Il caso Lombardia: le ecomafie del nord - Legambiente Lombardia

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Le infrazioni nel ciclo del cemento in Italia nel 2008 Cta-CC GdF C. di CFS CFR PS Totale P. Infrazioni accertate 196 635 2.091 3.908 648 21 7.499 Persone denunciate 280 1.304 2.091 5.419 830 58 9.986 Persone arrestate 2 0 0 1 0 0 3 Sequestri effettuati 70 635 589 1.136 202 17 2.644 Fonte: elaborazione Legambiente su dati delle forze dell’ordine e Capitanerie di porto (2008). Le infrazioni nel ciclo del cemento nel 2008: regioni a tradizionale presenza mafiosa Campania Puglia Calabria SICILIA Totale Infrazioni accertate 1.267 567 900 724 3.458 % sul totale in Italia 16,9 7,6 12,0 9,7 46,1 Fonte: elaborazione Legambiente su dati delle forze dell’ordine e Capitanerie di porto (2008). 20

Il caso Lombardia Rifiuti, una miniera d’oro anche per la Lombardia Per la Lombardia il 2008 è l’anno della definitiva conferma dell’interesse dell’ecomafia e della criminalità ambientale in questo settore. Insieme alle cosche, dunque, uno sterminato sottobosco di colletti bianchi, funzionari pubblici e imprenditoria spregiudicata coltivano la possibilità di fare affari illegali correndo pochi rischi. Lo ha ribadito anche il procuratore capo della Repubblica di Milano, Manlio Minale, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, secondo cui: “Risulta confermato l’interesse delle mafie tradizionali, e in particolare della ‘ndrangheta, per gli appalti pubblici, specialmente nei comuni dell’area milanese”. La Lombardia continua a essere una regione dalle grandi opportunità economiche, anche per quanto riguarda i traffici illeciti di rifiuti tossici e per le discariche abusive. Anche nel corso dell’ultimo anno, il business dei rifiuti ha continuato a rappresentare una grossa fonte di guadagno, tanto per la criminalità organizzata, adesso ben salda in Lombardia, quanto per le singole aziende interessate ad abbattere – illecitamente – i costi di smaltimento. Accanto alle grandi operazioni condotte dai corpi di polizia specializzati nel contrasto alla criminalità ambientale, che coinvolgono i grandi interessi economici e della malavita organizzata, si riscontra infatti la miriade di aggressioni al territorio da parte di singole aziende e privati, protagonisti di smaltimenti illeciti o realizzazioni di piccole discariche abusive. Fenomeni di dimensioni minori, ma altrettanto preoccupanti, poiché diffusi su tutto il territorio regionale e quindi sintomo di una mancanza di cultura della legalità che non accenna a ridimensionarsi. I reati ambientali continuano a suscitare allarme e preoccupazione tra gli addetti ai lavori, come testimoniato dai dati sull’illegalità ambientale forniti dal presidente della Corte di Appello di Brescia in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2009, che descrivono un fenomeno in preoccupante crescita: i procedimenti per reati in materia di tutela dell’ambiente e del territorio sono passati nell’ultimo anno da 475 a 2.477. In Lombardia è particolarmente attiva la ‘ndrangheta, con una struttura ben radicata e ramificata, che, secondo la relazione del Ministero dell’Interno sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia nel 2008, sembra mantenere forti legami con le ‘ndrine dislocate in Calabria. Mentre però nella regione di origine l’attività criminosa si caratterizza soprattutto per reati di estorsione, traffico di armi, droga e omicidi, nel Nord, oltre ai traffici di droga, gestisce il business dei rifiuti e penetra anche nell’economia legale, nell’edilizia, negli appalti. E non solo a fini di riciclaggio dei proventi illeciti. Le cosche sono riuscite a recuperare il terreno perduto e a riprodursi dopo i duri colpi subiti dalle grandi inchieste degli anni Novanta, grazie a una strategia operativa di inabissamento che ha evitato manifestazioni eclatanti di violenza, così da allontanare l’attenzione dell’opinione pubblica e degli investigatori. La ‘ndrangheta in Lombardia ha riguadagnato silenziosamente e progressivamente terreno; in un contesto di disattenzione ha scelto le attività criminose più remunerative e con minori rischi, evitando controproducenti faide interne. La criminalità organizzata fa meno rumore, combatterla non è fonte di consensi per la politica, è quindi sottovalutata, laddove non gode dell'interessato silenzio della politica locale. Per quanto riguarda l’attività della camorra nei traffici di rifiuti, la Lombardia, oltre a costituire un importante snodo del riciclaggio, si conferma grande esportatrice di rifiuti pericolosi. Diverse aziende lombarde si sono rivolte al sistema camorristico riconducibile alla famiglia 21

<strong>Il</strong> <strong>caso</strong> <strong>Lombardia</strong><br />

Rifiuti, una miniera d’oro anche per la <strong>Lombardia</strong><br />

Per la <strong>Lombardia</strong> il 2008 è l’anno <strong>del</strong>la definitiva conferma <strong>del</strong>l’interesse <strong>del</strong>l’ecomafia e<br />

