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Disordini Linfoproliferativi

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<strong>Disordini</strong> <strong>Linfoproliferativi</strong>


Patologie dei globuli bianchi<br />

<strong>Disordini</strong> <strong>Linfoproliferativi</strong><br />

•Esistono due grandi categorie di patologie dei GB:<br />

•leucopenie (riduzione del numero)<br />

•disordini proliferativi<br />

•Le proliferazioni possono essere di due tipi:<br />

•Reattive<br />

•Neoplastiche<br />

Le cellule del sistema immunitario proliferano in maniera altamente<br />

controllata come risposta normale a infezioni o infiammazioni o nel loro<br />

processo maturativo.<br />

La proliferazione maligna incontrollata delle cellule del sistema immunitario<br />

puo’ determinare lo sviluppo di leucemia, linfomi e mielomi.<br />

Complessivamente leucemie, linfomi e mielomi sono noti come disordini<br />

linfoproliferativi


Cause di leucocitosi<br />

Downloaded from: StudentConsult (on 30 January 2011 10:47 AM)<br />

© 2005 Elsevier


<strong>Disordini</strong> <strong>Linfoproliferativi</strong><br />

Definizioni<br />

Vanno sotto il nome di leucemie, le proliferazioni maligne delle<br />

cellule del midollo osseo che si trovano circolanti nel sangue o<br />

nel midollo stesso. Le cellule maligne proliferanti delle leucemie<br />

spesso infiltrano altri organi e possono determinare<br />

linfoadenopatie, lesioni meningee etc.<br />

Le neoplasie di cellule linfoidi non ricircolanti vanno a costituire<br />

i linfomi. Comunque la continue fuoriuscita delle cellule maligne<br />

dall’organo linfoide colpito risulta in uno stato “leucemico” che<br />

puo’ essere confuso con le leucemia<br />

Le discrasie delle plasmacellule prendono il nome di mielomi


Differenziamento delle cellule ematopoietiche<br />

Downloaded from: StudentConsult (on 1 February 2011 11:44 AM)<br />

(Modified from Wyngaarden JB, et al [eds]: Cecil Textbook of Medicine, 19th ed. Philadelphia, WB Saunders, 1992, p. 820.)


<strong>Disordini</strong> <strong>Linfoproliferativi</strong><br />

Considerazioni generali<br />

A ciascuno step della differenziazione dalla cellula staminale pluripotente del midollo<br />

osseo si puo’ determinare una trasformazione neoplastica della cellula e lo sviluppo di<br />

un disordine linfoproliferativo


<strong>Disordini</strong> <strong>Linfoproliferativi</strong><br />

Identificazione dei tipi cellulari coinvolti<br />

E’ estremamente importante la determinazione del tipo cellulare che determina il<br />

disordine linfoproliferativo. Infatti dal tipo e dalle caratteristiche delle cellule coinvolte<br />

dipende l’approccio terapeutico.<br />

Una serie di tecniche vengono impiegate per l’esatta identificazione dei tumori<br />

linfoidi e mieloidi:<br />

-esame morfologico dell’aspetto delle cellule e dei nuclei all’esame microscopico<br />

-colorazioni citochimiche speciali al fine di evidenziare caratteristici enzimi,<br />

carboidarati o lipidi<br />

-immunofenotipizzazione delle cellule tramite citometria di flusso per identificare<br />

la linea cellulare mieloide o linfoide coinvolta ed il suo grado di differenziamento<br />

-analisi citogenetica per identificare eventuali caratterstiche alterazioni<br />

cromosomiche (traslocazioni/delezioni)<br />

-studi di riarrangiamento genico per identificare o confermare la monoclonalita’<br />

dei disordini linfoproliferativi soprattuto in linfociti T


<strong>Disordini</strong> <strong>Linfoproliferativi</strong><br />

Eziopatogenesi


Eziopatogenesi dei disordini linfoproliferativi (1)<br />

Si pensa che ciascun disordine linfoproliferatico (leucemia, linfoma o<br />

mieloma) derivi da una singola cellula che va in trasformazione maligna che<br />

determina la sua incontrollata divisione.<br />

I meccanismi con cui si determina la trasformazione neoplastica nelle cellule<br />

derivate dal midollo osseo sono fondamentalmente gli stessi chiamati in causa<br />

nella tumorogenesi di altri tessuti<br />

La maggior parte dei casi e’ determinata dall’accumulo di mutazioni in uno o<br />

piu’ geni coinvolti nella regolazione della proliferazione cellulare o del<br />

differenziamento. Ad esempio si puo’ avere attivazione di protoncogeni o<br />

l’alterazione del controllo da parte di geni tumore soppressori.<br />

In alcune leucemia il materiale genetico e’ scambiato tra due geni<br />

(translocazione), determinando lo sviluppo di un nuovo gene di fusione che<br />

agisce da oncogene.


Eziopatogenesi dei disordini linfoproliferativi (2)<br />

Cause innesco dei processi<br />

Virus possono innescare il meccanismi di trasformazione neoplastica (tipo<br />

EBV, HHV-8 HTLV-1), comunque non rappresentano la sola causa in quanto<br />

solo l’1% circa dei soggetti infettati in aree endemiche sviluppa disordini<br />

linfoproliferativi.<br />

Altri fattori noti innescare la trasformazione in leucemie/linfomi sono<br />

Altri fattori noti innescare la trasformazione in leucemie/linfomi sono<br />

Radiazioni<br />

Farmaci (agenti alchilanti)<br />

Sostanza chimiche (es. espozione al benzene)<br />

Fattori genetici (es. incrementata incidenza in alcune malattie genetiche<br />

come la sindrome di Down).


