SPECIALE PITTI BIMBO Interviste, analisi e anteprime della - Italpyme

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09.03.2014 Views

Inchiesta Da sinistra: lo store M Missoni a Milano, Luca Vianello e Angela Missoni “Questa non è una seconda linea” ha ribadito Donatella Versace“. Certo, il pubblico di riferimento è più giovane rispetto alla Versace, ma il nostro obiettivo è farla crescere con i crismi di un brand autonomo”. Il piano, ambizioso, prevede anche l’apertura di 20 boutique dedicate entro fine 2010. Non è certo peregrino pensare che Versus possa aiutare il gruppo nel suo piano di ritorno a break even e quindi all’utile, previsto per il 2011. In questo senso, per capire il valore effettivo di una seconda linea griffata, il caso Just Cavalli rimane illuminante. Il paventato piano di uscire dall’impasse in cui si trova It Holding scorporando dal bilancio la Just Cavalli e racchiudendola in una newco da quotare in Borsa (piano solo postulato e mai confermato dallo studio legale Bonelli, Erede Pappalardo), la dice lunga sulla redditività delle collezioni giovani e, alla fine, la licenza Just Cavalli è stata rinnovata con Ittierre per altri quattro anni. Anche in casa Scervino è tempo di seconde linee. La neonata linea giovane ERMANNO Ermanno Scervino è andata sempre a Ittierre, è uomo e donna ed è attesa per l’inizio del 2010. I mercati di riferimento, Italia a parte, saranno Est Europa, Russia, Giappone e Corea, le aree dove il brand principale è più forte. E in prospettiva il progetto prevede l’apertura di una serie di flagship e shop in shop in location da definire (Milano o Parigi presumibilmente). Chi la seconda linea ce l’ha da sempre è Missoni, con la sua M Missoni. Una collezione su cui Valentino Fashion Group, cui è affidata la licenza (con un recente rinnovo fino al 2018), punta molto. Il giro d’affari 2008 della M Missoni ha raggiunto i 60 milioni di euro, in crescita del 28% rispetto ai 47 del 2007 (già in progressione del 47% sul 2006!). Forte anche l’espansione retail, con un flagship store a Milano, che ha seguito quello di Londra e preceduto Parigi, o franchising ben studiati (8 punti vendita) come il negozio aperto in Qatar. Le ragioni del successo? Da una parte lo stile del brand di Sumirago sapientemente declinato da Angela Missoni, dall’altra, per parafrasare il direttore generale di Valentino Fashion Group Luca Vianello, “gli sforzi per diminuire il prezzo medio del prodotto lavorando su struttura e sourcing e per estendere le merceologie, grazie ad accessori e denim”. Conclusioni? E’ ovvio che la prima motivazione per questa “rifioritura” delle seconde linee è imposta dai bilanci, non più floridi, delle maison, anche se – in primis le internazionali - si guardano bene dal fornire dati. In realtà si può fare una considerazione anche di più ampio respiro. Questi accordi tra brand e licenziatari rappresentano oggi una sorta di matrimonio obbligato. Da un lato, infatti, lanciare un marchio è sempre più costoso e rischioso e quindi molte aziende ritengono più favorevole acquisirlo in licenza. Dall’altro lato per una maison è sempre più oneroso alimentare un brand di fascia alta (sfilate, eventi, manifestazioni, pubblicità), e senza gli introiti dalle cosiddette seconde linee, meno poetiche ma molto utili, il bilancio va in rosso. Un’ultima considerazione va fatta sui licenziatari: che la maison licenziante sia italiana, inglese o francese, i partner scelti sono sempre italiani, un gruppo di 5/6 aziende con un fatturato tra i 60 e i 200 milioni di euro, con forti capacità di prodotto e, con qualche eccezione, molto solide finanziariamente. Un altro segno di successo del Made in Italy. ANCHE SU WWW.PAMBIANCONEWS.COM 42 21 gennaio 2010

