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Madrid-Gijon-Madrid - Racconti di Viaggio

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19 – 23 agosto 2013


Qui comincia<br />

l’avventura….


1. DA MADRID A GIJON E POI DI NUOVO IN<br />

DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA: 1240<br />

CHILOMETRI IN APNEA CON LA BICI PER<br />

SIENA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA<br />

Come ogni anno la calura <strong>di</strong> agosto regala agli amanti del ciclismo estremo, meglio conosciuti come randonneur, una<br />

grande manifestazione internazionale. Il 2013 è la volta della Spagna con una pedalata <strong>di</strong> 1240 chilometri da fare<br />

tutta d’un fiato in un tempo che non può superare le 90 ore. L’appuntamento è per lunedì 19 alle ore 22 al<br />

Polideportivo <strong>di</strong> Algete, località posta alla periferia nord est <strong>di</strong> <strong>Madrid</strong> in prossimità della fitta rete <strong>di</strong> tangenziali che<br />

cingono la capitale spagnola. Ma le strade che dovranno percorrere i 300 randonneur provenienti da tutta Europa<br />

per raggiungere <strong>Gijon</strong>, la capitale della Costa Verde bagnata dall’Oceano Atlantico, sono <strong>di</strong> ben altra fattura: le<br />

“carreteras”, pur essendo aperte al traffico motorizzato, sono in larga parte strade secondarie dove si può pedalare<br />

con sufficiente sicurezza <strong>di</strong> giorno e <strong>di</strong> notte. Si, anche <strong>di</strong> notte, perché il randonneur per compiere la propria<br />

impresa, deve gestire il lungo viaggio nell’arco delle 24 ore con brevi ed umane soste per alimentarsi e riposarsi. Il<br />

dormire, solitamente un microsonno, consiste in una breve pausa consumata in un giaciglio improvvisato, mentre<br />

l’ora del pranzo o della cena, salvo rare eccezioni, “suona” ogni 30 minuti e si consuma quasi sempre in sella alla bici<br />

con un morso ad un panino, ad un frutto o con un buon boccone <strong>di</strong> energetico panforte. Può accadere che nei 3-4<br />

giorni <strong>di</strong> pedalata si decida anche per una sosta lunga un’ora ad un ristorante “ a portata <strong>di</strong> gamba” o per un sonno <strong>di</strong><br />

2-3 ore con doccia rigenerante in una locanda, ma senza eccedere. Altrimenti si rischia <strong>di</strong> non rientrare nel tempo<br />

massimo e <strong>di</strong> non ottenere il prestigioso superbrevetto <strong>di</strong> finisseur.<br />

Ma che strane corse sono poi queste! Mai un vincitore, anzi, in genere ce ne sono molti e sono tutti coloro che<br />

compiono l’impresa entro il tempo stabilito.<br />

Nati in Francia con la Paris-Brest-Paris, l’Olimpiade delle ultramaratone che si corre ogni 4 anni con oltre 5000<br />

partecipanti, i brevetti randonnée si sono affermati ormai in tutto il mondo tanto da contare numerosi appassionati<br />

che ogni anno si misurano con le classiche <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> 200-300-400 e 600 km. La <strong>Madrid</strong>-<strong>Gijon</strong>-<strong>Madrid</strong> è uno dei 4<br />

superbrevetti internazionali assieme, ovviamente, alla olimpiade francese, alla Londra-E<strong>di</strong>mburgo-Londra <strong>di</strong> 1400 km<br />

ed alla 1001MigliaItalia lunga ben 1620 chilometri.


A <strong>Madrid</strong> la Nazionale Italiana è seconda solo alla Spagna per numero <strong>di</strong> iscritti e conta ben 32 atleti. Tra questi, due<br />

toscani entrambi senesi: Fabio Bardelli e Luca Bonechi che sono riusciti nell’arco dell’anno a qualificarsi. Bardelli e<br />

Bonechi sono dei veterani delle ultramaratone avendo partecipato con successo a molte manifestazioni<br />

internazionali tra le quali per ben tre volte alla 1001MigliaItalia ed altrettante alla Paris-Brest-Paris. Con loro c’è<br />

anche Massimo Scala che, munito <strong>di</strong> auto alla quale è comunque vietato seguire i ciclisti, ha il compito principale <strong>di</strong><br />

tenere i contatti con la Spagna ed anche con l’Italia, vista la missione assegnata al team senese <strong>di</strong> ambasciatori <strong>di</strong><br />

“2019 Siena EU – città can<strong>di</strong>data a Capitale Europea della Cultura”. Si pedala sospesi tra la terra ed il cielo. Infatti il<br />

viaggio, ad eccezione del tratto in prossimità della costa atlantica, è per 1000 km in altura: si va dai 710 metri <strong>di</strong><br />

Algete ai 1406 dell’Alto Sierra de la Pela. La storia si incontra ben presto con i passaggi dalle citta<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Cogolludo,<br />

Atienza, <strong>di</strong>chiarata “Monumento Historico Artistico” e Ayllon. Lasciate le province <strong>di</strong> Guadalajara e Segovia, si entra<br />

nella provincia <strong>di</strong> Burgos e si incontra Tortoles de Esgueva con la sua Ruta del Romànico. Le fontane romane <strong>di</strong><br />

Fromista, el Canal de Castilla, Torquemada ed un tratto del mitico Cammino <strong>di</strong> Santiago <strong>di</strong> Compostela, anticipano la<br />

bella Cistierna. Il giro <strong>di</strong> boa è posto nel Principato delle Asturie dove i “vientos secos del oeste”, provenienti<br />

dall’Oceano Atlantico, accarezzano la cor<strong>di</strong>gliera Cantabrica con i Picos de Europa, una catena montuosa destinata a<br />

dare non pochi problemi ai ciclisti prima <strong>di</strong> giungere a <strong>Gijon</strong>. Da <strong>Gijon</strong> si torna verso sud e si naviga in <strong>di</strong>rezione<br />

“ostinata e contraria” nel mare <strong>di</strong> terra spagnolo per tornare, dopo altri 620 km, <strong>di</strong> nuovo a <strong>Madrid</strong>.<br />

Ma in fondo questi randonneur sono dei ciclisti, oppure dei pedalpoeti, o semplicemente dei folli che amano<br />

soffrire?! Niente <strong>di</strong> assolutamente definito e certo e forse un po’ <strong>di</strong> tutto ciò e <strong>di</strong> altro ancora. Fabio Bardelli e Luca<br />

