8 POLITICA POMEZIA n. 240 - dal 19 apr<strong>il</strong>e al 2 maggio 2012 La maggiorazione del 15% sulla tassa dei rifiuti non è stata approvata dal Consiglio comunale come prevede la legge Gli <strong>aumenti</strong> della <strong>Tarsu</strong> sono <strong>il</strong>legittimi Al Comune servono liquidi e incassa soldi che potrebbe anche dover restituire PIETRO TOCE Assessore all’Ambiente Moira Di Mario Se <strong>il</strong> Consiglio non dovesse approvare l’aumento della <strong>Tarsu</strong>, allora <strong>il</strong> Comune rimborserà i cittadini L'aumento del 15 per cento della <strong>Tarsu</strong>, deciso dalla giunta comunale di <strong>Pomezia</strong> a dicembre scorso, non è ancora entrato in vigore, ma l'amministrazione comunale ha già mandato ai contribuenti i bollettini di conto corrente comprensivi dell'aumento. A ratificare l'incremento dell'imposta municipale sui rifiuti deve essere infatti <strong>il</strong> consiglio comunale che invece non solo non si è espresso, ma l'argomento non mai è stato portato in aula per la discussione. A confermare che l'ultima parola spetta all'assise è innanzitutto l'articolo 5 del regolamento generale per la disciplina sulle entrate comunali di <strong>Pomezia</strong>, ma soprattutto una sentenza della Corte di Cassazione che <strong>il</strong> 15 giugno 2010 ha demandato ai consigli comunali «l'istituzione e l'ordinamento dei tributi - recita la sentenza - conseguentemente sono nulli gli avvisi di accertamento per variazione della tariffa se la variazione è stata adottata da organi diversi dal consiglio comunale», come ad esempio la giunta. Per entrare in vigore l'aumento, come chiarisce la Suprema Corte, deve prima essere ratificato dall'assise che potrebbe addirittura non approvarlo o approvarne un incremento minore rispetto al 15 per cento deliberato dall'esecutivo De Fusco. Dunque i bollettini con i nuovi importi, che la Banca Popolare di M<strong>il</strong>ano (concessionaria di riscossione ndr) ha recapitato ai contribuenti, sono ai limiti della legalità. Però moltissimi sono i cittadini che hanno già pagato. In realtà l'Ente avrebbe dovuto inviare la richiesta di pagamento <strong>Tarsu</strong> con gli importi dello scorso anno ed eventualmente dopo l'ok del consiglio recapitare un'integrazione a conguaglio. A confermarlo è sempre l'articolo 5 del regolamento comunale, che spiega come “qualora le deliberazioni non fossero state adottate entro <strong>il</strong> termine previsto - si legge - nell'esercizio successivo sono prorogati i canoni, i prezzi e le tariffe in vigore”. Ma l'aumento è stato deciso perché l'amministrazione non è in grado di far pagare la <strong>Tarsu</strong> a tutti i contribuenti (l'evasione raggiungerebbe <strong>il</strong> 40 per cento) come ha spiegato durante l'ultima assise l'assessore al B<strong>il</strong>ancio Antonio Maniscalco. Le casse municipali inoltre sono vuote e l'Ente ha urgente necessità di liquidità. Così intanto incassa importi non dovuti, che potrebbe anche essere costretto a restituire. L'assessore all'Ambiente Pietro Toce, durante un incontro pubblico (<strong>il</strong> 15 apr<strong>il</strong>e scorso) con i residenti di Martin Pescatore sulla raccolta differenziata, ha prima smentito che debba essere <strong>il</strong> consiglio a ratificare l'aumento, quindi ha poi precisato - smentendo di fatto se stesso - che se l'assise dovesse approvare un aumento più basso o dovesse addirittura non approvare l'incremento della <strong>Tarsu</strong>, allora <strong>il</strong> Comune rimborserà i cittadini. Toce ha poi tentato di convincere i cittadini che la sentenza della Corte di Cassazione fosse un pronunciamento locale. Non è chiaro se secondo Toce la Cassazione abbia anche un collocamento geografico di tipo federale (una Corte per ogni Regione) oppure se la sentenza avesse valore solo per una determinata area del Paese. Al di là della confusione di ruoli e competenze sulle Procure, Tribunali e Corti che Toce sembra avere, in ogni caso l'amministrazione ha fatto un vero pasticcio che conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, anche quanto hanno scritto i Revisori dei Conti del Comune. Zero spaccato al governo pometino dai Revisori dei Conti Amministrazione bocciata dei Revisori dei Conti del Comune di <strong>Pomezia</strong> Ilcollegio ha bocciato senza possib<strong>il</strong>ità di appello l'attività dell'amministrazione municipale. E lo ha fatto pubblicamente in consiglio comunale, dove è intervenuto per rispondere alla mozione dei consiglieri Pdl Romano Errico, Luigi Celori, Saverio Pagliuso e Raimondo Piselli relativa ai residui attivi e passivi dell'Ente. «La situazione finanziaria del Comune - esordisce <strong>il</strong> collegio nella sua relazione - risulta piuttosto preoccupante, l'esito futuro incerto e imprevedib<strong>il</strong>e». «Questo collegio sia sul b<strong>il</strong>ancio di previsione 2010 che sul consuntivo 2009, sia sul preventivo 2011 che sul consuntivo 2010, pur avendo espresso parere favorevole, ha sempre posto delle condizioni - scrivono ancora i Revisori - evidenziando lacune gestionali e di controllo e suggerendo le azioni per rendere la macchina comunale più efficiente e efficace. Abbiamo consigliato sistematicamente di monitorare la gestione, assumendo comportamenti ispirati alla prudenza. Per <strong>il</strong> riaccertamento dei residui attivi e passivi (e dare dunque seguito alla mozione, ndr) abbiamo per l'ennesima volta chiesto ai dirigenti relazioni su specifici aspetti gestionali. Sono arrivate solo due risposte, entrambe incomplete ma molto significative per rendere l'idea di come <strong>il</strong> modello organizzativo dell'Ente sia carente - aggiunge <strong>il</strong> collegio -: è arrivato solo l'elenco dei decreti ingiuntivi relativo al 2010, 2011 e 2012», ma soprattutto l'avvocatura non ha saputo dire se <strong>il</strong> settore finanziario abbia poi pagato. «Cosa significa? - si chiedono i Revisori -. Potrebbe l'ufficio finanziario pagare un fornitore che fa causa al Comune senza concordarlo con l'avvocatura? Chi tiene sotto controllo la situazione?» Non è migliore <strong>il</strong> panorama all'Urbanistica, da dove sono arrivate solo risposte orali e assolutamente insufficienti. L'Ente insomma non è in grado di sapere quali e quanti oneri concessori siano stati pagati, quelli ormai prescritti e soprattutto a quanto ammonterebbero eventuali incassi. Ancora peggiore, infine, la situazione emersa dal Finanziario, che non ha risposto alle 15 domande del collegio né per iscritto, né oralmente. «La cronica incapacità dell'Ente di riscuotere i propri crediti è stata evidenziata anche dalla Corte dei Conti ed è un chiaro sintomo di scarsa sensib<strong>il</strong>ità e professionalità a tutti i livelli - proseguono i Revisori -: è <strong>il</strong> caso di ricordare che, laddove l'esigib<strong>il</strong>ità del credito si prescriva, fa sorgere <strong>il</strong> danno erariale con tutte le responsab<strong>il</strong>ità civ<strong>il</strong>i e penali. Di questa confusione generale di compiti e ruoli la Corte dei Conti, sezione controllo, è perfettamente informata da questo collegio. Vi anticipiamo sin d'ora - concludono i Revisori avvertendo l'amministrazione - che è nostra intenzione esprimere parere negativo al b<strong>il</strong>ancio di previsione 2012, se prima non verrà approvato <strong>il</strong> consuntivo 2011 con la revisione puntuale dei residui attivi e passivi». Come dire: è finito <strong>il</strong> tempo in cui l'amministrazione De Fusco approvava prima la manovra di previsione e solo dopo mesi <strong>il</strong> conto consuntivo dell'anno precedente. Spieghiamo all’assessore Toce cosa avrebbe dovuto fare <strong>il</strong> Comune Ecco perché gli <strong>aumenti</strong> sono <strong>il</strong>legittimi: lo dice la Cassazione La Corte di Cassazione è unica in Italia con sede a Palazzo di Giustizia in piazza Cavour a Roma. Non esistono dunque Corti di Cassazione "locali". Così come non esistono sentenze "locali" di Cassazione. Né esiste in Italia un federalismo giurisprudenziale per cui ogni Regione ha