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Le manifestazioni ematologiche della sindrome da ... - Salute per tutti

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Scripta MEDICA<br />

Volume 7, n. 4, 2004<br />

99<br />

<strong>Le</strong> <strong>manifestazioni</strong> <strong>ematologiche</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>sindrome</strong> <strong>da</strong> immunodeficienza acquisita<br />

Dennis Quaglino, Massimo Stati*<br />

Epidemiologica<br />

Nell’estate del1981 la Comunità medica venne<br />

informata <strong>da</strong>i “Centers for Disease Control” dell’esistenza<br />

di una Sindrome <strong>da</strong> Immunodeficienza<br />

Acquisita (AIDS) sulla base <strong>della</strong><br />

segnalazione a New York e in California di casi<br />

di giovani omosessuali precedentemente sani,<br />

i quali presentavano gravi e spesso fatali infezioni<br />

opportunistiche, come polmonite <strong>da</strong><br />

“Pneumocystis Carinii” e forme clinicamente<br />

aggressive extracutanee di Sarcoma di Kaposi<br />

(SK), del tutto simili alle forme linfoadenopatiche<br />

di SK, riscontrabili in Africa (1, 2).<br />

Il virus dell’Immunodeficienza umana (HIV)<br />

tipo -1 è stato identificato come l’agente<br />

eziologico dell’AIDS (3, 4).<br />

Questa infezione retrovirale viene trasmessa<br />

attraverso i rapporti sessuali, <strong>da</strong> inoculazione<br />

o infusione di sangue infetto o <strong>da</strong>lla madre<br />

infetta al feto, <strong>per</strong> via transplacentare, nelle<br />

ultime settimane di gravi<strong>da</strong>nza, a volte durante<br />

il parto o nel corso dell’allattamento.<br />

Epidemiologicamente, i maggiori gruppi a<br />

rischio di sviluppare l’AIDS variano in base<br />

alla diversa distribuzione geografica.<br />

In Africa il gruppo maggiormente colpito è<br />

rappresentato <strong>da</strong> individui eterosessuali, sessualmente<br />

attivi, con le femmine più frequentemente<br />

esposte all’azione del HIV<br />

rispetto agli uomini (5).<br />

Negli Stati Uniti i gruppi maggiormente<br />

esposti al rischio di infezione <strong>da</strong> HIV sono<br />

gli omosessuali ed i tossicodipendenti attraverso<br />

lo scambio di siringhe (Intravenous<br />

drug abusers: IVDA)<br />

Professore Emerito Clinica Medica, Università de L’Aquila<br />

* Dipartimento di Medicina Interna, Università de L’Aquila<br />

In maniera del tutto sovrapponibile agli Stati<br />

Uniti, nell’Europa Occidentale circa l’80%<br />

dei casi di AIDS sono stati riscontrati negli<br />

omosessuali e nei tossicodipendenti (6).<br />

Una <strong>per</strong>centuale spropozionatamente elevata<br />

di casi di AIDS è stata descritta fra i Negri e<br />

gli immigrati di origine ispanica nel Nord Est<br />

dell’America, dove il rischio di contrarre l’infezione<br />

<strong>da</strong>l virus HIV-1 è <strong>da</strong> due a dieci volte<br />

maggiore che nel resto del Paese (7).<br />

Struttura virale<br />

Come <strong>tutti</strong> i retrovirus, l’HIV si replica formando<br />

un provirus DNA, mediante un enzima<br />

virale, la trascrittasi inversa (Figura 1).<br />

I principali geni del HIV sono gag, pol, env:gag<br />

(group specific antigen) codifica <strong>per</strong> una proteina<br />

strutturale: pol codifica <strong>per</strong> una trascrittasi<br />

inversa che trasforma il RNA in DNA nella<br />

cellula ospite: env codifica <strong>per</strong> delle glicoproteine<br />

dell’involucro su<strong>per</strong>ficiale.<br />

Oltre ai tre geni principali, presenti in <strong>tutti</strong><br />

i retrovirus, il genoma del HIV contiene<br />

diversi altri geni: gli LTR (long terminal<br />

repeat) che sono probabilmente geni di<br />

regolazione <strong>della</strong> sintesi proteica.<br />

I geni vif e nef codificano <strong>per</strong> proteine a<br />

funzione non ancora del tutto chiara, ma<br />

probabilmente inibente la moltiplicazione<br />

del virus.<br />

I geni tat e rev hanno probabilmente anch’essi<br />

un ruolo di regolazione sulla replica del<br />

virus.<br />

Di particolare interesse il tat (trans-activator);<br />

la proteina codificata <strong>da</strong> questo gene<br />

potrebbe essere responsabile <strong>della</strong> moltiplicazione<br />

“esplosiva” del virus che si verifica<br />

quando la cellula ospite viene attivata

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