

aree sociali più sofferenti,<br />

riducendo i progetti dagli<br />

81 del 2011 ai 64 <strong>di</strong> quest’anno.<br />

Nel concreto significa<br />

che l’area anziani “perde”<br />

un milione <strong>di</strong> euro,<br />

equamente ripartito tra<br />

WELFARE<br />

Crescono i fon<strong>di</strong> per <strong>di</strong>sabili (+800mila), immigrazione (+200mila) e il sostegno al red<strong>di</strong>to (+300mila)<br />

Sforbiciati i Piani <strong>di</strong> zona: due milioni in meno<br />

Tagliati i finanziamenti per anziani e infanzia<br />

servizi residenziali e assistenza<br />

domiciliare. «La<br />

scelta — spiega Davide Caravaggi,<br />

responsabile per i<br />

Piani <strong>di</strong> Zona del Comune<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong> — è stata quella <strong>di</strong><br />

minori finanziamenti sugli<br />

assegni <strong>di</strong> cura». Paga ancora<br />

<strong>di</strong> più l’area infanzia e<br />

adolescenza, con 1,5 milioni<br />

in meno a <strong>di</strong>sposizione.<br />

Nei fatti sono stati abbandonati<br />

i progetti sulla scuola<br />

«progetti pur importanti<br />

— spiega sempre Caravaggi<br />

— ma che non riguardano<br />

strati <strong>di</strong> popolazione in <strong>di</strong>fficoltà».<br />

Ma, rimanendo in<br />

questo ambito, vi è l’incremento<br />

da 300 a 500mila euro<br />

dei fon<strong>di</strong> per i “servizi a<br />

sostegno dei minori temporaneamente<br />

allontanati<br />

dai propri nuclei familiari”.<br />

Una decisione che la <strong>di</strong>ce<br />

lunga sulla <strong>di</strong>mensione che<br />

sta assumendo il problema<br />

dei minori abbandonati o<br />

maltrattati.<br />

Chi ci “guadagna” sono i <strong>di</strong>sabili.<br />

I fon<strong>di</strong> per quest’area<br />

crescono <strong>di</strong> ben 800mila<br />

euro, una cifra altamente<br />

significativa se inquadrata<br />

nel contesto del taglio delle<br />

risorse. Incremento che<br />

La destinazione dei fon<strong>di</strong><br />

Il quadro delle risorse<br />

TABELLE • La fonte dei dati è il Comune <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>. Le cifre sono<br />

arrotondate e, pertanto, il totale può non corrispondere.<br />

viene ripartito equamente<br />

verso i centri residenziali e<br />

i servizi per la domiciliarità<br />

che sono molteplici e <strong>di</strong>ffusi:<br />

dal servizio denominato<br />

proprio “domiciliarità” che<br />

beneficia <strong>di</strong> 2 milioni 89mila<br />

euro (10mila in più dell’anno<br />

scorso) ai progetti<br />

Vita In<strong>di</strong>pendente, Case ritrovate<br />

(490mila euro) ai<br />

centri <strong>di</strong>urni (1,5 milioni),<br />

ai contributi per l’abbattimento<br />

delle barriere architettoniche,<br />

ai contributi per<br />

l’amministratore <strong>di</strong> sostegno<br />

o per l’integrazione<br />

scolastica.<br />

Un’altro servizio che beneficia<br />

<strong>di</strong> un aumento <strong>di</strong> risorse<br />

è l’area immigrazione<br />

(con 200mila euro in più)<br />

mentre <strong>di</strong> converso, per la<br />

stessa cifra, calano i fon<strong>di</strong><br />

per il settore <strong>di</strong>pendenze e<br />

salute mentale.<br />

Nell’ambito dell’area povertà<br />

e inclusione sociale, a<br />

cifre invariate, viene più<br />

che raddoppiato il fondo a<br />

<strong>di</strong>sposizione del progetto<br />

“sostegno al red<strong>di</strong>to familiare<br />

e contrasto della crisi<br />

economica” che incrementa<br />

<strong>di</strong> 300mila euro.<br />

Rimane da spiegare la cifra<br />

del fondo sanitario che trae<br />

in inganno, poiché fa balzare<br />

<strong>di</strong> 9 milioni il totale dei finanziamenti<br />

<strong>di</strong>sponibili per<br />

i Piani <strong>di</strong> zona. «In realtà —<br />

spiega Giuseppina Ciotti,<br />

<strong>di</strong>rettrice del <strong>di</strong>stretto per<br />

l’Ausl <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> — all’interno<br />

dei piani <strong>di</strong> zona ci sono<br />

alcune schede prettamente<br />

sanitarie che beneficiano <strong>di</strong><br />

finanziamenti a parte, de<strong>di</strong>cati,<br />

per le cure primarie e la<br />

specialistica ambulatoriale.<br />

Si tratta <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> sistema<br />

che pertanto rientrano nei<br />

piani <strong>di</strong> zona, ma vanno viste<br />

come voce a parte. In specifico<br />

quest’anno riceviamo<br />

un finanziamento <strong>di</strong> 42 milioni<br />

finalizzato all’abbattimento<br />

delle liste <strong>di</strong> attesa».<br />

Il programma attuativo del<br />

2012 è transitorio poiché la<br />

programmazione triennale<br />

si è conclusa nel 2011 e andava<br />

reimpostata, ma data<br />

la situazione nel Comune<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong> si è optato per la<br />

transizione. A questi Piani<br />

<strong>di</strong> Zona la nuova Amministrazione<br />

non ha, <strong>di</strong> fatto,<br />

partecipato.<br />

Francesco Dra<strong>di</strong><br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

Il <strong>di</strong>rettore del canale antimafia parla <strong>di</strong> informazione scomoda e <strong>di</strong> giornalisti “missionari”<br />

Se la legge chiude Telejato e le altre<br />

A rischio le frequenze delle tv comunitarie: incontro con Pino Maniàci<br />

Alui piace tirare i baffi<br />

alla morte. Pino Maniàci,<br />

che <strong>di</strong> baffi ne ha<br />

tanti — insieme a un corpo vistosamente<br />

sottopeso —, è<br />

più coraggioso o incosciente?<br />

Il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Telejato, la tv comunitaria<br />

antimafia che trasmette<br />

dagli “stu<strong>di</strong>” («tre camere<br />

e un bagno») <strong>di</strong> Partinìco<br />

(Palermo) è passato da<br />

<strong>Parma</strong> due settimane fa, ma<br />

quel che ha detto vale ancora.<br />

Era al circolo Arci Zerbini <strong>di</strong><br />

via Bixio, invitato da Libera —<br />

Associazioni, nomi e numeri<br />

contro le mafie — e dai giovani<br />

universitari Udu, tra questi<br />

i redattori della testata online<br />

<strong>Parma</strong>news24.com; due ore<br />

per parlare delle vicende del<br />

canale a rischio oscuramento<br />

e dell’informazione in Italia<br />

(«mancante, manipolata, politicizzata,<br />

censurata»). Si presenta<br />

con una cravatta <strong>di</strong>chiaratamente<br />

berlusconiana,<br />

per festeggiare l’immi-<br />

nente — così sembrava — salvataggio<br />

della tv. Cravatta con<br />

doppio nodo, lo stesso che gli<br />

ha evitato lo strangolamento<br />

in uno dei vari attentati subiti,<br />

senza contare danneggiamenti<br />

e gesti intimidatori.<br />

Alessia Frangipane, coor<strong>di</strong>natrice<br />

<strong>di</strong> Libera <strong>Parma</strong>, salutandolo<br />

ha messo in risalto<br />

come in Italia «sembrava non<br />

si potesse vivere senza parlare<br />

<strong>di</strong> libertà d’informazione; poi<br />

è bastato accantonare la legge<br />

sulle intercettazioni per farci<br />

sentire un Paese libero». Per<br />

<strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> fatti e verità, in<br />

Maniàci hanno riconosciuto<br />

«la migliore testimonianza».<br />

A sostenerlo da alcuni mesi<br />

contro gli effetti della Finanziaria<br />

2011 è sorto il comitato<br />

”Siamo tutti Telejato” (anche<br />

su Facebook) a cui hanno<br />

aderito numerose associazioni<br />

del no profit, educative, antimafia,<br />

sigle sindacali e <strong>di</strong><br />

partito, cooperative. In applicazione<br />

degli articoli 8-9-10<br />

della Legge, le 250 tv comunitarie<br />

attualmente presenti in<br />

Italia saranno spente, anche<br />

se tra queste — <strong>di</strong>chiara Maniàci<br />

— vi sono quelle «più legate<br />

al territorio, immuni da<br />

con<strong>di</strong>zionamenti politici, capaci<br />

<strong>di</strong> cercare, trovare e trasmettere<br />

notizie scomode».<br />

Sono quelle che non fanno il<br />

«copia-incolla dalle agenzie»<br />

ma a cui le testate nazionali<br />

(Repubblica, ad esempio) telefonano<br />

per sapere qualcosa<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verso e <strong>di</strong> più rispetto a<br />

quel che <strong>di</strong>cono le “veline”.<br />

«Una tv nazionale che parli<br />

come si deve e <strong>di</strong>ffusamente<br />

delle mafie non esiste. Giusto<br />

qualcosa in seconda serata»,<br />

per il resto «solo fiction devastanti<br />

per la mia terra. In Sicilia<br />

siamo 5 milioni. I mafiosi<br />

sono 5mila, e per quei 5mila<br />

<strong>di</strong>ventiamo terra <strong>di</strong> mafia. Io<br />

non ci sto». Maniàci, che <strong>di</strong>stingue<br />

«i giornalisti-giornalisti<br />

dai giornalisti-impiegati»<br />

(quelli del copia-incolla o i<br />

ruffiani, evitando parole volgari),<br />

espone l’etica acquisita<br />

dal maestro Pippo Fava, vittima<br />

<strong>di</strong> mafia: «raccontare i fatti<br />

come sono, avere il coraggio<br />

<strong>di</strong> raccontarli, fare quello che<br />

si faceva una volta: le inchieste.<br />

Su tutto, le inchieste <strong>di</strong> mafia.<br />

Perché una buona informazione<br />

denuncia, fa aprire<br />

gli occhi, corregge, educa. Io<br />

DOPPIO NODO • Due immagini dell’incontro organizzato da Unione degli<br />

Universitari e Libera. Per il suo impegno, Maniàci ha subìto intimidazioni e<br />

attentati. Il doppio nodo alla cravatta l’ha salvato da uno strangolamento.<br />

<strong>di</strong>co che ci vogliono giornalisti<br />

che amano la propria terra,<br />

giornalisti missionari». Molti<br />

degli iscritti all’or<strong>di</strong>ne «non<br />

mi amano, perché non sono<br />

stereotipato. Questo è un paese<br />

dove per fare domande intelligenti,<br />

nomi e cognomi dei<br />

mafiosi non ci vogliono due...<br />

”attributi” così, ma il tesserino».<br />

Telejato — 180mila spettatori<br />

nel palermitano — ha<br />

accumulato oltre 300 querele<br />

e lui rischia (oltre alla vita) <strong>di</strong><br />

«essere rinviato a giu<strong>di</strong>zio per<br />

esercizio abusivo della professione».<br />

Lo switch-off — passaggio dal<br />

segnale tv analogico al <strong>di</strong>gitale<br />

terrestre — è ormai completato.<br />

Con l’assegnazione<br />

delle frequenze alle sole reti<br />

che fanno business, «quel che<br />

non è riuscito alla mafia —<br />

imbavagliarci — lo farà una<br />

legge dello Stato», anche se<br />

ora sembra che, dopo le reazioni<br />

pubbliche che hanno<br />

attraversato l’Italia, «vogliano<br />

correggere il tiro. Probabilmente<br />

passeremo, ma finché<br />

anche le altre tv comunitarie<br />

non passeranno, manderò in<br />

onda solo il monoscopio».<br />

Erick Ceresini


VOLONTARIATO/1 NUOVE STRADE<br />

Nasce Fondazione <strong>di</strong> comunità<br />

C’è curiosità attorno al Comitato pro “Fondazione <strong>di</strong> Comunità<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong>” che sarà presentato lunedì 25 giugno<br />

alle ore 17, nella sala “Ipogea” del centro congressuale<br />

Paganini, nell’ambito della Giornata <strong>di</strong> S. Giovanni per il<br />

volontariato, promossa dalla Fondazione Cariparma. L’idea<br />

si è sviluppata sullo stimolo della stessa Fondazione<br />

per dare una cornice, certa e utile a tutta la collettività, alla<br />

cosidetta filantropia istituzionale.<br />

In pratica la Fondazione <strong>di</strong> Comunità <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> sarà un<br />

soggetto che si proporrà come “interme<strong>di</strong>ario filantropico”<br />

per ricevere donazioni e lasciti da destinare poi per<br />

il bene comune, secondo un’ottica e modalità con<strong>di</strong>vise.<br />

Alla presentazione interverranno Franca Maino (<strong>di</strong>rezione<br />

Scienze Sociali e politiche, Università <strong>di</strong> Milano),<br />

Bernar<strong>di</strong>no Casadei (associazione italiana Fondazioni<br />

ed enti <strong>di</strong> erogazione) e Gianluca Vacchini (Fondazione<br />

comunità novarese). Modera Luigi Amore, segretario generale<br />

Fondazione Cariparma.<br />

VOLONTARIATO/2 - DISPONIBILE ONLINE<br />

Un libro con 456 Pagine Aperte<br />

456 associazioni censite e operanti sul territorio, una platea <strong>di</strong><br />

volontari che raggiunge quota 27mila <strong>di</strong> cui almeno la metà<br />

attivi. È “Pagine Aperte” la guida al volontariato parmense<br />

realizzata dalla Provincia con Forum Solidarietà. Una guida al<br />

passo con i tempi, non <strong>di</strong> carta ma su chiavetta usb (<strong>di</strong>sponibile<br />

gratuitamente all’Assessorato provinciale alle Politiche<br />

sociali) o sul sito www.sociale.parma.it, e tradotta in 5 lingue:<br />

oltre all’italiano, francese, inglese, rumeno e arabo.<br />

«Più che una guida io <strong>di</strong>rei che è un tesoro: un tesoro <strong>di</strong> informazioni,<br />

<strong>di</strong> esperienze <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> volontà <strong>di</strong> fare per gli altri,<br />

frutto <strong>di</strong> un impegno enorme: delle associazioni vi si troverà<br />

veramente tutto», ha detto l’assessore Marcella Saccani. «Dalla<br />

prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Pagine Aperte sono cambiate molte cose.<br />

Nel 1992 le associazioni erano 220, per circa 7mila volontari:<br />

il volontariato in questi vent’anni è cresciuto, si è rafforzato,<br />

si è <strong>di</strong>fferenziato, ha saputo moltiplicarsi andando a coprire<br />

segmenti scoperti e intercettando bisogni”, ha osservato<br />

Arnaldo Conforti <strong>di</strong> Forum solidarietà.<br />

FATTURATO A 85 MILIONI. BILANCIO OK<br />

Proges sempre in crescita: + 7%<br />

«Non c’è magia o invenzione che tenga. L’impresa deve essere<br />

sana e con i soci bisogna parlare e raccontare. I soci<br />

devono sapere come vanno le cose e come possono andare»<br />

così si è espresso Antonio Costantino, presidente <strong>di</strong><br />

Proges nel presentare il bilancio 2011 all’assemblea dei<br />

soci. Un fatturato <strong>di</strong> 85 milioni <strong>di</strong> euro, con un incremento<br />

del volume <strong>di</strong> affari del 7%, nel rispetto del budget <strong>di</strong><br />

previsione e un incremento dell’occupazione a tempo indeterminato.<br />

Sull’equilibrio economico ha contribuito anche<br />

la <strong>di</strong>minuzione dell’assenteismo che nell’anno è stato<br />

oggetto <strong>di</strong> particolare attenzione. A segnare gli incrementi,<br />

dal punto <strong>di</strong> vista commerciale, è stato l’avviamento<br />

<strong>di</strong> importanti cantieri quali la RSA Casa Serena <strong>di</strong><br />

Torino, il Nido “Cucciolo” <strong>di</strong> Fontevivo, l’Hospice “La Casa<br />

<strong>di</strong> Iris” <strong>di</strong> Piacenza, il Nido “Puccini” <strong>di</strong> Nichelino. Non<br />

meno rilevanti sono stati la creazione della società <strong>Parma</strong>ZeroSei<br />

che ha garantito l’avvio <strong>di</strong> tre strutture <strong>di</strong> Nido<br />

e Materna e l’accre<strong>di</strong>tamento per i servizi per anziani.<br />

GIUNTA<br />

COMUNALE<br />

Manca solo l’assessore al welfare per completare la squadra del Movimento<br />

5 Stelle. Scelti Laura Ferraris alla cultura e Roberto Bruni per l’urbanistica<br />

Tempi lunghi, la città perdona<br />

IntantoDall’Olio(Pd)incalzaPizzarottisullacessioneStuPasubio<br />

«S<br />

ono ragazzi». Con<br />

questa frase assolutoria,<br />

che circola<br />

nei bar quanto nei ritrovi<br />

intellettuali, la città perdona<br />

i tempi lunghi e l’inazione<br />

del sindaco Federico<br />

Pizzarotti e al Movimento<br />

5 Stelle. L’opposizione è<br />

piuttosto dormiente. In una<br />

settimana, dopo il consiglio<br />

comunale <strong>di</strong> giovedì scorso,<br />

si è registrato un solo intervento<br />

che comincia a porre<br />

dubbi sull’inattività <strong>di</strong> Pizzarotti.<br />

E’ stato Nicola Dall’Olio,<br />

capogruppo del Partito<br />

Democratico in comune,<br />

a chiedere se per la «Stu<br />

Pasubio» il Comune <strong>di</strong> <strong>Parma</strong><br />

<strong>di</strong>smette la sa quota così,<br />

«incassando 380mila euro»<br />

«offerti da un’unica <strong>di</strong>tta»<br />

e per ottenere altri «3,8<br />

milioni» bisognerebbe concedere<br />

il cambio d’uso ad<br />

area commerciale dell’ex<br />

Csac e dei capannoni tuttora<br />

esistenti in via Pasubio,<br />

«entro il 31 marzo 2013».<br />

Tutto questo è stato deciso<br />

dal Commissario straor<strong>di</strong>nario,<br />

ricorda Dall’Olio <strong>di</strong>cendo<br />

che forse è un bene<br />

togliersi una partecipata<br />

ma sollevando molti dubbi<br />

«sulla congruità» del corrispettivo<br />

economico per le<br />

casse comunali. Ricordando<br />

che, per fermare l’operazione,<br />

il Comune ha tempo<br />

fino al 27 giugno, e invitando<br />

il sindaco ad esprimersi.<br />

Il problema è che Pizzarotti,<br />

con la cerchia dei consiglieri<br />

grillini, ha altri grattacapi<br />

poiché è rimasto impantanato<br />

nella definizione<br />

della giunta.<br />

Fosse capitato a qualsiasi<br />

altro politico, c’è da scommetterci,<br />

ci sarebbero stati<br />

tuoni e fulmini dalle controparti<br />

e, anche, dalla cosiddetta<br />

società civile e dai<br />

“poteri forti”. Invece — sarà<br />

l’attesa verso una politica<br />

nuova, sarà la botta presa<br />

dalla politica “vecchia” — a<br />

Pizzarotti si concede, ancora,<br />

tutto. Solo la stampa, vituperato<br />

quinto potere,<br />

punzecchia sui ritar<strong>di</strong> rimarcando<br />

che dell’annunciata<br />

trasparenza dal Movimento<br />

5 Stelle finora si vede<br />

ben poco, perlomeno<br />

nella formazione della<br />

giunta.<br />

Comunque oramai, a un<br />

mese esatto dalle elezioni,<br />

ci siamo.<br />

Mercoledì sera Pizzarotti ha<br />

affidato gli incarichi <strong>di</strong> assessore<br />

a urbanistica, lavori<br />

pubblici ed energia all’architetto<br />

Roberto Bruni, e<br />

<strong>di</strong> assessore alla cultura a<br />

Laura Ferraris.<br />

Bruni è un architetto e progettista<br />

<strong>di</strong> Collecchio, specializzato<br />

nello stu<strong>di</strong>o del<br />

paesaggio e nella gestione e<br />

programmazione del territorio;<br />

è stato docente sia al<br />

Politecnico <strong>di</strong> Milano che<br />

in <strong>di</strong>verse scuole <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>.<br />

Laura Ferraris, torinese, si è<br />

laureatainconservazionedei<br />

CONSIGLIO COMUNALE<br />

beni culturali all’Università<br />

<strong>di</strong><strong>Parma</strong>nel2003conunatesi<br />

sulla l’arte tessile nel Novecento<br />

per cui ha ricevuto il<br />

premio cultura 2003, assegnato<br />

dalla Provincia <strong>di</strong> Asti.<br />

Ha conseguito il master in<br />

“Art and culture management”<br />

presso il M.A.R.T. -<br />

Museo <strong>di</strong> Arte Moderna e<br />

Contemporanea <strong>di</strong> Trento e<br />

Rovereto. Ha maturato esperienze<br />

trasversali <strong>di</strong> tipo lavorativo<br />

collaborando con vari<br />

musei, biblioteche e all’organizzazione<br />

<strong>di</strong> eventi culturali<br />

e progetti <strong>di</strong> formazione.<br />

A questo punto manca solo<br />

l’assessore al welfare. Il più<br />

apprezzato dai grillini per<br />

questo ruolo è Fabio Fabbro,<br />

presidente dell’associazione<br />

e della Fondazione<br />

Famiglia Aperta e presidente<br />

<strong>di</strong> Forum Solidarietà.<br />

Fabbro ha sostenuto il colloquio<br />

ma poi ha declinato<br />

l’offerta, resistendo, per ora,<br />

alle pressione e agli inviti<br />

del 5 Stelle.<br />

Primasedutadagliesitimodesti.L’opposizionescetticaedelusa<br />

Trasparenza, ma il primo passo è falso<br />

Ilneosindacovuoledemocrazia<strong>di</strong>rettaeincontricoicitta<strong>di</strong>ni<br />

Nessun fuoco d’artificio<br />

e un esor<strong>di</strong>o tutto<br />

sommato modesto,<br />

con la politica “alta” subito<br />

impastoiata nelle procedure<br />

burocratiche. Il primo<br />

consiglio comunale dell’era<br />

5 Stelle non ha lasciato<br />

il segno.<br />

Il sindaco Federico Pizzarotti<br />

ha rimandato la relazione<br />

sul programma e se l’è<br />

cavata con un intervento ancora<br />

dal sapore elettorale:<br />

tante promesse generali e<br />

poca concretezza.<br />

«Nei prossimi anni, — ha<br />

detto il sindaco — cercheremo<br />

<strong>di</strong> cambiare l’approccio<br />

alla politica, sempre meno<br />

politica delegata e sempre più <strong>di</strong>retta.<br />

La trasparenza e la partecipazione prima<br />

<strong>di</strong> tutto. Sarà mia cura incontrare<br />

tutti, che siano piccoli o gran<strong>di</strong>. Non è<br />

la società civile che deve venire a palazzo<br />

perché non siamo più all’epoca<br />

del Ducato». Dopo l’invito alla minoranza<br />

a «dare oltre critica anche la proposta»<br />

,per un «<strong>di</strong>alogo bi<strong>di</strong>rezionale»<br />

Pizzarotti ha detto <strong>di</strong> volere un «Comune<br />

aperto», ossia in «determinati<br />

momenti della settimana aprire le porte,<br />

come consiglieri, ai citta<strong>di</strong>ni che lo<br />

vorranno». Ci sarà poi «una revisione<br />

dello statuto per inserire forme <strong>di</strong> democrazia<br />

partecipata come i referendum<br />

senza quorum» e sempre lo statuto<br />

sarà mo<strong>di</strong>ficato «per inserire l’acqua<br />

come bene comune».<br />

«Mi scuso se in questa partenza noi abbiamo<br />

fatto un passo falso» ha detto<br />

poi riferendosi all’elezione del presidente<br />

del consiglio comunale Marco<br />

Vagnozzi, che essendo figura <strong>di</strong> garan-<br />

zia del consiglio andava concertata<br />

per tempo con tutti i gruppi e invece<br />

su questo punto, la mancata trasparenza,<br />

i “grillini” sono stati rampognati<br />

agevolmente da Manno (Pdci), Ghiretti<br />

(<strong>Parma</strong> Unita) e Pellacini (Udc).<br />

«Senza falsa modestia se avrò fatto un<br />

errore lo riconoscerò. — ha aggiunto il<br />

sindaco — Dovrebbe essere un po’ come<br />

nel mondo piccolo <strong>di</strong> Guareschi dove<br />

le due parti contrapposte si azzuffanno<br />

ma il bene comune deve prevalere<br />

per i citta<strong>di</strong>ni».<br />

Questi gli altri passi annunciati:<br />

«vogliamo valorizzare i servizi sociali<br />

per quello che <strong>Parma</strong> ha rappresentato<br />

in Italia, penso al Quoziente <strong>Parma</strong><br />

che dovrà essere potenziato e migliorato.<br />

Non sarà facile perché la situazione<br />

delle società partecipate è la nostra prima<br />

attenzione e criticità. La situazione<br />

è <strong>di</strong>fficile». E’ una partenza «in salita e<br />

metterà paletti a iniziative nostro programma».<br />

Si farà «un piano economico<br />

finanziario 5 anni» «la legislatura<br />

sarà in due tempi:<br />

prima i sacrifici che dovranno<br />

essere con<strong>di</strong>viso da tutti<br />

mantenendo la promessa <strong>di</strong><br />

trasparenza che abbiamo<br />

fatto. La seconda <strong>di</strong> rilancio.<br />

Quello che chiedo a tutti i citta<strong>di</strong>ni<br />

è <strong>di</strong> non demonizzare.<br />

La situazione è gestibile ha<br />

punti criticità che vanno affrontati,<br />

ma è una visione <strong>di</strong><br />

passi da fare per uscirne».<br />

Poi il tema inceneritore «Noi<br />

vogliamo non farlo aprire,<br />

senza terrorismo né sui posti<br />

<strong>di</strong> lavori né sui debiti, troveremo<br />

soluzione con<strong>di</strong>visa<br />

con Iren» e la movida «Se si<br />

sta a fare baccano alle 3 <strong>di</strong><br />

notte e rovinare monumenti non va bene<br />

ma la convivialità dei giovani è importante.<br />

La movida non dev’essere solo<br />

incontrarsi e bere. Ma iniziative con<strong>di</strong>vise<br />

con fotografi, artisti, e chiedere a<br />

giovani cosa vogliono per loro stessi».<br />

Dall’opposizione Roberto Ghiretti ha<br />

fatto notare che «mi sembra normale<br />

democrazia andare dalla gente e personalmente<br />

l’ho sempre fatto». invece<br />

«incontrate la stampa, anche loro sono<br />

democrazia e lavoratori». Giuseppe<br />

Pellacini ha fatto le pulci al programma<br />

elettorale del Movimento 5 Stelle<br />

evidenziando <strong>di</strong>versi punti irrealizzabili<br />

o, invece, già realizzati. «Sotto la<br />

partecipazione poco» ha notato Giuseppe<br />

Bizzi del Pd «mi sarei aspettato<br />

un maggiore coraggio su elaborazione<br />

<strong>di</strong> alcuni punti» ad esempio sui debiti<br />

«da chi è vicino ai temi della decrescita<br />

mi attendevo uno schema meno<br />

classico del sacrifici e rilancio». (fr.dr.)<br />

mappe<br />

5<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

6


EUGENIO<br />

CAGGIATI<br />

Dopo 12 anni <strong>di</strong> presidenza del Borgo le <strong>di</strong>missioni improvvise, per<br />

rigenerare le forze. Valutazioni a tutto campo su politica, società e Chiesa.<br />

