programma di sala - I Teatri
programma di sala - I Teatri
programma di sala - I Teatri
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
2006<br />
Teatro Municipale Valli, 13 marzo 2006<br />
Lang Lang pianoforte<br />
Wolfgang Amadeus Mozart<br />
Sonata in do maggiore K 330<br />
I. Allegro moderato<br />
II. Andante cantabile<br />
III. Allegretto<br />
LANG LANG PIANOFORTE<br />
Teatro Municipale Valli, 13 marzo 2006, ore 20,30<br />
Fryderyk Chopin<br />
Sonata n. 3 in si minore op. 58<br />
I. Allegro maestoso<br />
II. Scherzo<br />
III. Largo<br />
IV. Finale: Presto, non tanto<br />
[intervallo]<br />
Robert Schumann<br />
Kinderszenen op. 15<br />
I. Von fremden Landern und Menschen (Da terre e popoli stranieri) - II. Kuriose Geschichte<br />
(Una storia curiosa) - III. Hasche-Mann (Mosca cieca) - IV. Bittendes Kind (Bambino che<br />
supplica) - V. Gluckes genug (Felicità) - VI. Wichtige Begebenheit (Un evento importante)<br />
VII. Traumerei (Sognare) - VIII. Am Kamin (Presso il camino) - IX. Ritter vom Steckenpferd<br />
(Cavaliere sul cavalluccio <strong>di</strong> legno) - X. Fast zu ernst (Quasi troppo serio) - XI. Furchtenmachen<br />
(Spavento) - XII. Kind im Einschlummern (Bambino che crolla addormentato) - XIII. Der<br />
Dichter spricht (Parla il poeta)<br />
Sergej Rachmaninov<br />
Prelu<strong>di</strong>o in si bemolle maggiore op. 23 n. 2<br />
Prelu<strong>di</strong>o in sol minore op. 23 n. 5<br />
E<strong>di</strong>zioni del Teatro Municipale Valli<br />
Franz Liszt<br />
Sonetto 104 del Petrarca (da: Années de Pélerinage, II année, Italie)<br />
Rapso<strong>di</strong>a ungherese n. 2 in do <strong>di</strong>esis minore
Lang Lang<br />
Schumann<br />
Mozart<br />
Chopin<br />
Fondazione I <strong>Teatri</strong> <strong>di</strong> Reggio Emilia, 2006.<br />
A cura dell’Ufficio stampa, comunicazione e promozione.<br />
Ricerche e documentazione a cura <strong>di</strong> Giulia Bassi.<br />
Acclamato in tutte le capitali musicali del mondo, il ventiduenne pianista cinese Lang<br />
Lang ha <strong>di</strong>mostrato uno straor<strong>di</strong>nario livello <strong>di</strong> musicalità in un repertorio assai vasto.<br />
La sua arte e la capacità ed abilità <strong>di</strong> rapportarsi con i pubblici più <strong>di</strong>versi, lo hanno<br />
reso uno degli artisti più interessanti e carismatici dei nostri giorni.<br />
Nato nel 1982 a Shenyang ha iniziato a stu<strong>di</strong>are il pianoforte a 3 anni, proseguendo<br />
gli stu<strong>di</strong> al conservatorio centrale <strong>di</strong> Pechino ed in seguito al Curtis Institute <strong>di</strong><br />
Philadelphia, città dove da allora risiede. L’esplosione della sua carriera avvenne nel<br />
1999 quando, a soli 17 anni, sostituì all’ultimo minuto, su segnalazione <strong>di</strong> Isaac Stern,<br />
l’in<strong>di</strong>sposto André Watts al Ravinia Festival, suonando il concerto <strong>di</strong> Ciajkovskij con<br />
la Chicago Symphony e Christoph Eschenbach. Tale fu il successo <strong>di</strong> questa esibizione<br />
che nel giro <strong>di</strong> pochissimi mesi, tutte le principali orchestre americane invitarono Lang<br />
Lang, sino al debutto alla Carnegie Hall con Temirkanov nel 2001.<br />
Da allora non si contano i concerti nelle principali sale da concerto, festival e con le<br />
maggiori orchestre — è il primo pianista cinese ad esibirsi con i Filarmonici <strong>di</strong> Berlino<br />
e <strong>di</strong> Vienna — sotto la bacchetta dei massimi <strong>di</strong>rettori. Nel 2001 ha fatto il suo primo<br />
ritorno in Cina suonando <strong>di</strong> fronte a 8000 spettatori nella Grande Sala dell’Assemblea<br />
del Popolo <strong>di</strong> Pechino. Tra gli altri numerosi premi e riconoscimenti ricevuti, ricor<strong>di</strong>amo<br />
che nel 2002 è stato il primo artista a ricevere il premio Leonard Bernstein ed in<br />
occasione del 150 anniversario della Steinway ha ricevuto il primo Medaglione d’Oro.<br />
Artista esclusivo per<br />
Deutsche<br />
Grammophon ha<br />
all’attivo un cd con la<br />
Chicago Symphony<br />
rimasto in vetta alle<br />
classifiche <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta<br />
per oltre 40 settimane,<br />
la registrazione ‘live’<br />
<strong>di</strong> un recital alla<br />
Carnegie Hall e il<br />
recentissimo cd con il<br />
Secondo Concerto <strong>di</strong><br />
Rachmaninov sotto la<br />
bacchetta <strong>di</strong> Valery<br />
Gergiev.<br />
Lang Lang de<strong>di</strong>ca<br />
parte del suo tempo a<br />
<strong>di</strong>ffondere la musica<br />
tra i giovani ed anche<br />
per questo è stato<br />
nominato<br />
Ambasciatore <strong>di</strong><br />
Buona Volontà<br />
dell’Unicef.