Traslocazioni nella eziopatogenesi dei disordini linfoproliferativi<br />

Il cromosoma Philadelphia<br />

Il miglior esempio di cancerogenesi delle cellule del midollo osseo determinato da traslocazioni è lo<br />

spostamento di una parte del cromosoma 9 sul cromosoma 22 [t(9;22)].<br />

Trovata in forme leggerente diversa sia nella leucemia cronica mieloide che nella leucemia acuta<br />

linfoblastica, genera un gene di fusione con funzione tirosin-kinasica BCR-ABL, dovuta alla apposizione del<br />

gene abl del cromosoma 9 al gene bcr del cromosoma 22.<br />

Dalla traslocazione si genera un nuovo cromosoma piu’ piccolo del 22 che prende il nome di cromosoma<br />

Philadelphia<br />

p210 nella maggiro parte di<br />

leucemie mieloidi croniche<br />

p190 nella maggiro parte di<br />

leucemie linfoidi croniche


Traslocazioni nella eziopatogenesi dei disordini linfoproliferativi<br />

Il cromosoma Philadelphia<br />

Il miglior esempio di cancerogenesi delle cellule del midollo osseo determinato da<br />

traslocazioni e’ lo spostamento di una parte del cromosoma 9 sul cromosoma 22 [t(9;22)].<br />

Dalla traslocazione si genera un nuovo cromosoma piu’ piccolo del 22 che prende il<br />

nome di cromosoma Philadelphia<br />

Trovata in forme leggerente diversa sia nella leucemia cronica mieloide che nella<br />

leucemia acuta linfoblastica, genera un gene di fusione con funzione tirosin-kinasica BCR-<br />

ABL, dovuta alla apposizione del gene abl del cromosoma 9 al gene bcr del cromosoma 22.<br />

L’attività della tirosin-chinasi è normalmente regolata dalla dimerizzazione ligandomediata<br />

seguita dall’attivazione di molteplici vie a valle quali quelle del controllo della<br />

sopravvivenza e della proliferazione cellulare<br />

L’auto associazione della proteina di fusione BCR-ABL porta all’autofosforilazione<br />

costitutiva di BCR-ABL e all’attivazione delle vie a valle.<br />

L’effetto è la divisione cellulare e l’inibizione dell’apoptosi indipendentemente dal<br />

legame con il ligando.


Individuazione di un gene di fusione BCR-ABL per ibridazione fluorescente in<br />

situ<br />

A cromosomi 9 e 22 e la posizione dei geni ABL e BCR. Il cromosoma Philadelphia si crea mediante la<br />

traslocazione cromosomica bilanciata e uhe sostituisce la porzione telomerica di 22q con quella di 9q. A<br />

livello molecolare la rottura e il ricongiungimento del DNA provocano la formazione del gene di fusione<br />

sul cromosoma Ph derivante dall’estremità 5’ di BCR e 3’ di ABL e quindi porta le due sequenze in stretta<br />

vicinanza fisica. Questa anomala collocazione di BCR e ABL può essere rilevata per ibridazione in situ con<br />

una coppia di sonde fluorescenti di DNA, complementari alla sequenza genomica di DNA vicina ai punti<br />

di rottura di BCR e ABL.<br />

(Courtesy of Dr. Cynthia Morton and Ms. Debbie Sandstrom, Department of Pathology, Brigham and Women's Hospital, Boston, MA.)<br />

Downloaded from: StudentConsult (on 30 January 2011 10:48 AM) © 2005 Elsevier


Individuazione di un gene di fusione BCR-ABL per ibridazione fluorescente in<br />

situ<br />

B. Una sonda verde per ABL e una rossa per<br />

BCR sono state ibridate in su cromosomi<br />

metafasici e nuclei interfasici preparati da<br />

sangue periferico di individuo normale. Due<br />

segnali rossi e due segnali verdi stanno ad<br />

indicare la presenza di copie normali,<br />

spazialmente distanziate di ABL e BCR.<br />

C. Al contrario cromosomi metafasici e un<br />

nucleo interfasico preparati sa midolleo osseo<br />

di un soggetto con leucemia mieoloide cronica<br />

mostrano un segnale per ABL (verde), uno per<br />

BCR (rosso) e il segnale giallo che è il risultato<br />

della sovrapposizione di un segnale BCR rosso<br />

e ABL verde. Questo indica la presenza di un<br />

gene di fusione BCR-ABL<br />

(Courtesy of Dr. Cynthia Morton and Ms. Debbie Sandstrom, Department of Pathology, Brigham and Women's Hospital, Boston, MA.)<br />

Downloaded from: StudentConsult (on 30 January 2011 10:48 AM) © 2005 Elsevier


Traslocazioni nella eziopatogenesi dei disordini linfoproliferativi<br />

Altre traslocazioni<br />

A parte la ben caratterizzata traslocazione t(9;22) altre traslocazioni identificate con<br />

una certa frequenza in varie forme di leucemie sono la t(15;17) e la t(8;21)<br />

L’applicazione di tecniche molecolari per la caratterizzazione fine di queste<br />

mutazioni/traslocazioni (FISH, Gene array etc) ha chiaramente dimostrato che tutte le<br />

leucemie hanno geni alterati.<br />

L’importanza della identificazione di queste alterazioni genetiche e’ fondamentale<br />

perche’ rappresentano nuovi specifici target terapeutici o prognostici, ad esempio:<br />

L’imatinib mesilate (Glivec) nella leucemia cronica mieloide<br />

Pazienti con t(8;21) nella leucemia acuta mieloide hanno una prognosi migliore<br />

e non necessitano di trapianto di cellule staminali.