Bonechi sanno bene cosa li aspetta, la loro è una sfida, come del resto una sfida è quella che Siena ha intrapreso<br />

avviando un percorso <strong>di</strong> rigenerazione profonda attraverso la cultura. Il progetto senese ha tra i propri obiettivi<br />

anche quello <strong>di</strong> migliorare e facilitare l’integrazione culturale tra i popoli europei e Fabio e Luca pedaleranno a fianco<br />

<strong>di</strong> spagnoli, francesi, slovacchi, russi, belgi, olandesi, bulgari, norvegesi, svedesi, tedeschi, svizzeri, ungheresi, inglesi,<br />

danesi e randagi (così amano definirsi i randonneur) <strong>di</strong> altri continenti. E con loro sono pronti a con<strong>di</strong>videre la fatica<br />

e la bellezza <strong>di</strong> sentirsi impegnati a cogliere un grande obiettivo, ricco <strong>di</strong> significati non solo sportivi ma anche umani<br />

e culturali. Così come per la città <strong>di</strong> Siena grande e stimolante è l’impegno per <strong>di</strong>venire, nel 2019, la Capitale Europea<br />

della Cultura. Buena suerte!


EH GIA’<br />

eh già<br />

sembrava la fine del mondo<br />

ma sono ancora qua<br />

ci vuole abilità<br />

eh, già<br />

il freddo quando arriva poi va via<br />

il tempo <strong>di</strong> inventarsi un'altra <strong>di</strong>avoleria …<br />

…..col cuore che batte più forte<br />

la vita che va e non va…….<br />

..…con l'anima che si pente<br />

metà e metà<br />

con l'aria, col sole<br />

con la rabbia nel cuore<br />

con l'o<strong>di</strong>o, l'amore<br />

in quattro parole ……..<br />

…..ormai io sono vaccinato, sai<br />

ci vuole fantasia<br />

e allora che si fa?<br />

eh, già<br />

ripren<strong>di</strong>ti la vita che vuoi tu<br />

io resto sempre in bilico<br />

più o meno, su per giù……<br />

……sono ancora qua<br />

eh, già<br />

io sono ancora qua.


Qui comincia l’avventura<br />

che si narra esser dura,<br />

del Bonechi e del Bardelli<br />

quattro gambe e due cervelli.


Fanno onore alla Bulletta<br />

mai con ansia e senza fretta.


Ier la Francia da Parigi<br />

sotto cieli cupi e bigi<br />

e siccom nessun li striglia<br />

corron pur la mille miglia.


Or la Spagna ormai li attende<br />

con il sol che cuoce e splende,


ma per Siena Capitale<br />

il sudore si che vale,<br />

ci vuol cuore e molta cura<br />

per l’Europa e la cultura.


Siena è figlia <strong>di</strong> Toscana:<br />

orgogliosa, forte e sana.


2. LA SIENA DEI CABALLOS E DELLA PELOTA DE BALONCESTO<br />

(sabato 17 - domenica 18 e lunedì 19 pomeriggio)<br />

Anche le ultramaratone hanno i loro riti: la passeggiata in centro a <strong>Madrid</strong> ed il briefing<br />

sono le occasioni per familiarizzare con il mondo che ti circonda e per conoscere la colorita<br />

compagnia <strong>di</strong> ciclisti con i quali con<strong>di</strong>videre gioie e fatiche del lungo viaggio. <strong>Madrid</strong> ci<br />

piace: è una metropoli bene organizzata e ben tenuta con le auto composte che paiono<br />

appena uscite dal parrucchiere e per <strong>di</strong> più anche silenziose tanto da sembrare a pedali. La<br />

gente, poi, sembra aver la stesso incedere ed ugual animo <strong>di</strong> chi si trova alla festa in<br />

Collina a Casciano <strong>di</strong> Murlo. Molti gli Italiani in giro tanto che Andrea <strong>di</strong> Prato, alla vista<br />

delle maglie <strong>di</strong> Siena, ci chiama forte: forza Mens Sana, sempre! Con lui ci rivedremo al<br />

Nelson Mandela Forum <strong>di</strong> Firenze per l’Eurolega ed al suo ristorante per festeggiare. Bella<br />

Toscana: Siena, Firenze e Prato in un unico omaggio alla grande squadra <strong>di</strong> basket. E’ così<br />

che parte il sondaggio: Siena è conosciuta nel mondo? Si, certo. E per cosa è conosciuta?<br />

Incontriamo molta gente ed alcuni ci <strong>di</strong>cono panforte, altri Santa Caterina, ma il coro<br />

unanime è per il Palio e la Mens Sana del baloncesto: il Palio trionfa immortale e la Mens<br />

Sana piace molto anche agli Spagnoli tanto da pensare che sarebbe un vero peccato gettare<br />

alle ortiche un brand vincente anche dal punto <strong>di</strong> vista del marketing. Ci si aspetta solo che<br />

lo sponsor <strong>di</strong>ca al mondo, alla maniera <strong>di</strong> Vasco Rossi: " eh già, siamo ancora qua....ci vuole<br />

abilità"...e lungimiranza, aggiungiamo noi.<br />

Il lunedì si fanno i turni come gli infermieri delle Scotte e così non ci rimane altro che<br />

dormire <strong>di</strong> giorno per poter poi pedalare <strong>di</strong> notte. Giunti alla punzonatura Jose Manuel,<br />

ciclista spagnolo, ci apostrofa con far sicuro: “ Que Sienna? La carrera de caballos! “.<br />

Portare i simboli <strong>di</strong> “Siena 2019 – città can<strong>di</strong>data Capitale Europea della Cultura”, è un<br />

onore ed il piacere che trovi, sapendo <strong>di</strong> essere conosciuto ed apprezzato al mondo, non ha<br />

prezzo. Muy bien!


<strong>Madrid</strong>:<br />

sabato<br />

17 agosto<br />

A <strong>Madrid</strong>, la capitale<br />

convien prima passeggiare,


sotto l’orso ch’è l’emblema<br />

<strong>di</strong> una forza molto estrema<br />

van con l’aria assai serena<br />

<strong>di</strong> chi mostra a tutti Siena,


fino a che voce lontana<br />

a lor grida: alè Mens Sana!


Ma a finir ‘n banca spagnola<br />

poca pace e niente ola.