«L’importanza della rete aperta»<br />

«Immigrazionetema<strong>di</strong>fficilepertutti,esulConciliocosasifa?»<br />

Eugenio Caggiati, la<br />

notizia è che va in<br />

pensione?<br />

No (ride) niente pensione.<br />

Il mio impegno continua.<br />

• Le <strong>di</strong>missioni dalla<br />

presidenza del Borgo<br />

sono però inattese. Come<br />

mai?<br />

Approfitto della domanda<br />

per togliere dubbi: non c’è<br />

nessuna lite intorno al Borgo<br />

né io ho problemi <strong>di</strong> salute.<br />

Lo <strong>di</strong>co per rassicurare<br />

i <strong>di</strong>versi che me l’hanno<br />

chiesto. Qualche motivo c’è<br />

nelle mie <strong>di</strong>missioni, naturalmente.<br />

Il più importante<br />

è che sentivo l’esigenza <strong>di</strong><br />

staccare un po’, specialmente<br />

da quando avvertivo che<br />

il binomio Caggiati-Borgo si<br />

era fatto un po’ troppo stretto.<br />

Auspico quin<strong>di</strong> un rinnovamento,<br />

una rigenerazione<br />

<strong>di</strong> forze e ben venga<br />

ora la <strong>di</strong>sponibilità dell’amico<br />

Ganapini a reggere a<br />

termine la presidenza, perché<br />

speriamo che un cinquantenne<br />

prenda in mano<br />

il circolo. Dopo<strong>di</strong>ché Caggiati<br />

rimane, con la stessa fiducia<br />

ed entusiasmo, ma in<br />

seconda linea.<br />

• Quali sono i ricor<strong>di</strong><br />

più significativi <strong>di</strong> questi<br />

anni alla presidenza<br />

del Borgo?<br />

Il taglio che abbiamo dato<br />

<strong>di</strong> apertura alla rete citta<strong>di</strong>na,<br />

confermando Il Borgo<br />

come luogo <strong>di</strong> confronto<br />

culturale non <strong>di</strong> parte.<br />

Il sottoscritto ha caratterizzato<br />

il Borgo nel metterlo in<br />

rete con tante realtà e non a<br />

caso è nato dal nostro impulso<br />

il Forum delle associazioni<br />

culturali che oggi è<br />

<strong>di</strong>ventato una super associazione,<br />

forse su una linea<br />

che non mi piace tanto, devo<br />

<strong>di</strong>re.<br />

Un altro punto importante<br />

è l’attenzione al mondo del-<br />

l’immigrazione, favorita<br />

dalla nascita del Forum 4<br />

ottobre, voluto in occasione<br />

dei 900 anni della Cattedrale<br />

e che ha coinvolto musulmani,<br />

ebrei, cristiani ed<br />

è l’unica cosa che è rimasta<br />

viva <strong>di</strong> quell’anno. E non a<br />

caso la comunità islamica ci<br />

chiama in continuazione,<br />

come interlocutore.<br />

• A proposito come valuta<br />

il fatto che temi<br />

della moschea e dell’immigrazione<br />

siano<br />

spariti nella recente<br />

campagna elettorale?<br />

Il tema della sicurezza c’è<br />

tutto ma mancano le idee<br />

su come affrontarlo e quin<strong>di</strong><br />

è rimasto vago. Sia la<br />

nuova che la vecchia politica<br />

non sanno affrontarlo;<br />

l’unica è la Lega Nord che<br />

semplicemente vorrebbe<br />

buttar fuori la moschea, con<br />

una battaglia becera. E’ assurdo<br />

pensare che non esista<br />

una comunità islamica a<br />

<strong>Parma</strong>. Ci sono. Pur essendoci<br />

qualche problemino,<br />

che non va negato, ritengo<br />

che si sia dato ampio spazio<br />

a due artigiani – due – che<br />

contestano.<br />

• A che punto sono le<br />

cose?<br />

Adesso è nata l’associazione<br />

<strong>di</strong> promozione sociale<br />

“Comunità islamica” e la<br />

sede (nel capannone in via<br />

Campanini, ndr) non ha bisogno<br />

<strong>di</strong> requisiti particolare<br />

come era per un centro<br />

religioso e quin<strong>di</strong> sembra<br />

che sia idonea. Questa scelta<br />

è amara perché impe<strong>di</strong>sce<br />

a una professione religiosa<br />

<strong>di</strong> esprimersi liberamente<br />

ma è stata presa sul<br />

modello <strong>di</strong> Verona, dove<br />

esiste una Aps regolare e il<br />

sindaco Tosi la rispetta e<br />

può stare nello stesso posto.<br />

Sono temi scottanti, d’altronde<br />

nella nostra società<br />

PRESIDENTE CON MANDATO TRANSITORIO<br />

Lere<strong>di</strong>niinmanoaGanapini<br />

«D<br />

opo 35<br />

anni sono<br />

stato richiamato<br />

in servizio<br />

attivo come Presidente»:<br />

esor<strong>di</strong>sce così Albino<br />

Ivar<strong>di</strong> Ganapini<br />

nel suo messaggio ai<br />

soci dopo l’elezione a<br />

presidente del Borgo,<br />

avvenuta il 13 giugno<br />

dopo le repentine <strong>di</strong>missioni<br />

<strong>di</strong> Caggiati<br />

che fu rieletto nel gennaio scorso per un<br />

nuovo mandato triennale.<br />

Il Borgo è un’associazione culturale tesa<br />

a favorire la presenza nella società civile<br />

e politica dei cattolici democratici parmensi<br />

e per far crescere a <strong>Parma</strong> la cultura<br />

del confronto ed una formazione democratica<br />

dei giovani.<br />

Ganapini, nell’assumere l’incarico, ha ricordato<br />

il «momento molto delicato per<br />

la nostra città, dove alla crisi economica<br />

generale del Paese si va a sommare quel-<br />

la dovuta al fallimento<br />

del modello amministrativo<br />

locale degli<br />

ultimi quattor<strong>di</strong>ci anni.<br />

Vecchie leadership<br />

politiche rovesciate,<br />

mentre le nuove che<br />

sono emerse sono<br />

chiamate alla prova<br />

della verità sul campo.<br />

In tale contesto il ruolo<br />

della nostra Associazione<br />

è più che mai<br />

importante per animare il <strong>di</strong>battito sui temi<br />

reali della città, accrescere la consapevolezza<br />

dei citta<strong>di</strong>ni e contribuire a orientare<br />

le scelte verso il bene comune».<br />

La presidenza <strong>di</strong> Ganapini è transitoria:<br />

«dovremo anche lavorare al futuro dell’Associazione,<br />

cominciando con l’in<strong>di</strong>viduare<br />

la figura che guiderà il Circolo in<br />

maniera definitiva nei prossimi anni, essendo<br />

il mio mandato chiaramente a termine,<br />

come suggerisce l’anagrafe e come<br />

ho precisato in sede <strong>di</strong> accettazione».<br />

calano i giovani e ci si può<br />

mantenere in futuro solo se<br />

ci sarà integrazione, ma la<br />

strategia preferita dalle forze<br />

politiche è <strong>di</strong> non parlarne.<br />

• Torniamo al Borgo.<br />

Un’altra spinta che abbiamo<br />

dato è nel mondo cattolico,<br />

non a caso siamo stati<br />

promotori della rete nazionale<br />

dei cattolici democratici<br />

(www.C3dem.it; sabato<br />

23 ci sarà un nuovo appuntamento,<br />

a Bologna) dove<br />

abbiamo coinvolto realtà<br />

ben più forti della nostra<br />

come Città uno, la Rosa<br />

bianca, Città 2000, Agire politicamente.<br />

Tutti hanno superato<br />

i personalismi. Si è<br />

già al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> To<strong>di</strong>, con una<br />

presenza sul territorio. Abbiamo<br />

dato vita all’iniziativa<br />

“Il Concilio davanti a<br />

noi”. Un’altra grande operazione<br />

è stato l’archivio dei<br />

cattolici impegnati in politica<br />

(Dc, Ppi, Margherita)<br />

accolto presso il Borgo c’è la<br />

storia degli ultimi 50 anni.<br />

In tema <strong>di</strong> pubblicazioni<br />

abbiamo e<strong>di</strong>to volumi sui<br />

parlamentari parmensi, i<br />

sindaci, i prefetti. Abbiamo<br />

un sito con oltre 20mila visite<br />

al mese e una newsletter<br />

che da 6 anni è spe<strong>di</strong>ta<br />

ogni quin<strong>di</strong>ci giorni a 4.000<br />

in<strong>di</strong>rizzi ed è aperta in me<strong>di</strong>a<br />

da 3.000 destinatari.<br />

Chiudo questa panoramica<br />

ricordando l’attenzione al<br />

territorio: dal supporto al<br />

dvd “Il suolo minacciato” fino<br />

all’ultimo libro “<strong>Parma</strong><br />

città e comunità”. A questo<br />

proposito è interessante<br />

tornare a sperimentare comunità<br />

<strong>di</strong> quartiere. Su<br />

questo farò una proposta al<br />

sindaco, per riattivare le se<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> quartiere come punto<br />

<strong>di</strong> riferimento, sfruttandole<br />

come luogo per mettere a<br />

<strong>di</strong>sposizione dei citta<strong>di</strong>ni figure<br />

istituzionali e <strong>di</strong> servizio<br />

utili come vigili, me<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> base, assistenti sociali.<br />

• Approfon<strong>di</strong>amo il tema<br />

del Concilio.<br />

A <strong>Parma</strong> abbiamo trovato<br />

Tessitore<br />

Eugenio Caggiati, 68 anni, è<br />

stato presidente del Borgo per<br />

do<strong>di</strong>ci anni, in più mandati:<br />

dal ’97 al ’99 e dal 2003 al maggio<br />

2012. Sotto il suo impulso<br />

dal Borgo sono scaturiti il Forum<br />

delle associazioni culturali<br />

e il Forum interreligioso 4<br />

ottobre. Più <strong>di</strong> recente, l’impegno<br />

a livello nazionale, con<br />

l’avvio della rete tra cattolici<br />

democratici “Costituzione,<br />

Concilio, citta<strong>di</strong>nanza”.<br />

Di professione insegnante (<strong>di</strong><br />

italiano e storia, per vent’anni<br />

all’Itis) è stato consigliere comunale<br />

per tre mandati (nelle<br />

fila Dc-Ppi dal 1980 al 1994) e<br />

presidente <strong>di</strong> Apt azienda promozione<br />

turistica e, poi, <strong>di</strong> Sogeap,<br />

la società <strong>di</strong> gestione<br />

dell’aeroporto.<br />

l’intesa tra quelli della linea<br />

<strong>di</strong> Pedrazzi, che accusano si<br />

sia persa del tutto la spinta,<br />

e la linea Campanini che<br />

salvaguarda gli aspetti positivi.<br />

Io penso sia venuta la<br />

riscoperta del laicato, anzi<br />

la primarietà del laicato. Per<br />

questo non concordo con la<br />

linea <strong>di</strong> To<strong>di</strong>, con i car<strong>di</strong>nali<br />

che fanno da perno all’iniziativa<br />

politica. Va fortemente<br />

recuperato il tema<br />

dei laici con la loro autonomia.<br />

• Sul Concilio sembra<br />

esserci un forte scollamento<br />

tra i giovani <strong>di</strong><br />

allora e i giovani <strong>di</strong> oggi.<br />

Senza fare polemiche ma ritengo<br />

che le gerarchie ecclesiastiche<br />

abbiano voluto<br />

far <strong>di</strong>menticare il Concilio.<br />

Gli altari sono sì cambiati<br />

nelle chiese ma negli ultimi<br />

20 anni non se n’è più parlato<br />

del Concilio. Tuttora la<br />

Chiesa Italiana, e nel suo<br />

piccolo anche la Chiesa <strong>di</strong><br />

<strong>Parma</strong>, non si sa cosa farà a<br />

settembre per ricordare i 50<br />

anni del Concilio. Chi era<br />

giovane come me in quegli<br />

anni ricorda con interesse il<br />

messaggio rivoluzionario e<br />

la tensione ideale che si respirava<br />

negli anni Sessanta<br />

e Settanta; si costruiva la società<br />

guardando al futuro.<br />

Oggi i giovani dove guardano?<br />

E’ vero che era una generazione<br />

fortunata. A 40<br />

anni potevi già essere un or<strong>di</strong>nario<br />

all’Università, con<br />

uno stipen<strong>di</strong>o che oggi sarebbe<br />

<strong>di</strong> 5.000 euro. E anche<br />

si poteva andare in pensione<br />

dopo soli 15 anni <strong>di</strong> lavoro.<br />

Una cosa ingiusta, anche<br />

allora. Ma in pochi si<br />

fermarono a ragionare. Erano<br />

anni kennedyani dove il<br />

concetto <strong>di</strong> partecipazione<br />

era vissuto, in tutti i campi:<br />

politico, sociale, ecclesiale.<br />

Oggi la partecipazione nella<br />

Chiesa è più limitata ma,<br />

devo <strong>di</strong>re, ci sono esperienze<br />

comunitarie più convinte.<br />

• Puntando sulla partecipazione<br />

è andato in<br />

auge il Movimento 5<br />

Stelle.<br />

Di fronte a forze politiche<br />

dove c’è un blocco generazionale,<br />

e <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>fficilissimo<br />

il cambiamento, il<br />

“vaffa” <strong>di</strong>venta l’arma vincente<br />

ed è più facile coniugare<br />

il passeggio in via Farini<br />

e il vaffa. Detto che io ho<br />

fiducia in questa nuova<br />

Amministrazione Comunale<br />

è chiaro che l’ultimo degli<br />

eletti in consiglio comunale<br />

ha preso solo 21 voti. Quando<br />

fui eletto io (anni Ottanta)<br />

si potevano dare quattro<br />

preferenze ma si viaggiava<br />

sui 2000 voti, c’è una <strong>di</strong>fferenza<br />

nella rappresentanza.<br />

Sono cambiati i tempi ma il<br />

vaffa non può essere in<strong>di</strong>cata<br />

come forma del futuro.<br />

Capisco che si urli il vaffa<br />

ma è un segno <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>sperazione<br />

dei giovani.<br />

• Come valuta le prime<br />

mosse del sindaco Pizzarotti?<br />

Prima voglio <strong>di</strong>re che non<br />

pensavo che al ballottaggio<br />

prendesse il 60%, credo che<br />

Bernazzoli abbia perso per<br />

due aspetti: da un lato i pessimi<br />

segnali della politica<br />

nazionale. Faccio un inciso:<br />

a inizio anno come Borgo<br />

abbiamo scritto a tutti i nostri<br />

parlamentari chiedendo<br />

un impegno sulle riforme.<br />

Ci hanno risposto solo<br />

la senatrice Soliani e l’onorevole<br />

Motta. E gli altri?<br />

Non capiscono. Quel che è<br />

assurdo, a mio avviso, non<br />

è lo stipen<strong>di</strong>o alto che percepiscono<br />

ma i privilegi vari,<br />

come i tassi ridotti sui<br />

mutui o altre cose <strong>di</strong> questo<br />

genere. Tornando a Bernazzoli<br />

reputo che come can<strong>di</strong>dato<br />

abbia sbagliato i messaggi<br />

in campagna elettorale<br />

non dando quel cambiamento<br />

che la gente si aspettava,<br />

a prescindere dall’avversario.<br />

Al nuovo sindaco<br />

credo si debba dare collaborazione,<br />

penso ne abbia<br />

molto bisogno: se perdesse<br />

pagherebbe la città. Non so<br />

cosa accadrà tra 5 anni; anche<br />

se governasse bene,<br />

credo che il Movimento 5<br />

Stelle sia transitorio, non in<br />

senso negativo, ma nel senso<br />

che segnano un cambiamento<br />

verso una nuova generazione.<br />

D’altronde in<br />

tutto il mondo vanno al governo<br />

delle città e dei paesi<br />

i quarantenni. Solo da noi<br />

governano i 60-70enni. C’è<br />

poi il grande assente che è il<br />

mondo cattolico: bisogna<br />

<strong>di</strong>re che in questa rivoluzione<br />

culturale e generazionale<br />

in atto il mondo cattolico<br />

si presenta a ranghi sparsi.<br />

Oggi il grande tema è il<br />

coinvolgimento dei giovani<br />

e sono contentissimo del lavoro<br />

fatto con la Fuci per il<br />

corso <strong>di</strong> politica. Occorre<br />

fare proposte ai giovani altrimenti<br />

per loro è più facile<br />

trovarsi in via Farini.<br />

Francesco Dra<strong>di</strong><br />

persone<br />

7<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


CASA della GIOVANE<br />

La Casa <strong>di</strong> via del Conservatorio, con l’aiuto <strong>di</strong> tanti, prosegue nel suo impegno a favore delle ragazze in<br />

<strong>di</strong>fficoltà, sostenendone il cammino verso l’autonomia personale e sociale. La relazione della presidente.<br />

Quando l’educazione fa miracoli<br />

Bilancio <strong>di</strong> un altro anno nel segno della promozione umana<br />

mappe<br />

8<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

Anche nel 2012 giugno è stato<br />

un mese importante per la<br />

Casa della Giovane, che ha<br />

avuto l’occasione <strong>di</strong> fare un bilancio<br />

dell’attività dell’anno passato e <strong>di</strong><br />

guardare avanti anche ascoltando la<br />

voce dei giovani attraverso i loro<br />

scritti (ve<strong>di</strong> box in basso).<br />

Tempi <strong>di</strong> crisi,<br />

tempi <strong>di</strong> opportunità<br />

Lo sguardo ad ampio raggio della relazione<br />

della presidente Anna Maria<br />

Baiocchi sull’attività del 2011<br />

(scaricabile<br />

da<br />

www.casadellagiovane.it) parte dalla<br />

constatazione che «I rapi<strong>di</strong> mutamenti<br />

della società degli ultimi tempi<br />

sia in Italia che nel mondo ed una<br />

profonda crisi economica ed etica<br />

hanno richiesto all’Acisjf in<strong>di</strong>spensabili<br />

e nuovi impegni concreti, capaci<br />

<strong>di</strong> sostenere le fasce più deboli<br />

della nostra società (...) Viviamo oggi<br />

come chiesa e come società un<br />

momento <strong>di</strong> incertezza, quasi <strong>di</strong><br />

vuoto o forse <strong>di</strong> attesa; è questa invece<br />

l’occasione per essere protagonisti<br />

<strong>di</strong> un nuovo agire, che nasce da<br />

una grande e profonda passione per<br />

l’umanità e ci spinge a creare spazi e<br />

servizi ricchi <strong>di</strong> relazioni vere e solidali».<br />

Il concorso per le scuole<br />

P<br />

Il punto fermo della “filosofia” dell’Associazione,<br />

quello della promozione<br />

delle persone attraverso progetti<br />

educativi, si coniuga quin<strong>di</strong><br />

con nuove emergenze e richiede un<br />

impegno creativo sempre sostenuto<br />

dall’amore e dalla con<strong>di</strong>visione.<br />

E’ il caso ad esempio dell’emergenza<br />

casa, con l’accoglienza a una giovane<br />

famiglia che aveva ricevuto lo<br />

sfratto; del punto <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> indumenti<br />

per l’Arma<strong>di</strong>o del Povero; e<br />

delle Borse della solidarietà per coloro<br />

che sono in attesa della tessera<br />

per l’acquisto gratuito <strong>di</strong> alimenti all’Emporio<br />

“Dire fare creare”.<br />

«E’ <strong>di</strong>fficile per chi vive a <strong>Parma</strong> (...)<br />

riconoscere le povertà estreme se<br />

non viene a trovarsi a contatto con<br />

esse. (...) Anche nella nostra apparente<br />

ricca città aumentano le sacche<br />

della povertà tra<strong>di</strong>zionale. (...)<br />

In questi casi la collaborazione fra<br />

enti pubblici e volontariato sta dando<br />

preziosi frutti e preziose risposte.<br />

(...) Notiamo che la gratuità e la profezia<br />

sono elementi capaci <strong>di</strong> dare<br />

risposte in<strong>di</strong>spensabili per affrontare<br />

quei bisogni primari verso i quali<br />

non dobbiamo porci tante domande<br />

ma essere invece efficienti nel cercare<br />

soluzioni e risposte (...) mossi<br />

non solo da uno spirito <strong>di</strong> carità ma<br />

per un senso <strong>di</strong> giustizia»..<br />

er il 17 o anno la<br />

Casa della Giovane<br />

ha indetto il<br />

concorso per le<br />

scuole secondarie<br />

<strong>di</strong> II grado, dal 2010<br />

de<strong>di</strong>cato al dott.<br />

Gianni Baiocchi,<br />

consistente nello<br />

svolgimento <strong>di</strong> un<br />

elaborato scritto.<br />

Il tema — in sintonia<br />

con le in<strong>di</strong>cazioni del’UE per il 2012 — era il seguente: «Alle<br />

varie istituzioni ed a noi adulti compete la responsabilità <strong>di</strong> sostenere<br />

le nuove generazioni, mettendoci al loro fianco e sentendoci<br />

fieri delle loro realizzazioni. E’ grande l’importanza della solidarietà<br />

fra generazioni <strong>di</strong>fferenti per donare a questa società sia<br />

l’esperienza <strong>di</strong> chi ha un ricco vissuto, sia la profezia, la carica e<br />

l’entusiasmo <strong>di</strong> chi ha tutta la vita e nuove strade da percorrere.<br />

Voi ragazzi sentite vicini noi adulti nel vostro cammino <strong>di</strong> crescita?».<br />

In occasione della premiazione, lo scorso 7 giugno, la presidente<br />

ha accolto autori e autrici degli elaborati premiati ricordando l’intento<br />

dell’iniziativa, quello <strong>di</strong> «ascoltare la voce e le riflessioni dei<br />

nostri giovani su un tema <strong>di</strong> attualità», partendo dalla filosofia<br />

delll’Associazione, che crede «nei miracoli dell’educazione e nella<br />

possibilità <strong>di</strong> volare alto anche quando si parte svantaggiati»,<br />

quando ci si sente ascoltati e partecipi <strong>di</strong> progetti educativi fatti<br />

