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foto Mauro Topini - Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

La Chiesa di San Giorgio a Civita Castellana<br />

(sec. XIII - 1914)<br />

del Prof. Arch. Enea Cisbani<br />

La Chiesa di San Giorgio, è situata nella zona sud-est del pianoro tufaceo su cui sorge l’abitato antico di Civita Castellana, nella<br />

immediata vicinanza di insediamenti religiosi del periodo Etrusco-Falisco come il Tempio di Giunone e in un’area che ha conservato<br />

notevoli e consistenti tracce dell’ età medioevale, come la vicina Chiesa di Santa Maria del Carmine.<br />

L’epoca di costruzione risale agli inizi del XIII secolo come attesta un antico documento archiviale del 5 Maggio 1244, relativo alla<br />

donazione di alcuni beni della Basilica di San Lorenzo in Roma.<br />

Le vicine chiese di Sant’Antonio in Via dello Scasato, Santa Maria del Vinciolino e Santa Maria del Carmine in Via Ferretti, legano<br />

la Chiesa di San Giorgio ad una realtà urbana fortemente condizionata sia dalle strade di accesso allo sperone tufaceo che dalle<br />

porte stesse di entrata come Porta Lanciana.<br />

La stessa Porta Lanciana permetteva, dunque, di raggiungere dalla città la zona orientale del territorio comunale.<br />

La Chiesa di San Giorgio, in origine, era posta appena fuori il centro abitato antico assumendo il carattere di “Ecclesia Ruralis”, che<br />

conserverà nei secoli successivi. Tra la fine del sec. XV e gli inizi del sec. XVI, l’area sulla quale sorge la chiesa è interessata da<br />

notevoli interventi edilizi ed urbanistici che muteranno profondamente la conformazione del quartiere e la stessa viabilità restituendo<br />

alla zona una nuova dimensione architettonica profondamente diversa da quella originaria prettamente medioevale.<br />

L’originaria struttura architettonica medioevale era caratterizzata dalla conformazione a salienti, dalle tre navate interne e dal campanile<br />

con accesso interno nella navata sinistra.<br />

La struttura geometrica e proporzionale della chiesa vede l’utilizzo del modulo quadrato come elemento base per la definizione<br />

metrica delle navate e in alzato per la definizione dell’altezza del campanile.<br />

La Chiesa di San Giorgio, tuttavia, continuò nei secoli ad essere una realtà religiosa di media importanza, utilizzata in determinate<br />

ricorrenze e risultando affidata ad un solo Presbitero.<br />

All’interno, nella navata centrale e sull’abside, era collocato l’altare di San Giorgio e la stessa reliquia conservata nella chiesa<br />

Cattedrale di Santa Maria Maggiore, veniva trasportata con una solenne processione nella chiesa omonima in occasione della festività<br />

del Santo, dove restava per tutta la durata delle celebrazioni religiose.<br />

La manutenzione e la cura della chiesa era affidata alla compagnia di “Santa Croce”, che vi officiava la messa domenicale.<br />

Altresì, la chiesa era officiata nelle festività dei Santi Biagio, Egidio e Stefano, dei quali esisteva un altare a loro dedicato posto<br />

all’interno della stessa.<br />

Nel 1697 la Chiesa viene arricchita di un baldacchino ligneo in corrispondenza dell’altare maggiore e viene posizionato un armadio<br />

nella navata sinistra che serviva come sacrestia e per conservare i paramenti ecclesiastici.<br />

L’esterno della chiesa era infestato da rovi e cespugli e tenuto dai confinanti in pessime condizioni, tanto da crearne notevoli problemi<br />

strutturali alle pareti e lo stesso Vescovo intervenne invitando i confinanti stessi ad una maggiore cura e fissando in 25 scudi<br />

l’eventuale multa.<br />

Alla fine del sec. XVII, nell’anno 1699, l’edificio si presentava in condizioni non eccellenti e il Vescovo Aleotti ordina il restauro della<br />

struttura religiosa che subisce drastici cambiamenti tipologici, come l’eliminazione dell’originaria conformazione a salienti, sul<br />

modello di Santa Maria del Carmine, per realizzare l’attuale confomazione a capanna, notevolmente più bassa e meno incisiva architettonicamente.<br />

Vengono lasciati inalterati il campanile e le tre navate interne.<br />

La porta d’ingresso non era provvista dell’iscrizione del Santo e il Vescovo Ascanio Blasi nel 1710 ordina di provvedere a tale inconveniente.<br />

Nel 1833 la chiesa venne posta sotto la giurisdizione della cattedrale e non risultava in buone condizioni in quanto durante il periodo<br />

della dominazione Napoleonica era stata ridotta ad una stalla e al casermaggio della truppa.<br />

Nel 1828 viene restaurata e riportata all’uso originario.<br />

Nel 1898 la Chiesa di San Giorgio viene definitivamente abbandonata in quanto già da molti anni non veniva più utilizzata per le<br />

ricorrenze religiose. Il 23 Novembre 1914 il comune di Civita Castellana autorizza l’utilizzo di due navate della chiesa per ospitare<br />

i corsi della “Regia Scuola Professionale per l’Arte Ceramica”.<br />

Nel 1915, Il consiglio di amministrazione della scuola nelle persone degli avvocati Ulderico Midossi e Bruno Flamini, richiede di adibire<br />

i locali restanti della chiesa per attività didattiche, dopo i necessari interventi di restauro.<br />

I lavori dovettero essere abbandonati a causa degli eventi bellici e ripresi nel 1919.<br />

Attualmente risulta inglobata nelle strutture architettoniche dell’Istituto Midossi.

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