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Il caso Lombardia: le ecomafie del nord - Legambiente Lombardia

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un'area verde, un parco per i cittadini, invece, nell'indifferenza genera<strong>le</strong>, si è trasformata in<br />

un lago di rifiuti: il “vecchio” lago che occupava il centro <strong>del</strong>la cava nel territorio di Pero è<br />

scomparso piano piano, sommerso dai rifiuti. Dovevano arrivare camion carichi di terra e<br />

sementi per riqualificare a verde la cava, arrivavano invece container pieni di scarti di<br />

demolizione, cisterne con oli esausti, pneumatici, a volte gli stessi camion che avrebbero<br />

dovuto essere portati alla demolizione. Tutto questo materia<strong>le</strong> è penetrato nel terreno con<br />

pericolose concentrazioni di idrocarburi, ferro e alluminio.<br />

La lunga sequenza di il<strong>le</strong>citi nel<strong>le</strong> province di Bergamo e Brescia<br />

Molte infrazioni alla normativa sui rifiuti sono state contestate dal<strong>le</strong> forze <strong>del</strong>l'ordine nel<strong>le</strong><br />

province di Brescia e Bergamo. I reati in queste zone sono di minore entità se presi<br />

singolarmente, ma molto numerosi e quindi dall'impatto ambienta<strong>le</strong> particolarmente<br />

pesante, se analizzati nel loro comp<strong>le</strong>sso. La lunga sequenza di reati ambientali e il trend<br />

di crescita registrato in questi territori sono probabilmente sintomo di una cultura<br />

imprenditoria<strong>le</strong> che fa <strong>del</strong> tentativo di riduzione dei costi, in particolare quelli relativi allo<br />

smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi, il principa<strong>le</strong> mezzo per aumentare i profitti, una<br />

via il<strong>le</strong>cita e dannosa per la col<strong>le</strong>ttività, che ne paga il costo in termini ambientali e di<br />

salute. Molte realtà imprenditoriali sembrano infatti scegliere la via <strong>del</strong> reato ambienta<strong>le</strong><br />

come strumento di profitto, in sostituzione di un modo di fare impresa virtuoso, fatto di<br />

innovazione, competizione, idee e lavoro.<br />

Nell'apri<strong>le</strong> 2008 la Guardia di Finanza di Bergamo ha emesso 40 denunce per gestione<br />

il<strong>le</strong>cita di rifiuti nei confronti di amministratori e autotrasportatori di una società di Ciserano<br />

operante nel settore <strong>del</strong> trattamento dei rifiuti. Alla denuncia per gestione non autorizzata<br />

di rifiuti si sommano quel<strong>le</strong> per frode fisca<strong>le</strong>, falso continuato e reimpiego dei capitali<br />

provenienti da attività <strong>del</strong>ittuose, con un giro di affari di circa 12 milioni di euro.<br />

<strong>Il</strong> mese successivo, a Bonate Sotto, sempre nella bergamasca, il Corpo Foresta<strong>le</strong> <strong>del</strong>lo<br />

Stato ha rinvenuto in un terreno agricolo un deposito abusivo di rifiuti pericolosi e non.<br />

Nelll’area, di circa 900 metri quadrati, sono stati trovati scarti di lavorazione edi<strong>le</strong> (catrame,<br />

contenitori di plastica, piastrel<strong>le</strong>, mattoni, tego<strong>le</strong>), tubi e tralicci di ferro, servizi igienici,<br />

carcasse di motorini, terre da scavo ed eternit. La denuncia è scattata nei confronti <strong>del</strong><br />

proprietario <strong>del</strong> terreno e titolare di una ditta edi<strong>le</strong>, che rischia da una forte multa fino<br />

all'arresto e al pagamento <strong>del</strong><strong>le</strong> spese di bonifica.<br />

Esattamente un mese dopo è la volta di Capriate San Gervasio, dove il Corpo di Polizia<br />

Provincia<strong>le</strong> ha sequestrato una discarica abusiva, anche in questo <strong>caso</strong> piena di amianto.<br />

In seguito a un sopralluogo da parte <strong>del</strong> Nuc<strong>le</strong>o ambienta<strong>le</strong> <strong>del</strong>la Polizia Loca<strong>le</strong> in un<br />

terreno privato adibito a deposito di materia<strong>le</strong> edi<strong>le</strong> in disuso, sono stati rinvenuti 600 metri<br />

quadrati di eternit “arricchiti” con rifiuti di natura ferrosa, alluminio, scarti edili, mattoni,<br />

cemento e, ciliegina sulla torta, due autocarri abbandonati. La documentazione è in mano<br />

alla Procura <strong>del</strong>la Repubblica, che accerterà <strong>le</strong> responsabilità <strong>del</strong> proprietario <strong>del</strong> terreno<br />

che aveva accumulato il tutto diversi anni fa, su cui pendono <strong>le</strong> accuse per <strong>le</strong> violazioni <strong>del</strong><br />

Testo Unico Ambienta<strong>le</strong> e i costi di rimozione e bonifica.<br />

Le sequenza di preoccupanti ritrovamenti prosegue nel mese di ottobre. All'inizio <strong>del</strong> mese<br />

a Bergamo 110 tonnellate di rifiuti speciali (materiali ferrosi contaminati da oli minerali)<br />

sono stati trovati dal NOE di Brescia in un'area di 300 metri quadrati di proprietà di una<br />

società, il cui rappresentante ha ricevuto un avviso di garanzia per gestione il<strong>le</strong>cita di rifiuti<br />

e violazione <strong>del</strong><strong>le</strong> prescrizioni imposte negli atti autorizzativi per l'esercizio <strong>del</strong>l’attività<br />

produttiva.<br />

A Calusco d'Adda, nel mese di Novembre, su segnalazione dei cittadini, gli agenti <strong>del</strong> NOE<br />

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