<strong>del</strong>la criminalità ambienta<strong>le</strong> in questo settore. Insieme al<strong>le</strong> cosche, dunque, uno sterminato<br />

sottobosco di col<strong>le</strong>tti bianchi, funzionari pubblici e imprenditoria spregiudicata coltivano la<br />

possibilità di fare affari il<strong>le</strong>gali correndo pochi rischi. Lo ha ribadito anche il procuratore<br />

capo <strong>del</strong>la Repubblica di Milano, Manlio Mina<strong>le</strong>, in occasione <strong>del</strong>l’inaugurazione <strong>del</strong>l’anno<br />

giudiziario, secondo cui: “Risulta confermato l’interesse <strong>del</strong><strong>le</strong> mafie tradizionali, e in<br />

particolare <strong>del</strong>la ‘ndrangheta, per gli appalti pubblici, specialmente nei comuni <strong>del</strong>l’area<br />

milanese”.<br />

La <strong>Lombardia</strong> continua a essere una regione dal<strong>le</strong> grandi opportunità economiche, anche<br />

per quanto riguarda i traffici il<strong>le</strong>citi di rifiuti tossici e per <strong>le</strong> discariche abusive. Anche nel<br />

corso <strong>del</strong>l’ultimo anno, il business dei rifiuti ha continuato a rappresentare una grossa<br />

fonte di guadagno, tanto per la criminalità organizzata, adesso ben salda in <strong>Lombardia</strong>,<br />

quanto per <strong>le</strong> singo<strong>le</strong> aziende interessate ad abbattere – il<strong>le</strong>citamente – i costi di<br />

smaltimento. Accanto al<strong>le</strong> grandi operazioni condotte dai corpi di polizia specializzati nel<br />

contrasto alla criminalità ambienta<strong>le</strong>, che coinvolgono i grandi interessi economici e <strong>del</strong>la<br />

malavita organizzata, si riscontra infatti la miriade di aggressioni al territorio da parte di<br />

singo<strong>le</strong> aziende e privati, protagonisti di smaltimenti il<strong>le</strong>citi o realizzazioni di picco<strong>le</strong><br />

discariche abusive. Fenomeni di dimensioni minori, ma altrettanto preoccupanti, poiché<br />

diffusi su tutto il territorio regiona<strong>le</strong> e quindi sintomo di una mancanza di cultura <strong>del</strong>la<br />

<strong>le</strong>galità che non accenna a ridimensionarsi. I reati ambientali continuano a suscitare<br />

allarme e preoccupazione tra gli addetti ai lavori, come testimoniato dai dati sull’il<strong>le</strong>galità<br />

ambienta<strong>le</strong> forniti dal presidente <strong>del</strong>la Corte di Appello di Brescia in occasione<br />

<strong>del</strong>l’inaugurazione <strong>del</strong>l’anno giudiziario 2009, che descrivono un fenomeno in<br />

preoccupante crescita: i procedimenti per reati in materia di tutela <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong><br />

territorio sono passati nell’ultimo anno da 475 a 2.477. In <strong>Lombardia</strong> è particolarmente<br />

attiva la ‘ndrangheta, con una struttura ben radicata e ramificata, che, secondo la<br />

relazione <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Interno sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla<br />

Direzione investigativa antimafia nel 2008, sembra mantenere forti <strong>le</strong>gami con <strong>le</strong> ‘ndrine<br />

dislocate in Calabria. Mentre però nella regione di origine l’attività criminosa si caratterizza<br />

soprattutto per reati di estorsione, traffico di armi, droga e omicidi, nel Nord, oltre ai traffici<br />

di droga, gestisce il business dei rifiuti e penetra anche nell’economia <strong>le</strong>ga<strong>le</strong>, nell’edilizia,<br />

negli appalti. E non solo a fini di riciclaggio dei proventi il<strong>le</strong>citi. Le cosche sono riuscite a<br />

recuperare il terreno perduto e a riprodursi dopo i duri colpi subiti dal<strong>le</strong> grandi inchieste<br />

degli anni Novanta, grazie a una strategia operativa di inabissamento che ha evitato<br />

manifestazioni eclatanti di vio<strong>le</strong>nza, così da allontanare l’attenzione <strong>del</strong>l’opinione pubblica<br />

e degli investigatori. La ‘ndrangheta in <strong>Lombardia</strong> ha riguadagnato si<strong>le</strong>nziosamente e<br />

progressivamente terreno; in un contesto di disattenzione ha scelto <strong>le</strong> attività criminose più<br />

remunerative e con minori rischi, evitando controproducenti faide interne. La criminalità<br />

organizzata fa meno rumore, combatterla non è fonte di consensi per la politica, è quindi<br />

sottovalutata, laddove non gode <strong>del</strong>l'interessato si<strong>le</strong>nzio <strong>del</strong>la politica loca<strong>le</strong>. Per quanto<br />

riguarda l’attività <strong>del</strong>la camorra nei traffici di rifiuti, la <strong>Lombardia</strong>, oltre a costituire un<br />

importante snodo <strong>del</strong> riciclaggio, si conferma grande esportatrice di rifiuti pericolosi.<br />

Diverse aziende lombarde si sono rivolte al sistema camorristico riconducibi<strong>le</strong> alla famiglia<br />

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