Classificazione WHO delle neoplasie del midollo osseo<br />

Diverse classificazioni sono state impiegate nelle neoplasie del midollo osseo<br />

in base alla istopatogenesi (mieloide o linfoide)<br />

in base alla presentazione acuta o cronica,<br />

con o senza leucemia,<br />

Il WHO ha recentemente ridefinito la classificazione che tiene in<br />

considerazione sia la morfologia cellulare, le caratteristiche immunologiche, e la<br />

specifica abberrazione genetica osservata.<br />

Questo approccio permette una migliore classificazione del paziente, la<br />

definizione della prognosi e i diversi approcci terapeutici che si possono<br />

impiegare come anche il piu’ corretto arruolamento in trial terapeutici.


Proliferazione neoplastiche dei GB (1)<br />

Definizioni<br />

Neoplasie linfoidi<br />

• Derivano da cellule staminali<br />

emopoietiche da cui originano le<br />

cellule della linea linfoide<br />

• Comprendono entità patologiche<br />

distinte<br />

• Il fenotipo è per lo più simile a<br />

quello di un linfocita normale in<br />

un particolare stadio<br />

differenziativo.<br />

• Il fenotipo è un marcatore<br />

diagnostico che permette di<br />

classificare tali patologie<br />

Neoplasie mieloidi<br />

• La caratteristica comune di<br />

questo gruppo eterogeneo è<br />

un’origine comune da cellule<br />

progenitrici ematopoietiche<br />

capaci di dar luogo a cellule<br />

terminalmente differenziate della<br />

serie mileoide<br />

• Interessano principalmente il<br />

midollo osseo e in minor grado gli<br />

organi ematopoietici secondari.<br />

• Si presentano con alterazioni<br />

dell’ematopoiesi


Proliferazione neoplastiche dei GB (2)<br />

Proliferazione neoplastiche dei GB (2)<br />

Classificazione WHO<br />

Neoplasie linfoidi<br />

• Neoplasie dei precursori B-<br />

cellulari (neoplasie a cellule B<br />

immature)<br />

• Neoplasie delle cellule B<br />

periferiche (neoplasie a cellule B<br />

mature)<br />

• Neoplasie dei precursori T<br />

cellulari (neoplasie a cellule T<br />

immature)<br />

• Neoplasie delle cellule T/NK<br />

periferiche (neoplasie a cellule T<br />

e NK mature)<br />

• Linfoma di Hodgkin<br />

Neoplasie mieloidi<br />

• Leucemie mieloidi acute<br />

(caratterizzate da accumulo<br />

forme mieloidi immature nel<br />

midollo osseo e soppressione<br />

normale ematopoiesi)<br />

• Sindromi mielodisplastiche<br />

(associate con ematopoiesi<br />

inefficace e citopenie correlate)<br />

• Sindromi mieloproliferative<br />

croniche (associate con<br />

aumentata produzione delle<br />

cellule mieloidi terminalmente<br />

differenziate)


Sommario dei maggiori tipi e sottotipi di disordini<br />

linfoproliferativi in base alla classificazione WHO<br />

Malattie mieloidi croniche linfoproliferative<br />

Sindromi Mielodisplastiche/mieloproliferative-(sindromi crossover)<br />

Sindromi Mielodisplastiche<br />

Leucemia Mieloide Acuta (AML, Acute myeloid leukaemia)<br />

Con ricorrenti anormalita’ citogenetiche<br />

Con displasia multilinea cellulare<br />

Associata a terapia<br />

Con ambiguita’ di linea cellulare<br />

Non altrimenti caratterizzata<br />

Neoplasie dei linfociti B<br />

Leucemie/linfomi dei precursori B-linfoblastici<br />

Neoplasie delle cellule B mature (linfomi B-non-Hodgkin's e neoplasie delle plasmacellule)<br />

Neoplasie dei linfociti T ed NK (natural killer)<br />

Leucemie/linfomi dei precursori T-linfoblastici<br />

Linfomi dei blasti delle cellule NK<br />

Neoplasie dei linfociti T e cellule NK mature<br />

Linfomi di Hodgkin‘s<br />

Neoplasie degli istiociti e delle cellule dendritiche<br />

Mastocitosi maligne


Leucemie<br />

Neoplasie linfoidi<br />

Neoplasie mieloidi<br />

ACUTA<br />

CRONICA<br />

LINFOIDE MIELOIDE LINFOIDE MIELOIDE


Leucemie<br />

Le proliferazioni maligne delle cellule del midollo osseo che si trovano circolanti nel<br />

sangue o nel midollo stesso interessano tutti gli stadi di differenziazione della cellula<br />

staminale emopoietica.


Leucemie<br />

Distinguiamo in prima analisi due forme Leucemie Acute e Leucemie Croniche.


