08.04.2014 Views

La fabbrica della dolcezza

La fabbrica della dolcezza

La fabbrica della dolcezza

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

[CARAMELLE]<br />

DI AGATA MAGGI - FOTO DI MASSIMO DI NONNO/PROSPEKT<br />

LA FABBRICA<br />

DELLA<br />

DOLCEZZA<br />

Ambrosoli, Baratti, Zaini,<br />

Leone e Caremoli: i nomi<br />

di una grande tradizione<br />

una volta... Potrebbe iniziare<br />

così questa storia. Come una<br />

C’era<br />

favola dolcissima, da ascoltare<br />

in silenzio, con i cinque sensi allertati, lasciandosi<br />

trasportare da parole e immagini che ben<br />

presto si trasformeranno in un’esplosione di<br />

colori e profumi, sapori e sensazioni d’irresistibile<br />

morbidezza. Come ogni favola che si rispetti,<br />

poi, si arriverà al lieto fine. E sarà una<br />

conclusione ancor più bella, perché in questo<br />

caso i protagonisti non sono cavalieri azzurri<br />

o principesse imprigionate in torri d’avorio, e<br />

neppure streghe malvagie e draghi sputafuoco,<br />

ma donne e uomini in carne e ossa, che inseguendo<br />

un sogno con pazienza e tenacia, superando<br />

tutte le prove richieste loro dal destino/legge<br />

di mercato, hanno scritto un pezzo<br />

<strong>della</strong> storia dell’economia italiana.<br />

Ambrosoli, Baratti, Caremoli, Leone, Zaini<br />

sono nomi che tutti conoscono: i nonni come<br />

i figli e i nipoti. Quello che però forse non tutti<br />

sanno, soprattutto tra i più giovani, è che<br />

questi nomi sono famosi da più di un secolo e<br />

non accennano a farsi dimenticare.<br />

<br />

28 29<br />

CLUB3<br />

DICEMBRE 2006 DICEMBRE 2006<br />

CLUB3


[CARAMELLE]<br />

Apicoltori, fornitori <strong>della</strong> Real Casa, la prima donna<br />

Le foto di questo servizio sono<br />

state scattate negli stabilimenti<br />

delle aziende Ambrosoli,<br />

Caremoli, Baratti, Zaini e Leone<br />

CLUB3<br />

<br />

Da quando una caramella rappresentava<br />

un momento di festa, un gesto di amore, un<br />

evento speciale, un dono prezioso elargito con<br />

parsimonia, sino a oggi, epoca <strong>della</strong> più rutilante<br />

profferta di beni di consumo, la presenza<br />

e la riconoscibilità delle caramelle <strong>della</strong> tradizione<br />

italiana sono rimaste immutate. Se ieri<br />

era il cofanetto di latta <strong>della</strong> drogheria decorato<br />

a smalto a rappresentare lo scrigno magico<br />

da cui attingere questi piccoli assaggi di<br />

gioia, oggi le regole del mercato e la grande<br />

distribuzione hanno reso le confezioni più<br />

leggere e pratiche e hanno mutato i luoghi e i<br />

tempi del consumo. Ciò che rimane uguale, invece,<br />

è quel tuffo nella memoria che ciascuno<br />

compie nel momento in cui ne assapora una.<br />

Perché, senza alcun dubbio, quella che<br />

sta assaggiando è la stessa, identica caramella<br />

che mangiava da piccolo. Econ<br />

uguale sicurezza sa che ben poche altre cose,<br />

in un mondo in cui tutto scolora e viene<br />

sostituito rapidamente dall’oggetto di<br />

desiderio successivo, possono evocare una<br />

sensazione così familiare, calda e intima.<br />

Perché anche se cambia la forma, la sostanza<br />

rimane immutata. E se cambiano i processi<br />

di lavorazione, e il piccolo laboratorio artigianale<br />

è diventato nel frattempo uno stabilimento<br />

che abbraccia il mercato estero, gli ingredienti<br />

sono sempre gli stessi. E se la tecnologia<br />

ha fornito gli strumenti per produrre di<br />

più e più rapidamente, la cura e l’attenzione<br />

con cui vengono sorvegliate tutte le fasi <strong>della</strong><br />

lavorazione sono sempre le medesime. I protagonisti<br />

non sono cambiati, sono sempre loro:<br />

donne e uomini che lavorano a prodotti d’eccellenza,<br />

e utilizzano la tecnologia per fare meglio,<br />

non certo per evitare di fare.<br />

Un giovane chimico industriale del Comasco,<br />

al termine <strong>della</strong> prima guerra mondiale,<br />

scopre di non poter più ricevere i rifornimenti<br />

di miele dalla vicina Svizzera a causa<br />

<strong>della</strong> chiusura delle frontiere. Il miele è una<br />

ghiottoneria per tutta la famiglia, così decide<br />

di acquistare alcune arnie e di cimentarsi egli<br />

stesso nella produzione: l’apicultura diventa la<br />

manager: personaggi quasi mitici <strong>della</strong> grande industria<br />

sua passione. Al fine di incrementare e arricchire<br />

