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Il caso Lombardia: le ecomafie del nord - Legambiente Lombardia

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evidenza la somma, nel tempo, di tanti scarichi il<strong>le</strong>citi che, insieme, hanno formato un vero<br />

e proprio disastro. Nella provincia di Cremona, in particolare, <strong>le</strong> rive <strong>del</strong> fiume sono<br />

infestate da tonnellate di rifiuti, anche pericolosi e tossici (bombo<strong>le</strong> di gas, fusti di<br />

carburante, bottiglie e sacchi di plastica), abbandonati nel tempo nel<strong>le</strong> acque. Le<br />

amministrazioni locali dopo alcune ispezioni preliminari hanno lanciato l'allarme, o ,<br />

sarebbe meglio dire, un grido di dolore rivolto alla Regione affinchè stanzi i fondi e gli<br />

interventi necessari per porre rimedio a questa situazione, già pesantemente<br />

pregiudicata, e di cui si ha iniziato ad occuparsi, nei limiti <strong>del</strong><strong>le</strong> sue competenze, la<br />

Protezione civi<strong>le</strong> e i suoi volontari.<br />

A Spinadesco, sempre nella provincia di Cremona, i carabinieri <strong>del</strong> NOE di Brescia hanno<br />

scoperto e sequestrato nel mese di agosto <strong>del</strong> 2008 18 mila metri quadrati in cui una<br />

azienda operante nel settore <strong>del</strong>la produzione di manufatti, aveva riversato e tombato i<br />

suoi rifiuti inerti e speciali. L'azienda è stata quindi denunciata per realizzazione di<br />

discarica abusiva e deposito incontrollato di rifiuti speciali.<br />

Casi di gestione il<strong>le</strong>cita di rifiuti non sono mancati nemmeno da parte di aziende <strong>del</strong>la<br />

provincia di Mantova.<br />

Nel mese di apri<strong>le</strong> sei persone sono finite sotto inchiesta dalla Procura di Mantova per<br />

abbandono di rifiuti tossici-nocivi, su segnalazione di alcuni abitanti di Magnacavallo,<br />

paese <strong>del</strong> basso mantovano, che, avendo notato la presenza di bidoni abbandonati nei<br />

fossi <strong>del</strong><strong>le</strong> campagne attorno al centro abitato, hanno riportato <strong>le</strong> loro preoccupazioni alla<br />

polizia loca<strong>le</strong>. I bidoni sono risultati pieni di vernici e solventi, sono stati quindi stoccati e<br />

posti sotto sequestro, ma, soprattutto, è stata individuata la ditta responsabi<strong>le</strong> che si è<br />

dichiarata comp<strong>le</strong>tamente estranea ai fatti e, a suo dire, lo dimostrerà.<br />

Ad ottobre nel capoluogo mantovano 100 fusti di polveri di abbattimento fumi degli impianti<br />

iceneritori, filtri esausti e ceneri di combustione sono stati sequestrati dai NOE di Trento<br />

che hanno emesso una denuncia nei confronti di un imprenditore.<br />

L'il<strong>le</strong>galità ambienta<strong>le</strong> non guarda in faccia a niente e a nessuno e non risparmia<br />

nemmeno i rifiuti cimiteriali. La dimostrazione è il sequestro, a dicembre, di una vasca<br />

nella discarica di rifiuti non pericolosi di Mariana Mantovana, nella qua<strong>le</strong> sarebbero state<br />

smaltite <strong>le</strong> polveri provenienti dal forno crematorio. L'indagine è partita dai carabinieri <strong>del</strong><br />

NOE di Trento. Le analisi <strong>del</strong>l'ARPA hanno accertato l'estrema pericolosità <strong>del</strong> rifiuto, <strong>le</strong> cui<br />

componenti superano di 400 volte i limiti di <strong>le</strong>gge e sono quindi stati ritenuti assolutamente<br />

incompatibili persino per uno smaltimento in discariche per rifiuti pericolosi. La discarica<br />

autorizzata solo per i rifiuti non pericolosi non poteva ricevere <strong>le</strong> ceneri dei defunti, <strong>le</strong> quali<br />

hanno bisogno di un trattamento di inertizzazione.<br />

Infine, sempre nel mese di dicembre, a Bigarello nella campagna mantovana, <strong>le</strong> Guardia<br />

Ecologiche Volontarie hanno rinvenuto grandi quantità di pneumatici, residui ferrosi e<br />

plastici, carcasse di e<strong>le</strong>ttrodomestici e auto, accatastati sul terreno senza alcuna<br />

protezione, tanto da far temere una contaminazione <strong>del</strong>la falda acquifera. Due fratelli<br />

proprietari <strong>del</strong> terreno e titolari di un'impresa di rottamazione sono finiti sotto inchiesta, la<br />

presenza nell'area di un autocompattatore e di una ruspa fa pensare ad una vera e propria<br />

attività di trattamento abusivo di rifiuti.<br />

I carabinieri <strong>del</strong> NOE di Milano hanno denunciato i rappresentanti di due società per<br />

smaltimento il<strong>le</strong>cito di rifiuti a Pieve Fissiraga, in Provincia di Lodi, che ha interessato<br />

un'area agricola.<br />

L'amministratore di una società di Como, autorizzata al recupero <strong>del</strong><strong>le</strong> vecchie traversine<br />

in <strong>le</strong>gno dei binari ferroviari (dismesse perché sostituite con quel<strong>le</strong> in cemento), è finito<br />

sotto inchiesta per il mancato rispetto <strong>del</strong><strong>le</strong> prescrizioni autorizzative ed il conseguente<br />

smaltimento abusivo di rifiuti pericolosi. Questo materia<strong>le</strong>, dato l'e<strong>le</strong>vato contenuto di<br />

creosoto (una miscela di oli minerali e catrame), è estremamente tossico e ne è vietato<br />

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