Il caso Lombardia: le ecomafie del nord - Legambiente Lombardia
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della ‘ndrangheta: circa 250 mila tonnellate di rifiuti tossici, come residuati plastici carichi di cromo e piombo, seppelliti nei terreni della Brianza. Da ricordare pure le inchieste “Toxic Country” (Corpo forestale dello Stato e procura di Pescara) dello scorso ottobre, che ha portato alla luce un traffico illecito di sostanze altamente tossiche smaltite su centinaia di ettari di campi destinati alla coltivazione di grano e foraggi; la “Tridentum” (Corpo forestale dello Stato e procura di Trento) dello scorso dicembre, di 123 mila tonnellate di residui di lavorazione di acciaierie e limi di marmo; e l’indagine “Quattro Mani” (carabinieri del Comando per la tutela ambientale e procura di Chieti), ancora a dicembre, di 150 mila tonnellate di rifiuti composti da sostanze irritanti, cancerogene, tossiche, nocive, mutagene, diossina, mercurio, cadmio, piombo ecc. smaltite illegalmente in Abruzzo, Campania, Puglia e Toscana. La “catena montuosa” dei rifiuti scomparsi Come accennato prima, è alta 3.100 metri la nuova montagna di rifiuti speciali comparsa nel 2006 nel nostro paese. Che si somma alle altre 9 montagne elaborate da Legambiente in questi anni in base ai dati ufficiali (riportati quest’anno nel Rapporto rifiuti 2008 dell’Istituto superiore Anno Rifiuti speciali prodotti (in milioni di t) Rifiuti speciali gestiti (in milioni di t) Rifiuti speciali a rischio (milioni di t) Altezza della montagna con base di 3 ettari (m) 1997 60,9 46,8 14,1 1.407 1998 68 56,4 11,6 1.150 1999 72,5 61,3 11,2 1.120 2000 82,8 69 13,8 1.382 2001 90,1 77 13,1 1.314 2002 92,1 77,5 14,6 1.460 2003 100,5 81,7 18,8 1.880 2004 108,4 82,4 26,0 2.600 2005 107,5 87,8 19,7 1.970 2006 134,7 103,7 31 3.100 per la protezione e la ricerca ambientale, Ispra) che riguardano, da una parte la produzione e dall’altra la reale gestione legale dei rifiuti speciali, ovvero industriali. E come ogni anno i due dati non coincidono. Secondo il Rapporto, infatti, i rifiuti speciali prodotti in Italia nel 2006 sono stati 134,7 milioni di tonnellate – di cui 9,2 pericolosi – mentre quelli gestiti con operazioni di recupero e smaltimento previsti dalla legge sono stati 103,7 milioni di tonnellate. La differenza tra questi due dati, pari a 31 milioni di tonnellate, ci fornisce il quantitativo di rifiuti di cui è certa la produzione ma assolutamente ignota la destinazione finale. Se ai quantitativi di rifiuti gestiti mediante operazioni di recupero e smaltimento sommassimo quelli avviati a impianti di stoccaggio e di messa in riserva – 14
pari a poco meno di 13,3 milioni di tonnellate – la differenza si “ridurrebbe” a circa 17,7 milioni di tonnellate e la montagna di rifiuti comparsa nel 2006 diventerebbe alta “solo” 1.770 metri. Com’è noto però sommare i rifiuti recuperati e smaltiti a quelli messi in riserva e depositati nei centri di stoccaggio porta, come ricorda lo stesso Rapporto, a una sovrastima delle quantità di rifiuti complessivamente gestite e quindi è un’operazione che falsa la contabilità dei rifiuti speciali. 15
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pari a poco meno di 13,3 milioni di tonnellate – la differenza si “ridurrebbe” a circa 17,7<br />
milioni di tonnellate e la montagna di rifiuti comparsa nel 2006 diventerebbe alta “solo”<br />
1.770 metri. Com’è noto però sommare i rifiuti recuperati e smaltiti a quelli messi in riserva<br />
e depositati nei centri di stoccaggio porta, come ricorda lo stesso Rapporto, a una<br />
sovrastima <strong>del</strong><strong>le</strong> quantità di rifiuti comp<strong>le</strong>ssivamente gestite e quindi è un’operazione che<br />
falsa la contabilità dei rifiuti speciali.<br />
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