<strong>di</strong> «incontri veri». Dieci premiati più un super-premio, tante scuole<br />

partecipanti, tanti i giovani che hanno sottolineato la necessità<br />

che gli adulti siano un esempio e una guida, che testimonino concretamente<br />

la solidarietà e la fratellanza, e non si limiti a dare<br />

buoni consigli ma esempi negativi. «Avete affermato tutti con forza<br />

— ha sottolineato la sig.ra Baiocchi — il valore insostituibile della<br />

famiglia che incoraggia, con<strong>di</strong>vide, aiuta, comprende, protegge,<br />

educa, accompagna... anche se durante l’adolescenza il rapporto<br />

può <strong>di</strong>ventare conflittuale. Avete poi parlato della scuola e dei vostri<br />

professori che non insegnano solo nozioni ma insegnano anche<br />

a vivere nella società, una società che richiede dei politici migliori<br />

e più coerenti. Parlando <strong>di</strong> voi stessi avete fatto anche delle<br />

analisi sull’adolescenza descritta spesso come un periodo <strong>di</strong>fficile<br />

da vivere: “Viene messo in dubbio tutto e si vuole stabilire riferendoci<br />

solo alle proprie esperienze ciò che è giusto o sbagliato”».<br />

L’impegno per un ambiente<br />

rassicurante e formativo<br />

«Centinaia <strong>di</strong> incontri con le ragazze,<br />

centinaia <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> ascolto, un<br />

grosso impegno educativo hanno<br />

caratterizzato anche il 2011», ricorda<br />

la presidente: «Nella Casa si è sempre<br />

cercato <strong>di</strong> creare un ambiente<br />

rassicurante, formativo e carico <strong>di</strong><br />

calore umano per contribuire a contenere<br />

<strong>di</strong>sagi e solitu<strong>di</strong>ni, ribellioni<br />

ed intemperanze, dando sempre<br />

spazio e tempo a progetti <strong>di</strong> recupero<br />

e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo costruttivo». La mentalità<br />

internazionale che ha contrad<strong>di</strong>stinto<br />

l’Acisjf fin dalla sua fondazione<br />

è <strong>di</strong> grande aiuto in una situazione<br />

in cui soprattutto le giovani<br />

immigrate <strong>di</strong> seconda generazione<br />

— la maggioranza degli affi<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>urni — manifestano <strong>di</strong>sorientamento<br />

e <strong>di</strong>sagio.<br />

Anche in questo caso si fanno i conti<br />

con la crisi: «Il 2011 si è caratterizzato<br />

per un grosso calo <strong>di</strong> presenze<br />

sia della Comunità educativa che<br />

nella residenza universitaria. Per la<br />

Comunità educativa si è trattato <strong>di</strong><br />

una scelta politica e sociale da parte<br />

dei Servizi dei vari Comuni. Sono infatti<br />

sempre più carenti i fon<strong>di</strong> destinati<br />

all’assistenza e per questo si privilegiano<br />

interventi meno impegnativi<br />

sotto l’aspetto economico. Per<br />

queste ragioni la Comunità residenziale<br />

è richiesta solo nei casi <strong>di</strong><br />

estrema conflittualità od incompatibilità<br />

fra le minori e la famiglia <strong>di</strong><br />

origine. (...). Spesso abbiamo scelto<br />

<strong>di</strong> proporre delle accoglienze in forma<br />

“gratuita” per non lasciare senza<br />

assistenza delle giovani in <strong>di</strong>fficoltà<br />

in quanto le ragazze che vengono<br />

nella nostra Casa hanno bisogno<br />

soprattutto <strong>di</strong> una Speranza in<br />

un futuro positivo per uscire dalla<br />

sopravvivenza e per entrare nella vita<br />

normale».<br />

La relazione non manca <strong>di</strong> realismo:<br />

«Abbiamo affrontato <strong>di</strong>fficoltà e fatiche<br />

ed anche sconfitte che hanno<br />

messo alla prova il nostro equilibrio<br />

e la nostra resistenza. In questi momenti<br />

ci siamo sempre fermati a riflettere,<br />

a ripensare, a riprendere fiato<br />

ed a raccogliere le forze necessarie<br />

per continuare a lavorare.<br />

Qui la provvidenza e il dono<br />

sono <strong>di</strong> casa<br />

Nel 2011 la Casa ha erogato 13.753<br />

pasti gratuiti, 321 pernottamenti<br />

La Casa della Giovane per una solidarietà senza confini<br />

• LE SCIARPE DELLA SOLIDARIETÀ<br />

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO •<br />

Gent.ma Sig.ra Baiocchi,<br />

in ragione dell’Associazione che rappresenta mi<br />

è gra<strong>di</strong>to farmi presente con questo scritto in<br />

occasione dell’Assemblea per la presentazione<br />

del bilancio consuntivo. Se rimane importante<br />

una verifica dell’andamento economico, è<br />

fondamentale mettere “a bilancio” un<br />

ringraziamento vero e corale per l’asistenza<br />

che il Signore ha accordato all’opera da voi<br />

svolta ed è doveroso implorare il Suo<br />

provvidente aiuto perché il nostro agire non sia<br />

<strong>di</strong>ssonante rispetto alla sapienza evangelica.<br />

Mentre imploro su tutti voi la bene<strong>di</strong>zone <strong>di</strong>vina<br />

vi prometto la mia vicinanza nella preghiera».<br />

In domino.<br />

Enrico Solmi, vescovo <strong>di</strong> <strong>Parma</strong><br />

gratuiti e una somma complessiva<br />

<strong>di</strong> quasi 50.000 euro per le necessità<br />

delle giovani ospiti e <strong>di</strong> quelle che,<br />

terminato il progetto educativo,<br />

stanno cercando <strong>di</strong> vivere autonomamente.<br />

Tutto questo è stato possibile, non<br />

manca <strong>di</strong> rimarcare la presidente,<br />

grazie alle numerose e generose collaborazioni<br />

gratuite <strong>di</strong> professionisti<br />

e aziende, alle tante donazioni <strong>di</strong><br />

enti e <strong>di</strong> privati citta<strong>di</strong>ni, grazie al<br />

quoti<strong>di</strong>ano lavoro dei volontari che<br />

affiancano gli educatori professionali:<br />

«Il volontariato dell’Associazione<br />

con 285 ore settimanali <strong>di</strong> presenza<br />

ha operato particolarmente<br />

nell’impegno educativo e gestionale,<br />

mantenendo costanti rapporti<br />

con gli Enti Pubblici della città con i<br />

quali è continuamente in rete.<br />

Nuovi volontari si sono aggiunti alla<br />

“squadra” storica, mettendo a <strong>di</strong>sposizione<br />

tempo, cuore e competenze.<br />

Le nostre ragazze pur nella loro<br />

“apparente” in<strong>di</strong>fferenza si affezionano<br />

a queste preziose figure <strong>di</strong><br />

riferimento perché con loro hanno<br />

rapporti quoti<strong>di</strong>ani». La Comunità<br />

Acisjf «appartiene alla nostra Chiesa<br />

ed al nostro territorio e questa è veramente<br />

una grande ricchezza».<br />

Per il terzo anno consecutivo l’Acisjf-Protezione della<br />

Giovane in<strong>di</strong>ce un Concorso per la realizzazione delle<br />

“Sciarpe della Solidarietà” per bambini e adulti a<br />

favore dell’Arma<strong>di</strong>o del Povero della SS. Annunziata e<br />

del centro <strong>di</strong>stribuzione alimenti gratuito “Emporio”<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong>. Questo Premio speciale vuole unire buon<br />

gusto, fantasia e spirito <strong>di</strong> fraternità. Anche gli strumenti<br />

più semplici possono trasformare un piccolo<br />

gesto d’amore in un atteggiamento culturale. Pensare<br />

agli altri fa bene innanzi tutto a noi stessi ed il passare<br />

dall’in<strong>di</strong>vidualismo al bene comune produce degli<br />

effetti molto positivi. Tempo, cuore e vita messi al servizio<br />

degli altri possono cambiare gli spazi in cui viviamo<br />

mentre sui rapporti e sulle relazioni umane sincere<br />

possiamo costruire l’anima più “vera “della nostra<br />

città rendendola capace <strong>di</strong> Profezia e <strong>di</strong> Speranza.<br />

Questa manifestazione servirà anche a ricordare la<br />

Marchesa Mima Serra che durante la Sua vita ha lavorato<br />

chilometri <strong>di</strong> lana con particolare capacità e<br />

buon gusto per trasmettere la sua tenerezza ed il suo<br />

amore silenzioso verso i più soli ed emarginati che<br />

erano al centro della sua vita. I “capolavori” dovranno<br />

essere consegnati entro il 15 ottobre presso la sede in<br />

via del Conservatorio, 11 a <strong>Parma</strong>, con i dati identificativi.<br />

E’ <strong>di</strong>sponibile gratuitamente, presso la Casa, lana<br />

nuova per agevolare chi ha buona volontà ma non<br />

può affrontare la spesa per acquistare il materiale.<br />

• EMERGENZA TERREMOTO<br />

La Casa della Giovane ha deciso <strong>di</strong> adottare, con un intervento<br />

economico mensile, una famiglia <strong>di</strong> Bomporto<br />

<strong>di</strong> Modena. Seguendola da vicino, in un percorso<br />

<strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, intende esprimere con questa iniziativa<br />

una reale partecipazione in una situazione <strong>di</strong><br />

emergenza.<br />

Al Vescovo, per contribuire all’acquisto <strong>di</strong> un pulmino,<br />

ha devoluto € 500,00.


L’8e9giugnounconvegnoeunamessapercelebrareil60°<strong>di</strong>fondazionedellasezioneparmensedell’Associazioneme<strong>di</strong>cicattolici<br />

Non solo me<strong>di</strong>cine: il <strong>di</strong>ritto alla salute passa anche per<br />

l’accoglienza e una corretta comunicazione me<strong>di</strong>co-paziente<br />

La sezione <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> dell’Associazione<br />

Me<strong>di</strong>ci<br />

Cattolici Italiani, intitolata<br />

al me<strong>di</strong>co parmense<br />

Giancarlo Rastelli, ha celebrato<br />

l’8 e 9 giugno scorsi il<br />

suo 60 o <strong>di</strong> fondazione. A festeggiare<br />

la ricorrenza venerdì<br />

sera si è tenuta una solenne<br />

concelebrazione nella<br />

chiesa <strong>di</strong> San Michele dall’Arco<br />

presieduta dal vescovo<br />

mons. Solmi, con la partecipazione<br />

dell’Assistente nazionale<br />

mons. Edoardo Menichelli,<br />

arcivescovo <strong>di</strong> Ancona,<br />

<strong>di</strong> quello regionale, il domenicano<br />

padre Giorgio Carbone<br />

e dell’assistente della locale<br />

Sezione, don Raffaele Sargenti,<br />

parroco della chiesa<br />

stessa.<br />

Il giorno successivo si è tenuto,<br />

presso la sala congressi<br />

dell’Azienda Ospedaliero-<br />

Universitaria <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, un<br />

convegno su “L’accoglienza e<br />

la comunicazione nell’ambiente<br />

sanitario: aspetti etici,<br />

psicologici e narrativi”, con<br />

numerose relazioni e testimonianze<br />

<strong>di</strong> esperti e me<strong>di</strong>ci.<br />

Le relazioni sono state tenute<br />

da padre Carbone, bioeticista,<br />

che si è soffermato sulla<br />

relazione curante/malato<br />

privilegiando gli aspetti empatici.<br />

Gli occhi dei curanti e<br />

quelli del paziente sono gli<br />

specchi, le finestre attraverso<br />

cui si può comunicare oltre<br />

alle parole: da Eschilo a molti<br />

autori moderni, passando<br />

anche per il Gesù dei Vangeli<br />

sinottici (“il viso è lo specchio<br />

della mente (anima) ed i miti<br />

occhi rivelano i segreti del<br />

cuore”), la metafora degli occhi<br />

come specchio dell’anima<br />

ha attraversato tutte le culture<br />

e il guardarsi in faccia è un<br />

fondamento <strong>di</strong> un vero rapporto<br />

umano. Curare il benessere<br />

dell’anima è un fondamento<br />

della cura dei pazienti<br />

ed oltre alle conoscenze<br />

tecniche sono fondamentali<br />

le virtù degli operatori e<br />

fra queste soprattutto la carità.<br />

Caterina Caminiti, <strong>di</strong>rettrice<br />

dell’Unità Operativa “Ricerca<br />

ed innovazione”, ha presentato<br />

un programma <strong>di</strong> umanizzazione<br />

dell’assistenza in oncologia,<br />

<strong>di</strong> cui ha curato la<br />

parte biostatistica, denominato<br />

HuCare (cura umanitaria),<br />

che ha interessato 29<br />

centri oncologici con 190 me<strong>di</strong>ci<br />

e 479 infermieri. Il programma<br />

si prefigge <strong>di</strong> rendere<br />

attivo l’intervento curativo<br />

secondo la me<strong>di</strong>cina basata<br />

sulle evidenze scientifiche,<br />

assicurando anche l’assistenza<br />

psicologica, anzi aiutando<br />

il paziente ad essere sod<strong>di</strong>sfatto,<br />

suggerendogli anche<br />

quelle domande (<strong>di</strong> informazioni<br />

e <strong>di</strong> richiesta <strong>di</strong> salute)<br />

che spesso non riesce ad<br />

esprimere personalmente.<br />

Tali risultati sono perseguiti<br />

con vari interventi assistenziali:<br />

da un infermiere de<strong>di</strong>cato<br />

e personale che seguirà il<br />

paziente nel suo lungo e<br />

spesso doloroso iter, a vari<br />

questionari che rivelano precocemente<br />

il suo <strong>di</strong>stress psicologico,<br />

le sue necessità sociali<br />

ed altri bisogni anche in<br />

base al grado <strong>di</strong> istruzione o<br />

al <strong>di</strong>sagio sociale (immigrazione,<br />

isolamento, solitu<strong>di</strong>ne,<br />

in<strong>di</strong>genza).<br />

Le IP Maria Grazia Beccari e<br />

Francesca Azzali, del reparto<br />

<strong>di</strong> malattie infettive, hanno<br />

presentato un filmato-sinfonia<br />

in cui in base all’esperienza<br />

<strong>di</strong> tutta l’équipe dell’Unità<br />

operativa <strong>di</strong> infettivologia<br />

hanno espresso le loro emozioni<br />

<strong>di</strong> fronte all’umanità varia<br />

e multietnica dei loro ammalati<br />

(Aids e altre malattie<br />

da isolare e nell’opinione<br />

pubblica spesso da nascondere),<br />

spesso in situazioni <strong>di</strong><br />

povertà estrema materiale e<br />

culturale, <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zio ed<br />

isolamento sociale ed anche<br />

<strong>di</strong> razzismo. A loro è seguita<br />

la testimonianza <strong>di</strong> Arianna<br />

Alfieri, specializzanda dello<br />

stesso reparto, che ha presentato<br />

le sue esperienze umane<br />

<strong>di</strong> supporto, simpatia ed aiuto<br />

me<strong>di</strong>co e sociale a, e con,<br />

pazienti provenienti da paesi<br />

<strong>di</strong>versi che testimoniano l’attuale<br />

realtà dei nostri ospedali.<br />

Lo psichiatra bolognese Carmine<br />

Petio ha presentato una<br />

relazione sul burnout psicofisico<br />

degli operatori, specie<br />

<strong>di</strong> fronte a situazioni cliniche<br />

deprimenti, alla sofferenza<br />

dei pazienti, ai ritmi del lavoro,<br />

all’accumularsi <strong>di</strong> impegni<br />

e via <strong>di</strong>cendo. Come cattolico<br />

ha esortato, oltre alla conoscenza<br />

degli interventi tecnici<br />

e all’aggiornamento, anche<br />

alla fede ed alla carità come<br />

aiuto all’operatore e come<br />

<strong>di</strong>sposizione d’animo nella<br />

pratica delle cure e dei rapporti<br />

con il prossimo-paziente.<br />

La giornata, moderata da Almerico<br />

Novarini, past-presidente<br />

della sezione parmense<br />

dell’AMCI e a lungo preside<br />

della facoltà me<strong>di</strong>ca, si è<br />

conclusa con l’intervento del<br />

Presidente nazionale dell’associazione,<br />

Vincenzo Saraceni,<br />

primario fisiatra a Roma<br />

ma anche docente presso la<br />

scuola <strong>di</strong> specializzazione <strong>di</strong><br />

fisiatria della nostra università.<br />

Partendo dall’affermazione<br />

che “salute non è un<br />

sentirsi (bene) ma un esserci”,<br />

ha insistito sull’importanza<br />

della relazione (curante/paziente,<br />

fra curanti con<br />

simili incombenze o con <strong>di</strong>fferenti<br />

doveri e ruoli). Saraceni<br />

ha anche ricordato varie<br />

meto<strong>di</strong>che che gli operatori<br />

sanitari dovrebbero associare<br />

all’arida e talvolta impersonale<br />

“me<strong>di</strong>cina basata sulle<br />

evidenze scientifiche”. Fra<br />

queste si è soffermato sulla<br />

“me<strong>di</strong>cina narrativa” che aiuta<br />

i curanti a capire i problemi,<br />

anche umani e psicologici,<br />

degli ammalati e a elaborare<br />

l’analisi della situazione,<br />

dall’altra parte aiuta pazienti<br />

e familiari a ricostruire i problemi,<br />

a scoprire eventuali<br />

rapporti con la vita e con fattori<br />

esterni, utili al me<strong>di</strong>co<br />

per la <strong>di</strong>agnosi e per la terapia<br />

ed a loro per la coscienza della<br />

malattia e per esprimere le<br />

richieste.<br />

Novarini chiudendo i lavori<br />

ha voluto ricordare alcuni<br />

punti fondamentali emersi<br />

dai vari interventi, fra i quali:<br />

l’importanza delle nuove conoscenze<br />

e delle innovazioni,<br />

anche metodologiche non<br />

solo tecniche; l’importanza <strong>di</strong><br />

gettare cuore e mente oltre gli<br />

ostacoli; l’invito a <strong>di</strong>fferenti<br />

modelli <strong>di</strong> salute (per esempio<br />

dal sentirsi all’esserci); la<br />

conoscenza delle problematiche<br />

attuali e delle prospettive<br />

future. Infine ha ringraziato<br />

il presidente della sezione<br />

parmense Luigi Ippolito, per<br />

l’ottima organizzazione del<br />

convegno e per la scelta degli<br />

oratori e del tema.<br />

mappe<br />

9<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


FESTA DELLA CHIESA<br />

E CHIUSURA<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

DELL’ANNO PASTORALE<br />

DOMENICA 24 GIUGNO<br />

10<br />

Ore 17<br />

Assemblea degli operatori pastorali<br />

in San Giovanni Evangelista<br />

Presentazione delle Linee guida<br />

per la costituzione delle Nuove Parrocchie<br />

Ore 18<br />

Celebrazione eucaristica<br />

in Cattedrale<br />

“La nostra Chiesa ha bisogno dell’Eucaristia, ha bisogno della comunione e della<br />

carità che l’Eucaristia genera per educare alla fede, per attuare il Nuovo Assetto<br />

della <strong>Diocesi</strong>, per il riconoscimento e la formazione <strong>di</strong> ogni ministero”.<br />

dalla Lettera Pastorale 2011-2012


PASSI<br />

ECCLESIALI<br />

Riportiamo alcuni passaggi della prolusione del car<strong>di</strong>nal Ruini e delle<br />

conclusioni dell’Assemblea della Cei svoltasi ad Assisi nel novembre del 2003<br />

Sviluppare una pastorale integrata<br />

Oggetto<strong>di</strong>riflessionee<strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o:lamissionedellaparrocchia<br />

Il Nuovo assetto <strong>di</strong>ocesano,<br />

come più volte è stato richiamato,<br />

non è solo una questione<br />

geografica, <strong>di</strong> revisione dei<br />

confini, nè tanto meno un raggruppamento<br />

<strong>di</strong> forze, ma riciede<br />

un nuovo approccio alla<br />

pastorale. Il Nad si inserisce in<br />

una riflessione in atto della<br />

Chiesa italiana. In particolare<br />

questo tema è stato ogegtto<br />

<strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> confronto<br />

nella 52° assemblea della Cei,<br />

nel novembre del 2003, <strong>di</strong> cui<br />

riportiamo alcuni passaggi.<br />

Prolusione Card. Ruini<br />

In questa prospettiva la domanda<br />

cruciale riguarda l’attitu<strong>di</strong>ne<br />

della parrocchia ad<br />

accogliere e attuare quella<br />

grande svolta che va sotto il<br />

nome <strong>di</strong> conversione missionaria<br />

della nostra pastorale,<br />

evitando <strong>di</strong> rimanere invece<br />

prigioniera <strong>di</strong> due tendenze,<br />

tra loro parzialmente contrastanti<br />

ma entrambe poco<br />

aperte alla missionarietà:<br />

quella <strong>di</strong> concepirsi come<br />

una comunità piuttosto autoreferenziale,<br />

nella quale ci si<br />

accontenta <strong>di</strong> trovarsi bene<br />

insieme, e quella <strong>di</strong> una “stazione<br />

<strong>di</strong> servizio” per l’amministrazione<br />

dei sacramenti,<br />

che continua a dare per scontata<br />

in coloro che li richiedono<br />

una fede non <strong>di</strong> rado assente.<br />

Rapporto col<br />

territorio<br />

[…] Il significato della parrocchia<br />

ruota pertanto intorno al<br />

rapporto tra la vita cristiana e<br />

il territorio e proprio da qui<br />

nascono i più frequenti interrogativi<br />

riguardo al suo futuro<br />

e alla sua vitalità, perché<br />

sembra <strong>di</strong>minuire nell’attuale<br />

trasformazione della società<br />

– con l’accentuarsi della mobilità,<br />

dell’anonimato e dei<br />

rapporti prevalentemente<br />

“funzionali” – l’importanza<br />

del territorio per la vita reale<br />

della gente, mentre crescono<br />

invece i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> aggregarsi<br />

elettivi ed elastici, anche tra<br />

persone localmente <strong>di</strong>stanti.<br />

Un processo da<br />

attuare<br />

[…] L’in<strong>di</strong>cazione più imme<strong>di</strong>ata<br />

e pregnante che sembra<br />

emergere da questa situazione<br />

sociale ed ecclesiale è che<br />

la parrocchia e la sua pastorale<br />

sono chiamate ad entrare<br />

in un percorso <strong>di</strong> collaborazione<br />

e integrazione che si<br />

muova lungo varie <strong>di</strong>rettrici e<br />

che complessivamente potremmo<br />

qualificare come<br />

“pastorale integrata”. Un tale<br />

processo richiede che le parrocchie<br />

abbandonino le tentazioni<br />

<strong>di</strong> autosufficienza, per<br />

intensificare in primo luogo<br />

la collaborazione e l’integrazione<br />

con le parrocchie vicine,<br />

al fine <strong>di</strong> sviluppare insieme<br />

e senza <strong>di</strong>ssonanze, in un<br />

medesimo ambito territoriale,<br />

quelle attenzioni e attività<br />

pastorali che superano <strong>di</strong> fatto<br />

le normali possibilità <strong>di</strong><br />

una singola parrocchia. Nella<br />

realtà variegata dell’Italia le<br />

<strong>di</strong>mensioni delle parrocchie<br />

sono assai <strong>di</strong>fferenziate, e così<br />

pure la loro configurazione<br />

sociale e le risorse umane <strong>di</strong><br />

cui <strong>di</strong>spongono, dalle gran<strong>di</strong><br />

e gran<strong>di</strong>ssime parrocchie delle<br />

periferie urbane a quelle<br />

minuscole <strong>di</strong> tanti villaggi,<br />

ma questa necessità <strong>di</strong> integrazione<br />

vale, in forme non<br />

rigide bensì analogiche, per<br />

l’insieme delle parrocchie e<br />

non soltanto per le più piccole<br />

<strong>di</strong> esse.<br />

[…] Il fondamentale quadro<br />

<strong>di</strong> riferimento del processo <strong>di</strong><br />

integrazione è evidentemente<br />

la <strong>Diocesi</strong>, anzitutto nella<br />

persona del Vescovo e nei<br />

suoi in<strong>di</strong>rizzi pastorali ma anche<br />

negli organi <strong>di</strong> partecipazione<br />

e negli uffici che curano<br />

i <strong>di</strong>versi ambiti dell’azione<br />

pastorale e che per primi sono<br />

chiamati a muoversi in<br />

una logica <strong>di</strong> collaborazione<br />

e integrazione.<br />

il Modello: la Trinità<br />

[…] La fonte prima e la regione<br />

decisiva della “pastorale<br />

integrata” non sono comunque<br />

i cambiamenti sociologici<br />

attualmente in corso, ma<br />

l’essenza stessa del mistero<br />

della Chiesa, che è comunione,<br />

anzitutto con le Persone<br />

la parrocchia e la<br />

sua pastorale sono<br />

chiamate ad entrare<br />

in un percorso <strong>di</strong><br />

collaborazione e<br />

integrazione che si<br />

muova lungo varie<br />

<strong>di</strong>rettrici e che<br />

complessivamente<br />

potremmo<br />

qualificare come<br />

“pastorale<br />

integrata”.<br />

La fonte prima e<br />

la regione<br />

decisiva della<br />

“pastorale<br />

integrata” non<br />

sono comunque i<br />

cambiamenti<br />

sociologici<br />

attualmente in<br />

corso, ma<br />

l’essenza stessa<br />

del mistero della<br />

Chiesa<br />

<strong>di</strong>vine e conseguentemente<br />

tra noi, figli in Cristo <strong>di</strong> un<br />

unico Padre e abitati e animati<br />

da un medesimo Spirito:<br />

sono preziosi a questo<br />

proposito i nn. 42 e 43 della<br />

Novo millennio ineunte, che<br />

mostrano come la Chiesa<br />

debba essere, per conseguenza,<br />

casa e scuola della comunione<br />

e come, prima <strong>di</strong> qualsivoglia<br />

programmazione, sia<br />

determinante la spiritualità<br />

della comunione, fondamentale<br />

“principio educativo in<br />

tutti i luoghi dove si plasma<br />

l’uomo e il cristiano”, a cominciare<br />

da noi Vescovi e<br />

preti.<br />

[…] Un punto apparentemente<br />

minore ma non privo <strong>di</strong><br />

concreta rilevanza, soprattutto<br />

nelle aree urbane, è quello<br />

dei confini territoriali tra le<br />

<strong>di</strong>verse parrocchie. Essi sono<br />

e rimangono chiaramente<br />

una necessità pratica, ma oggi,<br />

con il crescere della mobilità<br />

delle persone – compresi<br />

i bambini e i ragazzi in rapporto<br />

alle esigenze delle famiglie<br />

– e con l’accelerazione<br />

dei tempi e degli appuntamenti<br />

della vita quoti<strong>di</strong>ana,<br />

non possono essere fatti valere<br />

in maniera rigida. Lo sviluppo<br />

<strong>di</strong> una pastorale integrata<br />

potrà contribuire anche<br />

sotto questo profilo a mettere<br />

sempre più al primo posto il<br />

bene delle persone e delle famiglie.<br />

La parrocchia: Chiesa che<br />

vive tra le case degli uomini<br />

Già la prolusione del Car<strong>di</strong>nale<br />

Presidente ha offerto<br />

un’articolata riflessione sulla<br />

parrocchia, ricordandone la<br />

capacità <strong>di</strong> adattamento manifestata<br />

nelle <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni<br />

sociali e storiche senza<br />

perdere <strong>di</strong> vista l’istanza centrale<br />

<strong>di</strong> “comunicare la fede al<br />

popolo concretamente esistente,<br />

compresi coloro che<br />

dalla fede e dalla Chiesa apparivano<br />

più lontani”. Il significato<br />

della parrocchia, infatti,<br />

richiama primariamente il<br />

rapporto tra la vita cristiana e<br />

il territorio che, pur non possedendo<br />

oggi il carattere “totalizzante”<br />

<strong>di</strong> epoche precedenti,<br />

si configura ancora<br />

quale spazio e ambito primario<br />

<strong>di</strong> socializzazione, meno<br />

selettivo <strong>di</strong> altri e aperto a<br />

persone ed esperienze tra loro<br />

<strong>di</strong>verse. Nell’attuale fase <strong>di</strong><br />

cambiamento la parrocchia<br />

continua a costituire un punto<br />

<strong>di</strong> riferimento “naturale”<br />

per la crescita nella fede lungo<br />

le <strong>di</strong>verse tappe dell’esistenza,<br />

ma per assolvere a tale<br />

compito è chiamata a sviluppare<br />

una “pastorale integrata”,<br />

come l’ha efficacemente<br />

definita lo stesso Car<strong>di</strong>nale<br />

Ruini: una pastorale<br />

capace <strong>di</strong> generare integrazione<br />

tra parrocchie, tra varie<br />

realtà ecclesiali, in particolare<br />

con la <strong>di</strong>ocesi. Una tale pastorale<br />

ha il suo fondamento<br />

non tanto nel cambiamento<br />

sociologico ma nell’essenza<br />

stessa del mistero della Chiesa<br />

che è comunione, che trae<br />

alimento dal mistero della<br />

Santissima Trinità; è il riflesso<br />

della comunione trinitaria<br />

che deve essere percepibile<br />

nella Chiesa, casa e scuola <strong>di</strong><br />

comunione, orientata alla<br />

missionarietà e alla comunicazione<br />

della fede. In questo<br />

spirito, ha ricordato il Car<strong>di</strong>nale<br />

Presidente, si possono<br />

in<strong>di</strong>viduare alcune linee guida<br />

per aiutare la parrocchia<br />

ad assumere in concreto una<br />

configurazione missionaria:<br />

la formazione dei credenti a<br />

una fede consapevolmente<br />

missionaria; la valorizzazione<br />

e lo sviluppo dell’esistente;<br />

la centralità della pastorale<br />

degli adulti impegnati in una<br />

vera evangelizzazione degli<br />

ambienti e nell’educazione<br />

cristiana delle giovani generazioni.<br />

Al ruolo <strong>di</strong> presidenza<br />

e <strong>di</strong> responsabilità dei parroci,<br />

all’impegno del vicario<br />

parrocchiale e dei <strong>di</strong>aconi,<br />

animati da spirito <strong>di</strong> servizio<br />

e testimoni <strong>di</strong> fraternità, si è<br />

aggiunta la proposta <strong>di</strong> un inserimento<br />

ancor più ampio<br />

delle religiose nella pastorale<br />

parrocchiale, per favorire un<br />

rapporto capillare con le persone<br />

e le famiglie, nel segno<br />

dell’evangelizzazione e della<br />

prontezza al servizio.<br />

Nel quoti<strong>di</strong>ano<br />

il futuro della<br />

Chiesa ha bisogno<br />

della parrocchia.<br />

La connotazione<br />

missionaria <strong>di</strong><br />

servizio alla fede<br />

può aiutare la<br />

parrocchia a<br />

superare il rischio<br />

dell’autoreferenzia<br />

lità come pure <strong>di</strong><br />

configurarsi come<br />

stazione <strong>di</strong> servizio<br />

La relazione <strong>di</strong> Mons. Corti, si<br />

è articolata in quattro capitoli<br />

essenziali, introdotti dalla<br />

premessa che il futuro della<br />

Chiesa ha bisogno della parrocchia<br />

quale luogo capace <strong>di</strong><br />

generare alla fede nel quoti<strong>di</strong>ano<br />

della vita. Dopo aver<br />

evidenziato che la parrocchia<br />

è chiamata a esprimere un<br />

rapporto vivo e costante con<br />

la vita della società in un determinato<br />

luogo e un tempo<br />

preciso, il relatore ha delineato<br />

il volto missionario della<br />

parrocchia, che offre a tutti<br />

itinerari <strong>di</strong> crescita nella fede<br />

e ai credenti sostegno spirituale<br />

nella normale vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Questa connotazione<br />