saggio<br />
intrecci<br />
intrecci<br />
un saggio<br />
<strong>di</strong> Roberto Favaro<br />
“Nuova Rivista Musicale Italiana”, luglio/agosto 1971, Eri, Roma.<br />
Wilhelm von Lenz, Il pianoforte e i suoi virtuosi, Sellerio, Palermo 2002.<br />
Roman Vlad, Tra cielo e inferno, in “Musica Dossier”, Giunti 1986.<br />
Theodor W. Adorno, Beethoven, Einau<strong>di</strong>, Torino 2001.<br />
Liszt<br />
Rachmaninov<br />
La Sonata in do maggiore K 330 <strong>di</strong> Wolfgang<br />
Amadeus Mozart appartiene al gruppo <strong>di</strong> quattro<br />
Sonate per pianoforte solo (K 330-333) composte<br />
a Vienna tra il 1783 e il 1784. È l’approccio<br />
dunque più maturo del musicista salisburghese<br />
al genere pianistico più impegnativo, e se nei<br />
precedenti gruppi <strong>di</strong> Sonate (K 279-284 e K<br />
309-311) già si era manifestata la felice <strong>di</strong>sposizione<br />
del giovane compositore a esplorare<br />
questo strumento, qui assistiamo a un vero salto<br />
<strong>di</strong> qualità che conferma la piena maturità artistica<br />
conquistata da Mozart a questo punto del suo<br />
tracciato compositivo ed esistenziale. Sappiamo<br />
d’altra parte che proprio nel decennio viennese,<br />
l’ultimo della sua esistenza, la crescita artistica<br />
mozartiana in tutti i settori della produzione<br />
musicale si coniuga con il senso più ampio e<br />
profondo <strong>di</strong> una maturazione estetica e umana<br />
che porterà alla nascita dei massimi capolavori<br />
sia strumentali sia operistici sia sacri. Si manifesta<br />
già compiuto e metabolizzato l’approccio<br />
“orchestrativo” alla tastiera, dove una spiccata<br />
propensione a usare le estensioni <strong>di</strong>namiche si<br />
coniuga con una consapevolezza delle potenzialità<br />
timbriche del nuovo strumento, ormai ampiamente<br />
e definitivamente destinato a soppiantare<br />
il clavicembalo nel gusto e nelle intenzioni<br />
espressive dell’epoca. Va detto, peraltro, che<br />
già nel decennio precedente Mozart avvicina (e<br />
ne rimane sedotto) il suono nuovissimo dei<br />
pianoforti <strong>di</strong> Stein, sentiti e provati ad Augsburg,<br />
dotati <strong>di</strong> una sonorità equilibrata, portante, ricca<br />
<strong>di</strong> risorse timbriche che lasceranno impressione<br />
indelebile nella sensibilità mozartiana. Inoltre,<br />
per aggiungere un dato utile alla comprensione<br />
<strong>di</strong> questo nuovo atteggiamento <strong>di</strong> effetti orchestrali<br />
tradotti sulla tastiera, bisogna considerare<br />
non solo la lunga e duratura influenza suscitata<br />
dalla cosiddetta scuola <strong>di</strong> Mannheim, culla e<br />
vertice del sinfonismo europeo del classicismo<br />
settecentesco, ma soprattutto i nuovissimi appro<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Mozart nel campo della musica orchestrale<br />
e vocale: si assiste infatti alla<br />
La musica <strong>di</strong> Mozart è<br />
un unico tentativo <strong>di</strong> aggirare<br />
la convenzione.<br />
(Theodor W. Adorno)<br />
Tre cose sono necessarie<br />
per un buon pianista: la<br />
testa, il cuore e le <strong>di</strong>ta.<br />
(Mozart)
Ascoltare la musica <strong>di</strong><br />
Mozart significa sentire<br />
che è stata compiuta una<br />
buona azione. È <strong>di</strong>fficile<br />
<strong>di</strong>re con precisione dove<br />
sia questa buona influenza,<br />
ma indubbiamente<br />
essa è benefica; quanto<br />
più vivo e meglio la conosco,<br />
tanto più amo la<br />
musica<br />
(Ciajkovskij)<br />
Tutta la teoria dello stile<br />
riposa sull'analogia della<br />
musica col linguaggio<br />
parlato, sulla necessità<br />
<strong>di</strong> separare le <strong>di</strong>fferenti<br />
frasi, <strong>di</strong> punteggiare e <strong>di</strong><br />
dare gradazione alla forza<br />
ed alla celerità dei suoni.<br />
(Chopin)<br />
“teatralizzazione” della musica strumentale,<br />
simmetrica alla “strumentizzazione” della vocalità<br />
operistica, così che questo molteplice travaso<br />
ricade infine anche in queste pagine meravigliose<br />
per pianoforte. La Sonata K 330 è da considerarsi,<br />
in questo gruppo <strong>di</strong> composizioni pianistiche,<br />
un esempio significativo e manifesto <strong>di</strong><br />
questa maturazione e perfezione stilistica. È<br />
attraversata dai segni <strong>di</strong> una espressività e sentimentalità<br />
che verrebbe da <strong>di</strong>re pre-romantica,<br />
con una semplicità solo apparente che cela in<br />
verità una ricchissima materia melo<strong>di</strong>ca, come<br />
nell’Allegro moderato d’apertura in cui i temi<br />
espositivi lasciano il posto nel breve sviluppo<br />
ad altre idee, delicatamente malinconiche. O<br />
come nel meraviglioso Andante cantabile che<br />
offre nella sua costruzione nella forma <strong>di</strong> Lied<br />
un itinerario <strong>di</strong> emozioni ine<strong>di</strong>to per la tastiera<br />
e per il classicismo in genere.<br />
