Illegittimi aumenti Tarsu a Pomezia - il Caffè

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2 INCHIESTA n. 240 - dal 19 aprile al 2 maggio 2012 Soprattutto le aziende delle province di Roma e Latina aumentano le vendite all’estero, anche nei mercati extraeuropei Sorpresa: le esportazioni del Lazio volano La nostra regione è ai vertici nazionali per crescita dell’export Francesco Buda EXPORT LAZIALE Valori in milioni di euro Confronto tra i primi 9 mesi del 2010 (celeste) e del 2011 (verde) Fare impresa di questi tempi è più complicato, ma c'è chi sta dimostrando di tenere e di saper guardare oltre la crisi, innovando, investendo e soprattutto andando all'estero. Segni positivi arrivano infatti proprio dai mercati stranieri: l'export del made in Lazio è cresciuto nei primi 9 mesi del 2011 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo mostra il recente “cruscotto dell'economia” elaborato da Opendatablog – Il Sole 24 Ore. Un bel più 15%, superiore alla media nazionale. Dato al quale è bene guardare per non scoraggiarsi ed essere realisti fino in fondo: chi si muove e cerca nuove strade, magari mettendosi insieme, riesce a reagire bene e persino ad aumentare le vendite. ISTAT CONFERMA: EXPORT OK La tendenza è confermata dalle rilevazioni dell'Istituto nazionale di statistica per l'intero 2011 pubblicate a Stop oneri locali La stessa Regione e le amministrazioni locali, secondo Federlazio «possono fare un gran lavoro – si legge nell'indagine congiunturale del 2° semestre 2011 -, a partire dall'immediato, come richiede una situazione di estrema urgenza quale quella attuale, per eliminare oneri burocratici inutili, ridondanti, incongrui, irrazionali e oltretutto costosi. Ciò potrebbe dare un primo contributo, neanche tanto piccolo, alla “ossigenazione” del sistema delle imprese». fine marzo: il Lazio è ai vertici in Italia per aumento delle esportazioni rispetto al 2010, al quarto posto, dando un fortissimo contributo all'export tricolore, subito dopo Puglia, Sicilia e Liguria (media nazionale +11,4%). Le vendite dal Lazio fuori penisola sono infatti cresciute del 13,8%, di più e in modo più dinamico - rilevano gli esperti dell'Istat – di regioni molto ricche come Veneto e Lombardia. La principale meta dei nostri prodotti continua ad essere l'Unione Europea, seguita da Asia orientale, America settentrionale e i Paesi extra Ue. ROMA E LATINA BENE In particolare, hanno dato belle soddisfazioni i tre distretti tecnologici laziali: il farmaceutico tra Roma, Latina e Frosinone, l'informatica e le telecomunicazioni della Tiburtina Valley e l'aeronautico in provincia di Roma. Quest'ultimo ha trainato con crescita dell’export del 116%, la più alta in assoluto tra tutti i poli aeronautici d'Italia. In provincia di Roma, sempre nel 2011, stando all'Istat, l'aumento delle esportazioni è stato del 14,4% con 9 miliardi di fatturato e nella provincia di Latina del 12,6% con 3 miliardi e mezzo di fatturato. Bene anche Frosinone con un +15,5%, timido l'aumento di Rieti (+2,1%), male Viterbo che segna un meno 6,6% dell'export rispetto al 2010. BOOM FUORI DALL’EUROPA Sempre secondo i dati Istat, la forte espansione delle imprese targate Lazio è stata maggiore nei Paesi extraeuropei, dove abbiamo aumentato le vendite del 16%, mentre nell'Unione Europea la crescita dell'export laziale ha sfiorato il 12%. I risultati positivi riguardano le province di Roma, Latina e Frosinone, soprattutto tra le ditte innovative. L'area romana è stata trainata dal coke e dai prodotti petroliferi raffinati, sostanze e prodotti chimici, mezzi di trasporto, computer, apparecchi elettronici ed ottici. Nella zona pontina hanno esportato molto i settori farmaceutico, chimico e metallifero. L'espansione delle nostre aziende è confermata anche dalle piccole e medie imprese, soprattutto verso mercati emergenti: l'indagine congiuntura- GERMANIA PARTNER IDEALE Più della metà dell’export delle merci laziali è concentrato in 10 nazioni. Germania e Francia da sole ne assorbono 1/4