missionaria <strong>di</strong> servizio alla fede<br />

può aiutare la parrocchia a<br />

superare il rischio dell’autoreferenzialità<br />

come pure <strong>di</strong><br />

configurarsi come “stazione<br />

<strong>di</strong> servizio”. Il tratto qualificante<br />

dovrà essere pertanto la<br />

centralità dell’evangelizzazione,<br />

intesa unitariamente<br />

come annuncio della parola,<br />

celebrazione dei sacramenti,<br />

vita <strong>di</strong> comunione, all’interno<br />

<strong>di</strong> un’azione pastorale che<br />

intende raggiungere persone<br />

oggi molto <strong>di</strong>fferenziate sotto<br />

il profilo della vita <strong>di</strong> fede: i<br />

catecumeni, cioè i non battezzati<br />

che desiderano ricevere<br />

il battesimo; i battezzati<br />

la cui fede è rimasta allo sta<strong>di</strong>o<br />

della prima formazione<br />

cristiana senza giungere a vera<br />

maturità; coloro che si sono<br />

allontanati dalla partecipazione<br />

e dalla vita della<br />

Chiesa. Nel terzo capitolo<br />

della sua relazione S.E. Mons.<br />

Corti ha in<strong>di</strong>cato i caratteri <strong>di</strong><br />

una parrocchia in stato <strong>di</strong><br />

evangelizzazione: l’Eucarestia<br />

centro del processo <strong>di</strong><br />

crescita e suo momento costitutivo;<br />

il carattere strategico<br />

dell’iniziazione cristiana<br />

in generale, e quella dei ragazzi<br />

in particolare; lo stile <strong>di</strong><br />

comunione e la consapevolezza<br />

della comune missione<br />

tra i soggetti pastorali, con gesti<br />

visibili <strong>di</strong> convergenza tra<br />

<strong>di</strong>ocesi, parrocchie, associazioni<br />

<strong>di</strong> laici – con particolare<br />

riferimento all’Azione Cattolica<br />

Italiana –, movimenti,<br />

nuove realtà ecclesiali. Nel<br />

capitolo conclusivo il relatore<br />

ha elencato i soggetti responsabili<br />

della vitalità evangelica<br />

e missionaria della parrocchia:<br />

la comunità parrocchiale<br />

nel suo insieme; il Vescovo<br />

e i sacerdoti suoi collaboratori;<br />

i laici e le <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong><br />

aggregazione che lo Spirito<br />

suscita nella Chiesa, incluse<br />

le varie forme <strong>di</strong> vita consacrata.<br />

Il richiamo alla testimonianza<br />

personale <strong>di</strong> vita,<br />

inoltre, continuerà ad essere<br />

il vero appello all’incontro<br />

con Cristo e al servizio autentico<br />

e generoso. (...)<br />

La parrocchia oggi<br />

La riflessione dei Vescovi, sulla<br />

base <strong>di</strong> valutazioni concernenti<br />

i cambiamenti in corso<br />

nella società italiana, si incentrata<br />

sul compito pastorale<br />

della parrocchia. In particolare<br />

è stata evidenziata l’esigenza<br />

che la parrocchia interagisca<br />

con il territorio nel<br />

quale vive e che, curando la<br />

<strong>di</strong>mensione vocazionale dell’esistenza,<br />

possa <strong>di</strong>ventare il<br />

luogo in cui si vive la vita secondo<br />

lo Spirito prima che il<br />

luogo dell’agire. Cuore della<br />

parrocchia è l’Eucaristia, celebrata<br />

dalla comunità la domenica,<br />

giorno del Signore,<br />

modello della vita e delle<br />

scelte della parrocchia nel<br />

campo dell’evangelizzazione,<br />

della liturgia e della carità.<br />

Con riferimento alle persone<br />

e alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita è stata<br />

sottolineata la centralità<br />

della famiglia, chiesa domestica,<br />

e l’attenzione alle attese<br />

dei giovani. Quanto al rapporto<br />

tra parrocchia e aggregazioni<br />

ecclesiali è stato auspicato<br />

un <strong>di</strong>alogo costruttivo<br />

che collochi queste ultime<br />

– e in particolare i movimenti<br />

e le nuove realtà ecclesiali –<br />

in funzione complementare<br />

con la pastorale parrocchiale,<br />

in modo che la loro peculiare<br />

identità <strong>di</strong>venti ricchezza<br />

per l’intera realtà comunità.<br />

Il rilancio della parrocchia, in<br />

definitiva, prenderà avvio<br />

grazie alla valorizzazione della<br />

pastorale or<strong>di</strong>naria, all’attenzione<br />

alla famiglia e al<br />

ruolo degli adulti, alla testimonianza<br />

semplice e coraggiosa<br />

nello spazio aperto della<br />

società.<br />

zoom<br />

11<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


Iisultatiimportanti,anchesenonsemprefacilieimme<strong>di</strong>ati,deinuovipercorsi<br />

Prime Comunioni e Cresime:<br />

prove <strong>di</strong> catechesi genitori-figli<br />

chiesa<br />

12<br />

E’<br />

un cammino per molti ancora<br />

nuovo, in fase <strong>di</strong> sperimentazione.<br />

Lo percorrono<br />

genitori e figli, a volte coi secon<strong>di</strong><br />

a fare da battistrada ai primi. Le<br />

<strong>di</strong>fficoltà non mancano, così come<br />

le sod<strong>di</strong>sfazioni. I risultati cominciano<br />

a vedersi. Un’esperienza positiva,<br />

quella della catechesi genitori-figli,<br />

con incontri guidati e paralleli, a parità<br />

<strong>di</strong> temi trattati; modus operan<strong>di</strong><br />

importato da altre <strong>di</strong>ocesi su analisi<br />

e proposta del nostro ufficio catechistico<br />

e che ha portato al rinnovamento<br />

dell’iniziazione cristiana. A<br />

tracciare un bilancio-verifica pescando<br />

tra chi ha iniziato a cimentarsi<br />

e chi è già ”avanti”, a raccontarci<br />

luci e ombre, presenze, assenze e<br />

mancanze, sono un <strong>di</strong>acono e tre<br />

parroci.<br />

All’uscita dalla messa in Steccata in<br />

memoria della vittime del sisma in<br />

Emilia (inizio giugno), intercettiamo<br />

Gianluca Piron<strong>di</strong>, <strong>di</strong>acono a Santa<br />

Maria del Rosario, che ha seguito<br />

uno dei gruppi <strong>di</strong> genitori fin da<br />

quando, sei anni fa, era parroco don<br />

Giuseppe Mattioli (ora allo Spirito<br />

Santo). «I genitori presenti sono in<br />

maggioranza e partecipano», una<br />

domenica al mese, dopo la messa.<br />

«Tirano fuori dubbi e problemi, parliamo<br />

degli stessi argomenti proposti<br />

a bambini e ragazzi» (nell’altra<br />

stanza), «perché poi a casa possa<br />

crearsi un <strong>di</strong>alogo». E’ stata l’occasione<br />

per «avvicinare anche i genitori<br />

che non credono, che non hanno<br />

mai fatto un percorso», ma incuriositi<br />

e <strong>di</strong>sposti a mettersi in <strong>di</strong>scussione<br />

e ad ascoltare, così come quelli<br />

che, dai tempi della loro cresima, sul<br />

punto fede si sono arenati. «Tanti solo<br />

da noi possono sentir parlare <strong>di</strong> temi<br />

quali il senso dei sacramenti,<br />

giungere a riscoprire alcune verità <strong>di</strong><br />

fede, ma anche <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> attualità:<br />

la gestione delle ricchezze del Vaticano,<br />

il <strong>di</strong>vorzio...», fino a ricevere nozioni<br />

più elementari su quanto accade<br />

nelle celebrazioni (segni, paramenti,<br />

colori, la liturgia dell’anno A,<br />

B, C...). Tutto rientra nel lavoro <strong>di</strong> rievangelizzazione-rieducazione<br />

alla<br />

fede. Per i gran<strong>di</strong>, la fatica è riprendere;<br />

per la parrocchia, resta quella<br />

<strong>di</strong> trovare animatori a copertura dei<br />

gruppi — «non cerchiamo super<br />

esperti, ma persone <strong>di</strong>sponibili a<br />

camminare insieme» (finora se la so-<br />

no cavata, nonostante qualche defezione)<br />

— e «convincere i genitori a<br />

”perdere” una mattina. In questa società<br />

dove la domenica non è più domenica,<br />

perché ci si deve riposare, fare<br />

la spesa, <strong>di</strong>vertirsi», riuscire a ritrovarsi<br />

una volta al mese è già un<br />

buon risultato. Meglio del previsto:<br />

ora, oltre ai “soliti” catechisti, parroci<br />

e al <strong>di</strong>acono, «alcune mamme e<br />

papà si sono offerti per collaborare».<br />

A S. Maria del Rosario le prime classi<br />

genitori-figli partite dalla 2 a elementare<br />

sono arrivate alla cresima<br />

(la prossima a ottobre) e già «tra i genitori<br />

c’è chi ha proposto <strong>di</strong> continuare<br />

gli incontri. Una sorta <strong>di</strong> dopocresima,<br />

anche per loro. Questi legami<br />

sono una ricchezza da non perdere.<br />

Certo, ci sono genitori che proprio<br />

non ve<strong>di</strong> mai (specialmente tra i<br />

papà), o che subiscono gli incontri.<br />

Alcune <strong>di</strong>fficoltà sono ineliminabili».<br />

Sempre fuori dalla Steccata, vicino a<br />

Piron<strong>di</strong>, troviamo don Raffaele<br />

Mazzolini (Langhirano). Lo scenario<br />

cambia? «Un percorso tutto sommato<br />

tra<strong>di</strong>zionale» — riflette —. Reperire<br />

«risorse umane» non è semplice,<br />

ma qualche giovane inserimento<br />

c’è. Gli incontri del 2011 «non<br />

sempre hanno ottenuto le risposte<br />

sperate», così si è cercato <strong>di</strong> «riservare<br />

ai genitori una maggiore e nuova<br />

attenzione». Confermati i momenti<br />

sacramentali nel tempo pasquale,<br />

«celebrati possibilmente nell’or<strong>di</strong>ne<br />

tipico dell’iniziazione cristiana»: battesimi,<br />

cresime, comunioni, «per ricordare<br />

la centralità dell’eucaristia<br />

nella vita cristiana». Maggior cura,<br />

inoltre, nell’«accompagnamento dei<br />

catechisti, per quanto i tempi e la <strong>di</strong>sponibilità<br />

delle persone (preti compresi)<br />

siano limitate». Lo stesso per i<br />

genitori: sembra si vada «per annate,<br />

per fasce d’età». E’ capitato che «la<br />

fatica nel coinvolgerli» fosse tale da<br />

non riuscire a partire. Qualcosa <strong>di</strong><br />

nuovo e positivo è scaturito dal cammino<br />

quaresimale, «più strutturato<br />

e unitario rispetto a quello d’Avvento,<br />

con elementi <strong>di</strong> collegamento tra segni<br />

della liturgia, celebrazione sacramentale<br />

e le esperienze che ciascun<br />

gruppo stava vivendo». Diversi animatori<br />

sono «alle prime armi» e per<br />

ora mancano «gli incontri formativi<br />

a livello zonale», pensati per loro.<br />

Tutto migliorabile.<br />

Dopo cinque anni, ciclo completato<br />

anche a Collecchio, con le cresime<br />

del 10 giugno. Don Guido Brizzi<br />

(parroco qui da un anno) ricorda gli<br />

obiettivi: «genitori che camminino<br />

insieme ai figli, recuperando il ruolo<br />

<strong>di</strong> responsabilità nell’educare alla fede».<br />

Secondo, «rimettere al centro la<br />

domenica». Per passare dalla semplice<br />

«catechesi verso i sacramenti ad<br />

una che sia appren<strong>di</strong>stato della vita<br />

cristiana». Il ritmo è cambiato —<br />

messa ogni settimana, incontro coi<br />

ragazzi ogni 15 giorni, coi genitori<br />

ogni mese —, e così il coinvolgimento<br />

— «non più del solo gruppetto legato<br />

al catechista, ma <strong>di</strong> tutta la comunità»<br />

— e lo stile <strong>di</strong> lavoro — «i<br />

catechisti preparano insieme gli incontri»<br />

—. C’è più partecipazione al<br />

catechismo che alla messa, i genitori<br />

presenti sono il 20-30% ma «instillare<br />

in quei pochi il desiderio <strong>di</strong> essere<br />

più partecipi è positivo; la strada<br />

giusta verso la sequela».<br />

Noceto, parrocchia dei gran<strong>di</strong> numeri<br />

(80-90 bambini per classe). I<br />

catechisti si impegnano, anche nella<br />

propria formazione, ma don Corrado<br />

Mazza (che pure ha seguito l’esperienza<br />

<strong>di</strong> Collecchio e si <strong>di</strong>vide tra<br />

messe “de<strong>di</strong>cate” ai gruppi, incontri<br />

coi genitori) ammette: «<strong>di</strong>fficile attivare<br />

qui i percorsi visti altrove. Il<br />

coinvolgimento delle famiglie (gli incontri<br />

del giovedì sera ci sono) non è<br />

ancora sistematico. Per <strong>di</strong>videre e gestire<br />

i gruppi occorrono forze» (quasi<br />

doppie), persone capaci <strong>di</strong> parlare<br />

agli adulti. «E’ un cammino utilissimo,<br />

ma ci vuole cautela e gradualità».<br />

Erick Ceresini<br />

TRA I TEMI LETTERA PASTORALE, CONCILIO, NAD<br />

L’anno pastorale del CPZ Oltretorrente<br />

Si è conclusa l’attività 2011-2012 del Consiglio pastorale della Zona<br />

Oltretorrente. Un percorso tracciato da ottobre a giugno, inizio e fine<br />

dell’anno pastorale, con cadenze mensili, ritoccate per opportunità<br />

e circostanze contingenti. Un totale <strong>di</strong> 7 incontri <strong>di</strong> cui 5 nella<br />

sede abituale <strong>di</strong> San Marco; uno a gennaio, in Seminario Minore per<br />

la confluenza in un’iniziativa <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> commento al <strong>di</strong>scorso<br />

del Vescovo alla città per Sant’Ilario. Infine il settimo, fra San Marco<br />

e la pizzeria, per un commiato in fraternità.<br />

3 degli incontri, riservati alla formazione e guidati da don Luigi Maggiali,<br />

hanno proposto una partecipazione allargata.<br />

Ripercorrendone brevemente le tappe, possiamo sottolinearne contenuti<br />

e strumenti. Elementi trasversali ed obbiettivi <strong>di</strong> tutti gli incontri:<br />

l’educazione alla vita buona del Vangelo, l’anno della Fede e<br />

l’attualità del Concilio, la realizzazione del N.A.D.<br />

La Lettera Pastorale è stata letta nelle sue 6 parti fondamentali con<br />

la guida <strong>di</strong> don Roberto Dattaro, vicazio zonale, che ci ha consentito<br />

<strong>di</strong> porre l’accento sulla centralità dell’Eucaristia e sulla celebrazione<br />

del Giorno del Signore ricavandone forti sollecitazioni per l’educazione<br />

alla fede, l’attenzione alla famiglia e ai giovani, la formazione<br />

delle varie ministerialità per saper recuperare dal Concilio<br />

quell’immagine <strong>di</strong> Chiesa, Madre e Maestra <strong>di</strong> tutto il popolo <strong>di</strong> Dio.<br />

La Lettera interpretata, nella sua sostanza, come invito pressante al<br />

cammino <strong>di</strong> Comunione-Con<strong>di</strong>visione e Corresponsabilità, ha<br />

aperto la strada alla programmazione <strong>di</strong> incontri formativi tesi ad<br />

evidenziare<br />

Altro tema importante, l’attualità del Concilio. Per la passione e la<br />

chiarezza espositiva <strong>di</strong> don Luigi Maggiali sono passate alla nostra<br />

attenzioni le costituzioni conciliari aiutandoci a cogliere il fondamento<br />

della corresponsabilità nella valorizzazione del Sacerdozio<br />

comune.<br />

E’ stata una forte sollecitazione a riappropriarci dell’anima del Concilio<br />

per ritrovarvi, nel suo balzo in avanti, la continuità con il passato<br />

e il rispetto della tra<strong>di</strong>zione. Tutto per recuperare quel volto <strong>di</strong><br />

Chiesa scritto nelle pagine conciliari e che il 50° del Concilio oggi ripropone<br />

con forza.<br />

Sono nati forti spunti per approfon<strong>di</strong>re e ritrovare il volto della missionarietà<br />

della Chiesa e il rapporto della Comunità cristiana con la<br />

Parola <strong>di</strong> Dio.<br />

Infine è stato presentato il Documento definitivo sul Nuovo Assetto<br />

Diocesano, presentato come icona biblica dell’anno della fede, e<br />

che valorizza la speranza, la comunione e la missione proponendo<br />

un unico pane per mense <strong>di</strong>verse.<br />

Nella sua essenzialità il documento è ben accolto anche se, nella<br />

concretezza, ancora le linee<br />

guida non sembrano<br />

abbastanza rassicuranti e<br />

tali da <strong>di</strong>ssolvere dubbi e<br />

perplessità. Resta ancora<br />

l’attesa dei decreti e delle<br />

nomine ufficiali che, con<br />

il prossimo anno e con la<br />

Visita pastorale daranno<br />

il via alla vita delle Nuove<br />

Parrocchie.<br />

Il settimo incontro, rinfrancandoci<br />

nella fraternità,<br />

ha avuto anche lo scopo <strong>di</strong> proiettarci nel cammino che segnerà<br />

il prossimo anno, sia parrocchiale che zonale e <strong>di</strong>ocesano.<br />

Abbiamo scelto <strong>di</strong> concluderlo <strong>di</strong>videndo il “pane” della serata con<br />

un gesto <strong>di</strong> solidarietà ai fratelli terremotati della nostra regione.<br />

Tramite la Caritas <strong>di</strong>ocesana va l’offerta <strong>di</strong> 300 euro del C.P.Z. Oltretorrente<br />

per le necessità più urgenti. (Clau<strong>di</strong>a Gainotti - segretaria<br />

C.P.Z.)<br />

NELLA CHIESA DI SAN MARCO<br />

Azione vandalica e sacrilega<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

ESPERIENZE •<br />

Dall’alto: prima<br />

Comunione a<br />

Santa Maria del<br />

Rosario; don<br />

Corrado Mazza,<br />

parroco <strong>di</strong> Noceto;<br />

don Raffaele<br />

Mazozlini, parroco<br />

<strong>di</strong> Langhirano;<br />

prima Comunione<br />

a Collecchio.<br />

Ancora la chiesa <strong>di</strong> san Marco sotto tiro. Nella notte tra il 18 e il 19<br />

giugno, infatti, persone ignote sono entrate in chiesa, con lo scopo<br />

non tanto <strong>di</strong> rubare, quanto <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere e <strong>di</strong> violare, aprendo il tabernacolo<br />

e sparpagliando le ostie sul pavimento. Azione veramente<br />

ignobile. Lo scempio non ha risparmiato neppure la sagrestia e i<br />

paramenti liturgici e i vari arre<strong>di</strong> sacri. Un gesto che ha lasciato il<br />

parroco e gli operatori pastorali sbigottiti. Ora non rimane che rimettere<br />

a posto (ma ci vorrà del tempo) e mettere e mettersi in sicurezza.<br />

Ma, una volta restaurato, il tabernacolo verrà <strong>di</strong> nuovo benedetto<br />

e sarà anche celebrata una messa in riparazione per quanto<br />

è stato compiuto.


Appuntamentosentitoperriba<strong>di</strong>rechenoncisonostranierinellaChiesa<strong>di</strong>Dio<br />

CONTINUA LA RACCOLTA FONDI CARITAS<br />

Il 26 il Papa nelle zone del terremoto<br />

Dopo la consegna del pulmino<br />

alla parrocchia <strong>di</strong> san Felice sul<br />

Panaro, continua la raccolta <strong>di</strong><br />

fon<strong>di</strong> per le popolazioni terremotate,<br />

alle prese, oltre che con<br />

le scosse sismiche anche con un<br />

calore che le tende sembrano<br />

aumentare. La <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>,<br />

attraverso la Caritas, mentre ha<br />

dato la <strong>di</strong>sponibilità per un gemellaggio,<br />

continua un’azione<br />

<strong>di</strong> vicinanza e <strong>di</strong> aiuto in tanti mo<strong>di</strong>: dall’invio <strong>di</strong> generi alimentari e<br />

prodotti per l’igiene (anche per persone anziane), alla consegna <strong>di</strong><br />

quanto viene richiesto in modo specifico (dai contenitori per alimenti<br />

alle ciabatte <strong>di</strong> gomma::), ed anche con la presenza <strong>di</strong> alcuni volontari<br />

presso il cento Caritas <strong>di</strong> san Felice.<br />

A dare un segno <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione e <strong>di</strong> consolazione, sarà anche Benedetto<br />

XVI, che<br />

Martedì 26 giugno si recherà in visita nelle zone terremotate dell’Emilia<br />

Romagna. Alle 10.15 il Papa arriverà in elicottero a San Marino<br />

<strong>di</strong> Carpi, dove sarà accolto dal prefetto Franco Gabrielli, capo del <strong>di</strong>partimento<br />

della Protezione civile. Seguirà un trasferimento su pulmino<br />

della Protezione civile verso Rovereto <strong>di</strong> Novi e il passaggio all’interno<br />

della “zona rossa”, dove si trova la chiesa <strong>di</strong> Santa Caterina <strong>di</strong><br />

Alessandria, nella quale è morto don Ivan Martini. Dopo il saluto del<br />

presidente della Regione, Vasco Errani, il Papa pronuncerà un <strong>di</strong>scorso<br />

e al termine saluterà i rappresentanti delle <strong>di</strong>verse realtà presenti.<br />

Come aiutare<br />

E’ stato allestito un punto raccolta in Vicolo del Me<strong>di</strong>o Evo; c’è anche<br />

la possibilità <strong>di</strong> depositare eventuali scatoloni anche in Seminario Minore.<br />

Info o ritiri: telefonare in Ufficio Caritas al 0521/234765.<br />

Caritas <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, co<strong>di</strong>ce iban:<br />

IT75 Z069 3012 7000 0000 0043 922,<br />

specificando causale: “Emergenza terremoto in Emilia”.<br />

DOMENICA 25 ALLA FAMIGLIA DI NAZARETH<br />

Festa per don Monica, prete da 65 anni<br />

Domenica 25 Giugno 2012 nella Parrocchia Famiglia <strong>di</strong> Nazareth si<br />

festeggerà il 65° anniversario <strong>di</strong> Sacerdozio <strong>di</strong> Don Adelmo Monica.<br />

Tutta la Comunità parrocchiale è invitata alle ore 10,00 per ringraziare<br />

insieme al “Don” il Signore per il dono del sacerdozio.<br />

Anche se non più parroco, siamo grati a lui per il tanto bene seminato<br />

e con lui vogliamo ringraziare Dio per il dono che ci ha fatto, quello<br />

<strong>di</strong> averlo come parroco per tanti anni. Dopo l’eucarestia, potremo<br />

con<strong>di</strong>videre un piccolo rinfresco preparato per l’occasione. (la comunità<br />

della Famiglia <strong>di</strong> Nazareth)<br />

TESTIMONIAZA DI PADRE LINO POFFE<br />

DaviaMontanara<br />

allaCostaD’Avorio<br />

La Provvidenza ha voluto che anticipassi<br />

il ritorno, oggi 10 giugno<br />

— per vivere un momento forte<br />

<strong>di</strong> festa con Voi alla Parrocchia delle<br />

Sacre Stimmate <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> da dove sono<br />

partito, 38 anni fa, inviato da Voi in<br />

missione in Africa!<br />

Con<strong>di</strong>vido oggi la Vostra gioia ricordando<br />

i bei tempi passati, cioè sette<br />

anni <strong>di</strong> vita pastorale, dal 1966 al 1973,<br />

quando l’in<strong>di</strong>menticabile padre Attilio<br />

Pasquali ha dato il suo consenso perché<br />

andassi in Costa d’Avorio a sostituire<br />

un Missionario malato.<br />

P. Attilio mi aveva dato il permesso per tre mesi e poi voleva la mia<br />

presenza ancora in questa parrocchia che lui stesso aveva fondata<br />

50 anni fa. Il tempo è passato ma il ricordo e la riconoscenza sono<br />

sempre nel cuore.<br />

Porto nel mio cuore tanti avvenimenti vissuti insieme: la cosa pm<br />

importante è che tutto ciò che è stato fatto con amore, sia scritto nei<br />

Cieli dove ciascuno <strong>di</strong> noi è chiamato a rivivere la nostra vita in Dio!<br />

Tante persone mi hanno voluto bene e ora godono nel Regno dei<br />

Cieli, chiamate a vivere in Dio: a tutte e a ciascuno devo tanta riconoscenza<br />

per la collaborazione e la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> fede vissuta insieme.<br />

A <strong>Parma</strong> ho sempre trovato le porte aperte e tanta generosità che mi<br />

hanno aiutato a vivere la mia Missione: in particolare il prezioso<br />

sostegno nella realizzazione della ra<strong>di</strong>o Pace che anima tutti i giorni’<br />

la zona missionaria dove lavorano i Padri Stimmatini.<br />

Come frutto meraviglioso e prezioso proveniente dalla Costa d’Avorio<br />

è la presenza <strong>di</strong> Padre Aimè che è in missione qui a <strong>Parma</strong> tra<br />

voi e ch dà tutto il suo entusiasmo ad annunciare la Parola <strong>di</strong> Dio.<br />