LEUCEMIA<br />

ACUTA<br />

• Sebbene le forme acute siano a<br />

carico di tipi cellulari a tutti i gradi<br />

di differenziamento, le forme piu’<br />

comuni sono tipiche delle cellule<br />

meno differenziate della cellula<br />

staminale emopoietica.<br />

CRONICA<br />

• Per contro, le forme di leucemia<br />

cronica sono normalmente a<br />

carico delle forme piu’ mature<br />

delle varie linee cellulari linfoidi e<br />

mieloidi


LEUCEMIA<br />

capacità differenziativa delle cellule trasformate<br />

ACUTA<br />

Nelle forme acute le cellule<br />

neoplastiche perdono ulteriore<br />

capacita’ differenziativa<br />

CRONICA<br />

Nelle forme croniche la capacita’<br />

differenziativa e’ normalmente<br />

mantenuta<br />

In entrambe le forme la<br />

fenotipizzazione delle cellule<br />

coinvolte e’ fondamentale<br />

per il miglior approccio<br />

terapeutico possibile


LEUCEMIA (andamento epidemiologico ed età)<br />

ACUTA<br />

Le forme acute hanno un andamento<br />

bimodale con la massima incidenza<br />

nei primi anni di vita che torna a<br />

risalire in vecchiaia (questo<br />

sottolinea anche le diverse linee<br />

cellulari coinvolte<br />

CRONICA<br />

Le forme croniche sono tipiche<br />

dell’eta’ adulta


Stadio<br />

maturativo<br />

Differenziamento<br />

Andamento<br />

Leucemie - sommario<br />

Acuta vs Cronica<br />

Acuta<br />

Puo’ essere a carico di cellule a<br />

diverso stato di differenziamento,<br />

prevalentemente meno differenziate<br />

Le cellule leucemiche non<br />

differenziano ulteriormente<br />

Andamento bi-modale con forme<br />

tipiche del bambino e dell’adulto<br />

Cronica<br />

Tipica delle forme mature<br />

derivate dalle cellule staminali<br />

Le cellule leucemiche<br />

mantengono la capacita’ di<br />

differenziare<br />

Tipica dell’adulto<br />

Danno Danno midollare Proliferazione normalmente<br />

senza danno midollare<br />

Prognosi Rapidamente fatale se non trattata Sopravvivenza di qualche anno<br />

Terapia Potenzialmente curabile Al momento non curabile senza<br />

trapianto del midollo


Leucemie acute<br />

Leucemia Linfoblastica Acuta<br />

(ALL, Acute Lymphoblastic Leukemia<br />

a precursori B e T)<br />

Tipica del bambino<br />

Leucemia Mieloide Acuta<br />

(AML, Acute Myeloid Leukaemia)<br />

Tipica dell’adulto


Leucemie acute<br />

ALL<br />

(Leucemia Linfoblastica Acuta)<br />

Tipica del bambino (4 anni)<br />

Si osserva con una certa<br />

frequenza la traslocazione t(9;22)<br />

con presenza del cromosoma<br />

Philadelphia,<br />

Comunque nei piu’ piccoli la<br />

presenza del cromosoma<br />

Philadelphia e’ meno frequente e<br />

sono presenti difetti genetici<br />

complessi che si pensa si<br />

sviluppino durante la vita fetale<br />

AML<br />

(Leucemia Mieloide Acuta)<br />

Tipica dell’adulto (15-39 anni)<br />

Anomalie genetiche di diverso tipo<br />

anche in base alla linea mieloide<br />

coinvolta con traslocazioni t(15;17) e<br />

t(8;21) con una prognosi migliore<br />

che altre anomalie come la perdita<br />

completa del cromosoma 5 o 7 o piu’<br />

complesse alterazioni genetiche


Altre caratteristiche delle leucemie acute<br />

Cambi a livello ematico e di midollo osseo<br />

Nel sangue periferico i leucociti aumentano<br />

Si possono osservare anche conte superiori a 100 × 10 3 /µl.<br />

La maggioranza delle cellule nucleate sono blasti leucemici.<br />

E’ presente normalmente una anemia normocitica normocromica.<br />

La trobocitopenia e’ marcata, particularmente nella AML.<br />

La cellularita’ midollare e’ marcatamente aumentata.<br />

I blasti devono costituire almeno il 20% delle cellule nucleate, ma<br />

spesso superano l’80%.<br />

Normalmente non si ha erosione dell’osso con fratture conseguenti<br />

Cambi a carico di altri organi<br />

Linfonodi, fegato e milza possono essere infiltrati da blasti leucemici<br />

L’ingrossamento linfonodale non e’ marcato<br />

L’ingrossamento splenico, quando presente, e’ minore delle leucemie<br />

croniche.<br />

Si ha una aumentata suscettibilita’ ad infezioni<br />

Possono essere presenti emorragie secondarie a trombocitopenia


Markers per la caratterizzazione delle forme di<br />

leucemia acuta<br />

Pannello di anticorpi per la diagnosi differenziale di leucemia acuta<br />

B linfoide T linfoide Mieloide Non linea ristretti<br />

Prima linea<br />

CD19, CD10 (earlyB),<br />

CD79a (BCR), CD22<br />

Seconda linea Ig superficie ,<br />

Ig citoplasmatiche, CD138<br />

CD3, CD2<br />

CD34, CD64, CD33, CD15,<br />

CD117, CD13, antimieloperossidasi<br />

Tdt<br />

CD7 CD33, CD41, CD42, CD61 CD45<br />

Bain et al. 2002 (modified)


Esempio di identificazione della forma di<br />

leucemia linfoblastica acuta<br />

Lo striscio di sangue periferico<br />

evidenzia linfoblasti con nucleo<br />

condensato<br />

L’analisi del fenotipo tramite<br />

citometria di flusso evidenzia che I<br />

linfoblasti esprimono TdT e marker<br />

dei linfociti B CD22, e che le stesse<br />

cellule sono positivi per altri due<br />

markers tipici delle cellule pre-B,<br />

CD10 e CD19.<br />

La diagnosi e’ quindi di un ALL pre-B.


