foto Mauro Topini - Campo de'fiori
foto Mauro Topini - Campo de'fiori
foto Mauro Topini - Campo de'fiori
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Campo</strong> de’ fiori 29<br />
CIVITONICI ILLUSTRI<br />
LE MAESTRE PIE VENERINI<br />
di Enea Cisbani<br />
formella in ceramica ispirata ad un episodio della<br />
vita della Beata Rosa Venerini<br />
Nel centro storico di Civita Castellana, alla<br />
confluenza delle vie Panico e di Porta<br />
Lanciana, abbandonato e degradato dal<br />
tempo, si erge in tutta la sua bellezza di<br />
forme e linee architettoniche tardo barocche,<br />
Palazzo Stefani-Lepori, che fino al<br />
1988 ha ospitato il Collegio e la Scuola<br />
delle Maestre Pie Venerini, importante<br />
nonchè vitale istituzione culturale e religiosa<br />
cittadina, che nel corso di tre secoli di<br />
vita ha contribuito all’educazione e formazione<br />
di intere generazioni di civitonici.<br />
Il 9 Febbraio 1656, nella cittadina medioevale<br />
di Viterbo, regnante il Pontefice<br />
Alessandro VII e Vescovo di Viterbo il<br />
Cardinale Francesco Maria Brancaccio,<br />
nasce ROSA VENERINI, fondatrice<br />
dell’Ordine delle Maestre Pie Venerini, terzogenita<br />
del Dottore Goffredo e Marzia<br />
Zampighetti.<br />
Nel 1676, entra nel monastero di Santa<br />
Caterina in Viterbo, dell’Ordine<br />
Domenicano, ma dopo alcuni mesi di permanenza<br />
deve subito uscirne per l’improvvisa<br />
morte del padre e del fratello maggiore.<br />
Nel 1682, entra nel collegio dei Padri<br />
Gesuiti di Viterbo, importante centro religioso,<br />
dove ha modo di poter evidenziare<br />
le sue notevoli doti culturali ed organizzative<br />
nell’istruzione dell’infanzia abbandonata,<br />
assai numerosa nella città di Viterbo<br />
come in tutti i centri della Tuscia.<br />
Nel 1686, Artemisia Mansanti Brugiotti,<br />
appartenente ad una delle più importanti<br />
famiglie Viterbesi, dona a Rosa Venerini un<br />
palazzo nel centro di Viterbo, dove la giovane<br />
appartenente alla Compagnia di<br />
Gesù allestisce la prima scuola per l’infanzia<br />
abbandonata, modello e origine delle<br />
numerose scuole fondate in tutti i centri<br />
del viterbese.<br />
Nonostante alcune resistenze e diffidenze<br />
iniziali, il modello scolastico inaugurato da<br />
Rosa Venerini, riscuote ovunque successi e<br />
ampi consensi, sia dalle autorità religiose<br />
che dalle popolazioni dove sorgono le stesse<br />
scuole.<br />
Verso la fine del ‘600, le condizioni di vita<br />
nelle città sono alquanto incerte e precarie:<br />
estesa mortalità infantile, orfani, precarie<br />
condizioni igieniche e cibo insufficiente.<br />
In questo ambiente fortemente degradato<br />
si inserisce, dunque, l’azione rinnovatrice<br />
di Rosa Venerini.<br />
Tra il 1699 e il 1713, costituisce l’Ordine<br />
delle Maestre Pie Venerini appartente alla<br />
Compagnia di Gesù e fonda numerose<br />
scuole: Bagnaia, Oriolo, Bolsena, Vetralla,<br />
Vitorchiano, Soriano, Blera, Ronciglione,<br />
Veiano, Capranica, Bomarzo, Carbognano<br />
e nel 1711, Civita Castellana.<br />
A Civita Castellana un nobile cittadino, il<br />
Marchese Lepori, dona all’ordine il Palazzo<br />
di via Panico, dove la scuola rimarrà fino al<br />
1986.<br />
Su tre livelli, al piano terra dell’edificio<br />
erano posti i magazzini e le cucine; al<br />
primo piano il refettorio, la Cappella per le<br />
funzioni religiose, la grande aula con il teatrino<br />
per la scuola dell’infanzia e le aule<br />
delle scuole di taglio e cucito; al secondo<br />
piano, gli alloggi delle religiose e le camere<br />
per i bambini abbandonati.<br />
Un collegio che resiste a varie vicissitudini:<br />
nel 1776 la soppressione dell’Ordine dei<br />
Gesuiti a cui le Maestre Pie Venerini appartengono,<br />
porta ad una parziale chiusura<br />
della scuola, ma che continua ad operare<br />
sotto un’altra denominazione.<br />
Nel 1805 viene soppressa dai Francesi e,<br />
nel 1849, dalle Autorità della Repubblica<br />
Beata Rosa Venerini<br />
Romana.<br />
Nel 1870, con la proclamazione dello Stato<br />
Italiano, continua ad operare e a formare i<br />
giovani cittadini di Civita Castellana e il<br />
convento e la scuola non vengono espropriati<br />
dal Demanio Pubblico, come avviene<br />
per altre proprietà religiose presenti nel<br />
nostro centro.<br />
Nel 1930, consolida la sua funzione di ricovero<br />
e cura di bambini e ragazzi appartenenti<br />
a famiglie disagiate.<br />
Peculiarità che mantiene negli anni successivi<br />
alla fine della Seconda Guerra<br />
Mondiale.<br />
Nel 1986, sotto il Vescovo Mons. Marcello<br />
Rosina, il collegio, per mutate esigenze<br />
tecniche e religiose, cessa di esistere.<br />
Senza clamore, con estremo riserbo, le<br />
Maestre Pie Venerini lasciano Civita<br />
Castellana.<br />
Per il Palazzo, che dal 1711 al 1986 è stato<br />
un centro fiorente di vita e cultura, inizia<br />
un lungo e inarrestabile declino, sempre al<br />
centro di varie ipotesi di recupero: nel<br />
1988 casa protetta per gli anziani e, nel<br />
1999, centro universitario.<br />
Nel 2001, viene rifatta la copertura lignea,<br />
ma lo stato di abbandono attuale è sempre<br />
più forte, per un autentico capolavoro<br />
dell’architettura civile di Civita Castellana.