Fryderyk Chopin de<strong>di</strong>ca al genere della Sonata<br />
per pianoforte tre lavori <strong>di</strong>stribuiti in un arco <strong>di</strong><br />
se<strong>di</strong>ci anni. Se la prima Sonata op. 4, del 1828,<br />
appare evidentemente come il frutto <strong>di</strong> un primo<br />
appren<strong>di</strong>stato compositivo, le altre due, l’op.<br />
35 del 1839 e l’op. 58 del 1844, ci appaiono<br />
oggi come capolavori straor<strong>di</strong>nari, <strong>di</strong>versi o<br />
persino opposti per carattere e densità contenutistica.<br />
Se infatti la Sonata op. 35 mostra tutta<br />
la capacità chopiniana <strong>di</strong> elaborare, attraverso<br />
il mezzo sonoro, un possente poema tragico,<br />
l’op. 58 organizza in suoni il senso splendente<br />
<strong>di</strong> un vitalismo energico, positivo, persino<br />
gioioso. Due capolavori, abbiamo detto, anche<br />
proprio per la capacità che hanno <strong>di</strong> sondare<br />
due zone così <strong>di</strong>stanti <strong>di</strong> un’estetica del sentimento<br />
attraverso i <strong>di</strong>spositivi speciali (da Chopin<br />
in un certo senso “inventati” o “scoperti”) messi<br />
a <strong>di</strong>sposizione dal pianoforte. La forma, nell’op.<br />
35 come in questa op. 58, pone tra l’altro una<br />
serie <strong>di</strong> questioni – non <strong>di</strong> rado sollevate dalla<br />
critica – relative per esempio a un’architettura<br />
non perfettamente rigorosa in questo terreno<br />
costruttivo (forma-sonata) così gravido <strong>di</strong> memoria<br />
e <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza dai modelli classici (si<br />
pensi per esempio alla mancata riesposizione<br />
del primo tema). Cre<strong>di</strong>amo che sia invece una<br />
<strong>di</strong>mostrazione in più della bifronte, meravigliosa<br />
espressione stilistica chopiniana, dove si compenetrano<br />
elementi <strong>di</strong> fortissimo contenuto<br />
romantico – manifestazione cioè <strong>di</strong> zone profonde<br />
della coscienza umana –, e piani progettuali<br />
e architettonici solidamente riferibili alla<br />
tra<strong>di</strong>zione pre-romantica. Questa mescolanza si<br />
avverte in maniera ancora più sensibile nella<br />
Sonata op. 58: prosciugata in questa maturata<br />
identità artistica <strong>di</strong> Chopin dagli slanci emotivi<br />
e autobiografici della Sonata precedente, è <strong>di</strong>sposta<br />
tuttavia a mostrare una maggiore ricchezza<br />
tematica (si pensi anche solo all’intenso,<br />
appassionato secondo motivo dell’esposizione),<br />
una soli<strong>di</strong>tà espressiva e tecnica, una relazione<br />
intima, reciproca, sottile tra le <strong>di</strong>verse idee<br />
melo<strong>di</strong>che, una struttura <strong>di</strong> ampie <strong>di</strong>mensioni<br />
in cui l’impianto del vasto poema è assecondato<br />
da una coerenza interna molto solida, costruita<br />
su una maturazione <strong>di</strong> poche cellule tematiche<br />
del primo e del secondo tema del movimento<br />
iniziale sviluppate e condotte poi lungo l’intera<br />
composizione. Alcuni elementi confermano<br />
inoltre la matrice complessiva <strong>di</strong> Chopin, la sua<br />
cifra compositiva, che si condensa nella capacità,<br />
per esempio, <strong>di</strong> trasferire nelle immagini sonore<br />
il senso del suo melo<strong>di</strong>zzare secondo gli amati<br />
modelli del canto italiano. Conviene rimarcare<br />
la bellezza del secondo tema del primo movimento,<br />
che poi ricompare nello sviluppo e ritorna,<br />
da solo, nella ripresa, a concludere in<br />
un’atmosfera <strong>di</strong> intensa poesia il primo atto <strong>di</strong><br />
questo racconto sonoro. E così ancora, nello<br />
Scherzo, si mostra l’anima gaia, leggera, brillante,<br />
che fa da contrasto con l’atmosfera precedente,<br />
che ritornerà, davvero emozionante,<br />
nel Largo seguente, solenne, velato, liricamente<br />
proteso verso il notturno. Infine, a chiudere<br />
questo scenario <strong>di</strong> poesia e narrazione, una<br />
Un virtuoso può suonare<br />
bene Bach, ma non Chopin<br />
perchè questi richiede<br />
una comprensione<br />
tutta particolare che non<br />
fa parte del bagaglio professionale<br />
dell’interprete<br />
comune. I pianisti si buttano<br />
a capofitto su Chopin,<br />
come gente sicura,<br />
del fatto loro, ma proprio<br />
così gli tolgono il dubbio,<br />
la sorpresa, l’incertezza<br />
che ne formano il fascino.<br />
(André Gide)
Disgraziatamente non c’è<br />
che Chopin che sappia<br />
eseguire la sua musica<br />
con quell’originalità,<br />
quell’imprevisto che è<br />
uno dei suoi fascini principali.<br />
La sua esecuzione<br />
è composta <strong>di</strong> mille sfumature<br />
<strong>di</strong> cui solo ha il<br />
segreto e che non saprebbe<br />
né in<strong>di</strong>care né comunicare.<br />
(André Gide)<br />
Voi esagerate credo, a<br />
proposito dell’influenza<br />
dei salotti parigini su<br />