A tutti e a ciascuno dei presenti il mio ringraziamento, il mio saluto<br />

e la mia bene<strong>di</strong>zione, assicurando la mia continua preghiera che<br />

ogni giorno ho innalzato al Signore.<br />

Una Chiesa sola da tanti Paesi<br />

MessadelVescovoconlacomunitàfrancofona<br />

Domenica 17 giugno il Vescovo,<br />

a conclusione dell’anno<br />

pastorale, ha preseduto<br />

la celebrazione per le comunità<br />

francofone presenti a <strong>Parma</strong>.<br />

Insieme a lui, padre Raoul Mambo<br />

Koua<strong>di</strong>o, incaricato della cura<br />

pastorale dei cristiani cattolici in<br />

lingua francese e padre Raimondo<br />

Sommacal, incaricato insieme<br />

a don Sergio Al<strong>di</strong>geri della cura<br />

pastorale dei migranti. Un incontro<br />

atteso da tempo, che si è svolto,<br />

come <strong>di</strong> consueto, nell’accogliente<br />

chiesa <strong>di</strong> Santa Maria della<br />

Pace — parrocchia che da tempo<br />

offre questa preziosa ospitalità<br />

per la preghiera. Motivo, questo,<br />

<strong>di</strong> profonda gratitu<strong>di</strong>ne. La cosa<br />

bellissima — evidenzia Padre<br />

Raoul, cui fanno anche i fedeli —<br />

è il fatto che il vescovo abbia celebrato<br />

e anche fatto la pre<strong>di</strong>ca in<br />

lingua francese. «Abbiamo gra<strong>di</strong>to<br />

— spiega una giovane studentessa,<br />

Fernanda — questo piccolo<br />

grande gesto del nostro vescovo,<br />

segno <strong>di</strong> fratellanza e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione».<br />

E prosegue: «L’emozione e<br />

il calore umano si leggvano negli<br />

occhi, tanto è vero che lo stesso ve-<br />

scovo ci ha chiesto <strong>di</strong> non trattenerci,<br />

ma <strong>di</strong> danzare come se fossimo<br />

in Africa». E, testimonia padre<br />

Raoul, la liturgia è stata davvero<br />

molto animata. Anche perchè<br />

«il nostro modo <strong>di</strong> ringraziare<br />

è proprio quello <strong>di</strong> danzare». Bella<br />

e significativa, secondo padre<br />

Raoul, la sottolineatura fatta dal<br />

Vescovo durante l’omelia che<br />

«siamo una chiesa sola, anche se<br />

veniamo da Paesi <strong>di</strong>versi (dal Togo<br />

al Burkina<br />

Faso, al<br />

Rwanda, al<br />

Senegal, alla<br />

Costa d’Avorio)<br />

e unico è<br />

il nostro Pastore.<br />

E noi<br />

ci siamo<br />

sentiti proprio<br />

<strong>di</strong> appartenere<br />

ad un’unica<br />

famiglia». Al<br />

Vescovo, il<br />

quale si è reso<br />

<strong>di</strong>sponibile<br />

per successivi incontri, è stato<br />

posto il problema <strong>di</strong> trovare un<br />

luogo adatto per poter realizzare<br />

altre attività. «C’è stata la <strong>di</strong>sponibilità<br />

a venirci incontro». Al termine<br />

della celebrazione, racconta<br />

ancora Fernanda, essendo<br />

«questa domenica il giorno della<br />

festa del papà in Costa d’Avorio,<br />

abbiamo augurato buona festa del<br />

papà al Vescovo, facendo seguire<br />

un forte applauso; auguri <strong>di</strong> tanti<br />

figli al padre». Questo ritrovarsi<br />

insieme per la preghiera (ogni sabato<br />

sera c’è un’ora <strong>di</strong> adorazione<br />

silenziosa) e per le celebrazioni liturgiche<br />

aiuta molto, afferma padre<br />

Raoul «le persone immigrate,<br />

soprattutto appena arrivano in<br />

Italia e possono vivere momenti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fficoltà e <strong>di</strong> sbandamento». E <strong>di</strong>venta<br />

poi buon tramplino <strong>di</strong> lancio<br />

«per una buona integrazione e<br />

per l’inserimento nelle comunità<br />

parrocchiali dove si trovano a vivere».<br />

Con più slancio e più forza,<br />

quain<strong>di</strong> riprende il cammino. Sapendo<br />

davvero <strong>di</strong> non essere soli<br />

o stranieri nella Chiesa <strong>di</strong> Dio.<br />

Assiemeaipresbiteri<strong>di</strong>ierie<strong>di</strong>oggihapresiedutoilnuovosuperioredeglistimmatini<br />

Sacre Stimmate, comunità da 50 anni<br />

Il10giugnoquartiereinfestaperl’anniversariodellaParrocchia<br />

Domenica 10<br />

giugno sul<br />

portone<br />

principale della<br />

chiesa delle Stimmate<br />

campeggia<br />

uno striscione coloratissimo,<br />

con la<br />

scritta in inglese <strong>di</strong><br />

“Buon compleanno”.<br />

Ma gli adobbi<br />

interni e i fiori, con<br />

nastri dorati, richiamano<br />

più un anniversario<br />

<strong>di</strong> nozze. E<br />

in fondo è così: 50<br />

anni <strong>di</strong> vita della<br />

parrocchia sono il<br />

racconto e la testimonianza<br />

<strong>di</strong> un legame<br />

d’amore, anzi<br />

<strong>di</strong> più legami che si intrecciano. Come le presenze sull’altare<br />

dei tanti religiosi che si sono avvicendati nell’animazione<br />

e nella cura pastorale della parrocchia e che<br />

hanno affrontato anche viaggi lunghi: dalla Costa d’Avorio<br />

a Trento, da Roma a Milano, a Verona. E chi non<br />

ha potuto partecipare si è reso presente con uno scritto,<br />

con un saluto, segno – appunto – <strong>di</strong> un legame ancora<br />

vivo.<br />

Per felice coincidenza, questa ricorrenza coincide con<br />

la solennità del Corpus Domini, che aiuta a riflettere<br />

sulla parrocchia, comunità eucaristica, che attorno all’altare<br />

ritrova la sua identità e il senso della sua missione.<br />

Presiede la celebrazione il neo eletto superiore generale,<br />

padre Maurizio Baldassari che, nel saluto iniziale,<br />

ringrazia la comunità parrocchiale «per il clima <strong>di</strong><br />

famiglia che si respira e per aver saputo accogliere ogni<br />

stimmatino a braccia aperte» Come uno <strong>di</strong> famiglia.<br />

«Celebrare i 50 anni<br />

<strong>di</strong> una comunità<br />

parrocchiale — ha<br />

commentato padre<br />

Baldassari — significa<br />

rendersi conto che<br />

siamo amati da Dio<br />

e da Lui scelti per essere<br />

suo popolo. E<br />

questa chiesa, nella<br />

quale vi riunite, è segno<br />

che Dio cammina<br />

con voi. Celebrare<br />

questo anniversario<br />

incoraggia la vostra<br />

comunità nei<br />

suoi progressi». Infine<br />

l’augurio, impegnativo:<br />

«Fate in<br />

modo che questo anniversario<br />

<strong>di</strong>venti<br />

ragione <strong>di</strong> speranza per tanta gente che incontrate. Siate<br />

voi stessi ragione <strong>di</strong> speranza». Consegna che raccoglie<br />

e racchiude i tanti sentimenti e motivi <strong>di</strong> questa<br />

giornata: gratitu<strong>di</strong>ne, senso <strong>di</strong> responsabilità, impegno.<br />

E se il culmine dell’anniversario è stata la celebrazione<br />

eucaristica, la festa è poi proseguita nel pomeriggio, con<br />

giochi e merende varie. In uno stare insieme piacevole,<br />

tipico <strong>di</strong> una famiglia che si ritrova anche con chi adesso<br />

vive lontano da casa. I <strong>di</strong>scorsi sull’oggi si intrecciano<br />

ai ricor<strong>di</strong>.<br />

Non senza, però, guardare in avanti. Con gli occhi degli<br />

adolescenti che, in serata, hanno proposto un simpatico<br />

spettacolo.<br />

Piccoli frammenti <strong>di</strong> una giornata che ha dato nuovo<br />

vigore alla parrocchia delle Stimmate. Che a 50 anni riparte,<br />

forte <strong>di</strong> una fedeltà sperimentata e toccata con<br />

mano.<br />

chiesa<br />

13<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


GALLERY • I cori intervenuti al Buon Pastore sono l’anima del<br />

Concerto ecumenico. Dall’alto al basso partendo da sinistra, il<br />

Coro ecumenico, che ha aperto e chiuso la serata; il Coro della<br />

Chiesa cristiana avventista del settimo giorno, il Coro della Chiesa<br />

ortodossa <strong>di</strong> San Nectario, il Coro della Chiesa evangelica<br />

meto<strong>di</strong>sta <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>-Mezzani, il Coro della Chiesa cattolica dei<br />

Santi Faustino e Giovita <strong>di</strong> Sorbolo. In basso a sinistra, con<br />

Guillaume Nkouh, la conduttrice della serata, Sarah Santona,<br />

avventista. Altra presenza importante quest’anno è stata quella<br />

dell’associazione interculturale “Perché no?”, laboratorio per<br />

l’insegnamento della lingua italiana e per la promozione dei<br />

migranti che arrivano a <strong>Parma</strong> e all’associazione trovano<br />

insegnanti che li accompagnano in percorsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso livello. La<br />

colletta <strong>di</strong> 410 euro sarà devoluta per le attività dell’associazione.<br />

ECHI DAL CONCERTO ECUMENICO SUL SAGRATO DEL BUON PASTORE<br />

LeChiesecristiane<strong>di</strong><strong>Parma</strong><br />

insiemeperi<strong>di</strong>ritti<strong>di</strong>tutti<br />

Hanno emozionato il<br />

folto pubblico le testimonianze<br />

dei<br />

nuovi parmigiani dell’associazione<br />

interculturale<br />

“Perché no?”che ha partecipato<br />

al Concerto ecumenico<br />

dal titolo “Se non è per<br />

tutti che <strong>di</strong>ritto è? Le Chiese<br />

cristiane per una citta<strong>di</strong>nanza<br />

plurale”, organizzato<br />

nel bel sagrato del Buon Pastore<br />

dal Consiglio delle<br />

14<br />

Chiese cristiane <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>.<br />

L’arrivo, la ricerca del lavoro,<br />

il riconoscimento del <strong>di</strong>ritto<br />

<strong>di</strong> asilo e dei titoli <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o, i ricongiungimenti<br />

familiari, le risposte razziste:<br />

le esperienze sono tan-<br />

fe<strong>di</strong><br />

te e il racconto è con il sorriso<br />

sulle labbra e ironia che<br />

illumina le situazioni più<br />

assurde (ve<strong>di</strong> sotto).<br />

Il concerto è frutto del lavoro<br />

<strong>di</strong> mesi <strong>di</strong> un gruppo misto<br />

supportato con generosità<br />

e perizia dai soci<br />

dell’Anspi Crocetta dell’Unità<br />

pastorale Buon Pastore-Sant’Evasio,<br />

e ha riunito<br />

membri delle Chiese avventista,<br />

cattolica, meto<strong>di</strong>sta,<br />

ortodossa. Erano presenti<br />

i loro cori con <strong>di</strong>verse<br />

tra<strong>di</strong>zioni musicali — dagli<br />

spiritual, agli inni slavi, alle<br />

canzoni — e il Coro ecumenico,<br />

<strong>di</strong>retto dallo studente<br />

saveriano congolese Raymond<br />

Trésor con un repertorio<br />

internazionale e<br />

membri <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi Paesi:<br />

Italia, Ghana, Filippine, Indonesia,<br />

Cile, Camerun,<br />

Congo, Brasile. Si respirava<br />

molta intesa e gioia tra ragazzi<br />

e ragazze, giovani e<br />

adulti, veterani e neofiti<br />

della vita ecumenica locale.<br />

L’evento e i suoi protagonisti<br />

sono stati accolti con calore,<br />

anche a nome della<br />

comunità parrocchiale, da<br />

don Nando Bonati che ha<br />

concesso l’utilizzo degli<br />

spazi e degli arre<strong>di</strong> in spirito<br />

<strong>di</strong> fraternità.<br />

La serata si è ispirata — ha<br />

spiegato la <strong>di</strong>sinvolta conduttrice<br />

Sarah Santona, avventista<br />

— alla campagna<br />

nazionale per la citta<strong>di</strong>nanza<br />

“L’Italia sono anch’io”, attraverso<br />

cui organizzazioni<br />

laiche e organismi ecclesiali<br />

cattolici ed evangelici<br />

hanno raccolto 200.000 firme<br />

a favore <strong>di</strong> una proposta<br />

<strong>di</strong> legge per concedere la<br />

citta<strong>di</strong>nanza ai figli degli<br />

immigrati nati in Italia e il<br />

voto amministrativo agli<br />

immigrati residenti in Italia<br />

da almeno cinque anni. La<br />

scaletta del concerto ha intrecciato<br />

musica, canto e<br />

letture da <strong>di</strong>verse fonti, laiche<br />

e religiose: gli articoli 2-<br />

3-4-10 della Costituzione, il<br />

paragrafo 8 della Charta<br />

Oecumenica sulla riconciliazione<br />

tra popoli, culture<br />

e religioni, le Scritture che<br />

fanno riferimento all’accoglienza<br />

dello straniero nel<br />

ricordo al popolo ebraico<br />

del proprio essere stato<br />

straniero in Egitto (Esodo<br />

3,7-12), nella sorpresa che<br />

può generare l’accoglienza<br />

del forestiero (Ebrei 13,1-3,<br />

5-6), nel valore che tale forma<br />

<strong>di</strong> attenzione, estesa a<br />

chiumque si trovi nella “terra<br />

straniera” dell’in<strong>di</strong>genza,<br />

della malattia, del carcere,<br />

ha nell’etica cristiana (Matteo<br />

25,34-45)<br />

Sono ormai alcuni anni che<br />

l’appuntamento del concerto<br />

<strong>di</strong> giugno si ripete in<br />

luoghi <strong>di</strong>versi della città,<br />

come lo vive chi lo promuove?<br />

Da parte sua don Raffaele<br />

Mazzolini, vicario<br />

episcopale per l’ecumenismo<br />

e il <strong>di</strong>alogo e membro<br />

del Consiglio delle Chiese<br />

cristiane <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, confessa<br />

che «all’inizio dei lavori c’è<br />

un po’ <strong>di</strong> senso <strong>di</strong> paura e <strong>di</strong><br />

ripetitività ma, quando si<br />

trovano una tematica e un<br />

obiettivo particolarmente<br />

significativi, si coglie l’utilità<br />

<strong>di</strong> rinnovare quest’esperienza,<br />

e la paura si fa da parte».<br />

All’iniziativa giova anche<br />

l’importanza che le <strong>di</strong>verse<br />

comunità cristiane attribuiscono<br />

alla con<strong>di</strong>visione<br />

della fede e al lavoro comune<br />

in <strong>di</strong>versi campi: dalla liturgia,<br />

dall’educazione, al<br />

sociale. Secondo Mazzolini,<br />

fare ecumenismo è un modo<br />

<strong>di</strong> essere sempre attuale<br />

in quanto «rimane sempre<br />

il bisogno <strong>di</strong> una conversione<br />

continua, perché il <strong>di</strong>scorso<br />

del conservare la propria<br />

identità nel <strong>di</strong>alogo con<br />

gli altri va <strong>di</strong> pari passo con<br />

il conoscere e il riconoscere<br />

l’identità degli altri, che poi<br />

nella relazione ti cambia».<br />

Laura Caffagnini<br />

GUILLAUME NKOUH • «In Camerun ho stu<strong>di</strong>ato Economia e<br />

finanza, ho fatto l’impiegato <strong>di</strong> banca a un alto livello: ero vice<br />

<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> una filiale. Arrivato in Italia non ho potuto fare altro che<br />

vendere volantini. Ormai conosco a memoria il nome <strong>di</strong> ogni via <strong>di</strong><br />

<strong>Parma</strong>. Il problema non era solo che l’Italia non riconosceva i miei<br />

titoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, ma “in più” — aggiunsero in banca — ero ciò che io<br />

chiamo “<strong>di</strong>versamente colorato”. All’associazione “Perché no?”<br />

sono stato accolto come dalla mia famiglia, ho imparato l’italiano,<br />

e ora ne sono presidente. Ho lavorato come operaio e ho così<br />

potuto ricongiungermi con la mia famiglia dopo tre anni <strong>di</strong><br />

lontananza, ma ora la <strong>di</strong>tta è fallita. E io rischio <strong>di</strong> perdere il<br />

permesso <strong>di</strong> soggiorno, che le ultime leggi hanno legato al lavoro».<br />

PAPA E NDEYE SECK • Anche una coppia <strong>di</strong> sposi del Senegal ha<br />

testimoniato la propria esperienza d’immigrazione in Italia. Ndeye è<br />

arrivata per prima, per cercare <strong>di</strong> migliorare la sua situazione familiare.<br />

«Lavoravo presso una famiglia, dalle 8 <strong>di</strong> mattina alle 11 <strong>di</strong> sera. Quando<br />

mia figlia si ammalò, non mi lasciarono andare in Senegal per aiutarla.<br />

Potevo solo parlarle ogni tanto al telefono. Eppure il mio datore <strong>di</strong> lavoro era<br />

una donna, anche lei aveva figli, ma non capiva il mio dolore». Papa ricorda<br />

ancora la gioia provata nel prendere l’aereo per venire in Italia dalla moglie,<br />

ma «presto mi dovetti ricredere. Nonostante da millenni avvengano<br />

migrazioni, <strong>di</strong> tanti popoli per <strong>di</strong>versi motivi, molti non hanno ancora capito<br />

cosa sia l’accoglienza. Per nostra fortuna abbiamo incontrato l’associazione<br />

“Perché no?” che ci ha aiutato nella lingua e ci ha fatti sentire accolti».<br />

HISAM ALLAWI • «Sono in Italia da <strong>di</strong>eci mesi, vengo dalla Siria, ma<br />

sono curdo. Sono <strong>di</strong> un Paese che non esiste, ho una lingua che non si<br />

può parlare, perché per il Kur<strong>di</strong>stan e i cur<strong>di</strong> è così. Una patria <strong>di</strong>visa<br />

in quattro Paesi — Siria, Turchia, Iraq, Iran — e non riconosciuta. Nel<br />

mio viaggio mi sono fermato in in Italia perché mi <strong>di</strong>cevano che era<br />

un Paese accogliente. Da quando sono arrivato però sto aspettando<br />

una risposta alla mia domanda d’asilo, e nello status in cui mi trovo<br />

non posso lavorare. In questura mi rimandano sempre gli<br />

appuntamenti. All’associazione “Perché no?” ho trovato tanti amici,<br />

siamo come una famiglia. Mi hanno insegnato l’italiano e ora per<br />

ricambiare il dono che ho ricevuto offro lezioni gratuite <strong>di</strong> arabo a chi<br />

lo vuole imparare, visto che in Siria ho lavorato come interprete».<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

IL TUO 5xMILLE A CARITAS SANT’ILARIO<br />

Anche quest’anno puoi decidere <strong>di</strong> sostenere le attività, i progetti e i <strong>di</strong>versi servizi della<br />

Fondazione Caritas Sant’Ilario attraverso il Cud o la Dichiarazione dei red<strong>di</strong>ti.<br />

Per destinare il tuo 5x1000 a Fondazione Caritas Sant’Ilario, ti basta firmare nell’apposito<br />

spazio, in<strong>di</strong>cando il CODICE FISCALE 92128110340.<br />

La scelta non ti costa nulla e non è alternativa a quella dell’8 per Mille.


CARITA’ DEL PAPA<br />

La peculiarità dell’Obolo<br />

rispetto a tante altre forme<br />

<strong>di</strong> solidarietà nei confronti<br />

dell’attività caritativa della<br />

Chiesa sta nel fatto <strong>di</strong> non<br />

essere vincolato ad alcuna<br />

etichetta o destinazione<br />

specifica: è il Papa stesso,<br />

infatti, che ne <strong>di</strong>spone liberamente,<br />

tenendo presente<br />

le necessità del mondo<br />

che si manifestano <strong>di</strong> situazione<br />

in situazione, o le<br />

emergenze che straor<strong>di</strong>nariamente<br />

bisogna fronteggiare.<br />

Tra queste ultime,<br />

quest’anno c’è il terremoto<br />

che in Italia ha colpito le<br />

popolazione dell’Emilia, e<br />

per fronteggiare il quale il<br />

Papa, grazie proprio all’Obolo,<br />

ha già destinato in<br />

prima istanza 100.000 euro,<br />

a cui ne ha aggiunti poi<br />

altri 500.000. Tra le realizzazioni<br />

continua l’aiuto alle<br />

Chiese dell’Amazzonia<br />

per la formazione dei sacerdoti,<br />

dei seminaristi e<br />

degli animatori laici. Tema,<br />

questo, molto presente nel<br />

magistero <strong>di</strong> Benedetto<br />

XVI, che a più riprese torna<br />

sull’“emergenza educativa”,<br />

e scelto anche dai vescovi<br />

italiani come argomento<br />

portante degli<br />

Orientamenti. Quest’anno,<br />

è stata rinnovata la pagina<br />

web dell’Obolo <strong>di</strong> San Pietro.<br />

È sufficiente, dunque,<br />

una carta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to e si<br />

può subito procedere a<br />

una donazione on line:<br />

sull’apposita sezione del<br />

sito<br />

vaticano<br />

(www.vatican.va) le “istruzioni<br />

in rete” sono <strong>di</strong>sponibile<br />

in sei lingue.<br />

Glistatitutelinolalibertàreligiosaenerifiutinol’usostrumentale<br />

Nigeria, la strage infinita<br />

L’Occidentenonpuòrestareaguardare<br />

Continuano, con drammatica<br />

puntualità,<br />

ogni domenica, le<br />

stragi <strong>di</strong> cristiani in Nigeria,<br />

seguite da rappresaglie. C’è<br />

la cinica scommessa <strong>di</strong> una<br />

guerra civile <strong>di</strong>etro la strategia<br />

<strong>di</strong> Boko Haram, la sigla<br />

del terrore islamista che ormai,<br />

domenica dopo domenica,<br />

abbiamo imparato a<br />

conoscere.<br />

Ancora una volta la religione<br />

è utilizzata come pretesto <strong>di</strong><br />

guerra. Preso atto <strong>di</strong> questo<br />

fatto, che purtroppo serpeggia<br />

a <strong>di</strong>verse latitu<strong>di</strong>ni, la risposta<br />

deve essere politica e<br />

istituzionale, come ha messo<br />

in evidenza il portavoce vaticano,<br />

padre Federico Lombar<strong>di</strong>,<br />

parlando <strong>di</strong> una situazione<br />

“orribile e inaccettabile”.<br />

Bisogna che lo Stato tuteli<br />

tutti, a partire ovviamente<br />

dai cristiani, che in alcune<br />

zone della Nigeria sono minoranza,<br />

ma anche in quelle<br />

stesse zone non sono meno<br />

ra<strong>di</strong>cati nella cultura e nella<br />

vita del popolo dei musulmani.<br />

È infatti la storia a falsificare<br />

la semplificazione<br />

ideologica che vorrebbe i cristiani<br />

semplicemente<br />

espressione del “cultural imperialism”<br />

dell’Occidente.<br />

Affermata chiaramente questa<br />

verità storica, ne deriva la<br />

ferma richiesta della tutela,<br />

che è anche nell’interesse<br />

della comunità internazionale.<br />

Questo vale ovviamente dove<br />

l’emergenza è più intensa,<br />

come proprio nella fascia<br />

sub-sahariana, ma caratterizza<br />

oggi molte situazioni.<br />

Si pensi, ad esempio, alla situazione<br />

ancora così precaria<br />

nel Kosovo, o nella Bosnia-Erzegovina,<br />

dove, dopo<br />

anni <strong>di</strong> convivenza, si è assistito<br />

parallelamente al collasso<br />

delle istituzioni e all’uso<br />

strumentale della religione.<br />

Per non parlare delle vicende<br />

dei Paesi me<strong>di</strong>orientali,<br />

pesantemente segnati<br />

dall’emigrazione forzata dei<br />

cristiani.<br />

La logica feroce della “pulizia”<br />

etnico-religiosa, che<br />

sembra caratterizzare in modo<br />

perverso questi anni <strong>di</strong><br />

globalizzazione dei mercati e<br />

<strong>di</strong> fine delle ideologie politiche,<br />

deve essere combattuta<br />

con tutti i mezzi.<br />

Bisogna tutelare dalla violenza,<br />

ma bisogna anche fare<br />

dei progressi culturali e politici.<br />

Sembra paradossale, ma<br />

sia dal punto <strong>di</strong> vista dell’affermazione<br />

ideale, sia da<br />

quello della concreta applicazione,<br />

il principio e il valore<br />

della libertà religiosa sembrano<br />

in questi anni avere<br />

sostanzialmente regre<strong>di</strong>to.<br />

Certo è <strong>di</strong>fficile invertire la<br />

tendenza alla ra<strong>di</strong>calizzazione,<br />

che è quella alla strumentalizzazione:<br />

serve, per<br />

questo, un grande investimento<br />

culturale, che forse<br />

deve cominciare proprio qui<br />

in Occidente. Giustamente il<br />

car<strong>di</strong>nale Scola ha sottolineato,<br />

a Tunisi, che la crisi<br />

dell’Occidente è anche una<br />

crisi dell’“universale religioso”.<br />

Le stragi ripetute in Nigeria,<br />

ma anche gli esiti così incerti<br />

delle “primavere” arabe<br />

avvertono che il tema classico<br />

dell’Occidente, il rapporto<br />

tra fede e libertà, è oggi una<br />

delle chiavi decisive del<br />

mondo contemporaneo. Di<br />

questa i gran<strong>di</strong> Paesi occidentali<br />

devono sapersi riappropriare<br />

per restituirla al<br />

mondo islamico anche attraverso<br />

un rinnovato e rimotivato<br />

<strong>di</strong>alogo tra i credenti.<br />

Che è una “necessità vitale”<br />

per tutti, oggi e domani, per<br />

<strong>di</strong>segnare strade <strong>di</strong> sviluppo,<br />

che sono anche <strong>di</strong> tenuta istituzionale,<br />

come si vede in<br />

Nigeria.<br />

Aluisi Tosolini Dizionario delle globalizzazioni<br />

UNSMIL<br />

L’acronimo sta per United Nations Support Mission<br />

in Libya, ovvero la missione Onu in Libia, definita<br />

nel settembre 2011 ed imme<strong>di</strong>atamente<br />

operativa al fine <strong>di</strong> assistere il governo libico e<br />

coor<strong>di</strong>nare il supporto internazionale nei <strong>di</strong>versi<br />

ambiti delle politiche <strong>di</strong> ricostruzione nazionale.<br />

Il mandato nella missione, frutto della collaborazione<br />

<strong>di</strong>namica tra <strong>di</strong>fferenti attori nazionali ed<br />

internazionali, riguarda i seguenti ambiti: a) transizione<br />

democratica e supporto al processo elettorale;<br />

b) <strong>di</strong>ritti umani e riforma del sistema legislativo<br />

e del settore giuri<strong>di</strong>co; c) sicurezza, con attenzione<br />

a tre <strong>di</strong>versi ambiti: riforma della polizia,<br />

sicurezza dei confini, proliferazioni delle armi; d)<br />

ricostruzione socio economica e coor<strong>di</strong>namento<br />

degli aiuti internazionali.<br />

Le elezioni, attese per giugno 2012, si terranno fra<br />

poco più <strong>di</strong> 15 giorni, il 7 luglio 2012. Alle elezioni<br />

parteciperanno oltre 40 partiti politici e migliaia<br />

<strong>di</strong> can<strong>di</strong>dati. Al riguardo UNSMIL sta supportando<br />

il processo elettorale e formando il personale<br />

della commissione elettorale nazionale, In<br />

precedenza è stata fornita assistenza ai politici libici<br />

che hanno dovuto scegliere, dopo la lunga<br />

<strong>di</strong>ttatura <strong>di</strong> Gheddafi, il sistema elettorale da<br />

adottare.<br />

Particolarmente importante il lavoro della missione<br />

nella promozione dei <strong>di</strong>ritti umani che si è<br />

sostanziato in primo luogo nel supporto al Comitato<br />

nazionale <strong>di</strong> transizione che ha 4 obiettivi:<br />

a) ristabilire la verità in or<strong>di</strong>ne alla violazione<br />

dei <strong>di</strong>ritti umani; b) promuovere la riconciliazione<br />

tr i membri della società libica; c) assicurare alla<br />

giustizia i responsabili <strong>di</strong> crimini <strong>di</strong> guerra; d)<br />

prevedere e realizzare azioni <strong>di</strong> compensazione<br />

per le vittime.<br />

(info http://unsmil.unmissions.org )<br />

terra<br />

Mons.Perego(Migrantes):«Sonostorie<strong>di</strong>fragilitàe<strong>di</strong>precarietàcheinvocanolaresponsabilità<strong>di</strong>citta<strong>di</strong>nieistituzioni»<br />