la resa degli alveari, assecondando i ritmi<br />

<strong>della</strong> natura, prova a trasferire le arnie dalla<br />

pianura alla montagna, per inseguire le diverse<br />

e successive fioriture. Siamo nell’anno<br />

1920: quel sistema pionieristico funziona<br />

ed è destinato al successo, si chiamerà apicultura<br />

nomade. E quel giovane seguirà il<br />

medesimo destino: il suo nome è Giovanni<br />

Battista Ambrosoli.<br />

Ancor oggi le sue caramelle più famose sono<br />

di un bel colore giallo intenso, e il loro cuore<br />

stilla gocce di profumatissimo miele. Nel<br />

1858 nasce la caramella “pioniera” al rabarbaro<br />

<strong>della</strong> Baratti & Milano, rimasta immutata a<br />

distanza di un secolo e mezzo. <strong>La</strong> Baratti &<br />

Milano è una ditta che, a dispetto del nome<br />

che potrebbe trarre in inganno, non è in Lombardia<br />

ma nella patria del cioccolato: il Piemonte.<br />

Precisamente a Torino.<br />

E allora, parlando di questo felice e famoso<br />

connubio tra la capitale sabauda e la tipica<br />

produzione dolciaria locale, subito emergono<br />

ulteriori capitoli <strong>della</strong> storia del nostro Paese.<br />

Il “cremino”, il cioccolatino cremoso a strati<br />

dalla forma squadrata viene creato da Ferdinando<br />

Baratti ed Edoardo Milano nel 1934.<br />

Nel 1873 viene inaugurata una confetteria e liquoreria<br />

a Torino che ottiene il titolo di Fornitore<br />

<strong>della</strong> Real Casa. Oggi, che i tempi sono<br />

cambiati, riconoscimenti e segnalazioni arrivano<br />

dalle più prestigiose guide gastronomiche,<br />

quelle che tutti gli stranieri portano sottobraccio<br />

quando visitano l’Italia, patria indiscussa<br />

dell’eccellenza alimentare. Ma non si<br />

tratta solo di cioccolato e caramelle. Luoghi<br />

come questo hanno accompagnato anche la<br />

storia <strong>della</strong> cultura italiana in senso lato, diventando<br />

il punto di incontro, di solitaria ispirazione<br />

o acceso dibattito, degli intellettuali dell’epoca.<br />

Come Guido Gozzano, che qui era solito<br />

sostare mentre componeva i suoi versi.<br />

Davide Caremoli inizia l’attività nel<br />

1913, un ventennio più tardi nasce la caramella<br />

Golia. È subito Storia con la “s” maiuscola.<br />

Piccolina, rotonda e gommosa, dal sapo-<br />

<br />

30 31<br />

DICEMBRE 2006 DICEMBRE 2006<br />

CLUB3


[CARAMELLE]<br />

Oggi la concorrenza arriva da lontano, anche dalla<br />

DALLA “CANNA MELLIS” ALLE CHARMS, CHE STORIA!<br />

Caramelle e pastiglie,<br />

confetti e gomme da<br />

masticare: secondo i dati<br />

dell’Aidi (Associazione<br />

industrie dolciarie italiane),<br />

il comparto confetteria ha<br />

visto negli ultimi 10 anni un<br />

calo dei tradizionali prodotti<br />

con zucchero (meno 27%)<br />

e una crescita di caramelle<br />

e gomme senza zucchero.<br />

In risposta ai nuovi stili di<br />

vita, infatti, è diventata più<br />

forte la tendenza al<br />

risparmio delle calorie.<br />

L’ultima frontiera è l’oral<br />

care, la cura dei denti.<br />

Al posto dello zucchero<br />

ecco lo xilitolo, dolcificante<br />

che pare allontanare la<br />

carie. Insomma, tempi duri<br />

per la buona confetteria<br />

di tradizione. Con una<br />

produzione di 114.650<br />

tonnellate, il comparto<br />

ha mostrato nel 2005 un<br />

lieve calo rispetto al 2004<br />

(meno 2,1% in volume).<br />

E pensare che fin<br />

dall’antichità l’arte di<br />

masticare radici, gomme e<br />

resine appassionava greci e<br />

siriani come cinesi, arabi e<br />

maya. In origine c’erano<br />

i bastoncini di zucchero<br />

di canna diffusi in Medio<br />

Oriente, che i latini<br />

chiamavano canna mellis,<br />

da cui la parola spagnola<br />

caramel e la nostra<br />

caramella. In origine un<br />

piacere riservato a ricchi<br />

e nobili, si diffuse con la<br />

coltivazione <strong>della</strong><br />

barbabietola da zucchero.<br />

Le industrie iniziarono a<br />

soppiantare i laboratori<br />

artigianali dalla seconda<br />

metà dell’Ottocento, ma il<br />

boom si ebbe a partire dagli<br />

anni Venti del Novecento,<br />

con un’accelerazione nel<br />

secondo dopoguerra,<br />

quando il packaging fece<br />

di questi dolcetti qualcosa<br />

da tenere in tasca o sulla<br />

scrivania. Le Charms di<br />

Alemagna furono le prime<br />

caramelle vendute alle<br />

casse dei bar. E a dispetto<br />