Chopin. La sua anima<br />
non ne è stata influenzata<br />
e la sua opera resta trasparente,<br />
meravigliosa<br />
eterea e <strong>di</strong> incomparabile<br />
genialità al <strong>di</strong> là delle appartenenze<br />
e dei salotti.<br />
(Liszt)<br />
pagina “politica” <strong>di</strong> Chopin, riferita alla sua<br />
Polonia, alla liberazione vittoriosa. Nel Rondò<br />
si assiste così a un traboccante effluvio <strong>di</strong> energia<br />
ritmica e <strong>di</strong>namica, fortemente virtuosistico,<br />
segnato da un riapparire del tema <strong>di</strong> volta in<br />
volta rafforzato, più veemente, variato secondo<br />
il progetto espressivo <strong>di</strong> Chopin, che assegna<br />
infine a questa Sonata quel “prevalente senso<br />
<strong>di</strong> gioia”, come lo definisce André Gide per<br />
spiegare il senso della sua passione per Chopin.<br />
Robert Schumann scrive le Kinderszenen (Scene<br />
infantili) op. 15 nel 1838. Si tratta <strong>di</strong> una composizione<br />
evidentemente de<strong>di</strong>cata all’infanzia<br />
e che, al <strong>di</strong> là della innegabile bellezza e altezza<br />
del traguardo artistico, stimola a osservare da<br />
vicino e sotto le <strong>di</strong>verse possibili prospettive un<br />
tema quanto mai ricco e articolato, trasversale<br />
alla storia della musica generale, capace <strong>di</strong><br />
illuminare più vaste zone e più complessi caratteri<br />
<strong>di</strong> una cultura, <strong>di</strong> un’epoca, <strong>di</strong> una civiltà.<br />
L’infanzia entra infatti come soggetto attivo<br />
nella creazione musicale trascinando con sé il<br />
senso e il ruolo che questa stagione della vita<br />
ha in una data epoca. Così, se le pagine<br />
“<strong>di</strong>dattiche”, cioè per l’infanzia, per esempio<br />
del barocco bachiano, sono la palestra tecnica<br />
e formativa su cui costruire l’appren<strong>di</strong>stato del<br />
giovane destinato a maturare, a progre<strong>di</strong>re rapidamente<br />
(anche professionalmente) verso l’età<br />
adulta – manifestando dunque il concetto stesso<br />
che il Barocco ha <strong>di</strong> questa età – il romanticismo<br />
schumanniano pone l’infanzia, il bambino, al<br />
centro della composizione, ne fa il soggetto<br />
protagonista in termini <strong>di</strong> contenuto. Così, le<br />
Kinderszenen, <strong>di</strong>versamente dall’Album für <strong>di</strong>e<br />
Jugend op. 68 scritto sempre da Schumann una<br />
decina d’anni dopo, non sono pagine destinate<br />
allo stu<strong>di</strong>o o alla formazione né tanto meno<br />
sono pagine da far eseguire a giovani pianisti.<br />
Le Scene infantili sono una musica concepita “per<br />
un grande bambino”, come <strong>di</strong>ce Schumann, una<br />
musica in cui l’adulto ritrova il senso della<br />
propria origine, l’universo <strong>di</strong> una stagione<br />
dell’esistenza ormai perduta, irreparabilmente<br />
superata dalla crescita e dal suo essere precipitato<br />
nella catastrofe dell’esistenza, della realtà filistea.<br />
L’infanzia viene così nostalgicamente rievocata<br />
secondo le tipiche coor<strong>di</strong>nate romantiche della<br />
Sehnsucht, della nostalgia, del desiderio inappagabile.<br />
Dietro questa sequenza <strong>di</strong> 13 quadri si<br />
muove allora l’intera visione romantica del<br />
mondo, si intravedono in controluce le parole<br />
e le suggestioni <strong>di</strong> poeti come Novalis, Tieck,<br />
E.T.A. Hoffmann, Wackenroder, che non a caso,<br />
ognuno secondo un proprio progetto <strong>di</strong> indagine<br />
introspettiva, coniuga la musica con l’infanzia<br />
e da qui con avventure nell’infinito, nel sogno,<br />
nelle regioni dell’ineffabile, dell’irrazionale, <strong>di</strong><br />
un illimitato <strong>di</strong>stacco dalle miserie della realtà<br />
contingente. Le scene infantili raccontano in<br />
suoni questo romanzo, o meglio, mostrano come<br />
questa musica, nelle intenzioni <strong>di</strong> Schumann,<br />
sia proprio un romanzo in suoni, una narrazione<br />
che inizia là dove le parole cessano <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, là<br />
dove quelle non sono più in grado <strong>di</strong> raccontare<br />
ciò che solo la musica, sembra <strong>di</strong>rci il compositore<br />
tedesco, riesce a trasmettere.<br />
La produzione pianistica <strong>di</strong> Sergej Rachmaninov,<br />
tolti naturalmente i celebri Concerti, si addensa<br />
sostanzialmente nella prima parte della sua<br />
carriera <strong>di</strong> musicista, quella che precede la<br />
Rivoluzione russa del 1917. Il pianismo solistico,<br />
date anche le eccezionali doti virtuosistiche del<br />
Rachmaninov esecutore, presenta caratteri fortemente<br />
orientati all’esibizione e all’esplorazione<br />
<strong>di</strong> soluzioni tecniche misurate sulla <strong>di</strong>fficoltà<br />
realizzativa. Non <strong>di</strong> meno, queste pagine, e<br />
quelle dei Prelu<strong>di</strong> in particolare, confermano la<br />
