Versione PDF - Ispesl
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La fonte informativa è costituita dalle informazioni raccolte in occasione di inchieste ed<br />
indagini infortunistiche dai Servizi di prevenzione delle ASL e dalle sedi territoriali INAIL; il<br />
modello di riferimento è costituito dall’integrazione dei due originari modelli, “Sbagliando s’impara”<br />
per la descrizione della dinamica infortunistica nella versione ISPESL/Regioni, ESAW<br />
per la codifica delle modalità di accadimento nella versione INAIL/Comitati Paritetici, oltre<br />
ad una sezione comune di informazioni relative all’infortunio (dove è accaduto, in che data,<br />
in quale momento della giornata, ecc.), all’infortunato (età, provenienza, titolo di studio, mansioni<br />
lavorative, anzianità lavorativa, ecc.) e al luogo di lavoro (tipo di attività ecc.).<br />
Oggetto di indagine sono i casi di infortunio mortale occorsi nel periodo gennaio 2002 -<br />
dicembre 2004, riconoscendo all’interno una fase retrospettiva, sostanzialmente riconducibile<br />
alla stesura progettuale INAIL/Comitati Paritetici, orientativamente riferita al periodo gennaio<br />
2002-ottobre 2003, in cui le informazioni sono recuperate, per quanto possibile, dalle inchieste<br />
e dalle indagini infortunistiche già effettuate dai Servizi di prevenzione ASL e dalle sedi<br />
territoriali INAIL, ed una fase prospettica, riconducibile alla stesura ISPESL/Regioni e riferita al<br />
periodo novembre 2003 - dicembre 2004, in cui le informazioni sono raccolte direttamente<br />
secondo il modello, con un più elevato livello di completezza delle informazioni e conseguente<br />
puntuale compilazione delle schede previste dal modello generale.<br />
Nella fase prospettica in particolare, in mancanza di un sufficiente numero di inchieste<br />
infortuni su casi mortali, si è convenuto di fare ricorso anche a casi “gravi” di infortunio, da<br />
selezionare attraverso una griglia di selezione concordata, basata su criteri coerenti con gli<br />
obiettivi del progetto (V. allegato). Il progetto integrato ha preso il via con la partecipazione<br />
diretta di 18 Regioni, organizzate in altrettante Unità Operative Regionali e di tutte le Direzioni<br />
Regionali INAIL.<br />
1.4 L’organizzazione del progetto<br />
La particolare complessità dell’indagine integrata, in primo luogo dovuta all’adozione di un<br />
nuovo modello concettuale di analisi degli infortuni, ma anche per l’utilizzo di una doppia fonte<br />
informativa (inchieste infortuni dei servizi di prevenzione ASL/indagini infortunistiche sedi territoriali<br />
INAIL) e per il concorso di più figure professionali appartenenti a soggetti istituzionali<br />
diversi (sistema Regioni/ASL, INAIL, ISPESL), ha reso necessaria una impegnativa fase di<br />
messa a punto organizzativa del progetto.<br />
È stato innanzitutto confermato l’impianto di base del progetto ISPESL/Regioni, nell’individuazione<br />
delle diverse Unità Operative concorrenti agli obiettivi e dei rispettivi Responsabili<br />
scientifici, nelle attività a ciascuna assegnate, nonché nella identificazione delle macrofasi di<br />
lavoro e nella relativa tempistica, come di seguito specificate:<br />
1. preparazione degli strumenti di lavoro e aggiornamento professionale degli operatori di<br />
prevenzione - circa 6 mesi;<br />
2. applicazione del metodo ai casi selezionati, predisposizione delle schede di raccolta dati,<br />
implementazione del data base, verifiche di qualità delle informazioni, per entrambe le fasi,<br />
retrospettiva e prospettica - circa 15 mesi;<br />
3. elaborazione dei dati e produzione dei risultati - 3 mesi.<br />
Sono stati attivati 2 ambiti di coordinamento delle attività: a livello regionale, in ciascuna<br />
delle Regioni partecipanti, e a livello nazionale, individuando al riguardo specifici Gruppi di<br />
coordinamento. Tali gruppi sono composti, da un lato, dal Responsabile Scientifico dell’Unità<br />
Operativa regionale e dai Referenti regionali di INAIL ed ISPESL, dall’altro, dai responsabili di<br />
progetto dell’ISPESL, dell’INAIL e del Coordinamento tecnico interregionale per la prevenzione,<br />
oltrechè dai Responsabili Scientifici di tutte le Unità Operative impegnate. Queste ultime<br />
riguardano le 18 unità regionali anzidette, più ulteriori 8 unità con compiti di:<br />
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