del nome, le gomme<br />

Brooklyn sono figlie di<br />

un’altra azienda italiana,<br />

Perfetti, leader del mercato.<br />

Tra i marchi storici,<br />

Ambrosoli e le sue<br />

caramelle al miele; Perugina<br />

e la mitica Rossana; Dufour<br />

e le gelée. Da ricordare<br />

le liquirizie dell’azienda<br />

calabrese Amarelli, memoria<br />

storica dell’industria<br />

dolciaria italiana con<br />

più di 275 anni di età.<br />

Francesca Capitani<br />

<br />

re di liquirizia balsamica e rinfrescante, viene<br />

venduta “al pezzo” inizialmente dai tabaccai<br />

del Nord Italia, a una clientela soprattutto di<br />

fumatori. Il suo costo è di 1 lira, tonda tonda<br />

come la sua forma, cosicché diventa un’abitudine<br />

ricevere e richiedere, al posto del resto in<br />

denaro, l’equivalente in caramelle. Gli estimatori<br />

aumentano, e ad ampliare il successo pensa<br />

anche la comunicazione, che imprime per<br />

sempre nell’immaginario collettivo il pagliaccio<br />

Sbirulino di Sandra Mondaini che regge<br />

un’enorme Golia tra le mani. Oggi, con una<br />

distribuzione che raggiunge Cina e Stati Uniti,<br />

non è cambiato in realtà nulla. Gli ingredienti<br />

sono sempre gli stessi, e la liquirizia, radice dalle<br />

virtù terapeutiche note sin dall’antichità, rimane<br />

la protagonista di questa piccola caramella<br />

che ha nome di gigante. E gigante, in altra<br />

maniera, lo è diventata davvero.<br />

Nel 1857 Giovanni Leone apre una confetteria<br />

ad Alba che diventa in breve tempo<br />

fornitrice <strong>della</strong> Casa Reale, rendendo necessario<br />

il trasferimento a Torino. Le “pastiglie<br />

Leone” diventano uniche e inconfondibili: minuscole<br />

e friabili, ricche di gusto, dalle mille<br />

sfumature color pastello. Così belle e così buone,<br />

anche solo a guardarle. Nella <strong>fabbrica</strong>, oggi,<br />

non ci sono più gli antichi crogiuoli in rame<br />

del secolo scorso, il processo artigianale si è<br />

messo al passo con i tempi, ma non sono<br />

scomparse le mani gentili di chi con accuratezza<br />

e precisione sorveglia e seleziona la<br />

produzione, separando le pastiglie difettate<br />

da quelle destinate a diventare una pioggia color<br />

arcobaleno al gusto di rabarbaro, genziana,<br />

violetta o menta, liquirizia o cannella, oppure<br />

ancora garofano o agrumi.<br />

Luigi Zaini possiede un piccolo laboratorio<br />

artigianale a Milano. Nel 1913 prova a<br />

fare il grande salto e avvia una produzione<br />

di tipo industriale delle sue specialità, che<br />

sono il cioccolato, il cacao e, ovviamente, le<br />

caramelle. Soprattutto quelle alla mou. Di<br />

mezzo c’è la prima guerra mondiale, e poi ce<br />

n’è una seconda in arrivo: la morte improvvisa<br />

e prematura del fondatore lascia la giovane<br />

moglie sola, e impreparata, alla guida dell’azienda.<br />

Olga, questo il suo nome, diverrà<br />

Cina, ma il prodotto italiano resiste per la qualità<br />

l’emblema <strong>della</strong> prima donna manager d’Italia,<br />

quando ancora non esistevano queste categorie,<br />

e non si abusava di termini stranieri, ma<br />

si trattava di rimboccarsi le maniche e affrontare<br />

le incognite e i problemi con coraggio, determinazione<br />

e forza di volontà. Oggi quel piccolo<br />

ex laboratorio comprende nuovi stabilimenti,<br />

ha aperto un’officina farmaceutica<br />

per la produzione delle caramelle medicinali,<br />

vende i suoi prodotti negli Usa, America<br />

del Sud, Cina e Giappone. <strong>La</strong> famiglia<br />

<strong>della</strong> signora<br />

Olga è arrivata<br />

alla terza generazione,<br />

e non<br />

ha cambiato<br />

mestiere.<br />

… e vissero<br />

felici e contente.<br />

Sono queste<br />

cinque fabbriche<br />

di caramelle<br />

<strong>della</strong> tradizione<br />

italiana che hanno saputo resistere,<br />

ingegnarsi e consolidare il successo in un mercato<br />

dove la competizione è forte (soprattutto<br />

quella che viene dalla Cina) e spesso si<br />

combatte a colpi di lanci pubblicitari, legando<br />

il marchio a personaggi di cartoon e serie<br />

televisive, più che puntando alla qualità e alla<br />

sostanza. Per fortuna, in questo caso, a vincere<br />

è proprio la tradizione, la storia, la ricerca,<br />

la sperimentazione.<br />

<br />

32 33<br />

CLUB3<br />

DICEMBRE 2006 DICEMBRE 2006<br />

CLUB3

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!