poetica complessiva del musicista russo, orientata<br />
a un linguaggio tonale e a una espressività<br />
che prolunga il tragitto ottocentesco del romanticismo<br />
e della sua stagione più tarda. Non è<br />
<strong>di</strong>fficile trovare così conferma <strong>di</strong> quelle qualità<br />
tipiche riscontrabili anche nella più monumentale<br />
Quando avete stu<strong>di</strong>ato<br />
gli esercizi giornalieri e<br />
vi sentite stanchi, non<br />
continuate a suonare. Val<br />
meglio riposare, che lavorare<br />
senza piacere e<br />
senza freschezza <strong>di</strong> mente.<br />
(Schumann)
Mantieni scrupolosamente<br />
il tempo. L'esecuzione<br />
<strong>di</strong> taluni concertisti<br />
rassomiglia all'andatura<br />
<strong>di</strong> un ubriaco.<br />
Guardati dal pigliar costoro<br />
per modello.<br />
(Schumann)<br />
Tutta la musica puramente<br />
<strong>di</strong> bravura passa presto<br />
<strong>di</strong> moda; la tecnica<br />
ha valore soltanto in<br />
quanto serve a scopi più<br />
elevati, cioè a rendere più<br />
perfetta l'esecuzione della<br />
musica <strong>di</strong> merito reale.<br />
(Schumann)<br />
opera orchestrale, sinfonica e concertistica:<br />
cosmopolitismo <strong>di</strong> marca russa, cioè risonanza<br />
già novecentesca delle posizioni <strong>di</strong> Ciajkovskij<br />
e del suo occidentalismo, del suo guardare alla<br />
matrice russa e al tempo stesso alle pronunce<br />
più avanzate del romanticismo europeo, inoltre<br />
eclettismo stilistico calato tuttavia in una personale<br />
impronta armonica e in una intensità espressiva<br />
più post che tardo romantica. Ma poi – lo<br />
si sente anche in questi due dei <strong>di</strong>eci Prelu<strong>di</strong><br />
op. 23 (qui eseguiti il numero 2 e il numero 5)<br />
–, emerge anche la spiccata e avvincente vocazione<br />
melo<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Rachmaninov, meno sovrastata,<br />
nelle opere pianistiche, da quel virtuosismo<br />
esteriore che ne ha con<strong>di</strong>zionato una ricezione<br />
talvolta critica. Il pianoforte solo, a <strong>di</strong>spetto<br />
della naturale propensione del musicista russo<br />
all’abilità esecutiva, ha inoltre misure e forme<br />
più raccolte, meno esposte alla magniloquenza<br />
fine a se stessa. Questi Prelu<strong>di</strong> op. 23, scritti<br />
tutti tra il 1901 e il 1903, rinviano al precedente<br />
modello chopiniano, e come quello mescolano<br />
il progetto sistematico (sommandoli tutti, i<br />
Prelu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Rachmaninov sono 24) alla libera<br />
esplorazione <strong>di</strong> variabili territori emotivi e<br />
tecnico-esecutivi, consegnando infine<br />
all’ascoltatore un arcipelago eterogeneo e affascinante.<br />
In questo scenario <strong>di</strong> forte pre<strong>di</strong>sposizione<br />
spettacolare, il Prelu<strong>di</strong>o op. 23 n. 2 (il<br />
terzo dei complessivi 24), è certamente una<br />
delle pagine più acrobatiche, vigorose, timbricamente<br />
elaborate dell’intero gruppo <strong>di</strong> lavori.<br />
Il colore caldo e pastoso lascia il posto nella<br />
zona centrale a un luccichio nel registro acuto<br />
su cui si stende una intensa melo<strong>di</strong>a nel registro<br />
me<strong>di</strong>o, per lasciare infine posto a una ripresa<br />
della densità armonica iniziale. Ma è il Prelu<strong>di</strong>o<br />
op. 23 n. 5 il più popolare tra quelli scritti da<br />
Rachmaninov: nella sua struttura simmetrica<br />
ABA, l’incalzante e martellante introduzione<br />
lascia il posto nella parte centrale, per contrasto,<br />
a una morfologia esotizzante del canto che si<br />
<strong>di</strong>spiega fino a riprendere ritmi e incedere me-<br />
lo<strong>di</strong>co della parte iniziale, portata a conclusione<br />
nel crescendo <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong>namica con un<br />
epilogo infine sommesso, laconico, a mezze<br />
tinte.<br />
Nel quadro complessivo della produzione pianistica<br />
<strong>di</strong> Franz Liszt, oltre alle superbe composizioni<br />
derivate da altre musiche preesistenti<br />
(trascrizioni, parafrasi, reminiscenze), le opere<br />
“originali” occupano una posizione nevralgica<br />
anche per ciò che attiene alla storia del romanticismo,<br />
della letteratura pianistica, della musica<br />
in generale. Se infatti in quelle pagine <strong>di</strong><br />
“rivisitazione”, dotate <strong>di</strong> un fascinoso appeal<br />
virtuosistico, il compositore ungherese prestava<br />
una comprensibile attenzione anche alle effimere<br />
attese salottiere del pubblico, con i lavori originali<br />
– e con gli Années de pèlerinage in particolare<br />
– si misura la consapevolezza <strong>di</strong> Liszt <strong>di</strong> intraprendere<br />
un sentiero più complesso e ambizioso,<br />
sostanzialmente votato alla formulazione in<br />
suoni <strong>di</strong> un vero e proprio <strong>programma</strong> poetico,<br />
