Illegittimi aumenti Tarsu a Pomezia - il Caffè
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n. 240 - dal 19 apr<strong>il</strong>e al 2 maggio 2012 3<br />
le per <strong>il</strong> secondo semestre 2011 di Federlazio<br />
- l'associazione delle piccole<br />
e medie imprese di cui sono ricchi i<br />
nostri territori - r<strong>il</strong>eva infatti che l'export<br />
laziale è cresciuto di più fuori dal<br />
vecchio continente (+ 17,2%), che nei<br />
Paesi dell'Unione Europea (+13,7%).<br />
«La previsione di ordini e fatturato<br />
extra Ue – spiega Saverio Motolese,<br />
direttore di Federlazio Latina, – è di<br />
una forte crescita, facendo registrare<br />
in entrambi i casi un + 43% per le Pmi<br />
pontine. È sempre più redditizio puntare<br />
sui mercati extraeuropei».<br />
In entrambe le aree, romana e<br />
pontina, non c'è solo posto per l'industria<br />
e l'hi tech ma anche per<br />
l'agricoltura, tutti comparti con imprenditori<br />
che continuano a farsi<br />
strada oltreconfine.<br />
Una certa vivacità<br />
si nota nei settori<br />
high tech, ma anche<br />
in quelli legati<br />
all’agricoltura<br />
ESEMPI CONCRETI IN VARI SETTORI<br />
Qualche esempio? La provincia<br />
di Latina vanta eccellenze con export<br />
in aumento nel campo aeronautico,<br />
come la ditta metalmeccanica<br />
di Borgo Montello che produce<br />
strutture per aeroporti e macchine<br />
agricole e per l'ed<strong>il</strong>izia; poco più su,<br />
esporta molto bene l'impresa che<br />
costruisce attrezzature aeroportuali<br />
a Campoleone, nel Comune di<br />
Apr<strong>il</strong>ia. Stesso Comune dove svettano<br />
un oleificio e una casa vinicola.<br />
Scendendo, a Pontinia c'è un vero<br />
leader mondiale in fatto di passate<br />
e concentrati di pomodoro ed<br />
una fabbrica di surgelati che ha accresciuto<br />
le vendite all'estero, e pure<br />
una ditta di vetri temperati. E poi<br />
c'è chi va alla grande con le cucine<br />
componib<strong>il</strong>i, l'automazione industriale.<br />
Cresce all’estero anche <strong>il</strong><br />
polistirolo fatto a Nettuno, dove<br />
un'altra azienda che fa macchinari<br />
industriali ha incrementato l’export.<br />
Sono molto apprezzati dagli<br />
stranieri anche gli impianti di imbottigliamento<br />
realizzati da una Srl<br />
di Albano. A <strong>Pomezia</strong> bene anche la<br />
ditta leader mondiale nel noleggio,<br />
lavaggio e gestione di abiti da lavoro<br />
e biancheria.<br />
Tutti esempi concreti del fatto che,<br />
nonostante la bufera in corso, si può<br />
fare impresa e crescere.<br />
INCHIESTA<br />
Chi si allea e va fuori dall’Italia vince. I mercati stranieri presentano ottime opportunità<br />
Fare squadra e puntare sull’estero<br />
«Dobbiamo puntare su<br />
qualità e risorse umane»<br />
Ciò che premia veramente è<br />
mettere la testa fuori casa» dice<br />
a Il <strong>Caffè</strong> Stefano Scipioni,<br />
direttore del Rome, <strong>il</strong> Consorzio che<br />
accompagna le aziende ad investire<br />
verso altri Paesi. La parola d'ordine<br />
per loro è internazionalizzazione.<br />
«Si può crescere solo sui mercati<br />
esteri, in particolare quelli capaci di<br />
capire e accogliere la qualità dei prodotti<br />
italiani e laziali; non possiamo<br />
competere sui prezzi, ma sulla qualità<br />
che rende accettab<strong>il</strong>e un prezzo<br />
più alto. L'investimento è importante<br />
STEFANO SCIPIONI<br />
Direttore del Consorzio R.O.M.E.<br />
perché, se investendo si fa <strong>il</strong> salto<br />
verso la qualità, allora si riesce a vendere<br />
bene. Per esempio, andiamo bene<br />
in Arabia e Medio Oriente, la Russia,<br />
nonostante le difficoltà, se uno<br />
riesce ad entrarci, comunque paga<br />
bene e riconosce i nostri prodotti di<br />
qualità». Occorre però «investire sulle<br />
risorse umane e mettersi insieme,<br />
le due uniche soluzioni. Oggi ci sono<br />
i contratti di rete: le imprese fanno<br />
squadra, scelgono un referente che<br />
opera e procaccia <strong>il</strong> lavoro all'estero,<br />
una persona che da sole non si possono<br />
permettere ma insieme sì, e così<br />
fanno la trattativa sul posto».<br />
Purtroppo non sempre c'è <strong>il</strong> dovuto<br />
supporto e lungimiranza al livello<br />
istituzionale. «C'è una scarsissima<br />
progettualità - lamenta <strong>il</strong> direttore del<br />
Innovazione e apertura ai mercati<br />
stranieri pagano. E può dare grandi<br />
soddisfazioni mettere insieme<br />
le più moderne tecnologie industriali<br />
e la terra. È <strong>il</strong> caso della Desco, azienda<br />
nata a Terracina quasi mezzo secolo<br />
fa, reginetta della lavorazione di<br />
uno dei più tipici prodotti dei nostri<br />