n. 240 - dal 19 aprile al 2 maggio 2012 3 le per il secondo semestre 2011 di Federlazio - l'associazione delle piccole e medie imprese di cui sono ricchi i nostri territori - rileva infatti che l'export laziale è cresciuto di più fuori dal vecchio continente (+ 17,2%), che nei Paesi dell'Unione Europea (+13,7%). «La previsione di ordini e fatturato extra Ue – spiega Saverio Motolese, direttore di Federlazio Latina, – è di una forte crescita, facendo registrare in entrambi i casi un + 43% per le Pmi pontine. È sempre più redditizio puntare sui mercati extraeuropei». In entrambe le aree, romana e pontina, non c'è solo posto per l'industria e l'hi tech ma anche per l'agricoltura, tutti comparti con imprenditori che continuano a farsi strada oltreconfine. Una certa vivacità si nota nei settori high tech, ma anche in quelli legati all’agricoltura ESEMPI CONCRETI IN VARI SETTORI Qualche esempio? La provincia di Latina vanta eccellenze con export in aumento nel campo aeronautico, come la ditta metalmeccanica di Borgo Montello che produce strutture per aeroporti e macchine agricole e per l'edilizia; poco più su, esporta molto bene l'impresa che costruisce attrezzature aeroportuali a Campoleone, nel Comune di Aprilia. Stesso Comune dove svettano un oleificio e una casa vinicola. Scendendo, a Pontinia c'è un vero leader mondiale in fatto di passate e concentrati di pomodoro ed una fabbrica di surgelati che ha accresciuto le vendite all'estero, e pure una ditta di vetri temperati. E poi c'è chi va alla grande con le cucine componibili, l'automazione industriale. Cresce all’estero anche il polistirolo fatto a Nettuno, dove un'altra azienda che fa macchinari industriali ha incrementato l’export. Sono molto apprezzati dagli stranieri anche gli impianti di imbottigliamento realizzati da una Srl di Albano. A Pomezia bene anche la ditta leader mondiale nel noleggio, lavaggio e gestione di abiti da lavoro e biancheria. Tutti esempi concreti del fatto che, nonostante la bufera in corso, si può fare impresa e crescere. INCHIESTA Chi si allea e va fuori dall’Italia vince. I mercati stranieri presentano ottime opportunità Fare squadra e puntare sull’estero «Dobbiamo puntare su qualità e risorse umane» Ciò che premia veramente è mettere la testa fuori casa» dice a Il Caffè Stefano Scipioni, direttore del Rome, il Consorzio che accompagna le aziende ad investire verso altri Paesi. La parola d'ordine per loro è internazionalizzazione. «Si può crescere solo sui mercati esteri, in particolare quelli capaci di capire e accogliere la qualità dei prodotti italiani e laziali; non possiamo competere sui prezzi, ma sulla qualità che rende accettabile un prezzo più alto. L'investimento è importante STEFANO SCIPIONI Direttore del Consorzio R.O.M.E. perché, se investendo si fa il salto verso la qualità, allora si riesce a vendere bene. Per esempio, andiamo bene in Arabia e Medio Oriente, la Russia, nonostante le difficoltà, se uno riesce ad entrarci, comunque paga bene e riconosce i nostri prodotti di qualità». Occorre però «investire sulle risorse umane e mettersi insieme, le due uniche soluzioni. Oggi ci sono i contratti di rete: le imprese fanno squadra, scelgono un referente che opera e procaccia il lavoro all'estero, una persona che da sole non si possono permettere ma insieme sì, e così fanno la trattativa sul posto». Purtroppo non sempre c'è il dovuto supporto e lungimiranza al livello istituzionale. «C'è una scarsissima progettualità - lamenta il direttore del Innovazione e apertura ai mercati stranieri pagano. E può dare grandi soddisfazioni mettere insieme le più moderne tecnologie industriali e la terra. È il caso della Desco, azienda nata a Terracina quasi mezzo secolo fa, reginetta della lavorazione di uno dei più tipici prodotti dei nostri campi: i pomodori. Un