Algete (<strong>Madrid</strong>), domenica 18 agosto<br />

Solo un giorno alla partenza:<br />

propaganda con pazienza<br />

fa lo Scala alacremente<br />

con le buste tra la gente


e’l Bardelli colloquiante<br />

<strong>di</strong> brochure ne illustra tante,<br />

grazie al Sacco professore<br />

ha imparato in poche ore<br />

e alle donne specialmente<br />

lui non fa mancare niente.


Poi <strong>di</strong> Siena a domandarlo<br />

tutti sanno del cavallo<br />

non li mandano più via<br />

i ciclisti e la giuria.


3. LA NOTTE NELL’ALTO SIERRA DE LA PELA<br />

“EN LA RUTA INGENIOSO HIDALGO<br />

DON QUIJOTE”<br />

(km 0 Algete, lunedì 19 ore 22 – km 163<br />

Ayllon: nella mattina <strong>di</strong> martedì 22)<br />

E’ tarda sera e finalmente si parte in gruppi <strong>di</strong> 50 alla volta. Gran parte della Nazionale Italiana Randonnée è<br />

nell’ultimo gruppo, ma non importa: i chilometri da percorrere sono così tanti che all’inizio è bene stare allineati e<br />

coperti. Si pedalerà giorno e notte con soste a piacere della serie "tanto quanto basta". Per capirci, la giornata del<br />

randagio è <strong>di</strong>visa in 4 turni: la mattina dalle 7 alle 12, il pomeriggio dalle 12 alle 20, la sera dalle 20 alle 24 e la<br />

notte dalle 24 alle 7. Per dormire o mangiare non ci sono ore de<strong>di</strong>cate: si mangia quando si ha fame e si dorme<br />

quando gli occhi accennano a chiudersi. Le ore contano relativamente, sono i turni che identificano lo stato del<br />

ciclista e le cose che conviene fare. La notte verso Castilla La Mancha non aiuta a capire bene i luoghi ma, per<br />

fortuna, la luna è a pieno servizio e così il territorio a nord est <strong>di</strong> <strong>Madrid</strong> può essere in qualche modo conosciuto.<br />

Gran<strong>di</strong> spazi, piccoli centri abitati e strade secondarie <strong>di</strong> buona fattura. Di certo c’è solo il fatto che l’altopiano si<br />

pone <strong>di</strong> fronte a noi in modo inclinato: poco si scende e molto si sale. Atienza, un tempo strategica località <strong>di</strong><br />

frontiera tra le terre cristiane e quelle musulmane, è popolata <strong>di</strong> amanti della corrida e Pedro ci stupisce con la sua<br />

smisurata ammirazione per il caballo del Palio <strong>di</strong> Siena. Ci fermiamo per una sosta con Fabio che ha preso freddo<br />

tanto che trema. Una bevanda calda ed una “sghebbia” <strong>di</strong> pane farcito con frittata e patate sono la nostra salvezza.<br />

Si riparte e all'Alto della Pela con i suoi 1400 metri, incontriamo Va<strong>di</strong>m, un ciclista russo con un brutto guasto alla<br />

bici. Ripartirà comunque e lo rivedremo che par volare meritandosi così l’appellativo <strong>di</strong> Jurij Gagarin del pedale.<br />

Ma la fatica più grande è in <strong>di</strong>scesa lungo la strada che porta ad Ayllon: un campo appena coltrato è forse migliore<br />

ed anche il freddo colpisce <strong>di</strong> nuovo duramente, colpevole il sole che tarda ad entrare in servizio. Ci vengono in<br />

mente le nostre strade secondarie senesi, ad oggi le migliori, ma domani chissà. Le Province sono ormai <strong>di</strong>venute il<br />

capro espiatorio del malfunzionamento istituzionale e la deriva demagogica riuscirà solo a creare delle buche<br />

nelle belle strade che, amichevolmente, ci piace chiamare “condominiali”. Valentia!


Or finiscon giochi ed agi<br />

per la Nazional randagi<br />

ch’è vicina la partenza<br />

e al viaggio ognuno pensa.


Sul percorso si <strong>di</strong>scute<br />

che timore tanto incute,<br />

<strong>di</strong> sicur milleduecento<br />

non si fanno in un momento.


Sanno <strong>di</strong> dover mangiare<br />

e ben poco riposare,<br />

per rientrare in novant’ore<br />

servon gambe, testa e cuore.


In trecento son già pronti,<br />

tutti fanno i loro conti<br />

stanno in fila, or<strong>di</strong>nati<br />

e <strong>di</strong> luci ben bardati.


Or Bardelli appar crucciato<br />

pe’l navigator guastato,<br />

meno mal che in <strong>di</strong>sparte<br />

gli consigliano le carte:<br />

“stai seren, nessun ti scappa<br />

per fortuna c’è la mappa”.


km 0 Algete>>>>>>65km>>>>>>Cogolludo km 65<br />

Alle <strong>di</strong>eci della sera<br />

Cogolludo è meta vera,<br />

da <strong>Madrid</strong>, la capitale,<br />

men si scende, più si sale.


km 65 Cogolludo>>>42km>>>>Atienza km 107<br />

L’altopiano è a quota mille,<br />

già qualcuno fa faville,<br />

l’energia a lor non manca<br />

verso Castilla La Mancha.


Notte fonda e l’esperienza<br />

porta al control d’Atienza<br />

dove un manifesto grida:<br />

“vi aspettiamo alla corrida!”


km 107 Atienza>>>>>56km>>>>>Ayllon km163<br />

All’Alto Sierra della Pela<br />

c’è una notte ancor più nera,<br />

a Va<strong>di</strong>m si rompe il cambio<br />

senza avere alcun ricambio.


Fabio parla con la luna<br />

per avere più fortuna<br />

‘che la strada è accidentata<br />

per Ayllon, nuova fermata.