perfino spirituale: riconsegnare all’ascoltatore<br />
il senso <strong>di</strong> un confronto inesauribile dell’uomo<br />
(e della musica) con la natura, la storia, l’arte<br />
e la poesia, ovvero con le maggiori espressioni<br />
adottate nei secoli per rappresentare i perenni<br />
<strong>di</strong>lemmi dell’umanità, le sue sofferenze, le sue<br />
accensioni d’amore, la sua ricerca sul senso<br />
della vita. Filtrate, aggiungiamo, attraverso la<br />
prismatica lente del romanticismo musicale.<br />
Questo sono, in buona sostanza, i brani che<br />
compongono i tre Quaderni degli Années de<br />
pèlerinage (Première Année: Suisse; Deuxième Année,<br />
Italie; Troisème Année) una delle raccolte<br />
pianistiche più sorprendentemente coerenti e<br />
al tempo stesso più liberamente rapso<strong>di</strong>che della<br />
produzione lisztiana. Composti in un arco <strong>di</strong><br />
tempo che abbraccia circa quarant’anni, i tre<br />
Quaderni mostrano appunto queste <strong>di</strong>verse angolature<br />
e impressioni <strong>di</strong> “viaggio”: nel primo<br />
Quaderno (nove brani, iniziati nel 1836 e pubblicati<br />
solo nel 1855), il ricordo del viaggio e<br />
Non riesco a liberarmi<br />
dal mio modo <strong>di</strong> scrivere<br />
musica; e non riesco ad<br />
acquisire quello <strong>di</strong> oggi,<br />
per quanti sforzi io faccia.<br />
La maniera musicale<br />
contemporanea non viene<br />
a me.<br />
(Rachmaninov)
Il pianoforte è per me ciò<br />
che la nave è per il marinaio<br />
e il cavallo per l’arabo;<br />
più ancora: la mia<br />
vita, il mo io.<br />
(Liszt)<br />
La musica come si può<br />
definire? Musica è una<br />
calma notte <strong>di</strong> luna; uno<br />
stormir <strong>di</strong> foglie d’estate;<br />
un lontano scampanio.<br />
Musica è Amore. La sorella<br />
della Musica è la<br />
Poesia ; la loro mamma<br />
è la sofferenza.<br />
(Rachmaninov)<br />
delle escursioni in Svizzera mostra una più<br />
sentita adesione alle intense voci della natura;<br />
nel secondo Quaderno (sette brani, scritti tra il<br />
1837 e il 1849, pubblicati nel 1858), il ricordo<br />
del viaggio italiano con Marie d’Agoult sposta<br />
l’attenzione verso un nuovo soggetto ruotando<br />
intorno alla fascinazione per l’arte e la poesia<br />
(lo Sposalizio della Vergine <strong>di</strong> Raffaello, il<br />
Penseroso michelangiolesco, una poesia attribuita<br />
a Salvator Rosa, tre Sonetti del Petrarca,<br />
infine l’Inferno dantesco); nel terzo Quaderno<br />
(sette brani, scritti nel ’67, ’72 e ’77, pubblicati<br />
nel 1883), emerge il riflesso <strong>di</strong> una nuova,<br />
conquistata profonda spiritualità.<br />
Il Sonetto 104 del Petrarca è il secondo dei tre<br />
brani de<strong>di</strong>cati da Liszt al grande poeta trecentesco<br />
e viene composto nel 1837-38. In origine,<br />
tutti e tre i Sonetti petrarcheschi vengono creati<br />
come Lieder per voce <strong>di</strong> tenore acuto e solo in<br />
un secondo momento trascritti per pianoforte<br />
solo. Le parole del Sonetto 104 sono una premessa<br />
poetica <strong>di</strong> bellissima ricchezza emotiva: “Pace<br />
non trovo, e non ho da far guerra, / e temo e<br />
spero, e brucio, e son <strong>di</strong> ghiaccio... / In questo<br />
stato, o Dama, io son per voi”. I suoni <strong>di</strong> Liszt<br />
affiancano prima, ed espandono poi, il corso e<br />
il senso delle parole poetiche. Così il recitativo<br />
del prelu<strong>di</strong>o, veemente e sostenuto, porta<br />
all’elegia amorosa del “Pace non trovo”, fornendo<br />
quel tema principale “molto espressivo” che<br />
conduce verso gli altri sta<strong>di</strong> della affettività<br />
lisztiana e petrarchesca: l’entusiasmo, la profonda<br />
e dolorosa tristezza, la quiete finale e il senso<br />
<strong>di</strong> riconciliazione con uno stato d’animo rasserenato.<br />
Abbiamo detto che la musica affianca<br />
ed espande il senso delle parole poetiche. Questo<br />
ci pare il motivo più ragguardevole, e in verità<br />
straor<strong>di</strong>nariamente moderno, dell’invenzione<br />
lisztiana in questa pagina e in generale nell’intera<br />
raccolta degli Année: un’ine<strong>di</strong>ta ricerca <strong>di</strong> interpenetrazione<br />
tra la musica e le altre forme d’arte,<br />
o le stesse spontanee manifestazioni della natura.<br />
Il che non si esaurisce, cre<strong>di</strong>amo, nella consueta<br />
e risaputa categoria del poema sinfonico (magari qui<br />
inteso attraverso i suoni del pianoforte). Qui sembra<br />
palesarsi una ricerca <strong>di</strong> corrispondenze tra arte e suono<br />
che se da un lato prefigura le soluzioni degli imminenti<br />
drammi musicali wagneriani, dall’altro mostra una<br />
più ampia e lontana anticipazione delle ricerche impressioniste<br />
o forse ad<strong>di</strong>rittura simboliste <strong>di</strong> Claude<br />
Debussy.<br />
Le Rapso<strong>di</strong>e ungheresi mostrano invece un’altra faccia<br />
