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foto Mauro Topini - Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori 19<br />

, figure, personaggi di Riccardo Consoli<br />

“…er Primo dell’anno se màgneno le lenticchie<br />

e l’uva, perché chi magna ‘ste dù cose,<br />

dice, che conta quatrini tutto l’anno;<br />

“…er Giovedì grasso se magneno le frappe, li<br />

bocconotti e li ravioli;<br />

“…in Quaresima ceci, baccalà e maritozzi;<br />

“…er giorno de San Giuseppe le frittèlle e li<br />

bignè;<br />

“…er giorno de Pasqua l’agnèllo, er brodetto,<br />

l’ova, er salame, e la pizza rincresciuta;<br />

“…in Aprile er caprètto gentile;<br />

“…pè l’Ascenzione la giuncata;<br />

“…la notte de San Giuvanni se magneno le<br />

lumache;<br />

“…pè Settembre l’uva che fatta e ‘r fico che<br />

pènne;<br />

“…in Ottobere se fanno le vignate, gnocchi e<br />

maccaroni a tutto spiano;<br />

“…pe li Morti se magnano le fava pè minestra<br />

e poi le fava da morto d’orce e l’ossa da<br />

morto;<br />

“…pè San Martino s’opre la botte e s’assaggia<br />

er vino novo;<br />

“…pè Natale se magneno li vermicelli cò l’alice,<br />

l’anguilla, er salamone, li broccoli, er torron<br />

e er pangiallo.<br />

Ma come posso sorprendermi di queste sensazioni<br />

se anche Hans Barth, da autentico<br />

innamorato di Roma in generale e delle osterie<br />

in particolare, a queste ultime dedicò un<br />

suo libro? Memorabile scritto apprezzato<br />

anche da Gabriele D’Annunzio il quale, nell’ottobre<br />

1909, da Marina di Pisa, volle indirizzare<br />

una lettera all’autore con la quale<br />

esprimeva tutta la sua gratitudine ed ammirazione:<br />

“…mio caro Hans Barth, il vostro<br />

lepidissimo e disertissimo libro, polito con la<br />

pomice lasciata da Catullo su la tavola d’una<br />

taverna veronese, mi sembra illustrare la<br />

sentenza di quel santo bevitore Avicenna che<br />

morì d’una malattia di stomaco: esser permesso<br />

il vino all’uomo di bello spirito e vietato<br />

al balordo…<br />

“… due volte la tortora della rimembranza ha<br />

tubato di malinconia nel mio cuore, alla lettura<br />

gioconda…<br />

“…con che grassa pennellata fiamminga voi<br />

dipingete la bettola degli Svizzeri sotto la<br />

Torre Borgia! Ben la conosco…<br />

“…io usavo condurre qualche giovine amica<br />

nel grottino borgiano per compirvi qualche<br />

dolce avvelenamento…<br />

“…vi siete mai seduto nella saletta dalle<br />

pareti gialle, entro il vano della finestra ove<br />

un’amorosa tavolina è fra due sedili di pietra<br />

così che le ginocchia dell’affrontata coppia<br />

conviene si tocchino e s’intramettanopur<br />

anche?<br />

“…ad multos annos, ilare amico…,<br />

In questi termini si esprimeva il Vate.<br />

E ancora, come posso sorprendermi per il<br />

fatto che, ad un certo punto, molte Osterie di<br />

Roma perdettero<br />

la loro<br />

precipua<br />

caratteristica<br />

di trasandatezza,<br />

per<br />

acquistare<br />

quella particolare<br />

nuova<br />

dignità derivante<br />

dalla circostanza<br />

di<br />

essere divenute<br />

luogo di<br />

ritrovo per<br />

Artisti e<br />

Intellettuali?<br />

Nei primi anni<br />

del secolo<br />

appena trascorso,<br />

in una<br />

di queste<br />

Osterie nacque<br />

il gruppo<br />

degli Amici della Cisterna, eterogeneo e<br />

rumoroso che, come dettato dell’approssimativo<br />

Statuto, probabilmente mai scritto, aveva<br />

quello di mangiare e bere in compagnia oltre<br />

a quello, ben s’intende, di organizzare scherzi<br />