Esempio di identificazione della forma di<br />

leucemia mieloide acuta<br />

Lo striscio di sangue periferico<br />

evidenzia mieloblasti con delicata<br />

cromatina nucleare, nucleoli<br />

sporgenti e fini granuli azzurofili nel<br />

citoplasma<br />

L’analisi del fenotipo tramite<br />

citometria di flusso evidenzia che B. I<br />

mieloblasti (in rosso) esprimono<br />

CD34 (marker delle cellule staminali<br />

multipotenti) ma non il CD64 tipico<br />

marker delle cellule mieloidi mature.<br />

Inoltre, in C gli stessi mieloblasti<br />

esprimono CD33 marker delle<br />

mieloidi immature e un sottogruppo<br />

il CD15 , un marker delle mieloidi più<br />

mature.


Stadio<br />

differenziamento<br />

cellulare<br />

Leucemie - sommario<br />

Acuta vs Cronica<br />

Acuta<br />

Puo’ essere a carico di cellule a<br />

diverso stato di differenziamento<br />

Effetti Le cellule leucemiche non<br />

differenziano ulteriormente<br />

Andamento<br />

Andamento bi-modale con forme<br />

tipiche del bambino e dell’adulto<br />

Cronica<br />

Tipica delle forme mature derivate<br />

dalle cellule staminali<br />

Le cellule leucemiche mantengono<br />

la capacita’ di differenziare<br />

Tipica dell’adulto<br />

Danno Danno midollare Proliferazione senza danno<br />

midollare normalmente<br />

Prognosi Rapidamente fatale se non<br />

trattata<br />

Sopravvivenza di qualche anno<br />

Terapia Potenzialmente curabile Al momento non curabile senza<br />

trapianto del midollo


Leucemie Croniche<br />

Le forme di leucemia cronica sono normalmente a carico delle forme piu’ mature<br />

delle varie linee cellulari linfoidi e mieloidi<br />

Tipica dell’eta’ adulta<br />

La capacita’ differenziativa e’ normalmente mantenuta<br />

Anche per le forme croniche distinguiamo le forme mieloidi (CML, Chronic Myeloid<br />

Leukemia) da quelle linfoidi (CLL, Chronic Lymphocytic Leukemia)


Leucemia Linfoide Cronica (1)<br />

La CLL, è relativamente comune nell’anziano<br />

Normalmente presenta un decorso benigno<br />

Il reperto tipico è la presenza di un numero eccesivo di piccoli linfociti nel sangue<br />

periferico che è più contenuto delle ALL ed altre leucemie<br />

Nel 90% dei casi di CLL le cellule neoplastiche sono linfociti B con le caratteristiche<br />

di linfociti B immaturi circolanti<br />

Striscio di sangue di CLL.<br />

Numerosi piccoli linfociti e<br />

cellule “smear” (frecce) sono<br />

caratteristici.


Leucemia Linfoide Cronica (2)<br />

La trasformazione e’ normalmente monoclonale ma i linfociti non sono<br />

sufficientemente maturi da secernere l’immunoglobulina monoclonale o da essere<br />

rilevata la sua presenza intracellulare<br />

La CLL e’ di fatto un disordine linfoproliferativo con caratteristiche simili ad un<br />

linfoma di basso grado ma con un coinvolgimento predominante del sangue e del<br />

midollo<br />

Si ha un lieve ma progressivo interessamento linfonodale, puo’ esserci una<br />

splenomegalia a cui si associa anemia e trombocitopenia, ed interessamento epatico<br />

Alcuni soggetti possono presentare aumentata suscettibilita’ alle infezioni<br />

Il trattamento e’ normalmente solo sintomatico<br />

Decorso clinico e staging della CLL.<br />

Nella classificazione di 'Rai' si riconoscono cinque fasi in con<br />

interessamento progressivo dei linfonodi, milza e fegato


Markers per la caratterizzazione delle forme di leucemia<br />

linfocitica cronica da altre forme di leucemie delle cellule mature<br />

Prima linea<br />

Linfocita B Linfocita T Linfocita B e T<br />

CD19, CD33, CD23, CD79b<br />

(BCR-bchain), surface Ig, k;l<br />

Seconda linea per <strong>Disordini</strong> delle cellule B Sindrome di Sezary ed altri “Linfoma<br />

determinare particolari immature disordini del lifocita T mantellare”<br />

disordini<br />

CD11C, CD103, HC2<br />

Ig citoplasmatiche, CD79a,<br />

CD138<br />

CD2<br />

CD3, CD7, CD4, CD8<br />

CD5<br />

Ciclina D


Leucemia Mieloide Cronica (1)<br />

Sebbene sia definita cronica, la CML ha una sopravvivenza media di 5 anni in<br />

pazienti non elegibili a trapianto di midollo<br />

Il midollo osseo è sostituito progressivamente dal clone mieloide<br />

Nella maggior parte dei casi si ha anomalia cariotipica, con presenza del<br />

cromosoma Philadelphia con i precursori sia della linea eritroide, megacariocitica<br />

granulocitica che dei linfociti B che portano il difetto<br />

Leucocitosi è tipica con la conta cellulare che può occasionalmente eccedere i 300<br />