della ricchissima creatività lisztiana. Si tratta <strong>di</strong> 19<br />
brani scritti tra il 1846 e il 1886 in cui Liszt vuole<br />
“offrire una specie <strong>di</strong> epopea nazionale della musica<br />
gitana... Con il termine rapso<strong>di</strong>a abbiamo voluto<br />
in<strong>di</strong>care l’elemento fantastico ed epico che abbiamo<br />
creduto riconoscervi. Ci è sembrato che ognuno <strong>di</strong><br />
questi lavori facesse parte <strong>di</strong> un ciclo poetico. Questi<br />
frammenti non narrano fatti, è vero, ma ad orecchi<br />
che sappiano ascoltare riveleranno sorprendenti espressioni<br />
<strong>di</strong> stati d’animo che riassumono l’ideale <strong>di</strong> una<br />
nazione”. Una precisazione è necessaria sull’equivoco<br />
intorno alla musica zigana: solo con le ricerche novecentesche<br />
<strong>di</strong> Bela Bartók si stabilirà la giusta prospettiva<br />
della matrice magiara della autentica musica<br />
ungherese, che però al tempo <strong>di</strong> Liszt era quasi scomparsa.<br />
In generale, e in particolare poi nella Rapso<strong>di</strong>a<br />
n. 2 in do <strong>di</strong>esis minore qui eseguita, si presenta<br />
all’orecchio dell’ascoltatore un virtusosismo sorprendente<br />
che ha spesso portato a sottovalutare o perfino<br />
a <strong>di</strong>sistimare queste pagine pianistiche, ricondotte a<br />
un quadro <strong>di</strong> effimera acrobaticità esecutiva. In realtà,<br />
i fuochi d’artificio e le conseguenti <strong>di</strong>fficoltà tecniche<br />
che si manifestano e che sono richieste nell’esecuzione<br />
delle Rapso<strong>di</strong>e, contengono anche delle valenze compositive<br />
molto più profonde e “progressive”: viene<br />
fuori, oltre alla matrice popolare, all’incedere dei ritmi<br />
etnici come il lento Lassan o il veloce Friska, alle<br />
atmosfere semplici ma al tempo stesso profonde della<br />
sentimentalità popolare, la formidabile immaginazione<br />
sonora <strong>di</strong> Liszt che porta il suo virtuosismo a trascendere<br />
il limite dell’intrattenimento e a prefigurare<br />
universi sonori nuovi, modernissimi, non a caso riconsiderati<br />
dalle future vie della modernità musicale del<br />
Novecento.<br />
Liszt non suona il pianoforte,<br />
al pianoforte egli<br />
racconta il suo destino.<br />
Il fatto che sia <strong>di</strong>venuto<br />
un religioso ha ra<strong>di</strong>ce nel<br />
nucleo più segreto del<br />
suo essere. Era tematico.<br />
L’uomo <strong>di</strong> mondo in Liszt<br />
è solo un episo<strong>di</strong>o.<br />
Esclusivamente per l’uomo<br />
<strong>di</strong> chiesa si aprono<br />
le porte sull’infinito che<br />
è la naturale patria dello<br />
spirito. L’abate è la conseguenza<br />
del profeta.<br />
Liszt lo fu in ogni momento<br />
fin dall’inizio della<br />
sua carriera.<br />
(Wilhelm von Lenz)
coincidenze<br />
Fonti: Cronologia universale, Roma, Newton Compton, 1996. Dizionario della musica e dei musicisti, Utet, 1994. www.musicweb.uk.net/Classpe<strong>di</strong>a/index.htm. http://it.wikipe<strong>di</strong>a.org/wiki2004<br />
1783<br />
Mozart: Sonata K 330<br />
1838<br />
Schumann: Kinderszenen<br />
1844<br />
Chopin: Sonata n. 3<br />
1856<br />
Liszt: Années de Pélerinage<br />
1903<br />
Rachmaninov: Prelu<strong>di</strong> op. 23<br />
Mozart: Sinfonia n. 36 Schumann: Kreisleriana Nascono Rimskij-Korsakov<br />
Liszt: Die Hunnenschlacht, Rachmaninov: Variazioni su un tema <strong>di</strong> Chopin,<br />
“Linz”. Concerti per corno e Novelletten, per e Sarasate.<br />
poema sinfonico. Tasso, poema per pianoforte.<br />
K 417 e K 447. Quartetti pianoforte.<br />
Berlioz: Carnevale Romano.<br />
sinfonico. Rapso<strong>di</strong>e ungheresi Nasce Kacjaturian e muore Wolf.<br />
d’archi K 421 e K 428. Nascono Bizet e Bruch. Mendelssohn: Concerto per<br />
(1840-1885).<br />
Rimskij-Korsakov: Serenata per violoncello<br />
Haydn: Concerto per Paganini: Sonata “La violino. Sonate per organo.<br />
Muoiono Schumann e Adam. e pianoforte. Ricordo <strong>di</strong> tre canzoni polacche<br />
violoncello e orchestra. Primavera”.<br />
Nicolai: Ein Feste Burg,<br />
Berlioz: Les Troyens (1856-9). per violino e orchestra.<br />
Beethoven: Minuetto in mi Berlioz: Benvenuto Cellini, ouverture con coro.<br />
Brahms: Variazioni su un tema Debussy: Le Diable dans le beffroi. Rapso<strong>di</strong>a<br />
bemolle per pianoforte. opera. Romeo e Giulietta, Ver<strong>di</strong>: Ernani e I due<br />
ungherese per pianoforte. per sassofono, contralto e orchestra. Danza<br />
Kant: Prolegomeni a ogni sinfonia.<br />
Foscari.<br />
Bruch: Quartetto in do minore. sacra e danza profana per arpa ed archi. D’un<br />
futura metafisica che Mendelssohn: Serenata Auguste Comte, padre del<br />
cahier d’esquisses. Estampes per pianoforte.<br />
intenda presentarsi come e Allegro gioioso per positivismo, pubblica il<br />
Gustave Courbet: Les<br />
Dukas: Variazioni, Interlu<strong>di</strong>o e Finale su un tema<br />
scienza.<br />