più o meno pesanti alle altrui spalle.<br />

Con il passare del tempo e l’inevitabile<br />

miglioramento di quei locali, anche la fisionomia<br />

dell’Associazione si modificò fino ad assumere<br />

caratteristiche più marcatamente culturali<br />

senza, peraltro, trascurare l’originario<br />

aspetto ironico; nasceva in altri termini<br />

l’Associazione dei Romani della Cisterna i cui<br />

numi tutelari erano romani assolutamente<br />

convinti come Petrolini, Ceccarelli, Trilussa e<br />

Bottai.Ti pare poco? Scriveva Aldo<br />

Palazzeschi nel 1953:<br />

“…se vuoi conoscere qualche cosa e qualcosa<br />

godere di questo popolo, giungendo qui,<br />

prima ancor che la guida della città, compra i<br />

Sonetti di Giuseppe Gioachino Belli, la vera<br />

guida di Roma è quella. E frequenta le<br />

Osterie…” Scrivere su Roma, si diceva. Quale<br />

più appropriata tematica se non quella di<br />

Roma che se n’e andata - luoghi, figure, personaggi.<br />

Per far ciò ho fatto ricorso ai miei<br />

ricordi personali e, per poter pervenire a quel<br />

vastissimo documentario del panorama<br />

romano, ho chiesto aiuto alle tante carte<br />

d’archivio oltre che ad alcuni scritti; di validissimo<br />

aiuto le incisioni di Bartolomeo Pinelli<br />

e gli acquarelli di Ettore Roesler Franz.<br />

Una documentario che, traendo origine dalle<br />

terre Laziali, effettua un’ampia carrellata sui<br />

vigneti, sulle cantine in tempo di vendemmia,<br />

inquadra i bevitori seduti ad una frasca e con,<br />

indicibile nostalgia, segue le ineguagliabili<br />

gite fuori porta e l’itinerario dei carretti a vino<br />

fino all’uscio delle Osterie.<br />

La materia è assolutamente vasta, praticamente<br />

inesauribile ma, per cominciare a mettere<br />

nero su bianco, ho dato corso ad alcune<br />

ricerche mirate soffermandomi su qualche<br />

famoso personaggio e alcuni Rioni, per prestare<br />

poi maggiore attenzione agli usi, costumi<br />

e abitudini dei romani. Tutto ciò per mia<br />

personale soddisfazione e curiosità, oltre che<br />

per porre le basi di una futura raccolta,<br />

ancorchè disordinata, una sorta di archivio a<br />

disposizione di chi ne fosse eventualmente<br />

interessato. Conversando occasionalmente<br />

con Sandro Anselmi, Presidente, Fondatore e<br />

Direttore Editoriale di <strong>Campo</strong> de’ fiori, si convenne<br />

che questi miei scritti in ordine sparso,<br />

aventi la tematica di cui innanzi, potessero<br />

verosimilmente trovare ospitalità nel suo<br />

giornale atteso che lo stesso, oltre ad essere<br />

diffuso in gran parte dell’alto Lazio, viene<br />

regolarmente distribuito in alcuni famosi<br />

locali di Roma, oltre che nelle Stazioni<br />

MET.RO.<br />

Lo stesso Direttore Editoriale ha recentemente<br />

scritto un fondo con il quale si dichiara giustamente<br />

stracolmo di gioia nel verificare che<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori è ormai significativamente<br />

presente nella Capitale e si dichiara, altrettanto<br />

giustamente, orgoglioso per il fatto che<br />

la rivista, che pure riscuote tanto successo,<br />

non beneficia di alcun contributo pubblico.<br />

Allo stesso Sandro Anselmi va tutto il mio<br />

riconoscimento e la mia profonda gratitudine<br />

per l’ospitalità concessami, a Cristina<br />

Evangelisti che di <strong>Campo</strong> de’ fiori è la<br />

Segretaria di Redazione, oltre che validissima<br />

responsabile per la parte grafica e d’impaginazione,<br />

il mio sentito ringraziamento.

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