elementi × 10 3 /µl.<br />

Lo striscio di sangue presenta<br />

superficialmente le stesse caratteristiche<br />

dell’aspirato midollare con mielociti,<br />

promieolociti, mieloblasti e normoblasti<br />

presenti in gran numero<br />

Una anemia normocromica e’ spesso<br />

presente.<br />

Nel midollo vi e’ una riduzione dello<br />

spazio grasso<br />

Nelle fasi terminali il numero di blasti nel<br />

sangue aumenta<br />

Striscio di CML. Mielociti (frecce) e<br />

metamieolciti (teste di frecce) entrano<br />

nel circolo


Leucemia Mieloide Cronica (2)<br />

Cambi a carico di altri organi<br />

La milza e’ allargata per infiltrazione delle cellule CML con aree di infarto a<br />

causa del rapido allargamento e mancanza di sangue<br />

Epatomegalia e’ anche frequente<br />

L’infiltrazione di altri organi occasionale.<br />

Infezioni e sanguinamento non sono comuni nella<br />

fase cronica<br />

Decorso Clinico<br />

I sintomi sono minimi nella fase cronica ed essenzialmene dovuti all’anemia ed<br />

alla splenomegalia. Nella fase terminale in cui si sviluppa la crisi di blasti simile<br />

alla leucemia acuta le caratteristiche cliniche somigliano a quella della leucemia<br />

acuta.<br />

Trattamento<br />

Il trattamento delle forme BCR-ABL positive (cromosoma Philadelphia) sono<br />

ora ben controllate con anti-metaboliti orali quali la idrossiurea. Il trapianto di<br />

midollo è la terapia preferita nei soggetti elegibili a questo trattamento.<br />

Chi non puo’ essere sottoposto a trapianto di midollo, la terapia con α-<br />

interferone ha aumentato la media di sopravvivenza da 3 a 5 anni.


Linfomi


Leucemia linfocitica<br />

LEUCEMIA LINFOCITICA<br />

vs<br />

LINFOMA<br />

Linfoma<br />

• Neoplasia linfoide che si presenta con<br />

diffuso interessamento del midollo<br />

osseo e che è accompagnata da un<br />

alto numero di cellule neoplastiche<br />

nel sangue periferico<br />

• Proliferazioni linfoidi che si<br />

presentano come masse tissutali<br />

distinte<br />

I linfomi possono presentarsi con un quadro leucemico nel sangue periferico,<br />

accompaganto da interessamento del midollo osseo. L’evoluzione a leucemia è<br />

frequente nei linfomi “incurabili”<br />

Al contrario tumori “identici” a leucemie insorgono a volte come masse dei tessuti<br />

molli senza interessamento midollare.<br />

Quindi quando sono applicati a particolari neoplasie, i termini “LEUCEMIA” e<br />

“LINFOMA” descrivono puramente la tipica distribuzione tissutale della malattia al<br />

momento della manifestazione clinica


Linfomi<br />

Le neoplasie di cellule linfoidi non ricircolanti, che prendono origine<br />

nei linfonodi, o dai tessuti linfatici extranodali<br />

Rappresentano un’espansione clonale dei linfociti B, T o N<br />

Vengono comunemente suddivisi in linfomi Hodgkin e non-Hodgkin<br />

Leucemie vs Linfomi<br />

Leucemie<br />

Tumori delle cellule ematopoietiche<br />

Originano nel midollo, si diffondono nel sangue e nei<br />

linfonodi<br />

Mieloidi e linfoidi<br />

Acute o croniche<br />

Linfomi<br />

Tumori delle cellule ematopoietiche<br />

Originano nel linfonodo, si diffondono nel sangue e nel<br />

midollo<br />

Solo linfoidi<br />

Hodgkin o non-Hodgkin


Linfomi – caratteristiche generali<br />

Rappresentano il 3% di tutti i tumori<br />

Hanno una incidenza relativamente alta 100 nuovi casi/100.000<br />

abitanti/anno<br />

L’incidenza aumenta con l’età e la presentazione, decorso e<br />

prognosi e’ spesso diversa<br />

Linfomi indolenti: più frequenti nell’adulto-anziano (età media<br />

55-60 anni)<br />

Linfomi aggressivi: tutte le età con maggiore frequenza nel<br />

giovane-adulto (età media 30-40 anni)<br />

Presentano normalmente una linfoadenopatia a cui si associa<br />

dolore, febbre, sudorazione notturna, perdita di peso, prurito,<br />

aumentata frequenza di infezioni opportunistiche e di riattivazioni di<br />

infezioni (infezioni da herpes simplex, herpes zoster etc)


Linfomi – linfoadenopatia<br />

Distribuzione dei linfonodi e loro interessamento<br />

nella linfoadenopatia conseguente a linfoma<br />

L’interessamento linfonodale persistente viene<br />

investigato tramite biopsia<br />

La biopsia linfonodale si esegue<br />

quando il paziente presenta una massa<br />

linfonodale persistente da oltre 4 settimane o<br />

quando nel sangue periferico o nel midollo<br />

osseo si osserva un numero aumentato di linfociti<br />

con fenotipo suggestivo per diagnosi di linfoma.<br />

Oggi è suggerito di processare il linfonodo a fresco o<br />

dopo congelamento in azoto liquido per favorire la<br />

tipizzazione con anticorpi monoclonali di superficie<br />

che permettono di identificare le cellule mantenendo<br />

l’architettura del tessuto.<br />

Sul linfonodo è possibile eseguire tecniche di<br />

colorazione citochimica, caratterizzazione<br />

immunofenotipica e molecolare


Linfomi<br />

Follicolare e diffuso<br />

Linfoma follicolare (milza) noduli<br />

prominenti rappresentano follicoli di<br />

polpa bianca espansi.<br />

Linfoma diffuso a grandi cellule B<br />

(milza). Presenza di una unica grande<br />

massa<br />

(Courtesy of Dr. Jeffrey Jorgenson, Department of<br />

Pathology, Brigham and Women's Hospital, Boston,<br />

MA.)<br />

(Courtesy of Dr. Mark Fleming, Department of<br />

Pathology, Brigham and Women's Hospital, Boston,<br />

MA.)