4. L’ALTOPIANO STIRATO, TORQUEMADA ED I PELLEGRINI<br />

(km 163 Ayllon, martedì mattina – km 441 Cistierna, martedì sera)<br />

Chissà per quale meccanismo della mente ma il tema dominante del secondo giorno è Torquemada. La lente della<br />

storia si poggerebbe fuggevolmente su questo angolo <strong>di</strong> mondo se tra i suoi pochi figli non vi fosse annoverato<br />

l’illustre uomo <strong>di</strong> Chiesa, Tomas de Torquemada, il feroce domenicano della santa inquisizione spagnola, che portò<br />

alle cronache questa piccola citta<strong>di</strong>na della Castilla y Leon, oggi nota per il suo tragico passato. Si crede che<br />

affondare il pensiero nella storia possa cancellare d’un tratto la fatica accumulata lungo i drittoni infiniti ed i<br />

continui su e giù dell’altopiano della Meseta. Ma non è così, forse è l’idea della tortura, alla quale inizia ad essere<br />

sottoposto un fisico normale come il nostro, che prende il sopravvento. Ci sono strade come queste delle quali è<br />

<strong>di</strong>fficile vedere dove finisce l’orizzonte, niente <strong>di</strong> paragonabile alla mitica spianata delle Cortine che da ragazzi ci<br />

pareva da primato. Qui, sono nastri neri d’asfalto snervanti, che corrono <strong>di</strong>ritti a per<strong>di</strong>ta d’occhio, spezzati spesso<br />

dal vento, senza una curva, senza un colore, una linea finita. La campagna della Castilla è brulla, sconfinata tanto<br />

che, se non fosse per le alture ornate da filiere <strong>di</strong> pale eoliche e per la vastità degli spazi, si potrebbe scambiare per<br />

quella parte del senese che segna gli sfumati confini tra le Crete e la Val d’Orcia. “ E’ la terra <strong>di</strong> Siena ripassata con<br />

il ferro da stiro”, osserva acutamente Fabio, colto da improvvisa folgorazione. E’ così che ci accorgiamo che la fame,<br />

se non presa in debita considerazione, parla e che bisogna pertanto zittirla prima che sia troppo tar<strong>di</strong>. La sosta,<br />

come ogni sosta che si rispetti, invita ad una breve riflessione sulla politica energetica spagnola e all’attenzione<br />

per le opportunità che la natura offre. Se colte con intelligenza, non sembrano affatto offendere l'ambiente, al pari<br />

dei numerosi invasi che si presentano alla vista del viaggiatore. Intanto gli amici modenesi del team Ferrari, che ci<br />

precedono <strong>di</strong> almeno venti chilometri, ci informano che faranno un buon riposo a Cistierna al km 432. Ci facciamo<br />

un pensierino, ma alla fine l’unica certezza è che non sappiamo quando e se ci fermeremo: ci piace andare a<br />

braccio e al momento opportuno decideremo. A Fromista, dove le acque del canale <strong>di</strong> Castiglia rendono fertile<br />

l’arido territorio, i primi pellegrini in cammino per Santiago de Compostela ci confortano con la loro spartana<br />

semplicità. E’ il tempo delle scelte e noi scegliamo senza ricorrere alle primarie: si tira <strong>di</strong>ritto fino a Cistierna, il<br />

“serbatoio” ai pie<strong>di</strong> della cor<strong>di</strong>gliera Cantabrica e poi vedremo. “ Lunga e <strong>di</strong>ritta correva la strada” si canticchia,<br />

quando Cistierna finalmente ci appare al tramonto, proprio quando il sole ci saluta <strong>di</strong> nuovo per lasciarci ancora<br />

soli con la seconda notte <strong>di</strong> luna piena. E’ il tempo del riposo, breve, ma giusto, che sia capace <strong>di</strong> dar conforto alle<br />

gambe e far tornare a ragionar la mente. Buena tarde!


km 163 Ayllon>>>>>>>80 km>>>>>>>Tortoles de Esgueva km 243<br />

Ora il sol entra in servizio<br />

ed il giorno alfine ha inizio,<br />

l’altopian della Meseta<br />

è la nuova ardua meta,


con l’embalse dell’Arroyo<br />

pieno d’acqua, il serbatoio<br />

che anticipa foriero<br />

el vin Corazon del Duero.


Poi il sole allunga l’ombre<br />

e’l sudor ben presto incombe:<br />

infiniti so’ i drittoni<br />

metton tutti in ginocchioni.


km 243 Tortoles de Esgueva>>>>>84 km>>>>>Fromista km 327<br />

Posada Real Monasterio Tortoles de Esgueva (Trip Advisor)<br />

A Tortoles d’Esgueva<br />

pria si mangi e poi si beva,


‘che arrivare a Torquemada<br />

è tortura e nessun cada.<br />

Dove visse il crudele<br />

lor si mettono a sedere


pe’ una giusta riflessione: Con la pace poi ‘n <strong>di</strong>sparte<br />

“mai più Santa Inquisizione!” sangue fu con Buonaparte.


Km 327 Fromista>>>>>>114 km>>>>>Cistierna km 441<br />

Sul canale <strong>di</strong> Castiglia<br />

c’è Fromista, meraviglia!<br />

Nessun segno è ora vago<br />

pe’l Camino de Santiago.


Son lontani dai toscani,<br />

molto avanti gli emiliani<br />

donna sta a lor vicina<br />

sempre forte è la Marina.


Quando il sole picchia forte<br />

non convien sfidar la sorte<br />

e anche il meno fortunato<br />

un giaciglio s’è trovato.


5. I PROGRAMMI SI FANNO PER POI NON<br />

RISPETTARLI: AVANTI TUTTA VERSO IL MARE<br />

(Km 441 Cistierna, martedì sera – km 620 <strong>Gijon</strong><br />

mercoledì mattina)<br />

Taluni, e sono sempre più numerosi, sostengono che i programmi si fanno per poi non rispettarli. Tanto è vero che,<br />

dopo un imprecisato riposo ed un opportuno appesantimento nel vestiario, deci<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> affrontare i Picos de Europa<br />

con le loro gran<strong>di</strong> rocce ed i calanchi illuminati da una generosa luna. All’ Alto de La Remolina le acque dell’ Embase<br />

<strong>di</strong> Riano ci conciliano con il freddo della grande montagna. Freddo che si fa ancor più insi<strong>di</strong>oso nella <strong>di</strong>scesa del<br />

Puerto del Ponton tanto da raggiungere gli otto gra<strong>di</strong>, ben trentadue in meno <strong>di</strong> quelli registrati a Torquemada. Ma i<br />

randonneur devono essere preparati a tutto, “preparati alla corsa, preparati alla gara e a tutto quello che s’impara”.<br />

Però, quando i denti battono forte, significa che è venuto il momento <strong>di</strong> metterci a riparo. Se poi sei una persona<br />

accorta e ti sei munito <strong>di</strong> un borraccino con il caffè il gioco è fatto. A Cangas de Onis, citta<strong>di</strong>na delle Asturie a poco<br />

più <strong>di</strong> 100 metri sul livello del mare, il posto <strong>di</strong> controllo pare fatto apposta per accogliere color che arrivano con<br />

sembianze simili allo stoccafisso. Si dorme poco, ma si dorme, non importa come e se è quasi l’alba. Da Cangas de<br />

