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Versione PDF - Ispesl

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In definitiva, i dati depongono per un’entità del fenomeno infortunistico inaccettabile, con<br />

quasi 1 milione di infortuni all’anno, almeno 2/3 dei quali comportano più di 3 giorni di assenza<br />

dal lavoro, mentre 4 ogni giorno lavorativo comportano la morte. Tale situazione rende indispensabile<br />

l’adozione di maggiori sforzi per accrescere ed integrare le informazioni disponibili,<br />

sia al fine di comprendere meglio quali siano le cause su cui è possibile ed opportuno agire<br />

per ridurre i rischi che per limitare progressivamente l’entità dei fenomeni più gravi.<br />

Tali considerazioni sono alla base del progetto integrato, condotto da ISPESL, INAIL e<br />

Regioni e Province Autonome, per dare vita al Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali<br />

e gravi, che prevede anche il coinvolgimento dei Comitati Paritetici per la creazione di un<br />

osservatorio dedicato al fenomeno infortunistico. La sinergia tra i soggetti istituzionali ha consentito<br />

di convogliare in un progetto congiunto due iniziative separate, ma entrambe incentrate<br />

sull’approfondimento degli infortuni mortali e gravi, ottimizzando così le risorse e la rete di<br />

relazioni sul territorio.<br />

1.2 Le iniziative ISPESL-Regioni e INAIL-Comitati Paritetici<br />

L’iniziativa avviata nel 2000 dall’ISPESL e dalle Regioni e Province Autonome rientrava tra<br />

le attività rivolte alla costruzione del Sistema Informativo per la Prevenzione dell’Istituto; obiettivo<br />

specifico era lo sviluppo delle conoscenze sulle cause e dinamiche infortunistiche degli<br />

eventi mortali al fine di fornire nuovi e più efficaci spunti alle azioni di contrasto del fenomeno;<br />

da un lato, infatti, il fenomeno degli infortuni mortali risultava ormai da anni (come già<br />

detto) attestato intorno ai 1400 casi annui e non mostrava segnali significativi di tendenza alla<br />

diminuzione, dall’altro si riscontrava che sul versante delle “cause” degli infortuni i flussi informativi<br />

forniti dall’INAIL disponibili non erano in grado di fornire indicazioni compiutamente, diffusamente<br />

ed efficacemente utilizzabili in una logica preventiva.<br />

L’ISPESL, pertanto, ha impostato nel 2000 un progetto di ricerca ad hoc per attivare, in collaborazione<br />

con le Regioni e le Province Autonome, un sistema nazionale di sorveglianza degli infortuni<br />

sul lavoro, segnatamente quelli con esito mortale e “grave”, finalizzato a sviluppare la conoscenza<br />

su cause e dinamiche infortunistiche; la fonte informativa individuata per lo sviluppo del<br />

sistema di sorveglianza era quella dei Servizi di prevenzione delle ASL, rappresentata in particolare<br />

dal patrimonio informativo raccolto in occasione delle inchieste infortuni, fonte di grande potenzialità<br />

per le finalità del progetto stesso, da valorizzare appunto anche per fini di prevenzione.<br />

Il modello di riferimento adottato nel progetto e proposto per l’analisi e la descrizione degli<br />

eventi era il modello “Sbagliando s’impara”, un modello specificamente realizzato per scopi di<br />

prevenzione e disponibile presso l’ISPESL, che presenta tra i requisiti di fondo l’applicabilità<br />

ad ogni situazione lavorativa, indipendentemente, cioè, dal tipo di attività svolta nelle aziende,<br />

dalle relative dimensioni e dalle diverse caratteristiche di natura organizzativa, e la capacità di<br />

essere di ausilio tanto nella comprensione di un singolo caso che nel riconoscimento degli<br />

elementi che accomunano casi diversi.<br />

In conseguenza di tali caratteristiche, e considerata l’applicabilità del modello a tutte le<br />

tipologie di infortunio, compresi gli esiti con conseguenze lievi, talvolta forieri di dinamiche di<br />

accadimento di particolare interesse per l’individuazione delle misure di sicurezza più idonee,<br />

il progetto ha previsto di sperimentare il modello “Sbagliando s’impara” anche in un panel di<br />

aziende medio-piccole, così da testare presso il “sistema imprese” l’utilità del modello all’interno<br />

del processo di valutazione dei rischi.<br />

Il progetto di ricerca è stato recepito e congiuntamente finanziato da parte del Ministero<br />

della Salute, all’interno delle attività di ricerca finalizzata ex D.Lgs. 502/92, e dall’ISPESL<br />

medesimo. Sul piano organizzativo, per la complessità e l’estensione del progetto al territorio<br />

nazionale, sono state individuate apposite Unità Operative, ciascuna con propri specifici obiettivi<br />

ed un proprio Responsabile Scientifico; in particolare, sono state individuate specifiche<br />

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