Linfomi – coinvolgimento di virus e batteri nella<br />

eziopatogenesi di alcuni sottotipi<br />

Distribuzione geografica del linfoma e degli agenti infettivi<br />

Tipo di Linfoma<br />

Agente<br />

infettivo<br />

Distribuzione<br />

geografica<br />

Evidenza del ruolo<br />

etiologico<br />

Linfoma di Burkitt<br />

Virus di<br />

Epstein-Barr<br />

(EBV) e malaria<br />

Forma endemica ristretta<br />

essenzialmente alle aree<br />

di endemia malarica<br />

Correlazione con prevalenza<br />

malarica. Costante presenza<br />

di EBV nelle cellule tumorali<br />

Linfoma nasal-type<br />

(angiocentrico)<br />

EBV<br />

Aree del sud-est asiatico<br />

e del Sud America<br />

Presenza del virus nelle cellule<br />

tumorali<br />

Evidenza sierologica<br />

dell’infezione attiva<br />

Linfoma associato al<br />

tessuto linfoide della<br />

mucosa gastrica<br />

(MALT)<br />

Helicobacter<br />

pylori<br />

Associata a condizioni<br />

socioeconomiche povere<br />

Linfoma associato a gastrite da<br />

H. pylori. Può rispondere al<br />

trattamento antibiotico<br />

Leucemia/linfoma<br />

dell’adulto a cellule T<br />

HTLV-1<br />

Sud-est del Giappone<br />

e Caraibi<br />

Neoplasie trovate solo<br />

nei portatori del virus


Linfomi –ruolo dei virus e batteri nel<br />

meccanismo eziopatogenetico<br />

L’infezione o la normale proliferazione in risposta all’agente infettivo possono<br />

determinare traslocazioni geniche come quelle che portano il gene enhancer<br />

delle Ig contiguo a bcl-2 che determina la costante produzione della proteina<br />

che inibisce l’apoptosi con conseguente proliferazione incontrollata del clone


Linfoma di Hodgkin<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

E’ un linfoma delle cellule B<br />

Caratterizzato dalla presenza di cellule binucleate di Reed-Sternberg<br />

L’epidemiologia e’ bimodale, con un largo picco tra i giovano adulti ed un picco minore<br />

dopo i 60 anni<br />

La linfoadenopatia del collo e’ abbastanza tipica<br />

Puo’ presentarsi in diverse varianti di cui 4 principali:<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Predominanza linfocitaria<br />

Sclerosi nodulare<br />

Cellularità mista<br />

Deplezione linfocitaria<br />

<br />

<br />

<br />

La radioterapia viene impiegata nelle forme localizzate, mentre in quelle piu’ diffuse si<br />

impiega una chemioterapia aggressiva o combinata a radioterapia<br />

Il linfoma di Hodgkin si associa a marcata depressione della immunita’ cellulo-mediata.<br />

Quindi il paziente e’ prone ad infezioni batteriche, virali e fungine, sia prima che durante<br />

la terapia.<br />

Altre complicazioni includono la comparsa di tumori secondari associati alla terapia ed<br />

alterazioni della tiroide dopo irradiazione del collo


Linfoma di Hodgkin<br />

Biopsia linfonodale nella malattia di Hodgkin. Le frecce mostrano cellule di notevoli dimensioni,<br />

con nuclei pallidi ed evidenti nucleoli (Cellule di Reed-Sternberg), nell’ambito di una popolazione<br />

cellulare costituita prevalentemente da piccoli lnfociti con occasionali istiociti.<br />

Downloaded from: StudentConsult (on 30 January 2011 10:47 AM)<br />

© 2005 Elsevier


Linfoma di Hodgkin<br />

Linfoma Hodgkin tipo sclerosi nodulare. Basso ingrandimento mostra bande ben definite di<br />

collagene acellulare rosa che suddividono le cellule tumorali e l’infiltrato reattivo descrivendo dei<br />

noduli<br />

(Courtesy of Dr. Robert W. McKenna, Department of Pathology, University of Texas Southwestern Medical School, Dallas, TX.)<br />

Downloaded from: StudentConsult (on 30 January 2011 10:47 AM)<br />

© 2005 Elsevier


Linfoma di Hodgkin<br />

EBV e NF-κB<br />

Frequente è la presenza degli episomi di EBV nelle cellule di Reed-Sternberg di molti casi di LH<br />

a cellularità mista.<br />

Le cellule EBV-positive esprimono in modo latente la proteina latente di membrana (LMP-1) che<br />

ha attività trasformante.<br />

LMP-1 trasmette segnali che up-regolano NF-κB, un fattore di trascrizione importante per<br />

l’attivazione linfocitaria.<br />

L’inappropriata attivazione di NF-κBκ<br />

sembra essere un evento comune nei LH classici<br />

(Tale attivazione si verifica anche nei tumori EBV-negativi e dovuta a mutazioni acquisite in un<br />

regolatore negativo di NF-κB, I κB).<br />

In alcuni casi di LH i geni delle Ig delle cellule di Reed-Sternberg contengono mutazioni<br />

somatiche “crippling” che prevengono l’espressione delle Ig di superficie necessaria per la<br />

produzione di segnali che permettono la sopravvivenza delle cellule B nei centi germinativi.<br />