Onis a <strong>Gijon</strong> ci sono solo 80 chilometri non facili perché transiteremo lungo strade trafficate quali quelle dopo<br />

Arriondas, grazioso centro tra i fiumi Sella e Pilona e capitale del turismo attivo. Vien la voglia <strong>di</strong> raggiungere <strong>Gijon</strong> in<br />

kayak ma non possiamo abbandonare così senza un perché le nostre due amate ruote che ci hanno accompagnato<br />

fin quasi l’Oceano. Fortuna che la strada principale, che unisce Oviedo a Santander, ha una corsia <strong>di</strong> sicurezza, ideale<br />

per le bici. Il nostro sguardo, forse per un impulso incontrollabile, guarda sempre a sinistra, e mai verso destra dove si<br />

trova Santander. La strada è larga e veloce: abbiamo visto qualcosa <strong>di</strong> simile in certi tratti della Cassia vicino a<br />

Torrenieri o nell’allargamento della strada che porta a Ra<strong>di</strong>condoli, ma sono solo eccezioni a ciò che dovrebbe<br />

costituire la regola se si pensa al risparmio rispetto alla creazione <strong>di</strong> una pista ciclabile. <strong>Gijon</strong>, un tempo preda dei<br />

Romani e dei Celti, è oggi nostra. Ci accampiamo al bel palasport non prima <strong>di</strong> aver avuto la piena percezione che Luis<br />

Sepulveda e la colonia <strong>di</strong> artisti, che l’hanno eletta a loro <strong>di</strong>mora, sono ben presenti, sia nello spirito che nell’ anima.<br />

Ma per noi niente “semana negra” con<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> salchichas e sar<strong>di</strong>nas: sul tavolo, serviti da una gentile gran dama, ci<br />

aspettano degli improbabili maccheroni cotti lungamente per 2-3 ore come conviene per uno stracotto. Comunque,<br />

con la fame e la stanchezza che teniamo, da buoni Italiani a <strong>Gijon</strong>, quei maccheroni in vacanza finiscono per avere un<br />

trattamento all’ Alberto Sor<strong>di</strong>: ..”maccarone, m’hai provocato ed io ti <strong>di</strong>struggo”. Buena comida!


km 441 Cistierna>>>>>99 km>>>>>Cangas de Onis km 540<br />

A Cistierna, il serbatoio<br />

serve pur lo spogliatoio,<br />

qui da molto è arrivato<br />

il gran birba <strong>di</strong> Muffato,


mentre tanti con i monti<br />

devon sempre fare i conti.


Batte forte il corazon<br />

fino al puerto de El Ponton<br />

il Bonechi, come ve<strong>di</strong>,<br />

ha gran sonno, dorme in pie<strong>di</strong>.


km 540 Cangas de Onis>>>>>80 km>>>>><strong>Gijon</strong> km 620<br />

Picos Europa superati<br />

e lor sembrano rinati,<br />

verso Cangas nelle Asturie<br />

c’è <strong>di</strong>scesa, niente furie.


Col pensiero del buon vin<br />

presto a <strong>Gijon</strong> è la Tramarin,<br />

sidro qui è la bevanda<br />

ma Rivoira chiede branda.


Per le bici il riposo<br />

come sempre è contagioso,<br />

Fabio dorme, ognun veda<br />

in città <strong>di</strong> Sepulveda.


Con gli amici alfin a mangiare<br />

metà strada è ancor da fare.


SULLA STRADA<br />

Probabilmente dev'essere strada<br />

la vita lavorata<br />

per il tempo ed il denaro<br />

e la casa costruita……..<br />

….è <strong>di</strong>fficile capire cos'è<br />

ma dev'essere strada.<br />

E se quin<strong>di</strong> dev'essere strada<br />

ci deve stare chi ci cammina<br />

e chilometri <strong>di</strong> passeggiata<br />

le poche case sulla collina.<br />

E dev'esserci acqua che piove<br />

ci dev'essere acqua che piove<br />

per il fiume che porta al mare<br />

in fondo a questa vallata.<br />

E da qui non si vede granché<br />

Ma dev'essere strada…….<br />

Usciti dalla notte dei tempi<br />

o da una pagina patinata…..<br />

…..e finalmente la banda passò<br />

a ripulire la strada……….<br />

….Probabilmente dev'essere strada<br />

anche la vita consacrata……<br />

….e che conosce la canzone<br />

riconosce la strada<br />

e che conosce la canzone<br />

riconosce la strada


6. L’ INFINITA SALITA DE LA RECONQUISTA<br />

(km 620 <strong>Gijon</strong>, mercoledì mattina – km 914 Fromista, giovedì mattina all’alba)<br />

Ora lo possiamo ammettere: dopo aver pedalato per oltre 600 chilometri e averne da fare altrettanti non si hanno gran<strong>di</strong> slanci <strong>di</strong><br />

gioia, ma basta pensare ad altro che si ritrova presto la giusta motivazione. Uno degli esercizi più utili dal punto <strong>di</strong> vista psicologico<br />

è mettersi nei panni <strong>di</strong> chi ancora deve arrivare dove sei giunto tu: poveri <strong>di</strong>avoli! Da <strong>Gijon</strong> si percorre al contrario la stessa strada<br />

dell’andata ed è proprio il caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo alla De Andrè: si naviga in “<strong>di</strong>rezione ostinata e contraria”. Il vantaggio <strong>di</strong> poter godere del<br />

privilegio <strong>di</strong> aver già fatto quella strada è annullato dal fatto che la prospettiva cambia drasticamente. E’ sempre andare verso un<br />

polo, prima nord ed ora sud, ma non è la stessa cosa e ciò che hai visto <strong>di</strong> giorno può apparirti <strong>di</strong> notte e viceversa. E dove hai<br />

gioito per il lungo andare in armonia con la gravità, ora è fatica allo stato puro perché anche le <strong>di</strong>scese cambiano nome, fatte al<br />

contrario si chiamano salite. Ed è il caso della scalata ai Picos de Europa, una salita infinita. Da Cangas de Onis a Puerto del Ponton<br />

sono circa 50 chilometri <strong>di</strong> cui 45 <strong>di</strong> pura ascesa che si presenta agli occhi, prima dolce e accattivante e poi estenuante. Per avere<br />

un’idea ci si rechi a Pian del Lago e si salga per quattro volte <strong>di</strong> fila a Celsa. Ma andare in bicicletta è anche questo: imparare a<br />

gestire il tempo e soprattutto il proprio corpo, conoscere le <strong>di</strong>fficoltà e superale. Le <strong>di</strong>scese vanno temute ed accarezzate, le pianure<br />

assecondate e le salite rispettate e sempre prese per il “verso del pelo”, come ci ha insegnato il nostro saggio maestro Italo. In<br />

vetta, e poi nell’altopiano successivo, ci sorride la natura, così come non sembra affatto un oltraggio all’ambiente il grande lago<br />

artificiale <strong>di</strong> Riano, magnificamente inserito tra i fitti boschi delle Asturie.<br />