Fratelli in fuga che <strong>di</strong>ventano “emergenza”<br />

Il20giugnosiècelebratalaGiornatamon<strong>di</strong>aledelRifugiato<br />

15<br />

Ricorre il 20 giugno la<br />

Giornata mon<strong>di</strong>ale<br />

del rifugiato, promossa<br />

dalle Nazioni Unite.<br />

Essa vuole “attirare l’attenzione<br />

della comunità internazionale<br />

sulle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> tante persone, specialmente<br />

famiglie, costrette a<br />

fuggire dalle proprie terre,<br />

perché minacciate dai conflitti<br />

armati e da gravi forme<br />

<strong>di</strong> violenza”, ha detto domenica<br />

scorsa Benedetto XVI<br />

dopo la preghiera mariana<br />

dell’Angelus in piazza San<br />

Pietro. Per questi “fratelli e<br />

sorelle così provati” il Papa<br />

assicura “la preghiera e la<br />

costante sollecitu<strong>di</strong>ne della<br />

Santa Sede” e auspica che i<br />

“loro <strong>di</strong>ritti siano sempre<br />

rispettati e che possano<br />

presto ricongiungersi con i<br />

propri cari”.<br />

Necessità <strong>di</strong> un piano<br />

europeo<br />

Sulla Giornata è intervenuta,<br />

nei giorni scorsi, la<br />

Commissione Cei per le<br />

migrazioni sottolineando<br />

che l’Italia ha vissuto lo<br />

scorso anno “il drammatico<br />

esodo dal Nord Africa,<br />

che ha coinvolto, però, persone<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi altri Paesi<br />

africani e asiatici. L’esperienza<br />

ha <strong>di</strong>mostrato la necessità<br />

<strong>di</strong> un piano europeo,<br />

oltre che nazionale,<br />

che garantisca l’esigibilità<br />

del <strong>di</strong>ritto d’asilo, ma anche<br />

l’organicità <strong>di</strong> un’accoglienza<br />

che si trasformi in<br />

una forma <strong>di</strong> protezione internazionale.<br />

L’Italia da<br />

Paese <strong>di</strong> passaggio per i rifugiati<br />

si è trasformato in<br />

Paese anche <strong>di</strong> residenza<br />

dei richiedenti asilo e rifugiati<br />

(oltre 50.000)”.<br />

Valorizzare la rete <strong>di</strong><br />

servizi del volontariato<br />

Per questa ragione, la tutela<br />

dei richiedenti asilo e rifugiati,<br />

secondo la Commissione<br />

Cei, “non può essere<br />

legata alla provvisorietà<br />

dei proventi dell’otto<br />

per mille destinati dai citta<strong>di</strong>ni<br />

allo Stato o alle risorse<br />

della Protezione civile nell’emergenza,<br />

ma deve prevedere<br />

un fondo strutturale<br />

che valorizzi anche, e in<br />

maniera sussi<strong>di</strong>aria, la rete<br />

dei servizi che il mondo ecclesiale,<br />

associativo, cooperativo<br />

e del volontariato ha<br />

creato in questi anni. Senza<br />

un piano, ogni sbarco rischia<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un’emergenza<br />

e non aiutare l’opinione<br />

pubblica a leggere<br />

correttamente un fenomeno,<br />

quello dei richiedenti<br />

asilo, generato da <strong>di</strong>verse<br />

guerre in atto nel mondo e<br />

dalle molte persecuzioni<br />

politiche e religiose che<br />

coinvolgono ancora purtroppo<br />

oltre il 70% della popolazione<br />

mon<strong>di</strong>ale”.<br />

Un mondo in fuga alla<br />

ricerca <strong>di</strong> sicurezza<br />

Per mons. Giancarlo Perego,<br />

<strong>di</strong>rettore generale della<br />

Fondazione Migrantes, la<br />

Giornata ogni anno “ferma<br />

la nostra attenzione sui numeri<br />

e sui volti, in costante<br />

crescita, <strong>di</strong> persone e famiglie<br />

in fuga da situazioni <strong>di</strong><br />

guerre o da rivoluzioni in<br />

corso che creano nuovi<br />

cammini”. Si tratta, aggiunge<br />

mons. Perego in un e<strong>di</strong>toriale<br />

per la rivista “Migranti-press”,<br />

<strong>di</strong> “un mondo<br />

in fuga alla ricerca <strong>di</strong> una<br />

sicurezza personale, sul<br />

piano culturale, religioso e<br />

politico, che domanda<br />

un’attenzione nuova. Sono<br />

singole persone e famiglie,<br />

più che popoli. Sono storie<br />

<strong>di</strong> fragilità e <strong>di</strong> precarietà<br />

che invocano la responsabilità<br />

<strong>di</strong> tutti, citta<strong>di</strong>ni e istituzioni”<br />

alla luce anche<br />

della nostra Costituzione:<br />

questi mon<strong>di</strong> in fuga “denunciano<br />

una situazione<br />

crescente <strong>di</strong> militarizzazione<br />

<strong>di</strong> aree del pianeta, oltre<br />

che lo sfruttamento incon<strong>di</strong>zionato<br />

del creato; ma al<br />

tempo stesso <strong>di</strong>cono ‘la debolezza<br />

della democrazia’<br />

nel leggere la situazione<br />

globale”. Per il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong><br />

Migrantes, il fenomeno dei<br />

richiedenti asilo e rifugiati<br />

sollecita “profondamente<br />

una rilettura della democrazia,<br />

perché sappia andare<br />

oltre la semplice affermazione<br />

<strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>ritti<br />

fondamentali che tutelano<br />

le persone <strong>di</strong> un singolo<br />

Paese, per costruire nuovi<br />

meccanismi <strong>di</strong> tutela soprattutto<br />

<strong>di</strong> chi è in cammino”.<br />

Dati e iniziative<br />

Secondo l’Unhcr (l’agenzia<br />

delle Nazioni Unite per i rifugiati),<br />

il 2011 ha fatto registrare<br />

un “triste” record<br />

relativo alle persone fuggite<br />

dal proprio Paese: il numero<br />

<strong>di</strong> persone <strong>di</strong>ventate<br />

rifugiate lo scorso anno è<br />

stato, infatti, il più alto dal<br />

2000. Complessivamente<br />

4,3 milioni <strong>di</strong> persone sono<br />

state costrette ad abbandonare<br />

le proprie aree d’origine,<br />

800.000 delle quali attraversando<br />

il confine dei<br />

propri Stati e <strong>di</strong>ventando rifugiati.<br />

L’Italia, con oltre 50<br />

mila rifugiati, presenta cifre<br />

contenute rispetto ad altri<br />

Paesi dell’Unione europea,<br />

in termini sia assoluti sia<br />

relativi. In Francia, Paesi<br />

Bassi e Regno Unito – spiega<br />

l’Unhcr – i rifugiati sono<br />

tra i 3 e i 4 ogni 1.000 abitanti,<br />

in Germania oltre 7,<br />

in Svezia oltre 9, mentre in<br />

Italia meno <strong>di</strong> 1 ogni 1.000<br />

abitanti. Per quanto riguarda<br />

le domande <strong>di</strong> asilo, nel<br />

2011 sono state presentate<br />

poco più <strong>di</strong> 34 mila domande.<br />

Un incremento, rispetto<br />

agli anni precedenti, determinato<br />

dagli effetti della<br />

“primavera araba” e della<br />

guerra in Libia. Per la Giornata<br />

in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>ocesi italiane<br />

si pregherà per queste<br />

persone. Giovedì 21 giugno,<br />

nella basilica <strong>di</strong> Santa<br />

Maria in Trastevere si una<br />

veglia <strong>di</strong> preghiera ecumenica,<br />

presieduta dal card.<br />

Antonio Maria Vegliò, presidente<br />

del Pontificio Consiglio<br />

per i migranti e gli itineranti,<br />

promossa da Fondazione<br />

Migrantes, Caritas<br />

italiana, Comunità <strong>di</strong><br />

Sant’Egi<strong>di</strong>o, Centro Astalli,<br />

Federazione Chiese evangeliche<br />

in Italia e Acli.<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


CATECHESI DI<br />

BENEDETTO XVI<br />

Nell’u<strong>di</strong>enzadel20giugnoilPapahaparlatodell’importanzadellapreghierapartendo<br />

dall’esempio<strong>di</strong>SanPaoloedell’inno<strong>di</strong>bene<strong>di</strong>zioneall’iniziodellaLetteraagliEfesini<br />

Nella preghiera non solo richieste o lo<strong>di</strong><br />

ma un vero <strong>di</strong>alogo tra l’uomo e Dio<br />

terra<br />

16<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

la nostra preghiera<br />

molto spesso è richiesta<br />

<strong>di</strong> aiuto nelle necessità.<br />

Ed è anche normale per l’uomo,<br />

perché abbiamo bisogno<br />

<strong>di</strong> aiuto, abbiamo bisogno<br />

degli altri, abbiamo bisogno<br />

<strong>di</strong> Dio. Così per noi è normale<br />

richiedere da Dio qualcosa,<br />

cercare aiuto da Lui; e<br />

dobbiamo tenere presente<br />

che la preghiera che il Signore<br />

ci ha insegnato, il «Padre<br />

nostro», è una preghiera <strong>di</strong> richiesta,<br />

e con questa preghiera<br />

il Signore ci insegna le<br />

priorità della nostra preghiera,<br />

pulisce e purifica i nostri<br />

desideri e così pulisce e purifica<br />

il nostro cuore. Quin<strong>di</strong> se<br />

<strong>di</strong> per sé è normale che nella<br />

preghiera richie<strong>di</strong>amo qualcosa,<br />

non dovrebbe essere<br />

esclusivamente così. C’è anche<br />

motivo <strong>di</strong> ringraziamento,<br />

e se siamo un po’ attenti<br />

ve<strong>di</strong>amo che da Dio riceviamo<br />

tante cose buone: è così<br />

buono con noi che conviene,<br />

è necessario, <strong>di</strong>re grazie. E<br />

deve essere anche preghiera<br />

<strong>di</strong> lode: se il nostro cuore è<br />

aperto, ve<strong>di</strong>amo nonostante<br />

tutti i problemi anche la bellezza<br />

della sua creazione, la<br />

bontà che si mostra nella sua<br />

creazione. Quin<strong>di</strong>, dobbiamo<br />

non solo richiedere, ma<br />

anche lodare e ringraziare:<br />

solo così la nostra preghiera è<br />

completa.<br />

Nelle sue Lettere, san Paolo<br />

non solo parla della preghiera,<br />

ma riporta preghiere certamente<br />

anche <strong>di</strong> richiesta,<br />

ma anche preghiere <strong>di</strong> lode e<br />

<strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione per quanto<br />

Dio ha operato e continua a<br />

realizzare nella storia dell’umanità.<br />

E oggi vorrei soffermarmi sul<br />

primo capitolo della Lettera<br />

agli Efesini, che inizia proprio<br />

con una preghiera, che<br />

è un inno <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione,<br />

un’espressione <strong>di</strong> ringraziamento,<br />

<strong>di</strong> gioia. San Paolo<br />

bene<strong>di</strong>ce Dio, Padre del Signore<br />

nostro Gesù Cristo,<br />

perché in Lui ci ha fatto «conoscere<br />

il mistero della sua<br />

volontà» (Ef 1,9). Realmente<br />

c’è motivo <strong>di</strong> ringraziare se<br />

Dio ci fa conoscere quanto è<br />

nascosto: la sua volontà con<br />

noi, per noi; «il mistero della<br />

sua volontà». «Mysterion»,<br />

«Mistero»: un termine che ritorna<br />

spesso nella Sacra<br />

Scrittura e nella Liturgia. Non<br />

vorrei adesso entrare nella filologia,<br />

ma nel linguaggio comune<br />

in<strong>di</strong>ca quanto non si<br />

può conoscere, una realtà<br />

che non possiamo afferrare<br />

con la nostra propria intelligenza.<br />

L’inno che apre la Lettera<br />

agli Efesini ci conduce<br />

per mano verso un significato<br />

più profondo <strong>di</strong> questo termine<br />

e della realtà che ci in<strong>di</strong>ca.<br />

Per i credenti «mistero»<br />

non è tanto l’ignoto, ma piuttosto<br />

la volontà misericor<strong>di</strong>osa<br />

<strong>di</strong> Dio, il suo <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />

amore che in Gesù Cristo si è<br />

rivelato pienamente e ci offre<br />

la possibilità <strong>di</strong> «comprendere<br />

con tutti i santi quale sia<br />

l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza<br />

e la profon<strong>di</strong>tà, e <strong>di</strong> conoscere<br />

l’amore <strong>di</strong> Cristo» (Ef<br />

3,18-19). Il «mistero ignoto»<br />

<strong>di</strong> Dio è rivelato ed è che Dio<br />

ci ama, e ci ama dall’inizio,<br />

dall’eternità.<br />

Soffermiamoci quin<strong>di</strong> un po’<br />

su questa solenne e profonda<br />

preghiera. «Benedetto<br />

Dio, Padre del Signore nostro<br />

Gesù Cristo» (Ef 1,3). San<br />

Paolo usa il verbo «euloghein»,<br />

che generalmente<br />

traduce il termine ebraico<br />

«barak»: è il lodare, glorificare,<br />

ringraziare Dio Padre come<br />

la sorgente dei beni della<br />

salvezza, come Colui che «ci<br />

ha benedetti con ogni bene<strong>di</strong>zione<br />

spirituale nei cieli in<br />

Cristo».<br />

L’Apostolo ringrazia e loda,<br />

ma riflette anche sui motivi<br />

che spingono l’uomo a questa<br />

lode, a questo ringraziamento,<br />

presentando gli elementi<br />

fondamentali del piano<br />

<strong>di</strong>vino e le sue tappe. Anzitutto<br />

dobbiamo bene<strong>di</strong>re<br />

Dio Padre perché – così scrive<br />

san Paolo - Egli «ci ha scelti<br />

prima della creazione del<br />

mondo per essere santi e immacolati<br />

<strong>di</strong> fronte a lui nella<br />

carità» (v. 4). Ciò che ci fa<br />

santi e immacolati è la carità.<br />

Dio ci ha chiamati all’esistenza,<br />

alla santità. E questa scelta<br />

precede persino la creazione<br />

del mondo. Da sempre<br />

siamo nel suo <strong>di</strong>segno, nel<br />

suo pensiero. Con il profeta<br />

Geremia possiamo affermare<br />

anche noi che prima <strong>di</strong><br />

formarci nel grembo della<br />

nostra madre Lui ci ha già conosciuti<br />

(cfr Ger 1,5); e conoscendoci<br />

ci ha amati. La vocazione<br />

alla santità, cioè alla<br />

comunione con Dio appartiene<br />

al <strong>di</strong>segno eterno <strong>di</strong><br />

questo Dio, un <strong>di</strong>segno che si<br />

estende nella storia e comprende<br />

tutti gli uomini e le<br />

donne del mondo, perché è<br />

una chiamata universale. Dio<br />

non esclude nessuno, il suo<br />

progetto è solo <strong>di</strong> amore. San<br />

Giovanni Crisostomo afferma:<br />

«Dio stesso ci ha resi<br />

santi, ma noi siamo chiamati<br />

a rimanere santi. Santo è<br />

colui che vive nella fede»<br />

(Omelie sulla Lettera agli<br />

Efesini, 1,1,4).<br />

San Paolo continua: Dio ci ha<br />

predestinati, ci ha eletti ad<br />

essere «figli adottivi, me<strong>di</strong>ante<br />

Gesù Cristo», ad essere incorporati<br />

nel suo Figlio Unigenito.<br />

L’Apostolo sottolinea<br />

la gratuità <strong>di</strong> questo meraviglioso<br />

<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio sull’umanità.<br />

Dio ci sceglie non<br />

perché siamo buoni noi, ma<br />

perché è buono Lui. E l’antichità<br />

aveva sulla bontà una<br />

parola: bonum est <strong>di</strong>ffusivum<br />

sui; il bene si comunica,<br />

fa parte dell’essenza del bene<br />

che si comunichi, si estenda.<br />

E così poiché Dio è la<br />

bontà, è comunicazione <strong>di</strong><br />

bontà, vuole comunicare;<br />

Egli crea perché vuole comunicare<br />

la sua bontà a noi e<br />

farci buoni e santi.<br />

Al centro della preghiera <strong>di</strong><br />

bene<strong>di</strong>zione, l’Apostolo illustra<br />

il modo in cui si realizza<br />

il piano <strong>di</strong> salvezza del Padre<br />

in Cristo, nel suo Figlio amato.<br />

Scrive: «me<strong>di</strong>ante il suo<br />

sangue, abbiamo la redenzione,<br />

il perdono delle colpe,<br />

secondo la ricchezza della<br />

sua grazia» (Ef 1,7). Il sacrificio<br />

della croce <strong>di</strong> Cristo è l’evento<br />

unico e irripetibile con<br />

cui il Padre ha mostrato in<br />

Dio è così concreto e il suo amore è così<br />

concreto che entra nella storia, si fa uomo<br />

per sentire che cosa è, come è vivere in<br />

questo mondo creato, e accetta il cammino<br />

<strong>di</strong> sofferenza della passione, subendo anche<br />

la morte. Così concreto è l’amore <strong>di</strong> Dio, che<br />

partecipa non solo al nostro essere, ma al<br />

nostro soffrire e morire. Il Sacrificio della<br />

croce ci fa <strong>di</strong>ventare «proprietà <strong>di</strong> Dio»,<br />

perché il sangue <strong>di</strong> Cristo ci ha riscattati<br />

dalla colpa, ci lava dal male, ci sottrae alla<br />

schiavitù del peccato e della morte.<br />

modo luminoso il suo amore<br />

per noi, non soltanto a parole,<br />

ma in modo concreto. Dio<br />

è così concreto e il suo amore<br />

è così concreto che entra<br />

nella storia, si fa uomo per<br />

sentire che cosa è, come è vivere<br />

in questo mondo creato,<br />

e accetta il cammino <strong>di</strong> sofferenza<br />

della passione, subendo<br />

anche la morte. Così concreto<br />

è l’amore <strong>di</strong> Dio, che<br />

partecipa non solo al nostro<br />

essere, ma al nostro soffrire e<br />

morire. Il Sacrificio della croce<br />

fa sì che noi <strong>di</strong>ventiamo<br />

«proprietà <strong>di</strong> Dio», perché il<br />

sangue <strong>di</strong> Cristo ci ha riscattati<br />

dalla colpa, ci lava dal<br />

male, ci sottrae alla schiavitù<br />

del peccato e della morte.<br />

San Paolo invita a considerare<br />

quanto è profondo l’amore<br />

<strong>di</strong> Dio che trasforma la storia,<br />

che ha trasformato la sua<br />

stessa vita da persecutore dei<br />

cristiani ad Apostolo instancabile<br />

del Vangelo. Riecheggiano<br />

ancora una volta le parole<br />

rassicuranti della Lettera<br />

ai Romani: «Se Dio è per noi,<br />

chi sarà contro <strong>di</strong> noi? Egli,<br />

che non ha risparmiato il<br />

proprio Figlio, ma lo ha consegnato<br />

per tutti noi, non ci<br />

donerà forse ogni cosa insieme<br />

a lui?... Io sono infatti<br />

persuaso che né morte, né vita,<br />

né angeli, né principati, né<br />

presente, né avvenire, né potenze,<br />

né altezza, né profon<strong>di</strong>tà,<br />

né alcun’altra creatura,<br />

potrà mai separarci dall’amore<br />

<strong>di</strong> Dio, che è in Cristo<br />

Gesù, nostro Signore» (Rm<br />

8,31-32.38-39). Questa certezza<br />

- Dio è per noi, e nessuna<br />

creatura può separarci da<br />

Lui, perché il suo amore è più<br />

forte - dobbiamo inserirla nel<br />

nostro essere, nella nostra<br />

coscienza <strong>di</strong> cristiani.<br />

Infine, la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>vina<br />

si chiude con l’accenno allo<br />

Spirito Santo che è stato effuso<br />

nei nostri cuori; il Paraclito<br />

che abbiamo ricevuto come<br />

sigillo promesso: «Egli -<br />

<strong>di</strong>ce Paolo - è caparra della<br />

nostra ere<strong>di</strong>tà, in attesa della<br />

completa redenzione <strong>di</strong> coloro<br />

che Dio si è acquistato a<br />

lode della sua gloria» (Ef<br />

1,14). La redenzione non è<br />

ancora conclusa - lo sentiamo<br />

-, ma avrà il suo pieno<br />

compimento quando coloro<br />

che Dio si è acquistato saranno<br />

totalmente salvati. Noi<br />

siamo ancora nel cammino<br />

della redenzione, la cui realtà<br />

essenziale è data con la morte<br />

e la resurrezione <strong>di</strong> Gesù.<br />

Siamo in cammino verso la<br />

redenzione definitiva, verso<br />

la piena liberazione dei figli<br />

<strong>di</strong> Dio. E lo Spirito Santo è la<br />

certezza che Dio porterà a<br />

compimento il suo <strong>di</strong>segno<br />

<strong>di</strong> salvezza, quando ricondurrà<br />

«al Cristo, unico capo,<br />

tutte le cose, quelle nei cieli e<br />

quelle sulla terra» (Ef 1,10).<br />

San Giovanni Crisostomo<br />

commenta su questo punto:<br />

«Dio ci ha eletti per la fede ed<br />

ha impresso in noi il sigillo<br />

per l’ere<strong>di</strong>tà della gloria futura»<br />

(Omelie sulla Lettera agli<br />

Efesini 2,11-14). Dobbiamo<br />

accettare che il cammino<br />

della redenzione è anche un<br />

cammino nostro, perché Dio<br />

vuole creature libere, che <strong>di</strong>cano<br />

liberamente sì; ma è soprattutto<br />

e prima un cammino<br />

Suo. Siamo nelle Sue mani<br />

e adesso è nostra libertà<br />

andare sulla strada aperta da<br />

Lui. An<strong>di</strong>amo su questa strada<br />

della redenzione, insieme<br />

con Cristo e sentiamo che la<br />

redenzione si realizza.<br />

La visione che ci presenta<br />

san Paolo in questa grande<br />

preghiera <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione ci<br />

ha condotto a contemplare<br />

l’azione delle tre Persone della<br />

Santissima Trinità: il Padre,<br />

che ci ha scelti prima<br />

della creazione del mondo, ci<br />

ha pensato e creato; il Figlio<br />

che ci ha redenti me<strong>di</strong>ante il<br />

suo sangue e lo Spirito Santo<br />

caparra della nostra redenzione<br />

e della gloria futura.<br />

Nella preghiera costante, nel<br />

rapporto quoti<strong>di</strong>ano con<br />

Dio, impariamo anche noi,<br />

come san Paolo, a scorgere in<br />

modo sempre più chiaro i segni<br />

<strong>di</strong> questo <strong>di</strong>segno e <strong>di</strong><br />

questa azione: nella bellezza<br />

del Creatore che emerge dalle<br />

sue creature (cfr Ef 3,9), come<br />

canta san Francesco<br />

d’Assisi: «Laudato sie mi’ Signore,<br />

cum tutte le Tue creature»<br />

(FF 263). Importante è<br />

essere attenti proprio adesso,<br />

anche nel periodo delle vacanze,<br />

alla bellezza della<br />

creazione e vedere trasparire<br />

in questa bellezza il volto <strong>di</strong><br />

Dio. Nella loro vita i Santi<br />

mostrano in modo luminoso<br />

che cosa può fare la potenza<br />

<strong>di</strong> Dio nella debolezza dell’uomo.<br />

E può farlo anche<br />

con noi. In tutta la storia della<br />

salvezza, in cui Dio si è fatto<br />

vicino a noi e attende con<br />

pazienza i nostri tempi, comprende<br />

le nostre infedeltà,<br />

incoraggia il nostro impegno<br />

e ci guida.<br />

Nella preghiera impariamo a<br />

vedere i segni <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>segno<br />

misericor<strong>di</strong>oso nel cammino<br />

della Chiesa. Così cresciamo<br />

nell’amore <strong>di</strong> Dio,<br />

aprendo la porta affinché la<br />

Santissima Trinità venga ad<br />

abitare in noi, illumini, riscal<strong>di</strong>,<br />

gui<strong>di</strong> la nostra esistenza.<br />

«Se uno mi ama, osserverà<br />

la mia parola e il Padre<br />

mio lo amerà e noi verremo<br />

a lui e prenderemo <strong>di</strong>mora<br />

presso <strong>di</strong> lui» (Gv<br />

14,23), <strong>di</strong>ce Gesù promettendo<br />

ai <strong>di</strong>scepoli il dono dello<br />

Spirito Santo, che insegnerà<br />

ogni cosa. Sant’Ireneo ha<br />

detto una volta che nell’Incarnazione<br />

lo Spirito Santo si<br />

è abituato a essere nell’uomo.<br />

Nella preghiera dobbiamo<br />

noi abituarci a essere con<br />

Dio. Questo è molto importante,<br />

che impariamo a essere<br />

con Dio, e così ve<strong>di</strong>amo<br />

come è bello essere con Lui,<br />

che è la redenzione.<br />

Cari amici, quando la preghiera<br />

alimenta la nostra vita<br />

spirituale noi <strong>di</strong>ventiamo capaci<br />

<strong>di</strong> conservare quello che<br />

san Paolo chiama «il mistero<br />

della fede» in una coscienza<br />

pura (cfr 1 Tm 3,9). La preghiera<br />

come modo dell’«abituarsi»<br />

all’essere insieme<br />

con Dio, genera uomini e<br />

donne animati non dall’egoismo,<br />

dal desiderio <strong>di</strong> possedere,<br />

dalla sete <strong>di</strong> potere, ma<br />

dalla gratuità, dal desiderio<br />

<strong>di</strong> amare, dalla sete <strong>di</strong> servire,<br />

animati cioè da Dio; e solo<br />

così si può portare luce nel<br />

buio del mondo.<br />

Vorrei concludere questa Catechesi<br />

con l’epilogo della<br />

Lettera ai Romani. Con san<br />

Paolo, anche noi ren<strong>di</strong>amo<br />

gloria a Dio perché ci ha detto<br />

tutto <strong>di</strong> sé in Gesù Cristo e<br />

ci ha donato il Consolatore,<br />

lo Spirito <strong>di</strong> verità. Scrive san<br />

Paolo alla fine della della Lettera<br />

ai Romani: «A colui che<br />

ha il potere <strong>di</strong> confermarvi<br />

nel mio Vangelo, che annuncia<br />

Gesù Cristo, secondo la<br />

rivelazione del mistero, avvolto<br />

nel silenzio per secoli<br />

eterni, ma ora manifestato<br />

me<strong>di</strong>ante le Scritture dei Profeti,<br />

per or<strong>di</strong>ne dell’eterno<br />

Dio, annunciato a tutte le<br />

genti, perché giungano all’obbe<strong>di</strong>enza<br />

della fede, a<br />

Dio, che solo è sapiente, per<br />

mezzo <strong>di</strong> Gesù Cristo, la gloria<br />

nei secoli. Amen» (16,25-<br />

27). Grazie.<br />

© Copyright 2012<br />

Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana


Hacompiuto76anni,edallaCasadeiSaverianiracconta<strong>di</strong>trage<strong>di</strong>e,speranzeelegamicon<strong>Parma</strong><br />