campi: i pomodori. Un successo a<br />
suon di passata, polpa, semiconcentrati<br />
e concentrati che dall'Agro pontino<br />
inondano l'Italia e vari Paesi esteri,<br />
ad un ritmo di circa 18m<strong>il</strong>a quintali<br />
di materia prima lavorata ogni giorno,<br />
nel periodo estivo. Cioè 70 autotreni.<br />
«Se lei mangia una pizza, probab<strong>il</strong>mente<br />
sta mangiando una pizza<br />
con pomodoro nostro», spiega Marco<br />
Serafini, amministratore delegato della<br />
Spa pontina, che nel nuovo stab<strong>il</strong>imento<br />
di Pontinia può trasformare oltre<br />
60 m<strong>il</strong>a tonnellate di pomodori.<br />
«Nel 2011 abbiamo lavorato circa 50<br />
m<strong>il</strong>a tonnellate – spiega Serafini, che<br />
è stato anche presidente mondiale<br />
dell'associazione di categoria che<br />
raggruppa i produttori del settore, la<br />
Wptc -, esportiamo tra l'80 e l’85% del<br />
nostro fatturato, soprattutto nel nord<br />
Europa, Germania, Francia, Olanda,<br />
Ingh<strong>il</strong>terra, Austria». Risultato: «l'anno<br />
scorso abbiamo incrementato <strong>il</strong><br />
Rome –, è praticamente ferma la legge<br />
regionale 5 del 2008 che dovrebbe<br />
favorire l'internazionalizzazione. La<br />
Pmi: una su 3 investe<br />
Qualche luce la offre anche l'indagine<br />
congiunturale sulle piccole e medie<br />
imprese laziali tra giugno e dicembre<br />
2011, realizzata da Federlazio. Un'impresa<br />
su 3 in media (<strong>il</strong> 32,6%, ma addirittura<br />
<strong>il</strong> 48% a Latina e provincia) ha dichiarato<br />
di aver effettuato investimenti<br />
tra giugno e dicembre scorsi. Quasi come<br />
nel 2010 (33,1%). E per i primi sei<br />
mesi del 2012, quasi la stessa percentuale<br />
afferma di voler fare investimenti.<br />
Regione ha fatto un solo bando nel<br />
2008. Ma poi tutto si è bloccato. Le<br />
imprese sono state lasciate da sole.<br />
Ci hanno promesso più volte di rifinanziare<br />
i bandi, ma finora non hanno<br />
fatto nulla e c'è scontentezza verso<br />
un ente, la Regione, che ha approvato<br />
una buona legge ma poi l'ha<br />
congelata, l'attuale Consiglio regionale<br />
non ha infatti ritenuto di favorire<br />
nuovi bandi». Quindi un segnale<br />
forte alla Regione: «Riprenda in mano<br />
la legge 5 - invita Scipioni - e faccia<br />
partire al più presto <strong>il</strong> nuovo bando<br />
per sostenere le Pmi ad andare all'estero<br />
insieme». Ma un “appello”<br />
anche agli imprenditori: «Alleatevi,<br />
dimenticatevi degli “egoismi” collaborando<br />
coi colleghi vicini».<br />
Francesco Buda<br />
Inoltre, circa <strong>il</strong> 70% degli imprenditori<br />
ha manifestato l'intenzione di mantenere<br />
inalterato l'organico nel primo semestre<br />
2012. Il saldo di opinioni sul fatturato<br />
realizzato sui mercati extra europei<br />
è positivo, cresciuto di un punto percentuale<br />
nel secondo semestre 2011,<br />
tra le imprese associate a Federlazio. E<br />
per i primi sei mesi del 2012 le Pmi laziali<br />
prevedono di aumentare le vendite<br />
all'estero di circa 7 punti percentuali.<br />
Industria e terra insieme, tutto made in Lazio. Battere i cinesi si può... se lo Stato non opprime<br />
«Così abbiamo sfondato coi pomodori nel mondo»<br />
fatturato del 15%, e stiamo continuando<br />
a crescere». Una crescita made in<br />
Lazio: «Trasformiamo <strong>il</strong> pomodoro<br />
proveniente al 100% dal Lazio, la metà<br />
dalla provincia di Latina e <strong>il</strong> resto dal<br />
viterbese – dice <strong>il</strong> titolare, che sfato <strong>il</strong><br />
mito della concorrenza solo a suon di<br />
ribassi -, oggi si parla tanto di Cina,<br />
concorrente temib<strong>il</strong>e anche nel nostro<br />
settore con costi più bassi. Bisogna<br />
cercare perciò di batterla nella<br />
qualità del prodotto e del servizio.<br />
Noi facciamo anche sperimentazione<br />
agricola, per trovare le varietà migliori,<br />
rigorosamente non ogm, e ridurre<br />
l’uso dei pesticidi. Ma spesso la nostra<br />
competitività viene vanificata<br />
dalle inefficienze del sistema Paese».<br />
Non ci sono ricette magiche per sim<strong>il</strong>i<br />
successi. «Tanto lavoro – dice Serafini<br />
– e se va fatto un appello, non è al<br />
mondo dell'impresa, ma ai nostri governanti:<br />
ci permettano di essere<br />
competitivi, non ne possiamo più di<br />
avere controlli ripetuti per le stesse<br />
identiche cose, oltre ai problemi burocratici<br />
e alle carenze infrastrutturali,<br />
oltre che i ritardi nei pagamenti da<br />
parte dello stato alle imprese. Vogliamo<br />
rispettare lo Stato, ma desideriamo<br />
anche essere rispettati dallo Stato».<br />
F.B.