Proprio a Riano, fermi ad una posada, alcuni paciosi e arguti avventori ci chiedono se tra Cangas de Onis e la Fuente de Infierno<br />

abbiamo incontrato il Pelayo o vista la Madonna <strong>di</strong> Cavadonga. Non capiamo e muoviamo la testa in varie <strong>di</strong>rezioni pronunciando<br />

frasi senza lingua tanto da non far capire nulla neppure a loro che salutiamo sconsolatamente. Solo più tar<strong>di</strong> verremo a sapere<br />

delle gesta <strong>di</strong> Pelayo, vero e proprio eroe della reconquista cristiana contro i musulmani e fondatore del regno delle Asturie.<br />

Cistierna questa volta ci attende che è già calato il sole insieme alle energie, tanto che provvidenziale ci appare l’ ennesima posada<br />

lungo strada: si può ancora mangiare. La stanchezza cede alla tentazione del primo pasto vero: un magnifico pollo asado con<br />

patatas e vino tinto perché, proprio come si <strong>di</strong>ce in terra chiantigiana “non ci si può mettere in cammino se la bocca un sa <strong>di</strong> vino”.<br />

Un paio <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> riposo non bastano a renderci <strong>di</strong> nuovo luci<strong>di</strong> tanto che al nuovo incontro con alcuni amici del team Ferrari,<br />

fermatisi al controllo, non sappiamo neppur <strong>di</strong>re cosa ci apprestiamo a fare se non pronunciare la frase <strong>di</strong> rito: “ ciao, come va?” E<br />

così, mentre i nostri amici si apprestano a consumare un buon sonno, noi partiamo a notte fonda in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Fromista. Ben<br />

presto ci accorgiamo <strong>di</strong> aver fatto una buona scelta tanto che pedaliamo <strong>di</strong> gran lena in tratti del percorso dove all’andata si era<br />

sofferto il caldo. La tappa è lunga e Fromista ci appare all’alba con i suoi immancabili pellegrini in Cammino verso Santiago de<br />

Compostela e l’ aria solenne e solitaria <strong>di</strong> chi, per sua fortuna, ospita per una notte o un giorno persone provenienti da tutto il<br />

mondo. Attorno al Cammino si è creata una microeconomia non priva <strong>di</strong> alcune forme <strong>di</strong> socialità che in Italia, con la Francigena,<br />

potrebbero agevolmente trovare un terreno ideale. E “Siena 2019” è anche questo. Adelante!


km 620 <strong>Gijon</strong>>>>>>80km>>>>>Cangas de Onis km 700<br />

Nel ritorno ognuno spera<br />

scollinar da la Madera,<br />

là il Pelayo fideista<br />

iniziò la reconquista.


Buena suerte e buen retorno<br />

sotto l’arco è pieno giorno<br />

e a tutti sono cari<br />

gli alfier della Ferrari,<br />

lascian il mar senza cabine<br />

come tante formichine.


km 700 Cangas de Onis>>>>>>>99km>>>>>>>Cistierna km 799<br />

Dopo Cangas in pianura<br />

viene una tappa dura:<br />

<strong>di</strong> salita ce n’è tanta<br />

per chilometri quaranta!


La Madonna Cavadonga,<br />

un pensiero a loro ponga:<br />

che al fuente del Infierno<br />

non c’arrivino d’inverno.


Ma per Riano e per l’embalse<br />

ogni sforzo si che valse.


Km 799 Cistierna >>>>>>>>115 km>>>>>>>>Fromista km 914<br />

Al chilometro ottocento<br />

sonno assale in un momento.


Di mattina nei cammini<br />

ci son tanti pellegrini,<br />

con ragazze sorridenti,<br />

sono belli i loro intenti.


Al controllo <strong>di</strong> Fromista<br />

poi li perdono <strong>di</strong> vista<br />

ed appen scomparsi loro<br />

su <strong>di</strong> un colle appare un toro.


7. LA PIOGGIA DELLA MESETA E LE TURBINAS DE VIENTO<br />

(km 914 Fromista, giovedì mattina – km 1133 Atienza, giovedì sera e notte del venerdì)<br />

Sarà per la fatica accumulata, sarà perché con<strong>di</strong>zionati dal passo lento dei pellegrini, l’incedere dopo 900 chilometri<br />

non è più quello dei bei tempi della partenza. Ogni elemento della natura ci appare ostile. Si prenda il vento che<br />

alimenta le centinaia <strong>di</strong> pale eoliche della Castilla y Leon. Ebbene, noi siamo convinti che quel vento sia come<br />

l’opposizione e cioè sempre contrario. Manca l’acqua ed il sole inizia a fare con eccessivo impegno il proprio lavoro,<br />

quando, come per incanto, sul caldo mare <strong>di</strong> terra che è la Meseta, inizia a piovere. Pioggia? No, sono gocce <strong>di</strong><br />

sudore che cadono abbondanti tanto da sembrar pioggia. E poi ancora: pecore che sembran vitelli, cartelli stradali<br />

vestiti da suore, improbabili odori <strong>di</strong> acqua termale <strong>di</strong> Rapolano misti a profumo <strong>di</strong> pecorino pientino. E quando ci<br />

sembra u<strong>di</strong>re in lontananza il suono delle campane <strong>di</strong> Monteoliveto, ci convinciamo che la nostra parte sensoriale<br />

non è del tutto a posto, anche se vivo rimane il verbo, tanto che escon dalla bocca <strong>di</strong> Fabio a prendere aria<br />

affermazioni da Accademia della Crusca del tipo: “ ci son più pale che tori in Spagna”. Ma siamo nella terra del<br />

miracolo o della “ole” e all’improvviso appare, ai lati <strong>di</strong> un raro boschetto, una fonte. Mai acqua, così marmata, fu<br />

accolta con gioia e mai fu donato al viandante sollievo sì gra<strong>di</strong>to dalla testa fino ai pie<strong>di</strong>. Più tar<strong>di</strong>, sull’Alto della<br />