I miei venticinque anni in Sierra Leone<br />

IntervistaamonsBiguzzi,vescovoemerito<strong>di</strong>Makeni,rientratoinItalia<br />

Incontriamo<br />

monsignor<br />

Giorgio Biguzzi, presso la<br />

Casa Madre dei saveriani,<br />

da gennaio, al compimento<br />

del 76°anno <strong>di</strong> età, vescovo<br />

emerito <strong>di</strong> Makeni, in Sierra<br />

Leone. Attualmente là c’è un<br />

amministratore apostolico al<br />

quale, proprio in questi giorni,<br />

dovrebbe fare le ultime<br />

consegne. E anche se i legami<br />

con questa popolazione<br />

rimangono, non esita ad affermare<br />

che «se la salute regge,<br />

so che ci sono tanti posti<br />

in cui c’è bisogno».<br />

A proposito <strong>di</strong> legami, molto<br />

forte è quello della Sierra<br />

Leone con <strong>Parma</strong>; con il suo<br />

aiuto a ripercorrerne la storia.<br />

Un legame che passa attraverso<br />

i missionari saveriani,<br />

«che sono andati lì nel 1950,<br />

quando la missione cattolica<br />

era agli inizi, anche se la storia<br />

ci <strong>di</strong>ce che il primo sacerdote<br />

cattolico che si era fermato<br />

in Sierra Leone fu nel<br />

1605 (era un gesuita spagnolo).<br />

Rimasero lì per 50 anni,<br />

poi arrivarono i cappuccini<br />

francesi, ma causa le guerre<br />

scoppiate in Europa, la missione<br />

fu chiusa. Riaprì nel<br />

1859, per opera <strong>di</strong> un altro<br />

gruppo <strong>di</strong> missionari francesi.<br />

Ma in 2 mesi, per cause <strong>di</strong>verse,<br />

morirono tutti. Si susse-<br />

guirono altre congregazioni:<br />

da missionari <strong>di</strong> origine francese<br />

ad altri <strong>di</strong> lingua inglese.<br />

Nel 1950 era vescovo uno <strong>di</strong><br />

questi missionari irlandesi:<br />

era l’unico vescovo per tutta la<br />

Sierra Leone, che <strong>di</strong>pendeva<br />

dalla Gran Bretagna. Chiese<br />

aiuto alla Santa Sede, soprattutto<br />

per la parte nord della<br />

missione. Intanto i saveriani<br />

erano stati cacciati dalla Cina<br />

e partirono, con grande coraggio,<br />

verso la Sierra Leone,<br />

capeggiati da padre Augusto<br />

Azzolini, <strong>di</strong> origini parmensi.<br />

Si <strong>di</strong>stinguevano per la loro<br />

ricchezza interiore e per la forza<br />

dello Spirito. Venne affidata<br />

ai saveriani tutta la parte<br />

nord, che era la più sguarnita<br />

e a maggioranza musulmana.<br />

Con la morte del Vescovo,<br />

nel 1952, la Santa Sede ri<strong>di</strong>segnò<br />

questa terra e 10 anni dopo<br />

venne creata la <strong>di</strong>ocesi, <strong>di</strong><br />

cui monsignor Azzolini fu primo<br />

vescovo». Legame storico,<br />

ma anche spirituale, “sacramentale”.<br />

Ben presto si creò<br />

una sorta <strong>di</strong> “ponte” tra queste<br />

due terre, anche grazie alla<br />

presenza <strong>di</strong> volontari, <strong>di</strong><br />

amici.<br />

«Monsignor Azzolini ha puntato<br />

subito sull’istruzione, <strong>di</strong><br />

cui c’è ancora molto bisogno».<br />

Non senza <strong>di</strong>fficoltà. Non esistono,<br />

ad oggi (anche se le cose<br />

un po’ stanno cambiando)<br />

problemi <strong>di</strong> convivenza tra<br />

religioni <strong>di</strong>verse. «La missione<br />

ha iniziato a mettere ra<strong>di</strong>ci<br />

nel popolo, con la formazione<br />

<strong>di</strong> famiglie cristiane e il<br />

sorgere delle prime vocazioni<br />

presbiterali».<br />

Poi il testimone è passato allo<br />

stesso monsignor Biguzzi:<br />

«E’ stato poi Giovanni Paolo<br />

II, nel 1987, che mi ha chiamato<br />

a succedere a monsignor<br />

Azzolini». Il volontariato <strong>di</strong><br />

<strong>Parma</strong>, nel frattempo, si è organizzato<br />

dando vita ad<br />

un’associazione intitolata appunto<br />

“Gli amici della Sierra<br />

Leone”, che ha mosso istituzioni<br />

e privati citta<strong>di</strong>ni per sostenere<br />

soprattutto nel campo<br />

scolastico nonchè la promozione<br />

<strong>di</strong> opere sociali,<br />

quali pozzi, strade. Tanti i<br />

“pezzi” <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> che si ritrovano<br />

in Sierra Leone.<br />

«Una missione fiorente, che è<br />

passata attraverso la purificazione,<br />

come l’oro che si prova<br />

AMICI DA PARMA<br />

• Mons. Biguzzi (al<br />

centro) assieme a<br />

due confratelli<br />

saveriani e<br />

all’urologa Marta<br />

Simonazzi e al<br />

ginecologo Luigi<br />

Benassi durante un<br />

periodo <strong>di</strong> servizio<br />

me<strong>di</strong>co<br />

nell’Ospedale <strong>di</strong><br />

Makeni.<br />

col fuoco».<br />

Dopo l’in<strong>di</strong>pendenza della<br />

nazione, <strong>di</strong>chiaratasi “repubblica<br />

presidenziale” nel 1972,<br />

si è arrivati ad un governo,<br />

negli anni ’80, caratterizzato<br />

da corruzione, azzeramento<br />

dei servizi sociali, fuga dei<br />

<strong>di</strong>amanti... E quando un corpo<br />

è malato, facilmente viene<br />

attaccato da virus. Dalla Liberia<br />

viene importata una guerra<br />

che coinvolge l’intera nazione.<br />

Violenza che genera<br />

altra violenza: razzie, stupri,<br />

amputazioni, bambini soldato:<br />

«una bolgia infernale». Nel<br />

1995 avviene il sequestro delle<br />

saveriane, rimaste per 2<br />

mesi nel bosco, maltrattate:<br />

alcune religiose vengono uccise.<br />

Scene che il ricordo<br />

sembra ancora fare male,<br />

«non si possono descrivere».<br />

Poi, con l’impegno attivo anche<br />

della Chiesa, l’armistizio,<br />

il trattato <strong>di</strong> pace e la ricostruzione<br />

della società civile.<br />

Una fase ora chiusa (proprio<br />

ai primi <strong>di</strong> giugno la Corte internazionale<br />

dell’Aja ha condannato<br />

Charkes Taylor, ex<br />

presidente della Liberia, a 50<br />

anni <strong>di</strong> carcere per i suoi crimini),<br />

anche se rimangono<br />

aperti alcuni interrogativi: chi<br />

vendeva le armi? Chi comprava<br />

i <strong>di</strong>amanti?<br />

Un fenomeno drammatico,<br />

quello dei bambini soldato:<br />

«occorreva capire chi erano,<br />

demilitalizzarli e aiutarli a vivere<br />

da bambini». Altro impegno:<br />

«ritrovare e inserirli<br />

nella famiglia <strong>di</strong> origine, facendo<br />

capire che erano vittime<br />

più che colpevoli». Forte<br />

attenzione anche alle persone<br />

amputate, per ridare loro<br />

<strong>di</strong>gniità e aiutarli a riunirsi<br />

con la propria famiglia. Amputazioni,<br />

che non esita a definire<br />

«crudeltà inumane».<br />

«Nel 2000 venni a Roma con<br />

10 bambini soldato, in occasione<br />

del giubileo dei bambini.<br />

Fu lanciato un appello perchè<br />

questo non avvenga mai<br />

più. E con il coinvolgimento<br />

dell’Acr, <strong>di</strong> tutta Italia, si realizzò<br />

un significativo programma<br />

<strong>di</strong> reinserimento».<br />

Bambini aiutati da altri bambini.<br />

E la Chiesa?<br />

«Entrando nel nuovo millennio,<br />

abbiamo sentito forte la<br />

chiamata ad andare al largo,<br />

entrando vari areopaghi della<br />

nazione: parrocchie, scuola,<br />

comunicazioni (apertura <strong>di</strong><br />

una ra<strong>di</strong>o e dell’ Università)».<br />

Dopo la guerra, nuova nazione,<br />

nuova Chiesa. «Abbiamo<br />

vissuto così il primo sinodo<br />

<strong>di</strong>ocesano per vedere la nostra<br />

storia». E per guardare avanti,<br />

con speranza.<br />

Come la famiglia che, convertita<br />

al cattolicesimo, ha<br />

partecipato all’incontro<br />

mon<strong>di</strong>ale delle famiglie <strong>di</strong><br />

Milano. «Forte il loro messaggio:<br />

che sono venuti alla fede<br />

attraverso la testimonianza <strong>di</strong><br />

vita dei cristiani e adesso <strong>di</strong>cono<br />

che la loro vita è cambiata».<br />

Anche questo è un frutto della<br />

missione. Che, per maturare,<br />

ha avuto bisogno anche <strong>di</strong><br />

sofferenze.<br />

M. C. S.<br />

terra<br />

A50annidalVaticanoII,comesiètradottaecomesitraducelavocazione,elavicinanza,versoipiùdeboli<br />

Per una Chiesa dei poveri. È ancora così?<br />

ANapoliconvegno<strong>di</strong>Sant’Egi<strong>di</strong>ocon160realtàcoinvoltenelsociale<br />

17<br />

Nell’anno in cui si ricorda<br />

il 50° anniversario<br />

dell’in<strong>di</strong>zione<br />

del Concilio Vaticano II, si è<br />

svolto dal 15 al 17 giugno, il<br />

convegno “Chiesa <strong>di</strong> tutti e<br />

particolarmente dei poveri”,<br />

che ha visto la partecipazione<br />

<strong>di</strong> circa 160 realtà ecclesiali<br />

impegnate nella solidarietà<br />

alle fasce più deboli della<br />

società. La cornice del<br />

Convegno è stata per la seconda<br />

volta la città <strong>di</strong> Napoli,<br />

grazie all’ospitalità della <strong>di</strong>ocesi<br />

e del suo vescovo il card.<br />

Crescenzio Sepe, che dano il<br />

benvenuto ai partecipanti ha<br />

detto: «Chi è amico dei poveri<br />

è amico <strong>di</strong> Cristo e chi è<br />

amico dei poveri <strong>di</strong> Cristo, è<br />

amico della Chiesa». Marco<br />

Impagliazzo, Presidente della<br />

Comunità <strong>di</strong> Sant’Egi<strong>di</strong>o, nella<br />

sua relazione si è chiesto<br />

se la frase pronunciata da<br />

Giovanni XXIII un mese prima<br />

dell’inizio del Concilio e<br />

che è stata scelta come titolo,<br />

fosse ancora attuale. Uno dei<br />

sogni del Concilio era stato<br />

quello <strong>di</strong> tornare alla semplicità<br />

evangelica, abbandonando<br />

le ricchezze. Introducendo<br />

le due <strong>di</strong>mensioni del legame<br />

tra Chiesa e povertà il<br />

presidente <strong>di</strong> Sant’Egi<strong>di</strong>o ha<br />

detto: «I fratelli <strong>di</strong> Cristo povero<br />

usano mezzi poveri e<br />

amano i poveri». Questo stile<br />

<strong>di</strong> vita è ancora attuale ed è<br />

ancora “profezia” per il nostro<br />

tempo, un tempo in cui<br />

l’eclissi della cultura della solidarietà<br />

esaspera i risentimenti<br />

sociali, produce conflittualità,<br />

“aumenta il ruolo,<br />

ad<strong>di</strong>rittura in chiave <strong>di</strong> equilibrio,<br />

dei poteri oscuri e delle<br />

mafie”. E, su tutto, prevale<br />

una cultura dell’in<strong>di</strong>vidualismo:<br />

«Oggi – ha ricordato Impagliazzo<br />

– tante persone<br />

hanno perso quella rete <strong>di</strong> affetti,<br />

<strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> solidarietà<br />

che li garantiva perché il<br />

legame si è ammalato <strong>di</strong><br />

esclusione».<br />

La gratuità – ha concluso Impagliazzo<br />

– è quella forza che<br />

può fare la storia a partire dagli<br />

umili: «La gratuità libera<br />

l’uomo <strong>di</strong> oggi dal sentimento<br />

<strong>di</strong> estraneità all’altro, <strong>di</strong> paura<br />

e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffidenza. Mostra la<br />

comunanza <strong>di</strong> destini ed in<strong>di</strong>ca<br />

un futuro assieme. Emancipa<br />

dalla solitu<strong>di</strong>ne delle<br />

proprie sofferenze e crea un<br />

sentimento più largo». E’ seguito<br />

poi l’intervento <strong>di</strong> Paolo<br />

Ramonda, successore <strong>di</strong><br />

don Oreste Benzi alla guida<br />

della Comunità Giovanni<br />

XXIII, che ha ricordato come<br />

la Chiesa è chiamata sempre<br />

a rivedere la sua impalcatura<br />

istituzionale, perché non si<br />

appesantisca. «Tenere l’essenziale,<br />

il resto è per i poveri —<br />

ricordando che — ci sono poveri<br />

che ci vengono a cercare,<br />

ma ci sono anche i poveri che<br />

non possono aspettare». Sbaglia<br />

chi vede nei poveri persone<br />

da assistere. «I poveri sono<br />

i protagonisti della storia<br />

<strong>di</strong> Dio e della Chiesa, artefici<br />

<strong>di</strong> una rivoluzione <strong>di</strong> giustizia<br />

e <strong>di</strong> amore». Ramonda ha anche<br />

ricordato che creare legami<br />

familiari profon<strong>di</strong> con i<br />

poveri e gli esclusi renderebbe<br />

superflue tante opere <strong>di</strong><br />

bene.<br />

Particolarmente significativa<br />

è stata la voce <strong>di</strong> Kostis Dimtsas,<br />

Presidente <strong>di</strong> “Apostolì”,<br />

un movimento ecclesiale nato<br />

nel cuore della Chiesa ortodossa<br />

<strong>di</strong> Grecia.Molto attuale<br />

la sua conclusione: «l’unità<br />

europea si fa solo attorno<br />

all’amore per i poveri».<br />

Altri interventi hanno impreziosito<br />

l’assemblea come<br />

quello <strong>di</strong> Eli Folonari, oltre<br />

cinquant’anni a fianco <strong>di</strong><br />

Chiara Lubich, che Ha richiamato<br />

alla memoria «il<br />

piccolo Vangelo che Chiara<br />

portava con sé e leggeva nei rifugi<br />

e che poi cercava <strong>di</strong> mettere<br />

in pratica, pulendo la casa<br />

<strong>di</strong> un’anziana, aiutando<br />

un’ammalata a sfuggire ai<br />

bombardamenti».<br />

Toccante la testimonianza –<br />

in video – <strong>di</strong> Mario Melazzini,<br />

anima oltre che Presidente<br />

nazionale dell’AISLA, soprattutto<br />

quando ha letto<br />

pezzi <strong>di</strong> una lettera che un<br />

adolescente <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci anni,<br />

<strong>di</strong>strofico, Francesco Elia, gli<br />

ha scritto pochi giorni fa, nel<br />

corso <strong>di</strong> uno scambio epistolare<br />

via e mail: «La mia vita<br />

non ha ostacoli, ma solo risorse<br />

da usare con saggezza –<br />

scrive il ragazzo – non voglio<br />

cambiare nulla della mia<br />

con<strong>di</strong>zione e sono fiero <strong>di</strong><br />

avere attorno a me tanta gente<br />

che mi aiuta».<br />

Il Convegno è poi proseguito<br />

nel pomeriggio con tre<strong>di</strong>ci<br />

gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, focalizzati su<br />

temi come l’accoglienza verso<br />

i bambini, l’aiuto a chi vive<br />

per strada o il sostegno ai tossico<strong>di</strong>pendenti.<br />

da questo<br />

confronto sono anche emerse<br />

alcune proposte concrete:<br />

la prima è un appello perché<br />

siano presto riviste le norme<br />

sulla citta<strong>di</strong>nanza, anche alla<br />

luce della toccante testimonianza<br />

<strong>di</strong> Alessio, un ragazzino<br />

romano <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci anni, figlio<br />

<strong>di</strong> un sud sudanese e <strong>di</strong><br />

una salvadoregna: «Mi hanno<br />

detto qualche tempo fa che<br />

io per la legge non sono italiano.<br />

Mi sembra assurdo. Non<br />

riesco nemmeno a pensarmi<br />

<strong>di</strong> un’altra nazionalità». E’<br />

urgente che la politica <strong>di</strong>a<br />

presto risposte a lui e alla sua<br />

generazione.<br />

Un’altra proposta è quella <strong>di</strong><br />

favorire il più possibile forme<br />

<strong>di</strong> detenzione attenuata, magari<br />

in strutture legate all’associazionismo<br />

civile e al volontariato,<br />

per le mamme con<br />

bambini piccoli, costretti oggi<br />

a vivere in carcere.<br />

Infine,la proposta fatta dall’intellettuale<br />

rom Nicolae<br />

Gheorge, <strong>di</strong> stipulare un<br />

”trattato <strong>di</strong> pace” tra i Rom e i<br />

non-Rom, per dare finalmente<br />

una svolta alla <strong>di</strong>fficile convivenza<br />

nelle nostre città.<br />

La sera ha visto i partecipanti<br />

seguire la croce <strong>di</strong> Gesù per<br />

le vie <strong>di</strong> Napoli, ascoltando le<br />

testimonianze <strong>di</strong> chi vive<br />

quoti<strong>di</strong>anamente sotto le<br />

croci del mondo: tra gli altri,<br />

un <strong>di</strong>soccupato che ha rifiutato<br />

lavori illegali, un sacerdote<br />

che offre conforto ai profughi<br />

nel nord Africa, una<br />

prostituita aiutata ad uscire<br />

dal racket.<br />

questo convegno <strong>di</strong> Napoli<br />

ha raccolto tante realtà frutto<br />

del Vaticano II, realtà gran<strong>di</strong><br />

come un granellino <strong>di</strong> senapa,<br />

ma che lo Spirito Santo ha<br />

fatto crescere per rafforzare<br />

quel grande albero che è la<br />

Chiesa dove, come è scritto<br />

nei Vangeli, gli uccelli del cielo<br />

si annidano tra i suoi rami<br />

e vi trovano riparo.<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


IN EVIDENZA<br />

Dal29giugnoall’8luglioduefinesettimanade<strong>di</strong>catiallaconvivenza,allacultura,all’integrazione.Senza<strong>di</strong>menticarelacucina<br />

Più <strong>di</strong> cento realtà insieme per la Festa Multiculturale<br />

Torna,peril16°anno,iltra<strong>di</strong>zionaleappuntamentoalParcoNevicati<strong>di</strong>Collecchio<br />

cult<br />

Torna, dal 29 giugno all’8 luglio, la se<strong>di</strong>cesima<br />

e<strong>di</strong>zione della Festa Multiculturale,<br />

il tra<strong>di</strong>zionale appuntamento<br />

<strong>di</strong> mezza estate che riunisce, al Parco<br />

Nevicati <strong>di</strong> Collecchio per due fine settimana,<br />

107 associazioni del territorio <strong>di</strong> <strong>Parma</strong><br />

.<br />

La Festa Multiculturale vuole contribuire a<br />

un grande sforzo culturale, attraverso la conoscenza<br />

reciproca, momenti <strong>di</strong> festa e <strong>di</strong><br />

benessere, il confronto, l’informazione, il<br />

teatro, l’interazione e tutte le proposte che<br />

le associazioni e le comunità migranti riterranno<br />

<strong>di</strong> offrire alla citta<strong>di</strong>nanza per proseguire<br />

il <strong>di</strong>alogo avviato 17 anni fa.<br />

L’incremento delle comunicazioni, delle<br />

migrazioni, delle relazioni culturali, economiche<br />

e sociali tra le <strong>di</strong>verse comunità del<br />

mondo rende sempre più evidente come i<br />

temi e le problematiche più rilevanti siano<br />

oggi quelli comuni alle <strong>di</strong>verse popolazioni<br />

mon<strong>di</strong>ali: dalla capacità <strong>di</strong> “integrarsi”<br />

tra <strong>di</strong>versi, all’inter<strong>di</strong>pendenza economica,<br />

alla sostenibilità ecologica, alla crisi finanziaria<br />

e alimentare…<br />

D’altro lato, sempre più facilmente ci si accorge<br />

<strong>di</strong> come non si possa parlare <strong>di</strong> confronto<br />

tra “culture” in<strong>di</strong>viduate in senso etnico<br />

o geografico, quanto <strong>di</strong> necessità <strong>di</strong> un<br />

confronto culturale che sappia integrare in<strong>di</strong>vidualità,<br />

provenienze, storie, fattori aggregativi<br />

costantemente in mutamento.<br />

E’ altrettanto evidente come solo la costruzione<br />

<strong>di</strong> relazioni positive tra in<strong>di</strong>vidui,<br />

gruppi, comunità e paesi possa offrire un<br />

possibile percorso <strong>di</strong> soluzione alle tante<br />

problematiche e conflittualità che la <strong>di</strong>versità<br />

e la globalizzazione presentano.<br />

Queste evidenze non sono però con<strong>di</strong>vise<br />

in modo sufficientemente ampio e profondo<br />

dalla popolazione, che collega ancora<br />

prevalentemente il tema dell’immigrazione<br />

e dell’integrazione ad un idea <strong>di</strong> “tolleranza”,<br />

<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionale capacità <strong>di</strong> acco-<br />

Foto d’archivio dell’e<strong>di</strong>zione 2011.<br />

glienza e – sempre più – ad un concetto <strong>di</strong><br />

sicurezza ambiguo e fuorviante, orientato<br />

alla costruzione <strong>di</strong> spazi sicuri contrapposti<br />

a spazi insicuri piuttosto che alla costruzione<br />

sociale della sicurezza per tutti.<br />

Come sempre la Festa Multiculturale offirrà<br />

un mix <strong>di</strong> appuntamenti culturtali, momenti<br />

<strong>di</strong> festa, con danze etniche, spettacoli<br />

teatrali e proiezioni, e cucina internazionale<br />

— da sempre uno dei “piatti forti”<br />

dell’appuntamento <strong>di</strong> Collecchio — che<br />

quest’anno vedrà alternarsi cuochi provenienti<br />

da 25 Paesi <strong>di</strong>versi, potendo scegliere<br />

ogni sera fra 6 o 7 <strong>di</strong>versi menù.<br />

Per quanto riguarda il programma culturale,<br />

quest’anno le 107 assocializioni partecipanti<br />

(e che si incontrano da gennaio per<br />

pensare e definire la Festa) hanno deciso <strong>di</strong><br />

aderire e proporre due iniziative: la campagna<br />

per i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza “L’Italia<br />

sono anch’io” e l’iniziativa “Mai più respinti”<br />

<strong>di</strong> Amnesty International. All’interno <strong>di</strong><br />

quest’ultima, oltrer a numerose testimonianze<br />

portate da migranti e da associazioni,<br />

sarà presentato il film “Mare chiuso”, documentario<br />

sui respingimenti <strong>di</strong>retto da<br />

Andrea segre, che sarà presente alla festa.<br />

Per quanto riguarda “L’Italia sono anch’io”,<br />

il 30 giugno verrà presentata la campagna,<br />

con la partecipazione <strong>di</strong> alcune associazioni<br />

<strong>di</strong> migranti <strong>di</strong> seconda generazione e che<br />

porteranno testimonianze informative e <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>mento con alcune storie quoti<strong>di</strong>ane<br />