Inchiesta<br />

Da sinistra: lo store M Missoni a Milano, Luca Vianello e Angela Missoni<br />

“Questa non è una seconda linea” ha ribadito<br />

Donatella Versace“. Certo, il pubblico di riferimento<br />

è più giovane rispetto alla Versace, ma il nostro obiettivo<br />

è farla crescere con i crismi di un brand autonomo”.<br />

Il piano, ambizioso, prevede anche l’apertura di<br />

20 boutique dedicate entro fine 2010. Non è certo<br />

peregrino pensare che Versus possa aiutare il gruppo<br />

nel suo piano di ritorno a break even e quindi all’utile,<br />

previsto per il 2011.<br />

In questo senso, per capire il valore effettivo di una<br />

seconda linea griffata, il caso Just Cavalli rimane illuminante.<br />

Il paventato piano di uscire dall’impasse in<br />

cui si trova It Holding scorporando dal bilancio la Just<br />

Cavalli e racchiudendola in una newco da quotare in<br />

Borsa (piano solo postulato e mai confermato dallo<br />

studio legale Bonelli, Erede Pappalardo), la dice lunga<br />

sulla redditività delle collezioni giovani e, alla fine, la<br />

licenza Just Cavalli è stata rinnovata con Ittierre per<br />

altri quattro anni.<br />

Anche in casa Scervino è tempo di seconde linee. La<br />

neonata linea giovane ERMANNO Ermanno Scervino<br />

è andata sempre a Ittierre, è uomo e donna ed è attesa<br />

per l’inizio del 2010. I mercati di riferimento, Italia a<br />

parte, saranno Est Europa, Russia, Giappone e Corea,<br />

le aree dove il brand principale è più forte. E in prospettiva<br />

il progetto prevede l’apertura di una serie di<br />

flagship e shop in shop in location da definire (Milano<br />

o Parigi presumibilmente).<br />

Chi la seconda linea ce l’ha da sempre è Missoni, con<br />

la sua M Missoni. Una collezione su cui Valentino<br />

Fashion Group, cui è affidata la licenza (con un recente<br />

rinnovo fino al 2018), punta molto. Il giro d’affari<br />

2008 <strong>della</strong> M Missoni ha raggiunto i 60 milioni di<br />

euro, in crescita del 28% rispetto ai 47 del 2007<br />

(già in progressione del 47% sul 2006!). Forte anche<br />

l’espansione retail, con un flagship store a Milano, che<br />

ha seguito quello di Londra e preceduto Parigi, o franchising<br />

ben studiati (8 punti vendita) come il negozio<br />

aperto in Qatar. Le ragioni del successo? Da una parte<br />

lo stile del brand di Sumirago sapientemente declinato<br />

da Angela Missoni, dall’altra, per parafrasare il<br />

direttore generale di Valentino Fashion Group Luca<br />

Vianello, “gli sforzi per diminuire il prezzo medio<br />

del prodotto lavorando su struttura e sourcing e per<br />

estendere le merceologie, grazie ad accessori e denim”.<br />

Conclusioni? E’ ovvio che la prima motivazione per<br />

questa “rifioritura” delle seconde linee è imposta dai<br />

bilanci, non più floridi, delle maison, anche se – in<br />

primis le internazionali - si guardano bene dal fornire<br />

dati. In realtà si può fare una considerazione anche di<br />

più ampio respiro. Questi accordi tra brand e licenziatari<br />

rappresentano oggi una sorta di matrimonio obbligato.<br />

Da un lato, infatti, lanciare un marchio è sempre<br />

più costoso e rischioso e quindi molte aziende ritengono<br />

più favorevole acquisirlo in licenza. Dall’altro<br />

lato per una maison è sempre più oneroso alimentare<br />

un brand di fascia alta (sfilate, eventi, manifestazioni,<br />

pubblicità), e senza gli introiti dalle cosiddette seconde<br />

linee, meno poetiche ma molto utili, il bilancio va<br />

in rosso. Un’ultima considerazione va fatta sui licenziatari:<br />

che la maison licenziante sia italiana, inglese<br />

o francese, i partner scelti sono sempre italiani, un<br />

gruppo di 5/6 aziende con un fatturato tra i 60 e i<br />

200 milioni di euro, con forti capacità di prodotto e,<br />

con qualche eccezione, molto solide finanziariamente.<br />

Un altro segno di successo del Made in Italy.<br />

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42 21 gennaio 2010

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