le proprie leggi. La giurisprudenza nel nostro Paese è unica, univoca e ha valore su tutto <strong>il</strong> territorio nazionale. Ma a maggior beneficio dell'assessore Toce riportiamo di seguito integralmente - preso dal sito ufficiale della Suprema Corte - quali sono le funzioni della Cassazione. «Le funzioni della Corte di Cassazione In Italia la Corte Suprema di Cassazione è al vertice della giurisdizione ordinaria; tra le principali funzioni che le sono attribuite dalla legge fondamentale sull'ordinamento giudiziario del 30 gennaio 1941 n. 12 (art. 65) vi è quella di assicurare "l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale, <strong>il</strong> rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni". Una delle caratteristiche fondamentali della sua missione essenzialmente nomof<strong>il</strong>attica ed unificatrice, finalizzata ad assicurare la certezza nell'interpretazione della legge (oltre ad emettere sentenze di terzo grado) è costituita dal fatto che, in linea di principio, le disposizioni in vigore non consentono alla Corte di Cassazione di conoscere dei fatti di una causa salvo quando essi risultino dagli atti già acquisiti nel procedimento nelle fasi che precedono <strong>il</strong> processo e soltanto nella misura in cui sia necessario conoscerli per valutare i rimedi che la legge permette di ut<strong>il</strong>izzare per motivare un ricorso presso la Corte stessa. Il ricorso in Cassazione può essere presentato avverso i provvedimenti emessi dai giudici ordinari nel grado di appello o nel grado unico: i motivi esposti per sostenere <strong>il</strong> ricorso possono essere, in materia civ<strong>il</strong>e, la violazione del diritto materiale (errores in iudicando) o procedurale (errores in procedendo), i vizi della motivazione (mancanza, insufficienza o contraddizione) della sentenza impugnata; o, ancora, i motivi relativi alla giurisdizione. Un regime sim<strong>il</strong>e è previsto per GENTE IN FILA PER LE CARTELLE PAZZE TARSU Era l’apr<strong>il</strong>e del 2010: l’Aser aveva commesso errori <strong>il</strong> ricorso in Cassazione in materia penale. Quando la Corte r<strong>il</strong>eva uno dei vizi summenzionati, ha <strong>il</strong> potere-dovere non soltanto di cassare la decisione del giudice del grado inferiore, ma anche di enunciare <strong>il</strong> principio di diritto che <strong>il</strong> provvedimento impugnato dovrà osservare: principio cui anche <strong>il</strong> giudice del rinvio non potrà fare a meno di conformarsi quando procederà al riesame dei fatti relativi alla causa. I principi stab<strong>il</strong>iti dalla Corte di Cassazione non sono, invece, vincolanti per i giudici, in generale, quando questi devono decidere cause diverse, rispetto alle quali la decisione della Corte Suprema può comunque considerarsi un "precedente" influente. In realtà, i giudici delle giurisdizioni inferiori si conformano alle decisioni della Corte di Cassazione nella maggioranza dei casi. Non è necessaria alcuna autorizzazione speciale per presentare un ricorso innanzi alla Corte Suprema. Secondo l'articolo 111 della Costituzione ogni cittadino può ricorrere alla Corte di Cassazione per violazione di legge contro qualunque provvedimento dell'autorità giudiziaria, senza dover esperire alcun appello in materia civ<strong>il</strong>e o penale, o contro qualunque provvedimento che limiti la libertà personale. Alla Corte di Cassazione è anche attribuito <strong>il</strong> compito di stab<strong>il</strong>ire la giurisdizione (vale a dire, di indicare, quando si crea un conflitto tra <strong>il</strong> giudice ordinario e quello speciale, italiano o straniero, chi abbia <strong>il</strong> potere di trattare la causa) e la competenza (vale a dire, di risolvere un conflitto tra due giudici di merito). La Corte di Cassazione svolge anche funzioni non giurisdizionali in materia di elezioni legislative e di referendum popolare per l'abrogazione di leggi».
<strong>il</strong> <strong>Caffè</strong> n. 240 - dal 19 apr<strong>il</strong>e al 2 maggio 2012 - pag. 9