Pela, sarà la volta dell’incontro con i viandanti lungo il Cammino <strong>di</strong> Don Chisciotte. Orgoglio, <strong>di</strong>gnità e serenità si<br />

leggono bene nei volti dei vecchi e dei ragazzi <strong>di</strong> Tortoles de Esgueva, <strong>di</strong> Ayllon o <strong>di</strong> Atienza, luoghi non certo baciati<br />

dal Signore. Che il denaro non abbon<strong>di</strong> si vede anche dallo stato delle strade percorse nella provincia <strong>di</strong> Segovia dove<br />

qualcuno, per fortuna senza gravi conseguenze, cade. E arriva il momento <strong>di</strong> capire anche quanto noi senesi ci si<br />

debba considerare fortunati, allorquando un colto signore dall'aria profetica, che ci <strong>di</strong>cono chiamarsi Don Carlos,<br />

venuto a sapere della nostra provenienza, ci guarda ammirato e ci congeda con amichevole invi<strong>di</strong>a, elencando, con<br />

inaspettata esattezza e in <strong>di</strong>screto italiano, i quattro siti Unesco presenti in terra <strong>di</strong> Siena: Siena, San Gimignano, la<br />

Val d’Orcia e Pienza. Li conosce tutti ed il fatto ci fa riflettere su quanto altri considerino un bene prezioso, più <strong>di</strong><br />

quanto talvolta capita a noi, alcune gran<strong>di</strong> risorse ambientali e culturali <strong>di</strong> cui la terra <strong>di</strong> Siena è ricca. Così come<br />

apprezzate sono le nostre eccellenze agricole che non sono certo da meno dei vini della Valle del Duero dove<br />

pullulano cantine e dove la cura e l’attenzione sono elementi <strong>di</strong>stintivi. Tra Ayllon ed Atienza, lungo la strada dell’Alto<br />

de la Pela, più che il sonno poté la fame e così che, in un insperato ospitales posto quasi in vetta, troviamo conforto<br />

ed il piatto con la cena che ci mancava: è il secondo strappo alla regola seguito da un sano riposo soporifero: “il vino<br />

è tratto”. Del resto mancano poco più <strong>di</strong> 130 chilometri all’arrivo e qualche stravizio ora si può fare. Così Atienza è<br />

conquistata per la seconda volta a notte fonda ed ora tutto ci appare a portata <strong>di</strong> mano. Vamos


km 914 Fromista>>>>>83km>>>>>Tortoles de Esgueva km 997<br />

Da Fromista il passo è lento<br />

gran turbinas de viento,


sul cammino <strong>di</strong> ritorno<br />

molte chiese fan contorno,<br />

giusto l’acqua <strong>di</strong> San Fermo<br />

salva il piede quasi infermo.


Vento soffia e caldo sale,<br />

i Ferrar sono alle pale<br />

e appen sotto turbina<br />

un si ferma: è il Regina.


Un ricordo infin li assale:<br />

anche al tor giran le pale.


Ora tutti i modenesi<br />

un riposo si son presi,<br />

ad Esgueva molta gente<br />

sta aspettando, commovente!


km 997 Tortoles de Esgueva>>>>>80 km>>>>>>Ayllon km 1077<br />

Son <strong>di</strong> nuovo in terra Duero<br />

nelle grotte vino vero,


poi a lungo cercan invano<br />

un po’ d’acqua del Pantano.<br />

Luca urla: “pria che muoio<br />

ci sarà l’acqua d’Arroyo!”


E così tra acqua e vino<br />

alla meta c’è un bambino<br />

a raccogliere i <strong>di</strong>spersi<br />

e poi a fare anche gli scherzi,


ma a curar da ogni ferita<br />

c’è la bella Carmensita.


km 1077 Ayllon>>>>56 km>>>>Atienza km 1133<br />

Della Pela ecco la tappa<br />

consultar convien la mappa.


Verso l’ora del tramonto<br />

un buon sonno chiede il conto<br />

e in provincia Guadalajara<br />

acqua ed ombra roba rara.


8. I NUMERI MAGICI PER VINCERE DUE SFIDE: 333 PER<br />

I RANDONNEUR E 2019 PER SIENA<br />

(km 1133 Atienza, notte <strong>di</strong> venerdì – km 1240 Algete (<strong>Madrid</strong>), ore 5.30<br />

<strong>di</strong> venerdì mattina 23 agosto<br />

Quando sembra tutto facile, ecco che può succedere l’imprevisto: lungo la <strong>di</strong>scesa che porta a Cogolludo si blocca una ruota<br />

della bici <strong>di</strong> Fabio. Non si può più procedere. Fortuna che il coach Massimo è fermo alla postazione <strong>di</strong> controllo successiva ed<br />

in meno <strong>di</strong> un’ora riesce a raggiungerci per consegnarci una ruota <strong>di</strong> scorta. Tutto regolare, si riparte e si arriva all’ultimo<br />

controllo <strong>di</strong> Cogolludo <strong>di</strong> buon umore ed in vena <strong>di</strong> regali ai volontari in servizio. Il panforte <strong>di</strong> Siena è il più gra<strong>di</strong>to e lo<br />

scambiamo con due tazze <strong>di</strong> caffè nero bollente. Ci vogliono far visitare la Casa Rural Carabas, ma con gentilezza ed abusando<br />

fin troppo della parola gracias, decliniamo l’invito. Ormai appare chiaro che i nostri amici del team Ferrari <strong>di</strong> Modena non ci<br />

riprenderanno più pedalando ad alcune ore da noi. Con loro, alla partenza, scherzavamo definendoci il team Duna.<br />