<strong>di</strong> giovani nati in Italia ma “ufficialmente”<br />

citta<strong>di</strong>ni stranieri. Il primo luglio<br />

sarà presentato uno spettacolo teatrale basato<br />

su alcune interviste, sul tema della<br />

paura e dell’insicurezza (reali e percepite),<br />

condotte a <strong>Parma</strong> negli scorsi mesi. Al termine<br />

interverrà don Andrea Gallo, che parlerà<br />

su convivenza e multiculturalità.<br />

Venerdì 6 luglio, infine, verrà presentato il<br />

libro “Parole sporche” del giornalista Lorenzo<br />

Guadagnucci, che ha riflettuto sull’uso<br />

e sull’importanza delle parole usate<br />

nei giornali e in tv e che portano a “catalogare”<br />

le persone e creando così pregiu<strong>di</strong>zi.<br />

L’appuntamento è quin<strong>di</strong> per i due fine settimana<br />

del 29 e 30 giugno e 1° luglio e del<br />

6,7 e 8 luglio, al Parco nevicati <strong>di</strong> Collecchio.<br />

Per maggiori informazioni e per il programma<br />

completo consultare il sito: multiculturale.org<br />

a cura <strong>di</strong> Alessandro Ronchini<br />

RICORDO DI GIACOMO<br />

IN<br />

“ L<br />

a cucina ha rappresentato un<br />

laboratorio <strong>di</strong> convivenza e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>alogo interculturale veramente<br />

unico. Non solo per l’opportunità <strong>di</strong> conoscenza<br />

reciproca e <strong>di</strong> scoperta delle abitu<strong>di</strong>ni<br />

gastronomiche degli altri Paesi. Ma<br />

soprattutto per la necessità <strong>di</strong> confrontarsi<br />

con le <strong>di</strong>fferenze che si esprimono nella<br />

quoti<strong>di</strong>anità, nei piccoli gesti, nei ritmi del<br />

lavoro o nella concezione del tempo, del<br />

rapporto con i clienti, del lavoro con gli altri.<br />

L’appren<strong>di</strong>mento realizzato <strong>di</strong>etro i fornelli<br />

della Festa è che l’affermazione della propria<br />

identità passa per il lento e costante<br />

riconoscimento <strong>di</strong> quella altrui, attraverso<br />

una serie <strong>di</strong> “passi in<strong>di</strong>etro”, <strong>di</strong> assunzione<br />

<strong>di</strong> rischio e responsabilità rispetto al buon<br />

esito dell’incontro che si vuole realizzare.In<br />

questo progressivo cammino <strong>di</strong> confronto<br />

— finalizzato comunque al rispetto delle<br />

singole <strong>di</strong>fferenti identità — si apre l’affascinante<br />

e controverso tema delle contaminazioni,<br />

come episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> assunzione <strong>di</strong> una<br />

identità nuova, né mia né tua, ma costruita<br />

insieme e quin<strong>di</strong> nostra”.<br />

Con queste parole tratte da Cous Cous e<br />

Tortelli d’erbetta del 2001, riportate non a<br />

caso anche nel sito della Festa Multicurale,<br />

gli organizzatori vogliono ricordare<br />

Giacomo Truffelli, uno degli ideatori e<br />

anima della festa, scomparso lo scorso anno.<br />

E la Festa <strong>di</strong> quest’anno non poteva non<br />

essere de<strong>di</strong>cata a lui, al suo lavoro, al suo<br />

impegno. Tanti i momenti, non “ecclatanti”<br />

come lui voleva, in cui sarà ricordato, a<br />

partire dalla serata <strong>di</strong> apertura. Certi, come<br />

<strong>di</strong>cono gli organizzatori, che in ogni<br />

momento non mancherà la sua presenza.<br />

18<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

biblioteca<br />

• LE INQUIETUDINI DELLE FEDE<br />

Marcianum press<br />

«Il trascendente ce l’abbiamo vicino a noi anche tutti i<br />

giorni: è il vero significato <strong>di</strong> quello che stiamo pensando,<br />

è il vero significato <strong>di</strong> quello che è la vita». La trascendenza<br />

«è rivolgersi a un “tu”, parlare con qualcuno»:<br />

«se prestiamo ascolto alla storia delle religioni, è<br />

stato Dio che ha parlato agli uomini, che li ha chiamati»,<br />

«il rapporto <strong>di</strong> trascendenza è dunque un rapporto<br />

io-tu-popolo-Dio». «Quando introduciamo questa parola,<br />

trascendente, ci riferiamo a un dato che è proprio<br />

dell’uomo come tale, del cuore dell’uomo <strong>di</strong> ogni tempo.<br />

Ovviamente, la modalità con cui questo proprium<br />

viene percepito muta a seconda del clima culturale in<br />

cui l’uomo vive e agisce. Io credo che l’uomo <strong>di</strong> oggi sia<br />

chiamato a guardare fino in fondo ai tratti fondamentali<br />

dell’esperienza umana». «La trascendenza è, sostanzialmente,<br />

proprio questa mano che viene dall’Oltre e<br />

dall’Altro rispetto all’orizzonte della nostra esistenza».<br />

Sono questi alcuni stralci <strong>di</strong> interviste - riportate in anteprima<br />

da l’Osservatore Romano, in e<strong>di</strong>cola oggi - fatte<br />

dal regista Salvatore Nocita al cantautore Roberto<br />

Vecchioni e al filosofo Salvatore Natoli, e raccolte nel<br />

volume “Le inquietu<strong>di</strong>ni delle fede”. Cosa è il trascendente<br />

per l’uomo del duemila? Come si può credere in<br />

un Dio che manda a morte suo figlio? Cosa è la misericor<strong>di</strong>a?<br />

Queste alcune delle domande che l’autore ha<br />

posto, oltre a Vecchioni e Natoli, al car<strong>di</strong>nal Angelo Scola,<br />

arcivescovo <strong>di</strong> Milano, a mons. Gianfranco Ravasi,<br />

presidente del Pontificio consiglio per la cultura, e alla<br />

storica Lucetta Scaraffia.<br />

La presentazione giovedì 21 giugno presso i Musei Vaticani<br />

(Roma, ore 10.30), alla presenza <strong>di</strong> mons. Dario<br />

Edoardo Viganò, presidente della Fondazione ente dello<br />

spettacolo (Eds) cui si deve l’introduzione al volume,<br />

e Fabrizio Palenzona presidente Fai service e autore della<br />

postfazione.<br />

FUORI LE MURA<br />

- Torino -<br />

“Favole e magie. I Guidobono<br />

pittori del barocco”<br />

è la mostra che Palazzo<br />

Madama de<strong>di</strong>ca ai due<br />

fratelli savonesi che tra il<br />

1708 e il 1721 affrescarono<br />

le volte dell’appartamento<br />

della seconda Madama<br />

Reale, Maria Giovanna<br />

Battista <strong>di</strong> Savoia-Nemours.<br />

Un’occasione per<br />

scoprire e per conoscere<br />

due figure poco note dell’ambiente<br />

artistico torinese<br />

tra la fine del Seicento e<br />

l’inizio del Settecento, che<br />

hanno lasciato il segno<br />

della loro ispirazione più<br />

alta nei soffitti <strong>di</strong> Palazzo<br />

Madama, ma a cui si deve<br />

anche una vasta produzione<br />

<strong>di</strong> quadri da cavalletto,<br />

ora in gran parte <strong>di</strong>spersa<br />

in musei e collezioni private<br />

d’Europa e d’America.<br />

L’arte dei Guidobono introduce<br />

in Piemonte i caratteri<br />

leggeri e festosi della<br />

grande decorazione barocca<br />

genovese, che trae i suoi<br />

spunti dall’osservazione<br />

della natura e dallo stu<strong>di</strong>o<br />

degli effetti della luce. Favole<br />

mitologiche, storie bibliche<br />

e soggetti sacri, nature<br />

morte e scene <strong>di</strong> magia si<br />

accompagnano alla descrizione<br />

precisa <strong>di</strong> fiori, frutti,<br />

uccelli, animali, oggetti e<br />

brani <strong>di</strong> natura morta.<br />

• Fino al 2 settembre.<br />

Chiuso il lunedì. Info:<br />

011.4433501,<br />

www.palazzomadamatori<br />

no.it.<br />

INFORTUNISTICA<br />

M. ZURINI - VECCHI<br />

ASSISTENZA LEGALE,<br />

MEDICO LEGALE, PERITALE<br />

CON RICOSTRUZIONI CINEMATICHE<br />

E MEDIACONCILIAZIONE<br />

• RECUPERO DANNI DI OGNI GENERE<br />

E RESPONSABILITÀ CIVILE MEDICA<br />

• COMPENSO STRAGIUDIZIALE<br />

A COSTO ZERO PER IL CLIENTE<br />

eccetto spese vive<br />

Viale dei Mille, 54/B - 43125 <strong>Parma</strong><br />

Tel. 0521.921155 - Fax: 0521.618061<br />

Cell. 348.5316022<br />

e-mail: infortunisticazurinivecchi@gmail.com


LaparolaadAntigone<br />

Festival:daicoriperilM.oTanziallamusicacamminanteinValceno<br />

Casa Cantoniera Autogestita<br />

TORTELLI ANTICRISI E PRO-TERREMOTATI<br />

L’annuale tortellata <strong>di</strong> San Giovanni organizzata<br />

dalla Casa Cantoniera Autogestita (<strong>Parma</strong>,<br />

via Mantova 24 <strong>Parma</strong>) sabato 23 giugno<br />

alle ore 20.30, quest’anno prevederà un menù<br />

biologico, a km 0, anticrisi, ma anche solidale<br />

alle terre emiliano-romagnole colpite dal terremoto,<br />

dato che le materie prime (Parmigiano<br />

Reggiano, il burro e ricotta) sono acquistate<br />

dalle aziende agricole del circuito “Campi<br />

Aperti - Associazione per la sovranità alimentare”<br />

che hanno registrato notevoli danni a carico<br />

delle loro strutture e produzioni biologiche.<br />

Gli altri ingre<strong>di</strong>enti, invece, provengono<br />

dalla Mercatiniera, il mercato alimentare genuino<br />

e bio della casa cantoniera.<br />

La “prima” all’Eurosia<br />

LA CITTA’ DI ANTIGONE<br />

Venerdì 29 giugno alle 18 al Centro commerciale<br />

Eurosia (via Traversetolo 17, <strong>Parma</strong>) va in<br />

scena la prima <strong>di</strong> “La Città <strong>di</strong> Antigone”, il progetto<br />

teatrale nato dalla collaborazione tra l’associazione<br />

Vagamonde e Festina Lente Teatro.<br />

Obiettivo: ascoltare e dare voce alle donne<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong>, migranti e native, ripensare l’idea<br />

<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza e <strong>di</strong> appartenenza e promuovere<br />

inclusione e cambiamento.<br />

Prendendo le mosse dalla figura eroica <strong>di</strong> Antigone<br />

narrata nel mito greco, e rileggendola<br />

come metafora della con<strong>di</strong>zione femminile,<br />

nella prima fase del progetto sono state intervistate<br />

circa cento donne migranti e native,<br />

donne che non fuggono alla responsabilità del<br />

presente, attente alla nostra contemporaneità,<br />

Antigoni del nostro tempo. Dal materiale raccolto<br />

in queste interviste è stata realizzata una<br />

drammaturgia che verrà messa in scena da altre<br />

donne non professioniste, altre moderne<br />

Antigoni, per indagare la città come spazio <strong>di</strong><br />

convivenza e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, dove ci si identifica<br />

e si cercano risposte, per riscoprire i valori<br />

fondanti della città.<br />

Il progetto è realizzato grazie al contributo <strong>di</strong><br />

Coop Consumatori Nordest e della Cooperativa<br />

Oikos e con la collaborazione della Soprintendenza<br />

ai Beni Storici, Artistici Etnoantropologici<br />

<strong>di</strong> <strong>Parma</strong> e Piacenza e il patrocinio<br />

della Provincia <strong>di</strong> <strong>Parma</strong>. Dopo la rappresentazione<br />

del 29 giugno, la successiva è già fissata<br />

per il 30 settembre alle 21 nel Palazzo della<br />

Pilotta. Accompagnerà il progetto la mostra<br />

fotografica <strong>di</strong> Anna Campanini, che ha ritratto<br />

tutte le “Antigoni” intervistate.<br />

Informazioni:<br />

http://lacitta<strong>di</strong>antigone.blogspot.it, lacitta<strong>di</strong>antigone@gmail.com.<br />

Ultimi appuntamenti del Festival<br />

TUTTI I CORI PER ADOLFO TANZI<br />

Incontro alla sala Righi<br />

VITTADINI: IL TEMPO<br />

DELLA PERSONA<br />

Ultimi appuntamenti (sempre a ingresso gratuito)<br />

per il festival <strong>di</strong> Cori intitolato al maestro<br />

Adolfo Tanzi: venerdì 22 giugno alle 21 nella<br />

chiesa parrocchiale <strong>di</strong> San Benedetto (piazzale<br />

San Benedetto) serata <strong>di</strong> canto popolare con<br />

coro “Cuator stagion”, coro “Cantori delle Pievi”,<br />

coro “ La baita”.<br />

Venerdì 29 giugno dalle ore 18 alle 23 nel Cortile<br />

d’onore della Casa della musica <strong>di</strong> <strong>Parma</strong><br />

“Choral day”: con i cori Ars Canto, True Colors,<br />

Il Pellegrino, L’incontro Musicale, San Benedetto,<br />

Vocinsieme, WhiteNoise. Il ricavato<br />

della serata sarà devoluto a favore del Comune<br />

<strong>di</strong> Moglia (MN), recentemente colpito dal<br />

terremoto.<br />

Sabato 30 giugno alle 21 nel Cortile d’onore<br />

della Casa della musica <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> concerto del<br />

Coro della Scuola dell’Europa: Efsa Choir e<br />

Kamarikuoro Sympaatti Choir.<br />

“Ascolta cammina e pedala in quota”<br />

FESTIVAL VALCENOARTE<br />

Il gruppo <strong>di</strong> Comunione e<br />

Liberazione <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> invita,<br />

lunedì 25 giugno alle<br />

21.15 nella Sala Righi (via<br />

Baganza 9/a) all’incontro<br />

con Giorgio Vitta<strong>di</strong>ni, docente<br />

<strong>di</strong> Statistica all’Università<br />

Milano Bicocca e<br />

presidente della Fondazione<br />

Sussi<strong>di</strong>arietà.<br />

L’incontro ruoterà attorno<br />

a questa traccia:<br />

«Siamo in un momento<br />

storico dove tutto sembra<br />

contro <strong>di</strong> noi: il terremoto<br />

che continua, il lavoro sempre<br />

più incerto e precario,<br />

la politica incapace <strong>di</strong> passione<br />

per il bene comune,<br />

la ripresa che non c’è. Le<br />

spiegazioni penultime non<br />

bastano e ciascuno, per stare<br />

davanti al reale, è costretto<br />

a non rimanere nell’apparenza.<br />

È la sfida ad<br />

andare più in fondo a ciò<br />

che ci sostiene, a scoprire<br />

dove e in cosa consistiamo.<br />

Come ricordava Don Giussani<br />

più <strong>di</strong> trent’anni fa, è<br />

nelle burrasche della vita<br />

che giunge il tempo della<br />

persona. A nessuno è risparmiato<br />

questo cammino.<br />

Per questo proponiamo<br />

un <strong>di</strong>alogo, per cominciare<br />

un tratto <strong>di</strong> strada insieme,<br />

partendo da persone che<br />

davanti alla realtà hanno<br />

cominciato a vivere il rischio<br />

<strong>di</strong> essere se stessi».<br />

Centro Me<strong>di</strong>tazione cristiana<br />

ITINERARI DI PREGHIERA<br />

PROFONDA<br />

L’associazione Centro <strong>di</strong><br />

formazione alla me<strong>di</strong>tazione<br />

cristiana, sezione dell’Apostolato<br />

della Preghiera,<br />

propone a Villa Santa Maria<br />

(Fornovo) due corsi <strong>di</strong><br />

“preghiera profonda” guidati<br />

da suor Marisa Bisi, Figlia<br />

della Croce.<br />

• Dal 28 luglio (ore 18) al 3<br />

agosto (pranzo), per chi<br />

comincia il cammino: “La<br />

vita affettiva della persona<br />

credente”.<br />

• Dal 6 agosto (ore 18) al 13<br />

agosto (ore 9), rivolto a chi<br />

già pratica la preghiera<br />

profonda: “La guarigione<br />

interiore”.<br />

Info e iscrizioni: Silvia Saccani,<br />

331.4942738, silvias.5@alice.it.<br />

Per saperne <strong>di</strong> più: sr marisa<br />

Bisi, 06.68809061, marisa.bisi@tiscali.it,<br />

www.me<strong>di</strong>tazionecristiana<br />

.it.<br />

A Villa Santa Maria<br />

ESERCIZI SPIRITUALI<br />

PER PRESBITERI<br />

Padre Gianfranco Barbieri,<br />

biblista degli Oblati missionari<br />

<strong>di</strong> Rho, guiderà<br />

un corso <strong>di</strong> Esercizi per<br />

presbiteri dal titolo: ”Ti<br />

mando come luce per le<br />

genti. La geografia dello<br />

Spirito e della missione nel<br />

Paolo degli Atti”.<br />

Il corso si terrà a Villa Santa<br />

Maria <strong>di</strong> Fornovo (Pr)<br />

dal 20 al 24 agosto (fino al<br />

pranzo). Naturalmente è<br />

possibile arrivare la sera<br />

precedente. Le iscrizioni si<br />

raccolgono presso la Cancelleria<br />

della Curia.<br />

Itinerari tra i sentieri della Valceno, che uniscono<br />

luoghi artistici e paesaggi naturali incantati,<br />

e passeggiate tra i sentieri della musica<br />

classica, folk, jazz: è il «Festival Valcenoarte<br />

2012. Ascolta, cammina e pedala in quota»,<br />

organizzato dal Trio Amadei, che prosegue i<br />

suoi appuntamenti a ingresso gratuito fino all’11<br />

luglio si rinnovano gli appuntamenti a ingresso<br />

gratuito con la musica <strong>di</strong> qualità ed esecutori<br />

internazionali.<br />

Accanto agli appuntamenti più classici il Festival<br />

2012 offre escursioni a pie<strong>di</strong> e in bicicletta,<br />

i burattini <strong>di</strong> Patrizio Dall’Argine, un appuntamento<br />

con i musicisti under 13 dell’Orchestra<br />

giovanile Istituto Superiore <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Musicali <strong>di</strong> Reggio Emilia e molto altro.<br />

Venerdì 22 giugno alle 21.30 a Rubbiano (Solignano)<br />

“Attacchi <strong>di</strong> Swing Jazzigano”: spettacolo<br />

comico swing. Sabato 23 giugno alle<br />

17 all’ Oratorio S. Rocco <strong>di</strong> Vianino (Varano<br />

De’ Melegari) stage “Primi passi base delle<br />

danze popolari: Mazurke, Valzer, Scottish, Circoli”,<br />

con Alice Rosani e Fabio Colussi; alle 19<br />

Serata d’arte varia aspettando la rugiada…”.<br />

Domenica 24 giugno alle 9.30 Camminata erbofloreale<br />

organizzata da Luigi Ghillani, da<br />

Passo Pellinzone al monte Carameto con concerto<br />

in vetta (Amaduo - violino e violoncello:<br />

per info: www.asterbook.it; www.bioceres.it;<br />

348.4104496). Alle 19 al castello <strong>di</strong> Varano de’<br />

Melegari, concerto dell’orchestra giovanile<br />

dell’Istituto Superiore <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Musicali <strong>di</strong> Reggio<br />

Emilia e Castelnovo Monti; alle 21.30 racconto<br />

d’Estate da “Le Stagioni <strong>di</strong> Sandrone”:<br />

burattini <strong>di</strong> Patrizio Dall’Argine.<br />

Sabato 30 giugno alle 18 anello intorno a Bar<strong>di</strong>:<br />

camminata organizzata da “Il Cammino<br />

Val Ceno” (info: manpr.raggio@libero.it; ilcamminovalceno@hotmail.it;<br />

tel. 347<br />

8786025). Alle 21.30 all’oratorio S. Francesco<br />

<strong>di</strong> Bar<strong>di</strong> concerto con musiche <strong>di</strong> Brahms: Danusha<br />

Waskiewicz (viola) e Andrea Rebaudengo<br />

(pianoforte). Domenica 1 luglio alle<br />

8.30 ritrovo nella piazza <strong>di</strong> Varsi per la pedalata<br />

da Galla a Varsi per mountain bike con letture<br />

<strong>di</strong> antiche pergamene longobarde e musica<br />

(info: www. varsibike.it, 328.9298027); e<br />

alle 9 la camminata da Pessola a Varsi con letture<br />

<strong>di</strong> antiche pergamene longobarde e musica<br />

(info: info. turismo@comune.varsi.pr.it;<br />

tel. 347 7908373). Alle 12 nella chiesa <strong>di</strong> Varsi<br />

Quartetto d’archi Mirus (due violini, viola e<br />

violoncello). Alle 18.30 all’Oratorio S. Rocco <strong>di</strong><br />

Vianino (Varano de’ Melegari) “Concerto Aperitivo”<br />

con musiche polacche.<br />

Sabato 7 luglio alle 17 camminata organizzata<br />

dal Cai <strong>di</strong> <strong>Parma</strong> da Contile (Varsi) a Masereto<br />

(Solignano) con incursioni musicali/teatrali<br />

nel bosco e nei prati (info:<br />

www.caiparma.it, 3392296215/ 3355366378).<br />

Alle 21.30 a Masereto (Solignano) in occasione<br />

della festa del pane Two of a kind: Luca<br />

Lanza (chitarra), JP Brouwer (tromba). Domenica<br />

8 luglio alle 18.30 in piazza della Torretta<br />

a Vianino (Varano de’ Melegari) Racconto<br />

d’Autunno da “Le Stagioni <strong>di</strong> Sandrone”: burattini<br />

<strong>di</strong> Patrizio Dall’Argine. Alle 21 all’Oratorio<br />

S. Rocco “Musiche alla corte <strong>di</strong> Maria<br />

Luigia” e “Musiche Argentine” con Trio Amadei<br />

(violino, violoncello e pianoforte) e Yuri<br />

Vallara (fisarmonica). Mercoledì 11 luglio alle<br />

18.30 al battistero <strong>di</strong> Serravalle (Varano de’<br />

Melegari) Compagnia “Coppelia Theatre” e<br />

Francesco Morittu (chitarra) - Liliana Amadei<br />

(violino). Alle 21.30 a Case Noli (Varano de’<br />

Melegari) “Eine Kleine Intuitiv Musik - …tra<br />

la musica intuitiva e il jazz...”: Trio Amadei<br />

(violino, violoncello epianoforte), Markus<br />

Stockhausen (tromba), Fabio Mina (flauto),<br />

Enzo Pietro Paoli (contrabbasso).<br />

Raccolta fon<strong>di</strong> per le attività estive<br />

L’AC PER I TERREMOTATI DELL’EMILIA<br />

I presidenti <strong>di</strong>ocesani dell’Azione Cattolica<br />

delle zone colpite dal terremoto hanno segnalato<br />

all’associazione nazionale la necessità<br />

<strong>di</strong> sostenere e accompagnare la ripresa della<br />

vita pastorale e aggregativa nelle zone colpite.<br />

La cosa da fare quin<strong>di</strong> è quella <strong>di</strong> garantire lo<br />

svolgimento <strong>di</strong> tutte le iniziative estive che le<br />

varie <strong>di</strong>ocesi e parrocchie hanno in programma<br />

o che riterranno opportune in futuro. E’<br />

stato chiesto, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> favorire la partecipazione<br />

del maggior numero possibile <strong>di</strong> ragazzi<br />

e giovani fornendo un aiuto economico, necessario<br />

a causa del <strong>di</strong>sagio in cui si trovano<br />

migliaia <strong>di</strong> famiglie. Inoltre una parte della<br />

raccolta <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> contribuirà all’installazione<br />

<strong>di</strong> strutture provvisorie a supporto della ripresa<br />

della vita pastorale or<strong>di</strong>naria.<br />

Per contribuire, si può utilizzare il CC 877001<br />

– IBAN: IT 98 D 07601 03200 000000877001 intestato<br />

a Presidenza nazionale Azione Cattolica<br />

Italiana o il bonifico bancario presso Cre<strong>di</strong>to<br />

Artigiano - Sede <strong>di</strong> Roma, IBAN: IT 88 Y<br />

03512 03200 0000000 73581 intestato a Presidenza<br />

nazionale Azione Cattolica Italiana. In<br />

entrambi i casi occorre scrivere la causale:<br />

supportemilia – nome <strong>di</strong>ocesi.<br />

memo<br />

19<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2


CON 20 EURO<br />

OGGI PUOI<br />

PRENDERE ...<br />

20 CAFFÈ 3,3 PIZZE<br />

2 2 G I U G N O 2 0 1 2<br />

20<br />

5,7 BIRRE 11,1 LITRI DI BENZINA<br />

oppure VITA NUOVA A CASA PER TUTTO L’ANNO<br />

Ora infatti puoi avere il settimanale<br />

della <strong>Diocesi</strong> comodamente a casa<br />

tua sino alla fine del 2012 per soli<br />

20 €uro<br />

LEGGERE VITA NUOVA NON È MAI STATO COSÌ FACILE. APPROFITTANE!<br />

IN ABBONAMENTO: OGNI VENERDÌ COMODAMENTE A CASA TUA<br />

Come sempre hai <strong>di</strong>verse opportunità:<br />

• Conto corrente presso Banca Monte <strong>Parma</strong> - Sede, intestato a “Opera Diocesana S. Bernardo U. —<br />

Gestione Vita Nuova”<br />

IBAN: IT18P0693012700000000046847<br />

• Conto corrente postale n. 000000221432 - intestato a: “Vita Nuova settimanale cattolico”.<br />

IBAN: IT67I0760112700000000221432<br />

• Libreria Fiaccadori - Strada al Duomo, 8 - <strong>Parma</strong><br />

• e come sempre presso <strong>di</strong> noi, nel palazzo del Vescovado, in piazza Duomo 1.<br />

Da lunedì a mercoledì, dalle 9 alle 13. Giovedì e venerdì dalle 10 alle 12.<br />

INOLTRE PUOI TROVARE VITA NUOVA ANCHE NELLE PARROCCHIE, ALLA LIBRERIA<br />

FIACCADORI E PRESSO LE PRINCIPALI EDICOLE DELLA CITTÀ E DEL NOSTRO TERRITORIO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!