successo a suon di passata, polpa, semiconcentrati e concentrati che dall'Agro pontino inondano l'Italia e vari Paesi esteri, ad un ritmo di circa 18mila quintali di materia prima lavorata ogni giorno, nel periodo estivo. Cioè 70 autotreni. «Se lei mangia una pizza, probabilmente sta mangiando una pizza con pomodoro nostro», spiega Marco Serafini, amministratore delegato della Spa pontina, che nel nuovo stabilimento di Pontinia può trasformare oltre 60 mila tonnellate di pomodori. «Nel 2011 abbiamo lavorato circa 50 mila tonnellate – spiega Serafini, che è stato anche presidente mondiale dell'associazione di categoria che raggruppa i produttori del settore, la Wptc -, esportiamo tra l'80 e l’85% del nostro fatturato, soprattutto nel nord Europa, Germania, Francia, Olanda, Inghilterra, Austria». Risultato: «l'anno scorso abbiamo incrementato il Rome –, è praticamente ferma la legge regionale 5 del 2008 che dovrebbe favorire l'internazionalizzazione. La Pmi: una su 3 investe Qualche luce la offre anche l'indagine congiunturale sulle piccole e medie imprese laziali tra giugno e dicembre 2011, realizzata da Federlazio. Un'impresa su 3 in media (il 32,6%, ma addirittura il 48% a Latina e provincia) ha dichiarato di aver effettuato investimenti tra giugno e dicembre scorsi. Quasi come nel 2010 (33,1%). E per i primi sei mesi del 2012, quasi la stessa percentuale afferma di voler fare investimenti. Regione ha fatto un solo bando nel 2008. Ma poi tutto si è bloccato. Le imprese sono state lasciate da sole. Ci hanno promesso più volte di rifinanziare i bandi, ma finora non hanno fatto nulla e c'è scontentezza verso un ente, la Regione, che ha approvato una buona legge ma poi l'ha congelata, l'attuale Consiglio regionale non ha infatti ritenuto di favorire nuovi bandi». Quindi un segnale forte alla Regione: «Riprenda in mano la legge 5 - invita Scipioni - e faccia partire al più presto il nuovo bando per sostenere le Pmi ad andare all'estero insieme». Ma un “appello” anche agli imprenditori: «Alleatevi, dimenticatevi degli “egoismi” collaborando coi colleghi vicini». Francesco Buda Inoltre, circa il 70% degli imprenditori ha manifestato l'intenzione di mantenere inalterato l'organico nel primo semestre 2012. Il saldo di opinioni sul fatturato realizzato sui mercati extra europei è positivo, cresciuto di un punto percentuale nel secondo semestre 2011, tra le imprese associate a Federlazio. E per i primi sei mesi del 2012 le Pmi laziali prevedono di aumentare le vendite all'estero di circa 7 punti percentuali. Industria e terra insieme, tutto made in Lazio. Battere i cinesi si può... se lo Stato non opprime «Così abbiamo sfondato coi pomodori nel mondo» fatturato del 15%, e stiamo continuando a crescere». Una crescita made in Lazio: «Trasformiamo il pomodoro proveniente al 100% dal Lazio, la metà dalla provincia di Latina e il resto dal viterbese – dice il titolare, che sfato il mito della concorrenza solo a suon di ribassi -, oggi si parla tanto di Cina, concorrente temibile anche nel nostro settore con costi più bassi. Bisogna cercare perciò di batterla nella qualità del prodotto e del servizio. Noi facciamo anche sperimentazione agricola, per trovare le varietà migliori, rigorosamente non ogm, e ridurre l’uso dei pesticidi. Ma spesso la nostra competitività viene vanificata dalle inefficienze del sistema Paese». Non ci sono ricette magiche per simili successi. «Tanto lavoro – dice Serafini – e se va fatto un appello, non è al mondo dell'impresa, ma ai nostri governanti: ci permettano di essere competitivi, non ne possiamo più di avere controlli ripetuti per le stesse identiche cose, oltre ai problemi burocratici e alle carenze infrastrutturali, oltre che i ritardi nei pagamenti da parte dello stato alle imprese. Vogliamo rispettare lo Stato, ma desideriamo anche essere rispettati dallo Stato». F.B.
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