Incre<strong>di</strong>bile: la Duna ha sconfitto la Ferrari. In verità la sfida nelle randonnée è solo con noi stessi: si arriva primi tutte le volte<br />

che rientriamo nel tempo massimo previsto ed anche questa volta è vittoria con un risultato migliore <strong>di</strong> quello sperato:<br />

appena 79 ore, una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 374 chilometri al giorno, ben oltre la magica cifra 333, che in<strong>di</strong>ca il numero dei chilometri che<br />

giornalmente un randonneur deve saper fare pena il fallimento dell’impresa. Giungiamo all'arrivo <strong>di</strong> Algete in <strong>Madrid</strong><br />

accompagnati dalle nostre irriconoscibili facce: sono le 5.30 della mattina <strong>di</strong> venerdì e Siena ce l'ha fatta. Circa 200 ciclisti<br />

pedalano ancora lungo la strada per poter avere la nostra stessa sod<strong>di</strong>sfazione. Ci guar<strong>di</strong>amo con malcelato orgoglio<br />

riflettendo in silenzio su <strong>di</strong> una cosa sola: al pari <strong>di</strong> Siena siamo antichi, non vecchi. Ci siamo fermati, <strong>di</strong>sperati, per<br />

l'inaspettata rottura <strong>di</strong> una ruota, siamo stati presi da ogni genere <strong>di</strong> dolore, quasi sempre superato con meto<strong>di</strong> naturali come<br />

la lavanda dei pie<strong>di</strong> nella fonte <strong>di</strong> acqua marmata. Siamo stati più volte vicini ad arrenderci ma ce l'abbiamo fatta, con la<br />

nostre forze e con tenacia, facendo ricorso a quanto abbiamo imparato nel tempo. La nostra Siena, che vive un periodo molto<br />

<strong>di</strong>fficile, può ugualmente farcela guardando alla sua storia, alle sue migliori energie ed ai consigli <strong>di</strong> chi l'apprezza anche oggi,<br />

nel tempo delle vacche magre. Un’ ultima nota: la civiltà degli automobilisti spagnoli, rispettosi e gentili come dovrebbero<br />

essere tra <strong>di</strong> loro gli utenti delle “strade condominiali”, quelle strade <strong>di</strong> uso comune dove sono ammessi mezzi <strong>di</strong>versi, e dove<br />

spesso, ciclisti compresi, ognuno pensa <strong>di</strong> esserne il padrone o <strong>di</strong> poterle utilizzare per ostentare il proprio status e farsi così<br />

una stupida e pericolosa guerra. La Provincia <strong>di</strong> Siena ha prodotto un buon lavoro con il Masterplan della Mobilità Dolce ed<br />

ora, come tutte le cose, si tratta <strong>di</strong> renderlo concreto. Ad ottobre il Bici Club Terre <strong>di</strong> Siena terrà un appuntamento nazionale<br />

a Sovicille dove si affronteranno i problemi dell'etica e della sicurezza nelle strade e si cercherà <strong>di</strong> sottoscrivere un Patto <strong>di</strong><br />

Civiltà che impegni ogni utente della strada a riconoscere il valore <strong>di</strong> una mobilità più dolce e rispettosa <strong>di</strong> tutti coloro che vi<br />

transitano per scopi e fini <strong>di</strong>versi e con il mezzo che a loro appare più utile o congeniale. Ed ora è il tempo del riposo. Buen<br />

descanso, ma poi, senza un attimo <strong>di</strong> respiro e con fiducia, subito a lavoro per vincere la sfida più grande, quella <strong>di</strong> Siena<br />

can<strong>di</strong>data Capitale Europea della Cultura 2019. Aplausos!


L’ATLETA<br />

RITROVATO<br />

…nell’andatura mi sono<br />

lanciato<br />

rompendo il fiato<br />

atleta ritrovato……..<br />

mi sono immaginato<br />

corridore ritrovato…<br />

…tu sei la mia corsa<br />

la meta si è nascosta<br />

il muscolo è teso<br />

il mio bavero è preso…<br />

..nell’andatura mi sono<br />

lanciato<br />

rompendo il fiato<br />

atleta ritrovato……….


km 1133 Atienza>>>>>>km 42>>>>>>Cogolludo km 1175<br />

Dopo Atienza bici rotte<br />

sul cammin <strong>di</strong> Don Quixote<br />

ma ormai nessun più arretra<br />

e i Ferrari sognan meta.


La fatica a molto valse<br />

si saluta ancor l’embalse.


km 1175 Cogolludo>>>>>km 65>>>>>Atienza (<strong>Madrid</strong>) km 1240<br />

Cogolludo, ultim controllo<br />

con la carta e con il bollo


Luca arriva al traguardo<br />

puntual, senza ritardo,<br />

a un minuto c’è il Bardelli,<br />

non son scherzi da fratelli!


Mentre attorno tutto tace<br />

loro han già fatto pace<br />

Mancan tanti agli arrivi,<br />

lor son stanchi ma ben vivi.<br />

e con Massimo aretino<br />

sognan letto, ciccia e vino.


Pensieri corti (prima <strong>di</strong> dormire)<br />

Ci son bravi e buoni amici<br />

danno il pane anche alle bici,<br />

mentre Massimo affamato<br />

or si sogna un bel gelato.


Han mangiato roba sana:<br />

il panforte ed anche il grana,


poi essenziale è l’armamento<br />

per affrontare il grande evento.


Pensieri lunghi (dopo aver dormito)<br />

Con l’impresa della Spagna<br />

la salute ci guadagna


e’l randagio italiano<br />

non ha pedalato invano.


La Bulletta assai presente<br />

per la strada e con la gente


SIAMO STATI NAVIGANTI<br />

Siamo stati naviganti<br />

con l'acqua alla gola<br />

e in tutto questo bell'andare<br />

quello che ci consola<br />

è che siamo stati lontani<br />

e siamo stati anche bene<br />

e siamo stati vicini<br />

e siamo stati insieme……<br />

….Gran<strong>di</strong> corridori <strong>di</strong> corse in salita<br />

che alzavano la testa dal manubrio<br />

per vedere se fosse finita,<br />

allenati alla corsa<br />

allenati alla gara<br />

e preparati a cadere<br />

e a tutto quello che s'impara,<br />

innamorati della sera<br />

innamorati della luna<br />

conoscitori della notte<br />

senza averne paura,<br />

innamorati <strong>di</strong> quel fiore<br />

che non vuole mai <strong>di</strong>re:<br />

ecco, è tutto finito<br />

e bisogna partire.<br />

Ma ora è il momento<br />

<strong>di</strong> mettersi a dormire<br />

lasciando scivolare il libro che<br />

ci ha aiutati a capire<br />

che basta un filo <strong>di</strong> vento<br />

per venirci a guidare<br />

perché siamo naviganti<br />

senza navigare, mai…..<br />

pedalato ad agosto e scritto nel settembre 2013<br />

(Luca Bonechi)

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