pianoforte ed orchestra. Discorso sullo spirito<br />
demoiselles des bords<br />
<strong>di</strong> Rameau per pianoforte.<br />
Bonnnot de Mably: Della Sonata per violoncello. positivo.<br />
de la Seine.<br />
Sibelius: Concerto per violino. Romance per<br />
maniera <strong>di</strong> scrivere la Trio con pianoforte n. 1. Antoine-Joseph Sax inventa<br />
Lev Tolstoj: I racconti <strong>di</strong> archi.<br />
storia.<br />
Chopin: Notturni nn. 11 il sassofono.<br />
Sebastopoli.<br />
Busoni: Concerto per pianoforte con coro<br />
Crabble: The villane. e 12. Polacche nn. 3 e 4. Carlo Cattaneo pubblica il<br />
Cahrles-Alexis de Tocqueville maschile.<br />
Fonvizin: Il minorenne. Valzer n. 4.<br />
saggio Notizie naturali e<br />
pubblica l’opera ‘L’Ancien Zemlinsky: Sinfonia n. 3.<br />
Gran Bretagna e Stati Uniti In Italia viene pubblicato civili su la Lombar<strong>di</strong>a.<br />
Régime et la Révolution’. Skriabin: Sinfonia n. 3 “Poema Divino”.<br />
firmano a Versailles il il romanzo storico <strong>di</strong> Cesare Alexandre Dumas: I tre<br />
Schönberg: Pelleas und Melisande, per orchestra.<br />
trattato <strong>di</strong> pace che pone Cantù, “Margherita moschettieri.<br />
In Sicilia scoppia la rivolta Ravel: Shéhérezade, ciclo <strong>di</strong> canzoni con<br />
fine ala guerra e riconosce Pusterla” ambientato François-René de<br />
contro il regime borbonico, ma orchestra. Alyssa, cantata. Quartetto d’archi.<br />
l’in<strong>di</strong>pendenza delle 13 a Milano nel secolo XIV. Chateaubriand: Memorie<br />
vine imme<strong>di</strong>atamente repressa. Bartók: Sonata per violino.<br />
colonie americane. Il signore <strong>di</strong> Milano, d’oltretomba.<br />
Il 25 febbraio si apre a Parigi il Enesco: Suite per orchestra.<br />
La Russia si annette la Luchino Visconti, I fratelli Attilio ed Emilio<br />
congresso <strong>di</strong> pace in seguito Henry Bergson: Introduzione alla metafisica.<br />
penisola <strong>di</strong> Crimea. s’invaghisce <strong>di</strong> Margherita Ban<strong>di</strong>era, seguaci <strong>di</strong><br />
alla guerra <strong>di</strong> Crimea.<br />
Giovanni Pascoli: Canti <strong>di</strong> Castelvecchio. Myricae.<br />
I fratelli Mongolfier compiono<br />
moglie <strong>di</strong> Francesco Mazzini, sbarcano in<br />
La Persia occupa la regione <strong>di</strong> A Milano si rappresenta Dal tuo al mio<br />
i primi esperimenti Pusterla, tenta in tutti Calabria per suscitare una<br />
Herat in Afghanistan ma <strong>di</strong> Giovanni Verga.<br />
<strong>di</strong> innalzamento <strong>di</strong> un aerostato<br />
i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> conquistarla, rivolta fra i conta<strong>di</strong>ni ma<br />
interviene prontamente la Gran Grazia Deledda: Elisa Portolu.<br />
ad aria calda. ma è sempre respinto fino vengono tra<strong>di</strong>ti e catturati<br />
Bretagna che costringe il Gabriele D’Annunzio: La figlia <strong>di</strong> Jorio.<br />
Primo volo umano <strong>di</strong> a che la fa arrestare dai soldati borbonici. Dopo<br />
governo persiano a ritirarsi e a Italo Svevo: Un marito.<br />
Pilâtre de Rozier e assieme al marito e al figlio, pochi giorni vengono<br />
riconoscere l’in<strong>di</strong>pendenza Benedetto Croce fonda a Napoli la rivista<br />
D’Arlandes, che sorvolano condannando tutti a morte. fucilati a Rovito nei pressi<br />
dell’Afghanistan.<br />
letteraria “La critica”.<br />
Parigi.<br />
Dickens: Oliver Twist. <strong>di</strong> Cosenza.<br />
Friedrich Siemens costruisce il Rainer Maria Rilke: Il libro delle ore.<br />
De Jouffroy d’Abbans In Gran Bretagna appare I Francesi sconfiggono i<br />
primo forno a gas.<br />
Anton Cecov: Il giar<strong>di</strong>no dei ciliegi.<br />
collauda il primo battello a per opera del falegname Marocchini <strong>di</strong> Abd el-Kader<br />
Jack London: Il richiamo della foresta.<br />
vapore,<br />
coincidenze<br />
spinto da ruote a William Lovett, il primo nella battaglia <strong>di</strong> Isly; con<br />
Si corre Francia il primo tour de France.<br />
pale laterali.<br />
documento che contiene il trattato <strong>di</strong> Tangeri si<br />
Muore il Papa leone XIII e viene eletto Pio X.<br />
Henry Cort inventa un richieste politiche e sociali ritirano dal Marocco ma<br />
Il 17 <strong>di</strong>cembre Orville e Wilbur Wright compiono<br />
metodo <strong>di</strong> affinazione del dei lavoratori, la “Carta del rimangono possesso<br />
il volo Kitty Hawk con un aereo a motore.<br />
ferro (pudellaggio) con il popolo”; nasce così dell’intera Algeria.<br />
In Olanda il fisiologo Wuillem Eindthoven inventa<br />
quale si utilizza carbon il movimento politico Samuel Morse inventa un<br />
l’elettrocar<strong>di</strong>ografo per misurare il battito<br />
fossile al posto <strong>di</strong> carbone operaio dei “cartisti”. alfabeto per le trasmissioni<br />
car<strong>di</strong>aco.<br />
<strong>di</strong> legna.<br />
telegrafiche che porta il suo<br />
I chimici Geissle e Bauer producono il sapone<br />
nome.<br />
polvere.