L’attivazione di NF-κB da parte di EBV (o altri meccanismi) salverebbe queste cellule destinate<br />

all’apoptosi ponendole in uno stadio adatto all’acquisizione di ulteriori mutazioni<br />

sconosciute che collaborano per produrre le cellule di Reed-sternberg


Linfomi non-Hodgkin<br />

Numerosi altri linfomi classificati come non-Hodgkin sono descritti:<br />

Linfoma/leucemia linfoblastici (T e B)<br />

Linfoma a piccoli linfociti/leucemia linfatica cronica (B)<br />

Linfomi follicolari (B)<br />

Linfoma mantellare (B)<br />

Linfoma extranodale (B)<br />

Lnfoma diffuso a grandi cellule (B)<br />

Linfoma di Burkitt (B)<br />

Micosi fungoide/sindrome di Sézary (T)<br />

Linfoma dei linfociti periferici (T)<br />

La presentazione e la varieta’ dei sintomi e’ simile al linfoma di Hodgkin<br />

La caratterizzazione cellulare e della alterazione cromosomica/danno<br />

molecolare permette il miglior trattamento delle varie forme


LH vs LNH<br />

Linfoma di Hodgkin<br />

• Generalmente circoscritto a<br />

un singolo gruppo assiale di<br />

linfonodi<br />

• Diffusione sviluppata per<br />

contiguità<br />

• Noduli mesenterici e anello<br />

di Waldeyer raramente<br />

coinvolti<br />

• Interessamento extranodale<br />

raro<br />

Linfoma non-Hodgkin<br />

• Più frequente<br />

interessamento di<br />

molteplici linfonodi<br />

peeriferici<br />

• Diffusione non sviluppata<br />

per contiguità<br />

• Anello di Waldeyer e noduli<br />

mesenterici<br />

frequentemente coinvolti<br />

• Interessamento extranodale<br />

comune


Discrasie delle Plasmacellule<br />

Mieloma Multiplo


Il mieloma multiplo e’ la proliferazione maligna di plasmacellule, probabilmente<br />

provocata da un eccesso di produzione di IL-6<br />

Le cellule del mieloma overproducono il loro specifo monoclone di Ig<br />

I criteri richiesti per la diagnosi di mieloma multiplo sono (almeno 2 dei 3):<br />

Presenza di paraproteine (banda monoclonale) nel siero e/o urine<br />

Aumento del numero di plasmacellule anormali nel midollo (>20%) o con provata<br />

monoclonalita’ delle plasmacellule (>12% con un unico tipo di catena leggera)<br />

Lesioni osteolitiche delle ossa<br />

Mieloma Multiplo<br />

I soggetti con mieloma multiplo presentano comunemente:<br />

infezioni ricorrenti a causa dello stato immunosoppressivo (diminuzione delle<br />

immunoglobuline normali)<br />

Ipercalcemia<br />

Danno renale per la ipercalcemia e/o la deposizione di paraproteine<br />

Rottura patologica delle ossa<br />

Neutropenia ed anemia<br />

Si può riscontrare aumento della viscosità del sangue per aumento della quantità<br />

di proteine con agglomerati di emazie, alterazioni piastriniche ed aumento della<br />

VES


Elettroforesi delle proteine sieriche<br />

Elettroforesi delle sieroproteine normale<br />

Presenza di banda monoclonale nel siero


Mieloma Multiplo<br />

Striscio midollare di mieloma multipo da puntato<br />

sternale o della cresta iliaca.<br />

L’infiltrazione del midollo osseo da parte dei plasmociti<br />

giovani di grandi dimensioni con anomalie nucleari o<br />

citoplasmatiche. Questi impediscono lo sviluppo di altri<br />

precursori ematici, con la conseguenza di anemia,<br />

neutropenia, piastrinopenia<br />

I plasmociti producono un fattore stimolante gli<br />

osteoclasti con conseguenti lesioni litiche,<br />

osteoporosi, ipercalcemia, danno renale<br />

Elettroforesi ed immunoelettroforesi di siero ed urine.<br />

Si riscontra banda monoclonale data da Ig<br />

monoclonale isolata, IgG k (caso piu’ frequente,<br />

seguito da IgA, IgM raro, IgD rarissimo, IgE<br />

eccezionale).<br />

Le catene leggere delle Ig monoclonali possono<br />

ritrovarsi nelle urine come proteine di Bence-Jones<br />

La catena leggera isolata è presente nel 20% dei<br />

mielomi<br />

Downloaded from: StudentConsult (on 30 January 2011 10:47 AM)<br />

© 2005 Elsevier


Mieloma Multiplo - Terapia<br />

• L’approccio terapeutico prevede radio e chemioterapia<br />

• La sopravvivenza a 5 anni con la sola chemioterapia e del 20%<br />

• Il trapianto di midollo sta diventando la terapia di elezione in<br />

particolare il trapianto autologo<br />

• Altre chemioterapie basata su fattori che potrebbero controllare la<br />

crescita delle plasmacellule (anti-IL-6 etc) sono ancora in fase<br />

sperimentale

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